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La bellezza corrompe
La mostra pone l’accento sul potere della Bellezza tra simbologia femminile e natura primigenia,sulla valenza seduttiva e corruttiva.Gli artisti mettono in luce,attraverso visionarietà e peculiarità artistico-estetiche,le diverse declinazioni di una esistenza facilmente deteriorabile inquinabile.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Centro per l'arte contemporanea Open Space di Catanzaro, in occasione della settima giornata del contemporaneo (edizione 2011), promossa da AMACI, propone una rassegna video, intitolata “La Bellezza corrompe” a cura di Simona Caramia, critico d’arte e curatore indipendente. La rassegna annovera dieci artisti, presenti nello scenario artistico contemporaneo, che operano con il linguaggio della videoarte e con altri medium.
La mostra pone l'accento sul potere della Bellezza tra simbologia femminile e natura primigenia, sulla sua valenza seduttiva e corruttiva. Di per sé la materia è caduca perciò corruttibile, ma alcuni aspetti, cui l'uomo è particolarmente sensibile lo rendono ancora più fragile e vulnerabile. In una visione allargata anche la natura può esser soggetta alla Bellezza o al Potere, dunque “soccombere” alla caducità, talvolta trasformando la Bellezza in dolore e malessere.
La rassegna è uno scorcio veritiero, quanto esteticamente lirico, di una situazione fisiologica che, in certi casi, diventa esistenziale. La mostra prende avvio da un verso di Arthur Rimbaud «Una sera, ho preso la Bellezza sulle mie ginocchia. E l'ho trovata amara. E l'ho ingiuriata. Giungi alla morte con tutti i tuoi appetiti, il tuo egoismo e tutti i peccati capitali» (A. R., Saison en enfer, 1873).
Il beffardo spiritello “Ariel” di Karin Andersen rappresenta l'illusione di dominio e controllo del proprio destino attraverso il potere di proiezione della magia; il rinnovato equilibrio di Caterina Arcuri è sancito dalla necessaria ricongiunzione degli opposti “Yin e Yang”; il trasgressivo ritratto di Giulia Caira rende effimero il desiderio - di superare le costrizioni psicologiche - attraverso un gesto che non si realizza mai; le sinuose, quanto ingannevoli, movenze della bandiera di Stefano Cagol spesso nascondono l'insidia della degenerazione dell'etica; il labirinto digitale di Maria Grazia Carriero afferma la possibilità - molto alta nella nostra società - di smarrire se stessi, senza poter riemergere dal nonsence dei codici; la ricerca di un corpo absoluto ed eterno che si sottragga al tempo e ad ogni desiderio terreno di seduzione dei CORPICRUDI; l'incessante scorrere del tempo di Giulio De Mitri è scandito dal susseguirsi di emozioni e stati d'animo, visibili sul volto della sua sposa; la Natura di Patrizia Giambi, vilipesa dall'uomo, si ribella, diventandogli ostile, trasformando la bellezza in malessere e dolore; la “naturale” erosione dell'ambiente, che seppur integro nella sua corruzione morale, è soggetto alla caducità della materia nel video di Selene Lazzarini; la mano “benefica” di Diego Zuelli insuffla la vita con il suo tocco, ricostruendo un rinnovato equilibrio, rigenerando i Colli malati.
Gli artisti in mostra mettono in luce, attraverso le proprie visionarietà e le loro peculiarità artistico-estetiche, le diverse declinazioni di una esistenza facilmente - e fragilmente - deteriorabile e inquinabile.
La rassegna sarà aperta al pubblico nel Centro Open Space (Via Romagna, 55, Catanzaro), sabato 8 ottobre p.v. alle ore 19.30 e resterà aperta sino al 10 novembre 2011.
Per l'occasione è stato realizzato un documento esemplificativo con testo del curatore, schede critiche dei video e note biografiche sugli artisti.
La mostra pone l'accento sul potere della Bellezza tra simbologia femminile e natura primigenia, sulla sua valenza seduttiva e corruttiva. Di per sé la materia è caduca perciò corruttibile, ma alcuni aspetti, cui l'uomo è particolarmente sensibile lo rendono ancora più fragile e vulnerabile. In una visione allargata anche la natura può esser soggetta alla Bellezza o al Potere, dunque “soccombere” alla caducità, talvolta trasformando la Bellezza in dolore e malessere.
La rassegna è uno scorcio veritiero, quanto esteticamente lirico, di una situazione fisiologica che, in certi casi, diventa esistenziale. La mostra prende avvio da un verso di Arthur Rimbaud «Una sera, ho preso la Bellezza sulle mie ginocchia. E l'ho trovata amara. E l'ho ingiuriata. Giungi alla morte con tutti i tuoi appetiti, il tuo egoismo e tutti i peccati capitali» (A. R., Saison en enfer, 1873).
Il beffardo spiritello “Ariel” di Karin Andersen rappresenta l'illusione di dominio e controllo del proprio destino attraverso il potere di proiezione della magia; il rinnovato equilibrio di Caterina Arcuri è sancito dalla necessaria ricongiunzione degli opposti “Yin e Yang”; il trasgressivo ritratto di Giulia Caira rende effimero il desiderio - di superare le costrizioni psicologiche - attraverso un gesto che non si realizza mai; le sinuose, quanto ingannevoli, movenze della bandiera di Stefano Cagol spesso nascondono l'insidia della degenerazione dell'etica; il labirinto digitale di Maria Grazia Carriero afferma la possibilità - molto alta nella nostra società - di smarrire se stessi, senza poter riemergere dal nonsence dei codici; la ricerca di un corpo absoluto ed eterno che si sottragga al tempo e ad ogni desiderio terreno di seduzione dei CORPICRUDI; l'incessante scorrere del tempo di Giulio De Mitri è scandito dal susseguirsi di emozioni e stati d'animo, visibili sul volto della sua sposa; la Natura di Patrizia Giambi, vilipesa dall'uomo, si ribella, diventandogli ostile, trasformando la bellezza in malessere e dolore; la “naturale” erosione dell'ambiente, che seppur integro nella sua corruzione morale, è soggetto alla caducità della materia nel video di Selene Lazzarini; la mano “benefica” di Diego Zuelli insuffla la vita con il suo tocco, ricostruendo un rinnovato equilibrio, rigenerando i Colli malati.
Gli artisti in mostra mettono in luce, attraverso le proprie visionarietà e le loro peculiarità artistico-estetiche, le diverse declinazioni di una esistenza facilmente - e fragilmente - deteriorabile e inquinabile.
La rassegna sarà aperta al pubblico nel Centro Open Space (Via Romagna, 55, Catanzaro), sabato 8 ottobre p.v. alle ore 19.30 e resterà aperta sino al 10 novembre 2011.
Per l'occasione è stato realizzato un documento esemplificativo con testo del curatore, schede critiche dei video e note biografiche sugli artisti.
08
ottobre 2011
La bellezza corrompe
Dall'otto ottobre al 10 novembre 2011
arte contemporanea
Location
CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA OPEN SPACE
Catanzaro, Via Romagna, 55, (Catanzaro)
Catanzaro, Via Romagna, 55, (Catanzaro)
Orario di apertura
Martedì, mercoledì e venerdì dalle 17.30 alle 21.00 e per appuntamento.
Vernissage
8 Ottobre 2011, ore 19.30
Autore
Curatore