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Gianni Carluccio / Giulia Roncucci – Dilated Pupils
Nei dipinti di Carluccio strati di materia creano una sorta di muro della memoria da cui affiorano piccole storie di persone qualsiasi; nella video-installazione interattiva, la Roncucci riporta alla luce immagini dimenticate del ricordo e del sogno.
Comunicato stampa
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Due brevi scritti per inquadrare i loro lavori a firma del regista Moni Ovadia e del professor Tullio Brunone dell’Accademia di Brera.
Fra presenza e assenza di Moni Ovadia
L'arte di Gianni Carluccio l'ho frequentata e "vissuta" per quattro lustri attraverso le scenografie che ha creato per spettacoli miei e per quelli ideati e messi in scena a quattro mani con Roberto Andò. L'autonomia dell'artista figurativo è sempre emersa dal contesto funzionale dell'opera teatrale, ma da diversi anni si è progressivamente affermata nella verità della sua piena autonomia ideativa e creativa. Quando ho visto per la prima volta le opere di questa mostra nello studio di Gianni Carluccio sono stato stato "ferito" da una profonda emozione e immediatamente colto dal desiderio di metterle in scena con una performance al servizio della poetica del loro sguardo. Le figure evanescenti che dai dipinti prendono congedo dai nostri occhi che le osservano, a mio parere incarnano con lancinante espressività la memoria di un'umanità che si stinge nella distanza da se stessa.
Le figure pittoricamente ritrose di Carluccio sospese fra presenza e assenza ci chiamano con la loro disperazione discreta alla responsabilità verso la memoria di noi stessi come comunità di "sommersi e salvati".
Il disvelo sintetico di Tullio Brunone
Giulia, pur essendo giovanissima, ha sufficiente esperienza per essere consapevole che le macchine nuove oramai hanno sostituito e relegato ad una dimensione sempre più specialistica gli ambiti semiologici di un linguaggio che è stato estromesso dalla centralità del giudizio e nella necessità dunque di riferirsi a concetti che aprono a nuove riflessioni, virtuale, spazio sintetico, tempo, rete, contemporaneità o simultaneità?, presenza, contatto ecc..
La diffusione divenuta capillare della telefonia mobile, della connessione costante e dei sistemi sonori, senza considerare la strumentazione ora sempre più specifica per ogni professione e attività, ha prodotto un effetto di presenza indiscutibile.
Esiste dunque questa complessità nell'installazione di Giulia che si apre perché desidera si entri in contatto, non certo un contatto meccanico e neanche un contatto medianico, ma disvela un percorso che vieppiù riaffiora da ciò che si intravvede in antiche immagini e con quella tecnica antica vengono proiettate sul limite della visione.
Essere da una parte o dall'altra del mezzo che pretende la comunicazione, modifica nel profondo la condivisione e l'immagine che si deposita nell'esperienza, talvolta, nello scambio, si fa ritratto.
E ciò è permesso da una tecnologia che in realtà non allontana da sé ma fornisce aperture insospettate nella proiezione dell'intimo.
Gianni Carluccio (1959) si è diplomato in Scenografia presso l’ Accademia di Belle Arti di Brera. Collabora con diversi registi come R. Andò, D. Abbado, W. Pagliaro , G. Solari e M. Ovadia con i quali ha allestito spettacoli in molti teatri in Italia fra i quali il Piccolo Teatro di Milano, il Teatro Massimo di Palermo, il Carlo Felice di Genova, l'Accademia di S. Cecilia a Roma, il Maggio Musicale Fiorentino. Fra i suoi impegni più importanti: Wozzeck di A. Berg, regia di D. Abbado, che ha inaugurato la stagione 2003-2004 del nuovo Auditorium Parco della Musica a Roma; Il prigioniero e Volo di notte di L. Dallapiccola, regia di D. Abbado, per la stagione 2003-04 del Maggio fiorentino, spettacolo che ha vinto il Premio Abbiati.
Nel 2005 ha debuttato nel cinema firmando la scenografia del film Viaggio segreto, regia di R.Andò. Nel 2006 firma le scene, i costumi e le luci della Trilogia Mozartiana: Nozze di F**aro, Così fan tutte, Don Giovanni, regia di D. Abbado per L’Arena di Verona e ITeatri di Reggio Emilia. Con la regia di Walter Pagliaro firma scene e i costumi di Trachinie per la stagione 2007 del Teatro Greco di Siracusa. Nel 2008 firma insieme a R. Andò l'istallazione/spettacolo Proprio come se nulla fosse avvenuto in occasione della prima edizione del Napoli teatro festival. Nel 2010 Cenerentola di G. Rossini regia di D. Abbado al Petruzzelli di Bari. Ha progettato e realizzato proprie installazioni e anche per conto di P. Greenaway e R. Wilson a Milano e a Lille.
Giulia Roncucci (1982) è laureata alla’Accademia di Brera in Pittura ed Educazione visiva. Selected Exhibitions: Premio Nazionale delle Arti 2011, Accademia di Brera, Milano; Premio Arti Visive, Galleria San Fedele, 2011, Milano; VIDEOZERO, 2011, Fabbrica del Vapore, Careof, Milano; Festival Futura 2010, Festival d’art acousmatique, Crest, Francia; Videozero, 2010, Accademia di Brera, Milano; Premio Arti Visive 2009, Galleria San Fedele, Milano; Visioni Digitali, 2008, Fabbrica del Vapore, Milano; Fondazione Mudima, Milano, 2007; PrimoSalone, 2007, Fabbrica del Vapore, 2007; SalonPrimo, 2005, Museo della Permanente, Milano.
Per immagini in alta definizione press@crimart.it
Fra presenza e assenza di Moni Ovadia
L'arte di Gianni Carluccio l'ho frequentata e "vissuta" per quattro lustri attraverso le scenografie che ha creato per spettacoli miei e per quelli ideati e messi in scena a quattro mani con Roberto Andò. L'autonomia dell'artista figurativo è sempre emersa dal contesto funzionale dell'opera teatrale, ma da diversi anni si è progressivamente affermata nella verità della sua piena autonomia ideativa e creativa. Quando ho visto per la prima volta le opere di questa mostra nello studio di Gianni Carluccio sono stato stato "ferito" da una profonda emozione e immediatamente colto dal desiderio di metterle in scena con una performance al servizio della poetica del loro sguardo. Le figure evanescenti che dai dipinti prendono congedo dai nostri occhi che le osservano, a mio parere incarnano con lancinante espressività la memoria di un'umanità che si stinge nella distanza da se stessa.
Le figure pittoricamente ritrose di Carluccio sospese fra presenza e assenza ci chiamano con la loro disperazione discreta alla responsabilità verso la memoria di noi stessi come comunità di "sommersi e salvati".
Il disvelo sintetico di Tullio Brunone
Giulia, pur essendo giovanissima, ha sufficiente esperienza per essere consapevole che le macchine nuove oramai hanno sostituito e relegato ad una dimensione sempre più specialistica gli ambiti semiologici di un linguaggio che è stato estromesso dalla centralità del giudizio e nella necessità dunque di riferirsi a concetti che aprono a nuove riflessioni, virtuale, spazio sintetico, tempo, rete, contemporaneità o simultaneità?, presenza, contatto ecc..
La diffusione divenuta capillare della telefonia mobile, della connessione costante e dei sistemi sonori, senza considerare la strumentazione ora sempre più specifica per ogni professione e attività, ha prodotto un effetto di presenza indiscutibile.
Esiste dunque questa complessità nell'installazione di Giulia che si apre perché desidera si entri in contatto, non certo un contatto meccanico e neanche un contatto medianico, ma disvela un percorso che vieppiù riaffiora da ciò che si intravvede in antiche immagini e con quella tecnica antica vengono proiettate sul limite della visione.
Essere da una parte o dall'altra del mezzo che pretende la comunicazione, modifica nel profondo la condivisione e l'immagine che si deposita nell'esperienza, talvolta, nello scambio, si fa ritratto.
E ciò è permesso da una tecnologia che in realtà non allontana da sé ma fornisce aperture insospettate nella proiezione dell'intimo.
Gianni Carluccio (1959) si è diplomato in Scenografia presso l’ Accademia di Belle Arti di Brera. Collabora con diversi registi come R. Andò, D. Abbado, W. Pagliaro , G. Solari e M. Ovadia con i quali ha allestito spettacoli in molti teatri in Italia fra i quali il Piccolo Teatro di Milano, il Teatro Massimo di Palermo, il Carlo Felice di Genova, l'Accademia di S. Cecilia a Roma, il Maggio Musicale Fiorentino. Fra i suoi impegni più importanti: Wozzeck di A. Berg, regia di D. Abbado, che ha inaugurato la stagione 2003-2004 del nuovo Auditorium Parco della Musica a Roma; Il prigioniero e Volo di notte di L. Dallapiccola, regia di D. Abbado, per la stagione 2003-04 del Maggio fiorentino, spettacolo che ha vinto il Premio Abbiati.
Nel 2005 ha debuttato nel cinema firmando la scenografia del film Viaggio segreto, regia di R.Andò. Nel 2006 firma le scene, i costumi e le luci della Trilogia Mozartiana: Nozze di F**aro, Così fan tutte, Don Giovanni, regia di D. Abbado per L’Arena di Verona e ITeatri di Reggio Emilia. Con la regia di Walter Pagliaro firma scene e i costumi di Trachinie per la stagione 2007 del Teatro Greco di Siracusa. Nel 2008 firma insieme a R. Andò l'istallazione/spettacolo Proprio come se nulla fosse avvenuto in occasione della prima edizione del Napoli teatro festival. Nel 2010 Cenerentola di G. Rossini regia di D. Abbado al Petruzzelli di Bari. Ha progettato e realizzato proprie installazioni e anche per conto di P. Greenaway e R. Wilson a Milano e a Lille.
Giulia Roncucci (1982) è laureata alla’Accademia di Brera in Pittura ed Educazione visiva. Selected Exhibitions: Premio Nazionale delle Arti 2011, Accademia di Brera, Milano; Premio Arti Visive, Galleria San Fedele, 2011, Milano; VIDEOZERO, 2011, Fabbrica del Vapore, Careof, Milano; Festival Futura 2010, Festival d’art acousmatique, Crest, Francia; Videozero, 2010, Accademia di Brera, Milano; Premio Arti Visive 2009, Galleria San Fedele, Milano; Visioni Digitali, 2008, Fabbrica del Vapore, Milano; Fondazione Mudima, Milano, 2007; PrimoSalone, 2007, Fabbrica del Vapore, 2007; SalonPrimo, 2005, Museo della Permanente, Milano.
Per immagini in alta definizione press@crimart.it
06
ottobre 2011
Gianni Carluccio / Giulia Roncucci – Dilated Pupils
Dal 06 ottobre al 05 novembre 2011
arte contemporanea
Location
CRIMA’RT
Milano, Via Borgonuovo, 27, (Milano)
Milano, Via Borgonuovo, 27, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 11 - 19
Vernissage
6 Ottobre 2011, ore 18 - 21
Autore