16 maggio 2010

Public Art Projects, ad Art Basel ci saranno anche Micol Assaël ed Alberto Tadiello

 

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La compagnia non è poi così male, con personaggi del calibro di Ai Weiwei, Ernesto Neto, Ugo Rondinone, Lawrence Weiner, Heimo Zobernig, e poi Dora Garciá, Eric Hattan, Hanspeter Hofmann, Thomas Houseago, Alicja Kwade, Bettina Pousttchi, Oscar Tuazon. A loro, invitati ad Art Basel 41 – dal 16 al 20 giugno – per la sezione Public Art Projects, si aggiungono quest’anno ben due italiani, i giovani Micol Assaël ed Alberto Tadiello.
Palcoscenico ancora una volta al Messeplatz, il fulcro per il popolo dell’arte in transito fra i diversi edifici che ospitano la fiera più importante del mondo. Quattordici in totale le opere di grandi dimensioni, ideate come site-specific, sulla base del concept ideato dal curatore Martin Schwander.

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6 Commenti

  1. Traduzione: quote sudate con attenta regia delle rispettive t293 e zero..curioso che i lavoro di tadiello e assael abbiano molti punti sovrapponibili. Immaginate uno spazio dove vengano amplificati i rumori dei cavi elettrici che passano sotto la piazza dell’evento. Un ‘arte povera attualizzata ai nostri giorni.Il titolo sarebbe Katchuca. Con riferimento alle aie siberiane, ovviamente nel progetto saranno coinvolti ingenieri.

  2. Tadiello fa un lavoro sul suono e su un certo immaginario assolutamente strapercorso. Il suo lavoro focalizza bene su alcune ricerche di artisti come carsten nicolai:

    http://www.carstennicolai.de/?c=works&w=bausatz_noto

    O ancora:

    NICOLAI:

    http://www.google.it/images?q=carsten%20nicolai&rls=com.microsoft:it:IE-SearchBox&oe=UTF-8&rlz=1I7DBIT_it&redir_esc=&um=1&ie=UTF-8&source=og&sa=N&hl=it&tab=wi

    TADIELLO:

    http://www.google.it/images?um=1&hl=it&rls=com.microsoft%3Ait%3AIE-SearchBox&rlz=1I7DBIT_it&tbs=isch%3A1&sa=1&q=alberto+tadiello&aq=f&aqi=&aql=&oq=&gs_rfai=

    Quella di Tadiello è un ‘ottima ricerca definita a tavolino. Potremo dire “didattica”. Si tratta semplicemente di sintetizzare ed esorbitare aluni ingredienti del passato.
    Questi fili, questi dispositivi di “amplificazione laterale”, queste soluzioni visive fatte di onde. Tadiello come molti altri (penso a patrizio di massimo) viene sottoposto ad una STORICIZZAZIONE PRECOCE che è come l’EIACULAZIONE PRECOCE. Cristallizza e spreca quelle che potrebbero essere intuizioni interessanti. Il lavoro non si irrubustisce e si pone debole sulla scena internazionale. E poi è ovvio che gli artisti italiani non sono presenti fuori dai confini nostrani. Nel migliore dei casi vengono visti come copie sbiadite degli originali. E poi, lasciamo stare le quote di diritto che vengono offerte all’italia. E’ fisiologico che ogni tanto Frieze Magazine guarda anche all’italia, e semmai offre la copertina a pietro roccasalva; anche perchè poi la galleria zero di roccasalva partecipa e paga regolarmente lo stand alla frieze art fair. E quindi ha diritto ad un sostegno. Ma questo non significa che in italia esista un contesto fertile e realmente propositivo (stesso discorso per tadiello293 e assael-zero-faraneit).

  3. un bluff entrambi. purtroppo nessun esponente del “sistema” avrà il coraggio di proclamarlo ad alta voce. e se qualcuno si azzarderà a farlo, ne pagherà il fio

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