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Gianfranco Gentile – Forza e Fragilità
Inaugura presso Villa Pellegrini a San Martino Buon Albergo la mostra dell’artista Gianfranco Gentile dal titolo “Forza e Fragilità”. Si tratta di un’esposizione, nella zona delle barchesse della villa, di opere dal soggetto fortemente legato alla vita dei campi. Sono macchinari agricoli, di diverse dimensioni ormai in disuso e spesso icone rappresentative della storia passata di questo territorio, nei musei civici di storia contadina
Comunicato stampa
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Inaugura presso Villa Pellegrini a San Martino Buon Albergo la mostra dell’artista Gianfranco Gentile dal titolo “Forza e Fragilità”. Si tratta di un’esposizione, nella zona delle barchesse della villa, di opere dal soggetto fortemente legato alla vita dei campi. Sono macchinari agricoli, di diverse dimensioni ormai in disuso e spesso icone rappresentative della storia passata di questo territorio, nei musei civici di storia contadina.
Le ville venete, luoghi che hanno visto rifiorire la vita nell’entroterra della Serenissima con un rinnovamento dell’agricoltura, si vedono oggi trasformate dall’economia contemporanea in luoghi turistici e di relax. La mostra cerca in questo senso di essere un tramite tra mondi economici e culturali diversi attraverso la presenza di questi oggetti–sculture che, nell’immaginario dell’artista, diventano delle vere e proprie icone della storia.
Questi macchinari per la vita agricola, dai forconi ai trattori ed altri oggetti di supporto concepiti come still-life ma necessari alla loro sopravvivenza, sono rigorosamente dipinti con una tecnica a pastello di estrema precisione su cartone riciclato. Sono totem, parti meccaniche in disuso abbandonate all'indifferenza o pronte per un riciclo funzionale al mercato. Questi oggetti, colti nella loro plasticità monumentale sono forme presenti e vitali, sembrano ingranaggi solidi e inespugnabili come antiche macchine da guerra. La forza sta nella loro possenza strutturale colta attraverso un uso sapiente del chiaroscuro, capace per questo di un realismo esasperato ma tragico. La loro fragilità sta invece nell’oblio al quale sono destinate. Macchine che non servono più a nulla, sostituite dal progresso tecnologico con altre più scattanti e funzionali, vivono la loro condizione di abbandono nella solitudine dell’oggetto estetico. Sono belle da vedere, ci ricordano il passato, ma interagiscono solo visivamente con la vita degli uomini. L’artista trasforma questa esperienza percettiva in un’opera d’arte che ne concettualizza l’esistenza, oltrepassando in termini estetici il semplice rapporto di rappresentazione.
Il materiale di supporto si presenta fragile cartone riciclato, povero come l'alienante isolamento degli oggetti. Eppure sta in questa ambivalenza di forza e fragilità l'armoniosa riuscita dell'incontro dove il supporto non è solamente il luogo dell'evocazione o del pensiero costruttivo sulle forme, ma diventa materia espressiva che si trasforma in luce e colore.
Le ville venete, luoghi che hanno visto rifiorire la vita nell’entroterra della Serenissima con un rinnovamento dell’agricoltura, si vedono oggi trasformate dall’economia contemporanea in luoghi turistici e di relax. La mostra cerca in questo senso di essere un tramite tra mondi economici e culturali diversi attraverso la presenza di questi oggetti–sculture che, nell’immaginario dell’artista, diventano delle vere e proprie icone della storia.
Questi macchinari per la vita agricola, dai forconi ai trattori ed altri oggetti di supporto concepiti come still-life ma necessari alla loro sopravvivenza, sono rigorosamente dipinti con una tecnica a pastello di estrema precisione su cartone riciclato. Sono totem, parti meccaniche in disuso abbandonate all'indifferenza o pronte per un riciclo funzionale al mercato. Questi oggetti, colti nella loro plasticità monumentale sono forme presenti e vitali, sembrano ingranaggi solidi e inespugnabili come antiche macchine da guerra. La forza sta nella loro possenza strutturale colta attraverso un uso sapiente del chiaroscuro, capace per questo di un realismo esasperato ma tragico. La loro fragilità sta invece nell’oblio al quale sono destinate. Macchine che non servono più a nulla, sostituite dal progresso tecnologico con altre più scattanti e funzionali, vivono la loro condizione di abbandono nella solitudine dell’oggetto estetico. Sono belle da vedere, ci ricordano il passato, ma interagiscono solo visivamente con la vita degli uomini. L’artista trasforma questa esperienza percettiva in un’opera d’arte che ne concettualizza l’esistenza, oltrepassando in termini estetici il semplice rapporto di rappresentazione.
Il materiale di supporto si presenta fragile cartone riciclato, povero come l'alienante isolamento degli oggetti. Eppure sta in questa ambivalenza di forza e fragilità l'armoniosa riuscita dell'incontro dove il supporto non è solamente il luogo dell'evocazione o del pensiero costruttivo sulle forme, ma diventa materia espressiva che si trasforma in luce e colore.
03
settembre 2011
Gianfranco Gentile – Forza e Fragilità
Dal 03 all'undici settembre 2011
arte contemporanea
Location
B&B CORTE PELLEGRINI
San Martino Buon Albergo, via Campalto, 18, (Verona)
San Martino Buon Albergo, via Campalto, 18, (Verona)
Orario di apertura
sabato e domenica dalle 18.00 alle 20.00
Vernissage
3 Settembre 2011, ore 18.00
Sito web
www.art-emisia.com
Autore
Curatore