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Alfabeti della Mente
La galleria P420 propone una selezione di artisti, italiani ed internazionali, che hanno utilizzato, a partire dagli anni ’60, un segno ripetuto, un grafismo non convenzionale, mentale non codificato che assume la forma di una scrittura illeggibile
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dopo la mostra personale No-Water-In dello scultore americano Richard Nonas,
la galleria P420 (piazza dei Martiri, 5/2 Bologna) propone una selezione di
artisti, italiani ed internazionali, che hanno utilizzato, a partire dagli anni ’60,
un segno ripetuto, un grafismo non convenzionale, un alfabeto mentale non
codificato che assume la forma di una scrittura illeggibile.
Non Poesia Visiva né Concreta il soggetto della mostra che inaugurerà il
prossimo 22 Ottobre alle ore 18 e che si intitola Alfabeti della mente, ma una ricerca
Concettuale da collocare al limite di demarcazione tra lo scrivere disegni
e il disegnare scritture.
Come fa notare Angela Madesani nel testo di introduzione alla mostra, il
linguista francese Roland Barthes affermava che «una scrittura non ha bisogno
di essere leggibile per essere pienamente scrittura».
Inoltre, tra gli anni ’60 e ’70, molti sono gli artisti che nel panorama internazionale,
fanno dichiarazioni e danno vita a proclami, fortemente segnati dalle
appartenenze ideologiche e ancora più spesso politiche. La protesta si fa palese,
urlata. Un atteggiamento il più delle volte facile, dichiarato, alla moda. Le opere
qui in mostra sono controcorrente rispetto a tutto questo e non certo per partito
preso. Ci troviamo di fronte a lavori, realizzati con tecniche tradizionali, perlopiù
carte, in cui è una profonda consapevolezza sociale, storica e soprattutto di
linguaggio. Così nulla è casuale o effimero e ogni significante riesce ad assumere,
un proprio, il più delle volte non convenzionale, significato.
La mostra comprende oltre 40 opere di 11 artisti selezionati. Nei suoi Frammenti
di un autoritratto anonimo, Carlo Alfano codifica una grammatica fatta di
numeri, mentre l’artista Irma Blank, tedesca ma da quasi cinquant’anni in Italia,
nelle Eingschriften così come nelle Trascrizioni si dedica alla traduzione del
concetto di indicibile.
In mostra le scritture artificiali compulsive della tedesca Hanne Darboven e
gli ossessivi dettati di Dadamaino negli Alfabeti della mente e nei più recenti
Sein und Zeit.
Tra gli artisti Sudamericani, Mirtha Dermisache (in mostra Textos degli
anni ’70 e i più recenti Newsletters, in cui la scrittura artificiale recupera la sua
dimensione puramente plastica), León Ferrari (nel lavoro del quale la lettera e il
testo, raccontati in mille modi, hanno un ruolo portante) e Anna Maria Maiolino
con i lavori di Codificações Matéricas Series.
In mostra anche i lavori delle due artiste americane Marcia Hafif («esercizi mentali,
che sembrano registrare i meccanismi del pensiero» scrive Angela Madesani)
ed Edda Renouf, la cui scrittura «è come un’incisione nella pelle della materia».
Antonio Scaccabarozzi inventa leggi che decodificano l’alfabeto e la grammatica
di strutture mentali fatte di soli punti, dipinti e battuti a macchina, mentre
Jan Schoonhoven organizza linee in bilico tra l’approssimazione e il rigore.
Il catalogo della mostra è disponibile in galleria
la galleria P420 (piazza dei Martiri, 5/2 Bologna) propone una selezione di
artisti, italiani ed internazionali, che hanno utilizzato, a partire dagli anni ’60,
un segno ripetuto, un grafismo non convenzionale, un alfabeto mentale non
codificato che assume la forma di una scrittura illeggibile.
Non Poesia Visiva né Concreta il soggetto della mostra che inaugurerà il
prossimo 22 Ottobre alle ore 18 e che si intitola Alfabeti della mente, ma una ricerca
Concettuale da collocare al limite di demarcazione tra lo scrivere disegni
e il disegnare scritture.
Come fa notare Angela Madesani nel testo di introduzione alla mostra, il
linguista francese Roland Barthes affermava che «una scrittura non ha bisogno
di essere leggibile per essere pienamente scrittura».
Inoltre, tra gli anni ’60 e ’70, molti sono gli artisti che nel panorama internazionale,
fanno dichiarazioni e danno vita a proclami, fortemente segnati dalle
appartenenze ideologiche e ancora più spesso politiche. La protesta si fa palese,
urlata. Un atteggiamento il più delle volte facile, dichiarato, alla moda. Le opere
qui in mostra sono controcorrente rispetto a tutto questo e non certo per partito
preso. Ci troviamo di fronte a lavori, realizzati con tecniche tradizionali, perlopiù
carte, in cui è una profonda consapevolezza sociale, storica e soprattutto di
linguaggio. Così nulla è casuale o effimero e ogni significante riesce ad assumere,
un proprio, il più delle volte non convenzionale, significato.
La mostra comprende oltre 40 opere di 11 artisti selezionati. Nei suoi Frammenti
di un autoritratto anonimo, Carlo Alfano codifica una grammatica fatta di
numeri, mentre l’artista Irma Blank, tedesca ma da quasi cinquant’anni in Italia,
nelle Eingschriften così come nelle Trascrizioni si dedica alla traduzione del
concetto di indicibile.
In mostra le scritture artificiali compulsive della tedesca Hanne Darboven e
gli ossessivi dettati di Dadamaino negli Alfabeti della mente e nei più recenti
Sein und Zeit.
Tra gli artisti Sudamericani, Mirtha Dermisache (in mostra Textos degli
anni ’70 e i più recenti Newsletters, in cui la scrittura artificiale recupera la sua
dimensione puramente plastica), León Ferrari (nel lavoro del quale la lettera e il
testo, raccontati in mille modi, hanno un ruolo portante) e Anna Maria Maiolino
con i lavori di Codificações Matéricas Series.
In mostra anche i lavori delle due artiste americane Marcia Hafif («esercizi mentali,
che sembrano registrare i meccanismi del pensiero» scrive Angela Madesani)
ed Edda Renouf, la cui scrittura «è come un’incisione nella pelle della materia».
Antonio Scaccabarozzi inventa leggi che decodificano l’alfabeto e la grammatica
di strutture mentali fatte di soli punti, dipinti e battuti a macchina, mentre
Jan Schoonhoven organizza linee in bilico tra l’approssimazione e il rigore.
Il catalogo della mostra è disponibile in galleria
22
ottobre 2011
Alfabeti della Mente
Dal 22 ottobre 2011 al 07 gennaio 2012
arte contemporanea
Location
P420 ART GALLERY
Bologna, Via Azzo Gardino, 9, (Bologna)
Bologna, Via Azzo Gardino, 9, (Bologna)
Orario di apertura
Giovedi-Venerdi: dalle 15 alle 19.30
Sabato: dalle 9 alle 13.30, dalle 15 alle 19.30
Vernissage
22 Ottobre 2011, Dalle 18 alle 22.30
Autore
Curatore