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Claudio Abate – Sulla scena del delitto
La personale del fotografo è impergnata sull’omaggio ad alcuni grandi scultori contemporanei: Beuys, Kiefer, Lüpertz, Kirkeby, Penck, Immendorff, Twombly e su una serie di otto foto creative dal titolo “Formiche”.
Comunicato stampa
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La Galleria André presenta una personale del fotografo Claudio Abate, curata da Elena del Drago e impergnata sull’omaggio ad alcuni grandi scultori contemporanei: Beuys, Kiefer, Lüpertz, Kirkeby, Penck, Immendorff, Twombly e su una serie di otto foto creative dal titolo “Formiche”, che testimoniano la straordinaria perizia tecnica e un’originale capacità di lettura sia dell’arte che della realtà attraverso l’occhio della macchina fotografica.
Dal testo in catalogo di Elena del Drago
“Davanti all’immenso archivio di Claudio Abate, che da sessant’anni racconta le gesta artistiche più sperimentali, si è portati a porsi naturalmente alcune domande a proposito del rapporto tra l’opera d’arte e l’immagine fotografica che ha il compito di rappresentarla, del concetto di autorialità, del necessario feeling con lo spettatore….un corto circuito creato con forza dalle immagini di Abate che, senza alcun intento ideologico e con una forte comprensione del fare artistico, finisce per mostrare quanto sia fondamentale lo sguardo dell’altro, degli altri, per costruire il significato di un lavoro…è una capacità straordinaria di costruire lo spazio dell’opera, a contraddistinguere la ricerca di Abate, di isolarla nel contesto, di lavorare con le luci e con le ombre, ma soprattutto di capire con l’intuito del reporter per la notizia, dove andare a cercare. Un intuito, sviluppato attraverso un elemento fondante, quello della passione per l’arte, che segna, sin dall’inizio, la vita di Abate. Figlio di un pittore, apre presto un suo studio, negli anni Cinquanta, e da allora vive la quotidianità della scena dell’arte – i momenti di convivialità, i luoghi di ritrovo, gli allestimenti delle mostre - che gli consentono di essere un testimone abituale, parte integrante del gruppo, tanto da poter fotografare inosservato artisti e opere, senza mediazioni, con la spontaneità creata dalla condivisione di momenti e idee. E’ così che Abate ci conduce per mano sulla scena del delitto, facendoci anche intravedere moventi e principali indiziati…Abbiamo scelto di includere una serie scattata dall’artista in completa autonomia, senza un soggetto sul quale lavorare, per scoprire che le caratteristiche di fondo non cambiano: la libertà nella ricerca di questo artista, quando non veicolata da una personalità, e un oggetto sulla quale modularsi. finisce per evidenziare con forza anche maggiore proprio il ruolo cruciale dello spettatore, nel processo di creazione contemporanea, e le possibilità straordinarie offerte dalla fotografia, al linguaggio visivo. Ma soprattutto mette in risalto il segno che contraddistingue la personalità e lo sguardo di Abate, talvolta celato dietro necessità narrative: l’ironia.”
Dal testo in catalogo di Elena del Drago
“Davanti all’immenso archivio di Claudio Abate, che da sessant’anni racconta le gesta artistiche più sperimentali, si è portati a porsi naturalmente alcune domande a proposito del rapporto tra l’opera d’arte e l’immagine fotografica che ha il compito di rappresentarla, del concetto di autorialità, del necessario feeling con lo spettatore….un corto circuito creato con forza dalle immagini di Abate che, senza alcun intento ideologico e con una forte comprensione del fare artistico, finisce per mostrare quanto sia fondamentale lo sguardo dell’altro, degli altri, per costruire il significato di un lavoro…è una capacità straordinaria di costruire lo spazio dell’opera, a contraddistinguere la ricerca di Abate, di isolarla nel contesto, di lavorare con le luci e con le ombre, ma soprattutto di capire con l’intuito del reporter per la notizia, dove andare a cercare. Un intuito, sviluppato attraverso un elemento fondante, quello della passione per l’arte, che segna, sin dall’inizio, la vita di Abate. Figlio di un pittore, apre presto un suo studio, negli anni Cinquanta, e da allora vive la quotidianità della scena dell’arte – i momenti di convivialità, i luoghi di ritrovo, gli allestimenti delle mostre - che gli consentono di essere un testimone abituale, parte integrante del gruppo, tanto da poter fotografare inosservato artisti e opere, senza mediazioni, con la spontaneità creata dalla condivisione di momenti e idee. E’ così che Abate ci conduce per mano sulla scena del delitto, facendoci anche intravedere moventi e principali indiziati…Abbiamo scelto di includere una serie scattata dall’artista in completa autonomia, senza un soggetto sul quale lavorare, per scoprire che le caratteristiche di fondo non cambiano: la libertà nella ricerca di questo artista, quando non veicolata da una personalità, e un oggetto sulla quale modularsi. finisce per evidenziare con forza anche maggiore proprio il ruolo cruciale dello spettatore, nel processo di creazione contemporanea, e le possibilità straordinarie offerte dalla fotografia, al linguaggio visivo. Ma soprattutto mette in risalto il segno che contraddistingue la personalità e lo sguardo di Abate, talvolta celato dietro necessità narrative: l’ironia.”
21
ottobre 2011
Claudio Abate – Sulla scena del delitto
Dal 21 ottobre al 30 novembre 2011
fotografia
Location
GALLERIA ANDRE’
Roma, Via Giulia, 175, (Roma)
Roma, Via Giulia, 175, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 11-13 e 16-19.30
Vernissage
21 Ottobre 2011, ore 18
Autore
Curatore