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A dare garanzie sul grande spessore del progetto, qualora non bastasse il nome del promotore, basterebbero pochi dati. I partner istituzionali, Hayward Gallery, Royal Academy of Arts, South London Gallery, Tate Britain, Whitechapel Gallery. Ed i nomi degli artisti coinvolti, da Chris Ofili a Tracey Emin, Gary Hume, Michael Landy, Keith Tyson.
Questo sarà il Louis Vuitton Young Arts Project, programma educativo triennale dalla spiccata valenza sociale lanciato a Londra dal gigante del lusso appartenente alla galassia Arnault. Che si propone di supportare duecento giovani londinesi, provenienti da aree svantaggiate o da condizioni comunque problematiche, nelle loro prime mosse sulla scena dell’arte contemporanea.
Il progetto, per il quale LVMH ha investito oltre un milione di sterline, è destinato a giovani fra i 13 ed i 25 anni, e vuole fornire ai partecipanti la preparazione e l’esperienza necessarie per intraprendere una carriera nel settore delle arti, come artisti ma anche come curatori, o addetti alla comunicazione.
Entusiasta il sindaco di Londra, Boris Johnson, che in occasione della presentazione ha dichiarato: “Non si può avere la creazione di ricchezza senza una missione sociale, e non si può avere una missione sociale senza la creazione di ricchezza. JMW Turner nacque nella miseria, e se non fosse entrato, a 14 anni, alla Royal Academy, il mondo sarebbe stato privato di uno dei più grandi pittori della inglesi della storia”.
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