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Massimo Pennacchini – Tango
Mostra personale
Comunicato stampa
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Nato nei sobborghi di Buenos Aires verso il 1880, il tango sbarcò a Parigi all’inizio
del secolo scorso, conoscendo il suo pieno apogeo nel corso degli anni 20, per poi
affondare nell’oblio. Ebbe poi una ripresa oltre- atlantico a seguito della seconda
Guerra Mondiale e tornò in forze nel vecchio continente. Il tango non muore mai,
ma anzi si arricchisce tramite altre forme d’arte, quali il cinema ,la poesia, la pittura;
indubbiamente le sue rinascite successive sono dovute al suo pathos universale.
Senza dubbio Massimo Pennacchini contribuisce da almeno un decennio a divulgare
un aspetto del tango, quello pittorico, esponendo in Italia e all’estero superando ogni
volta se stesso.Alle immagini che Pennacchini ha realizzato condividendo la visione
degli stessi protagonisti fino a divenire parte integrante dello spettacolo ed elemento
d’insieme di un’ operazione teatrale, se ne accostano altre realizzate invece nelle
milonghe, le sale da ballo del tango dove vigono leggi non scritte e ritualità la cui
forza risiede nella tradizione. I rapporti fra uomo e donna, il tipo di approccio cui
il ballo allude come quello più reale che pure si può realizzare, le gerarchie interne
legate da fili invisibili ma tenacissimi, gli sguardi e i loro significati, tutto ha una
logica da conoscere ma soprattutto da rispettare. Insomma nei quadri di Pennacchini
c’è tutto il mondo visibile e invisibile del tango, guardando le sue opere ci sembra di
ascoltare il bandoneon che ci delizia con le sue note e ammirare una finestra su un
mondo vero , fatto di persone autentiche che scambiano le loro emozioni su una pista
da ballo .
del secolo scorso, conoscendo il suo pieno apogeo nel corso degli anni 20, per poi
affondare nell’oblio. Ebbe poi una ripresa oltre- atlantico a seguito della seconda
Guerra Mondiale e tornò in forze nel vecchio continente. Il tango non muore mai,
ma anzi si arricchisce tramite altre forme d’arte, quali il cinema ,la poesia, la pittura;
indubbiamente le sue rinascite successive sono dovute al suo pathos universale.
Senza dubbio Massimo Pennacchini contribuisce da almeno un decennio a divulgare
un aspetto del tango, quello pittorico, esponendo in Italia e all’estero superando ogni
volta se stesso.Alle immagini che Pennacchini ha realizzato condividendo la visione
degli stessi protagonisti fino a divenire parte integrante dello spettacolo ed elemento
d’insieme di un’ operazione teatrale, se ne accostano altre realizzate invece nelle
milonghe, le sale da ballo del tango dove vigono leggi non scritte e ritualità la cui
forza risiede nella tradizione. I rapporti fra uomo e donna, il tipo di approccio cui
il ballo allude come quello più reale che pure si può realizzare, le gerarchie interne
legate da fili invisibili ma tenacissimi, gli sguardi e i loro significati, tutto ha una
logica da conoscere ma soprattutto da rispettare. Insomma nei quadri di Pennacchini
c’è tutto il mondo visibile e invisibile del tango, guardando le sue opere ci sembra di
ascoltare il bandoneon che ci delizia con le sue note e ammirare una finestra su un
mondo vero , fatto di persone autentiche che scambiano le loro emozioni su una pista
da ballo .
08
ottobre 2011
Massimo Pennacchini – Tango
Dall'otto ottobre all'otto novembre 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA CAMELU
Roma, Via Giovanni Pierluigi Da Palestrina, 4, (Roma)
Roma, Via Giovanni Pierluigi Da Palestrina, 4, (Roma)
Vernissage
8 Ottobre 2011, ore 18
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