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MAD Lillabox: Karin Proia alla Giornata del Contemporaneo
MAD Rassegna d’Arte contemporanea, con la mostra di Karin Proia, aderisce alla Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani)
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Per l’edizione 2011 della Giornata del Contemporaneo è stato scelto l’8 ottobre, e MAD inaugurerà il 7 con l'esposizione di Karin Proia per la rassegna d’arte al femminile MADLillabox, nell’elegante Jolly Bar, curata da Fabio D’Achille con il contributo critico della storica dell’arte Francesca Piovan.
La Giornata del Contemporaneo, quest’anno alla settima edizione, nasce come strumento per conoscere, conoscere gli altri, farsi conoscere, obiettivi che AMACI si propone sin dalla sua nascita nel 2003: creare cioè una rete di condivisione dei musei di arte contemporanea per uno scambio di idee, di informazioni, per evidenziare e risolvere problematiche e per interrogarsi costantemente sull’identità del museo d’arte contemporanea in Italia, al fine di un miglioramento di ciò che i musei possono offrire.
Le pareti lilla del Caffè saranno impreziosite dai disegni di Karin Proia, “raffiguranti corpi femminili dalle linee sinuose, in cui prevalgono elementi curvilinei, fluttuanti, nella ricerca costante da parte della donna di acquisire un’identità svincolata dai ruoli e dalle convenzioni imposte dalla società”. (Laura Cianfarani)
"L’arte al femminile è quanto di più complesso tale “disciplina” possa offrire alla nostra conoscenza; la donna da sempre musa ispiratrice, evocazione sublime, protagonista sensibile e silenziosa di un’arte millenaria, ha rivoluzionato il linguaggio artistico intraprendendo un lungo, quanto difficile percorso, non immune da cliché e luoghi comuni, un percorso introspettivo, indagatore, forte nelle intenzioni e nei contenuti. Sarebbe banale porre qui l’accento sulle potenziali abilità che albergano in ogni donna, è doveroso invece sottolineare l’affascinante linguaggio artistico con cui ogni donna si misura e si esprime; frutto di una libertà esistenziale inseguita per molto, troppo tempo, e ottenuta con tenacia e con speranza.
Una libertà che al cospetto dell’arte femminile, corre lungo due binari paralleli: interprete principale e fautrice dell’arte stessa. Una libertà che diviene sinonimo di coraggio e di umiltà, di passione e di purezza, di fascino e di denuncia e dove la parola Arte diviene espressione strumentale di un mondo interiore, dove ogni gesto nasconde un particolare peso, dove una forma dà vita ad un’emozione a lungo sopita, dove il candore di un volto trionfa su ferite mai sanate e dove nulla è come appare e come si palesa allo sguardo altrui; tutto questo si rivela incondizionatamente secondo le luci e le ombre di una dimensione tutta al femminile".
(Francesca Piovan)
Così la dott.ssa Francesca Piovan interpreta il lavoro di Karin:
“Corpi d’avorio che campeggiano su fondali di sensualità curvilinee come mitologiche figure, come peccaminose progenitrici.
La costruzione emotiva e materiale parte da un’iniziale segnicità primitiva dai contorni netti, sicuri, liberi; attraversa al contempo forme e pienezze rinascimentali e pudiche seduzioni neoclassiche, per giungere, infine all’incontaminata e selvaggia bellezza delle donne polinesiane di Gauguin.
Tale primitivismo gestuale resiste e persiste nell’apparente incompletezza dei dettagli che andrebbero a caratterizzare eccessivamente, quasi a standardizzare, forme e curve lasciate volontariamente incomplete.
Il disegno, dunque, che nel repertorio delle tecniche artistiche rappresenta il primo momento creativo nato dall’incontro tra l’idea e il supporto tattile, in cui prende vita la compiutezza dell’immagine evocata, viene “lasciato” libero da interventi materici che andrebbero a minare la purezza intrinseca di ogni elemento costruttivo e costruito. “Costruire” un corpo femminile, uno splendido corpo femminile, significa per una donna avere coscienza e conoscenza del proprio essere, degli accadimenti che ne regolano la natura impetuosa e sorprendente, è scoperta e familiarità insieme, è solidità nelle forme e imprevedibilità nei movimenti, è fermezza nei meccanismi e un continuo fluttuare nelle movenze, è unione tra il visibile e l’etereo, è superficie dorata e sconosciuto spessore.
Ritrarre un corpo femminile significa riconsegnarlo all’Arte stessa, entrambi simboli eterni
della perfezione sublime.”
MAD dunque aderisce alla proposta di AMACI della Giornata del Contemporaneo: porte aperte gratuitamente in tutta Italia per presentare artisti e artiste e promuovere un confronto di idee, attraverso mostre, eventi e conferenze; avvicinare il grande pubblico all’arte contemporanea per conoscerla, apprezzarla e valorizzarla è infatti l’obiettivo per cui AMACI e MAD sono nate.
La Giornata del Contemporaneo, quest’anno alla settima edizione, nasce come strumento per conoscere, conoscere gli altri, farsi conoscere, obiettivi che AMACI si propone sin dalla sua nascita nel 2003: creare cioè una rete di condivisione dei musei di arte contemporanea per uno scambio di idee, di informazioni, per evidenziare e risolvere problematiche e per interrogarsi costantemente sull’identità del museo d’arte contemporanea in Italia, al fine di un miglioramento di ciò che i musei possono offrire.
Le pareti lilla del Caffè saranno impreziosite dai disegni di Karin Proia, “raffiguranti corpi femminili dalle linee sinuose, in cui prevalgono elementi curvilinei, fluttuanti, nella ricerca costante da parte della donna di acquisire un’identità svincolata dai ruoli e dalle convenzioni imposte dalla società”. (Laura Cianfarani)
"L’arte al femminile è quanto di più complesso tale “disciplina” possa offrire alla nostra conoscenza; la donna da sempre musa ispiratrice, evocazione sublime, protagonista sensibile e silenziosa di un’arte millenaria, ha rivoluzionato il linguaggio artistico intraprendendo un lungo, quanto difficile percorso, non immune da cliché e luoghi comuni, un percorso introspettivo, indagatore, forte nelle intenzioni e nei contenuti. Sarebbe banale porre qui l’accento sulle potenziali abilità che albergano in ogni donna, è doveroso invece sottolineare l’affascinante linguaggio artistico con cui ogni donna si misura e si esprime; frutto di una libertà esistenziale inseguita per molto, troppo tempo, e ottenuta con tenacia e con speranza.
Una libertà che al cospetto dell’arte femminile, corre lungo due binari paralleli: interprete principale e fautrice dell’arte stessa. Una libertà che diviene sinonimo di coraggio e di umiltà, di passione e di purezza, di fascino e di denuncia e dove la parola Arte diviene espressione strumentale di un mondo interiore, dove ogni gesto nasconde un particolare peso, dove una forma dà vita ad un’emozione a lungo sopita, dove il candore di un volto trionfa su ferite mai sanate e dove nulla è come appare e come si palesa allo sguardo altrui; tutto questo si rivela incondizionatamente secondo le luci e le ombre di una dimensione tutta al femminile".
(Francesca Piovan)
Così la dott.ssa Francesca Piovan interpreta il lavoro di Karin:
“Corpi d’avorio che campeggiano su fondali di sensualità curvilinee come mitologiche figure, come peccaminose progenitrici.
La costruzione emotiva e materiale parte da un’iniziale segnicità primitiva dai contorni netti, sicuri, liberi; attraversa al contempo forme e pienezze rinascimentali e pudiche seduzioni neoclassiche, per giungere, infine all’incontaminata e selvaggia bellezza delle donne polinesiane di Gauguin.
Tale primitivismo gestuale resiste e persiste nell’apparente incompletezza dei dettagli che andrebbero a caratterizzare eccessivamente, quasi a standardizzare, forme e curve lasciate volontariamente incomplete.
Il disegno, dunque, che nel repertorio delle tecniche artistiche rappresenta il primo momento creativo nato dall’incontro tra l’idea e il supporto tattile, in cui prende vita la compiutezza dell’immagine evocata, viene “lasciato” libero da interventi materici che andrebbero a minare la purezza intrinseca di ogni elemento costruttivo e costruito. “Costruire” un corpo femminile, uno splendido corpo femminile, significa per una donna avere coscienza e conoscenza del proprio essere, degli accadimenti che ne regolano la natura impetuosa e sorprendente, è scoperta e familiarità insieme, è solidità nelle forme e imprevedibilità nei movimenti, è fermezza nei meccanismi e un continuo fluttuare nelle movenze, è unione tra il visibile e l’etereo, è superficie dorata e sconosciuto spessore.
Ritrarre un corpo femminile significa riconsegnarlo all’Arte stessa, entrambi simboli eterni
della perfezione sublime.”
MAD dunque aderisce alla proposta di AMACI della Giornata del Contemporaneo: porte aperte gratuitamente in tutta Italia per presentare artisti e artiste e promuovere un confronto di idee, attraverso mostre, eventi e conferenze; avvicinare il grande pubblico all’arte contemporanea per conoscerla, apprezzarla e valorizzarla è infatti l’obiettivo per cui AMACI e MAD sono nate.
07
ottobre 2011
MAD Lillabox: Karin Proia alla Giornata del Contemporaneo
Dal 07 ottobre al 03 novembre 2011
arte contemporanea
Location
JOLLY BAR
Latina, Piazza Della Libertà, (Latina)
Latina, Piazza Della Libertà, (Latina)
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle 9,00 alle 23,30
Vernissage
7 Ottobre 2011, ore 19,00
Autore