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Nuove Rotte della Pittura
Sette giovani artisti per gli Arsenali di Amalfi
Comunicato stampa
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Sette giovani artisti saranno i protagonisti della mostra‘Nuove rotte della pittura’ che sarà inaugurata sabato 3 settembre ad Amalfi,alle ore 19.30, nel Museo degli antichi Arsenali della Repubblica. Lacollettiva, patrocinata dall’Assessorato al Turismo e alla cultura del Comunedi Amalfi, con la direzione artistica di Luca Maria Perrone e a cura diPasquale Rocco, comprende le opere di Paolo Bini, Gennaro Branca, CelestaBufano, Mary Cinque, Loris lombardo, Rinedda, Anna Maria Saviano.
“Il quotidiano bisogno dell'artista di proclamare la propriaidentità – afferma il critico d’arte Pasquale Ruocco - nel contesto di una società decadente, sia dalpunto di vista economico che intellettuale porta a recuperare la capacità diraccontare, rappresentare, significare, immaginare l'uomo, il suo tempo ed ilsuo spazio affrontando frontalmente i secolari interrogativi che assillano lanostra esistenza. Del resto proprio il tema dell'identità in relazione alprocesso di globalizzazione e ad una società sempre più digitale e tecnologicasembra contraddistinguere la crisi che stiamo vivendo tra crolli dei mercati erivoluzioni popolari, tra le scelte di chi governa e le insicurezze di chi ègovernato. Tuttavia è forse questo il momento per ripensare i nostri sistemi divita, compresa l'arte immaginando un diverso modo di considerare l'attocreativo, di fruire l'opera anche alla luce di una tradizione che bisognarivendicare senza la preoccupazione di non essere considerati à la page.In altre parole si tratta di dare inizio ad un nuovo umanesimo, in cui losguardo dell'artista si riavvicini a quello dell'uomo”. Una prospettiva lungola quale possiamo collocare le opere degli artisti invitati qui negli antichiArsenali della repubblica marinara di Amalfi, un gruppo di giovani pittoricampani, particolarmente attivi tra Napoli e Salerno, profondamente legati aglistrumenti della pittura di cui verificano quotidianamente lo stato senzasfuggire all'impatto con la realtà, lavorando a tematiche come quella delviaggio, della memoria, del corpo, del mito, del paesaggio, riportando insommal'essere umano al centro della loro attenzione senza rifugiarsi inconcettualismi criptici ed elitari, tanto meno rivolgendosi al mondo della modae del marketing.
Il tema del corpo, quale momento di riflessione sullacondizione esistenziale dell'uomo, emerge prepotentemente, anche se conmodalità e finalità diverse, nel lavoro di Loris Lombardo e di Rino Sorrentino,in arte Rinedda. Il primo mette in campo una sorta di metafisica del corpo,portando sulla superficie della tela le nostre più intime inquietudini,mediante un processo di stratificazione di una materia pittorica, stesa ricorrendo all'uso della spatola, densa diumori e vibrazioni, agitata da ferite, abrasioni, graffiature, screpolature,tuttavia svuotata, alleggerita da una luce diafana che avvolge l’immaginesospendendola in un tempo senza tempo. Un sentimento che con maggiore sofferenzaesprimono anche i lavori di Rinedda autore di figure mutile, ferite,transitorie, fragili contraddistinte da una fisicità ridotta al minimo e da unaconsistenza fugace suggerita dall'uso di materiali eterogenei come il cacao, ilcaffè, il vino, la paprika, il sangue, che stende sulla tela o su ampiesuperfici di carta ricorrendo a macchie evanescenti e ad una linearità fumosama al contempo tagliente come in Sette mosche e Lineare.
La precarietà della società contemporanea sobilla anche losguardo di Anna Maria Saviano la quale, anche grazie all'ausilio diapparecchi fotografici digitali, mette in atto un processo di dissoluzionedell'immagine così come suggeriscono i titoli delle due serie qui presentate, Howto disappear completely e Je n'enconnais pas la fin, entrambi ripresi dai titoli di due canzoni, una deiRadiohead l'altra di Jeff Buckley.
In un certo senso si tratta dello stesso sentimento espressodalla pittura di Paolo Bini. Si tratta di immagini di matrice astratta che sisottraggono al consumo veloce ed inconsistente a cui ci ha abituato lospettacolo televisivo; che affiorano come materia pulsante che scuote losguardo dal suo torpore, come Tramonto, accensione improvvisa che cogliel'anima al finir di un altro giorno di fronte alla consapevolezza della suafinitezza rispetto allo scorrere del tempo.
Diverso è l'atteggiamento di Mary Cinque, curiosaosservatrice della realtà, il cui sguardo è mosso dal diverso, dall'ignoto,dalle possibilità di confronto e conoscenza, in altre parole dal viaggio.
É questa la cifra che segna From AA to NY, un lavoro dal forte carattere autobiografico, nelquale Addis a New York costituiscono i poli di una sorta di carta nauticatra ricordi e desideri:la prima è illuogo di un'infanzia vissuta con la famiglia in Etiopia, mentre la secondacostituisce la meta oggi agognata quale punto di osservazione privilegiato diuna realtà sempre più multirazziale e multiculturale.
Il rapporto tra il suo linguaggio e quello della tecnologiadigitale cifra, invece, il lavoro di Celesta Bufano la quale da tempo gestisceil colore, prevalentemente acrilico, pensando ai pixel come organizzazionecromatica per celle come nel caso della serie Ash – Ancient Superheros chequi espone. Sul limite tra figuratività ed astrazione si muove invece GennaroBranca il cui lavoro è segnato da una gestualità frenetica, convulsa,dall'andamento quasi orientale, che attraversa la tela come una scritturaappassionata che traccia il disegno di una natura semplice ma al contempobrulicante di vita. Grossi tronchi segnano lo spazio di boschi silenziosi incui rifugiarsi per cedere al bisogno di ripulirsi dalle scorie di una scenaurbana sempre più caotica e disgregante.
“Il quotidiano bisogno dell'artista di proclamare la propriaidentità – afferma il critico d’arte Pasquale Ruocco - nel contesto di una società decadente, sia dalpunto di vista economico che intellettuale porta a recuperare la capacità diraccontare, rappresentare, significare, immaginare l'uomo, il suo tempo ed ilsuo spazio affrontando frontalmente i secolari interrogativi che assillano lanostra esistenza. Del resto proprio il tema dell'identità in relazione alprocesso di globalizzazione e ad una società sempre più digitale e tecnologicasembra contraddistinguere la crisi che stiamo vivendo tra crolli dei mercati erivoluzioni popolari, tra le scelte di chi governa e le insicurezze di chi ègovernato. Tuttavia è forse questo il momento per ripensare i nostri sistemi divita, compresa l'arte immaginando un diverso modo di considerare l'attocreativo, di fruire l'opera anche alla luce di una tradizione che bisognarivendicare senza la preoccupazione di non essere considerati à la page.In altre parole si tratta di dare inizio ad un nuovo umanesimo, in cui losguardo dell'artista si riavvicini a quello dell'uomo”. Una prospettiva lungola quale possiamo collocare le opere degli artisti invitati qui negli antichiArsenali della repubblica marinara di Amalfi, un gruppo di giovani pittoricampani, particolarmente attivi tra Napoli e Salerno, profondamente legati aglistrumenti della pittura di cui verificano quotidianamente lo stato senzasfuggire all'impatto con la realtà, lavorando a tematiche come quella delviaggio, della memoria, del corpo, del mito, del paesaggio, riportando insommal'essere umano al centro della loro attenzione senza rifugiarsi inconcettualismi criptici ed elitari, tanto meno rivolgendosi al mondo della modae del marketing.
Il tema del corpo, quale momento di riflessione sullacondizione esistenziale dell'uomo, emerge prepotentemente, anche se conmodalità e finalità diverse, nel lavoro di Loris Lombardo e di Rino Sorrentino,in arte Rinedda. Il primo mette in campo una sorta di metafisica del corpo,portando sulla superficie della tela le nostre più intime inquietudini,mediante un processo di stratificazione di una materia pittorica, stesa ricorrendo all'uso della spatola, densa diumori e vibrazioni, agitata da ferite, abrasioni, graffiature, screpolature,tuttavia svuotata, alleggerita da una luce diafana che avvolge l’immaginesospendendola in un tempo senza tempo. Un sentimento che con maggiore sofferenzaesprimono anche i lavori di Rinedda autore di figure mutile, ferite,transitorie, fragili contraddistinte da una fisicità ridotta al minimo e da unaconsistenza fugace suggerita dall'uso di materiali eterogenei come il cacao, ilcaffè, il vino, la paprika, il sangue, che stende sulla tela o su ampiesuperfici di carta ricorrendo a macchie evanescenti e ad una linearità fumosama al contempo tagliente come in Sette mosche e Lineare.
La precarietà della società contemporanea sobilla anche losguardo di Anna Maria Saviano la quale, anche grazie all'ausilio diapparecchi fotografici digitali, mette in atto un processo di dissoluzionedell'immagine così come suggeriscono i titoli delle due serie qui presentate, Howto disappear completely e Je n'enconnais pas la fin, entrambi ripresi dai titoli di due canzoni, una deiRadiohead l'altra di Jeff Buckley.
In un certo senso si tratta dello stesso sentimento espressodalla pittura di Paolo Bini. Si tratta di immagini di matrice astratta che sisottraggono al consumo veloce ed inconsistente a cui ci ha abituato lospettacolo televisivo; che affiorano come materia pulsante che scuote losguardo dal suo torpore, come Tramonto, accensione improvvisa che cogliel'anima al finir di un altro giorno di fronte alla consapevolezza della suafinitezza rispetto allo scorrere del tempo.
Diverso è l'atteggiamento di Mary Cinque, curiosaosservatrice della realtà, il cui sguardo è mosso dal diverso, dall'ignoto,dalle possibilità di confronto e conoscenza, in altre parole dal viaggio.
É questa la cifra che segna From AA to NY, un lavoro dal forte carattere autobiografico, nelquale Addis a New York costituiscono i poli di una sorta di carta nauticatra ricordi e desideri:la prima è illuogo di un'infanzia vissuta con la famiglia in Etiopia, mentre la secondacostituisce la meta oggi agognata quale punto di osservazione privilegiato diuna realtà sempre più multirazziale e multiculturale.
Il rapporto tra il suo linguaggio e quello della tecnologiadigitale cifra, invece, il lavoro di Celesta Bufano la quale da tempo gestisceil colore, prevalentemente acrilico, pensando ai pixel come organizzazionecromatica per celle come nel caso della serie Ash – Ancient Superheros chequi espone. Sul limite tra figuratività ed astrazione si muove invece GennaroBranca il cui lavoro è segnato da una gestualità frenetica, convulsa,dall'andamento quasi orientale, che attraversa la tela come una scritturaappassionata che traccia il disegno di una natura semplice ma al contempobrulicante di vita. Grossi tronchi segnano lo spazio di boschi silenziosi incui rifugiarsi per cedere al bisogno di ripulirsi dalle scorie di una scenaurbana sempre più caotica e disgregante.
03
settembre 2011
Nuove Rotte della Pittura
Dal 03 al 20 settembre 2011
arte contemporanea
Location
ARSENALI STORICI
Amalfi, piazzetta degli arsenali, (Salerno)
Amalfi, piazzetta degli arsenali, (Salerno)
Orario di apertura
tutti i giorni 10.00– 20,30
Vernissage
3 Settembre 2011, ore 19.30
Sito web
www.comune.amalfi.sa.it
Autore
Curatore