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Intrecci d’artista
44 Arazzi in mostra. Una raccolta unica, un ampio e ricercato campionario di arte internazionale, dove rintracciare e riconoscere tutti i movimenti pittorici che hanno animato, attraversato l’Italia e l’Europa, dal 900 ai giorni nostri.
Comunicato stampa
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44 Arazzi in mostra fino al 12 settembre di diversi autori del 900, tra cui Wassily Kandinsky, Salvador Dalì, Max Ernst, Paul Klee, Joan Mirò, Corrado Cagli, Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Henri Matisse, Umberto Mastroianni, Giuseppe Capogrossi, Tono Zancanaro, Luigi Spazzapan, Mirko Basaldella, Felice Casorati, Francesco Muzzi, Renzo Piano, Paolo Conte, Giovanni Omiccioli, Mario Sironi, Emilio Tadini.
Una raccolta unica, un ampio e ricercato campionario di arte internazionale, dove rintracciare e riconoscere tutti i movimenti pittorici che hanno animato, attraversato l’Italia e l’Europa, dal 900 ai giorni nostri.
L'arazzo non é né un duplicato né un surrogato della pittura parietale. Tessuto secondo gli usi cui veniva destinato in varie dimensioni, spesso immense, poteva prestarsi a una funzione sia decorativa se applicato al muro, sia architettonica se adoperato come divisione di ambienti, assumendo allora un valore spaziale, un oggetto domestico assai più fruibile che non la normale pittura.
Ugo Scassa, l'arazziere di Asti che ha confezionato le opere in mostra, esprime così l’amore per questa antica arte: “Ritengo che l'arte dell'arazziere sia paragonabile a quella di un maestro concertatore. Come il direttore d'orchestra, con il concorso degli orchestrali da lui diretti, dà una personale interpretazione di una composizione musicale e il risultato sarà, artisticamente, tanto più alto quanto più bello sarà lo spartito prescelto e quanto più sensibile e profonda la sua interpretazione, così l'arazziere, con l'aiuto di esperte tessitrici, realizza un arazzo con la lettura attenta e critica di un'opera d'arte figurativa che, in tal caso, diventa il suo spartito. È attraverso questa analisi che io posso dirigere il lavoro delle mie tessitrici”.
Questa sua sensibilità declinata a cogliere ed interpretare stilisticamente l'anima di un dipinto attraverso i punti cardini da lui stesso definiti nella realizzazione di un arazzo, fa di questi “pani tessuti” un importante frammento di storia dell'arte.
Un elemento chiave per capire la trasformazione dell'arte e il cambiamento del senso estetico della seconda metà del Novecento. Gli arazzi di Scassa in mostra, provenienti dal Museo Magi’900 (Pieve di Cento – BO) dal Comune di Meldola (FC), dal Museo dell’Arazzeria Scassa di Asti, dalla Camera di commercio di Asti, dalla Cassa di Risparmio di Asti, dagli Archivi Guttuso, dall’Archivio Cagli e da collezioni privati, sono un ampliamento degli stilemi dell'arte, proprio attraverso la necessità di esistere se parte di un edificio o di un ornamento murario.
Nelle parole di Elda Danese, dottore di ricerca in storia dell'arte, curatrice della mostra insieme a Silvana Costa la organizzatrice di eventi che da più di dieci anni si occupa dell’appuntamento espositivo di Palazzo De Andrè, si riflette l’essenza dell’arazzeria in mostra che raccoglie opere di celebri. “La storia dell'arazzeria Scassa è legata allo sviluppo italiano del secondo dopoguerra – afferma Elda Danese- e in particolare all'allestimento dei transatlantici, alle scelte dei loro progettisti e alle trasformazioni del gusto evidenti negli interni delle "città galleggianti". In quel momento molti artisti italiani, tra i quali spicca la presenza di Cagli per l'assiduità e la sensibilità con cui ha utilizzato questo mezzo, avevano prestato il proprio lavoro alla realizzazione di panni tessuti, in gran parte eseguiti dall'arazzeria di Asti. È una stagione che si evolverà con l'abbandono dell'assegnazione statale di grandi commesse in questo campo, analogamente a quanto accadrà, del resto, in altri settori pubblici, e al crescente successo dei viaggi aerei. Gli incarichi successivi a questo periodo determinano una svolta nella produzione e nei rapporti con la committenza, diventata in seguito perlopiù privata. I lavori esposti alla mostra di Ravenna documentano perciò l'attività della più importante manifattura italiana di arazzi, oggi anche sede di un museo che raccoglie un'importante collezione di opere prodotte a partire dagli anni Cinquanta del Novecento”.
La mostra, patrocinata da Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di Ravenna, è stata realizzata con il contributo di: ACMAR, AGENZIA RITMO, CIRO MENOTTI, BONCIANI, CLUB DEL SOLE, CONSAR-GRAR, COPURA, FIAT-S.V.A., IDROEXPERT, LEVANTE S.r.l., MOVITER STRADE CERVIA, NADEP, PENTAGRAMMA ROMAGNA, UNIPOL ASSICOOP, VERTICAL P.M.C., S.P.M. CONSULTING.
Una raccolta unica, un ampio e ricercato campionario di arte internazionale, dove rintracciare e riconoscere tutti i movimenti pittorici che hanno animato, attraversato l’Italia e l’Europa, dal 900 ai giorni nostri.
L'arazzo non é né un duplicato né un surrogato della pittura parietale. Tessuto secondo gli usi cui veniva destinato in varie dimensioni, spesso immense, poteva prestarsi a una funzione sia decorativa se applicato al muro, sia architettonica se adoperato come divisione di ambienti, assumendo allora un valore spaziale, un oggetto domestico assai più fruibile che non la normale pittura.
Ugo Scassa, l'arazziere di Asti che ha confezionato le opere in mostra, esprime così l’amore per questa antica arte: “Ritengo che l'arte dell'arazziere sia paragonabile a quella di un maestro concertatore. Come il direttore d'orchestra, con il concorso degli orchestrali da lui diretti, dà una personale interpretazione di una composizione musicale e il risultato sarà, artisticamente, tanto più alto quanto più bello sarà lo spartito prescelto e quanto più sensibile e profonda la sua interpretazione, così l'arazziere, con l'aiuto di esperte tessitrici, realizza un arazzo con la lettura attenta e critica di un'opera d'arte figurativa che, in tal caso, diventa il suo spartito. È attraverso questa analisi che io posso dirigere il lavoro delle mie tessitrici”.
Questa sua sensibilità declinata a cogliere ed interpretare stilisticamente l'anima di un dipinto attraverso i punti cardini da lui stesso definiti nella realizzazione di un arazzo, fa di questi “pani tessuti” un importante frammento di storia dell'arte.
Un elemento chiave per capire la trasformazione dell'arte e il cambiamento del senso estetico della seconda metà del Novecento. Gli arazzi di Scassa in mostra, provenienti dal Museo Magi’900 (Pieve di Cento – BO) dal Comune di Meldola (FC), dal Museo dell’Arazzeria Scassa di Asti, dalla Camera di commercio di Asti, dalla Cassa di Risparmio di Asti, dagli Archivi Guttuso, dall’Archivio Cagli e da collezioni privati, sono un ampliamento degli stilemi dell'arte, proprio attraverso la necessità di esistere se parte di un edificio o di un ornamento murario.
Nelle parole di Elda Danese, dottore di ricerca in storia dell'arte, curatrice della mostra insieme a Silvana Costa la organizzatrice di eventi che da più di dieci anni si occupa dell’appuntamento espositivo di Palazzo De Andrè, si riflette l’essenza dell’arazzeria in mostra che raccoglie opere di celebri. “La storia dell'arazzeria Scassa è legata allo sviluppo italiano del secondo dopoguerra – afferma Elda Danese- e in particolare all'allestimento dei transatlantici, alle scelte dei loro progettisti e alle trasformazioni del gusto evidenti negli interni delle "città galleggianti". In quel momento molti artisti italiani, tra i quali spicca la presenza di Cagli per l'assiduità e la sensibilità con cui ha utilizzato questo mezzo, avevano prestato il proprio lavoro alla realizzazione di panni tessuti, in gran parte eseguiti dall'arazzeria di Asti. È una stagione che si evolverà con l'abbandono dell'assegnazione statale di grandi commesse in questo campo, analogamente a quanto accadrà, del resto, in altri settori pubblici, e al crescente successo dei viaggi aerei. Gli incarichi successivi a questo periodo determinano una svolta nella produzione e nei rapporti con la committenza, diventata in seguito perlopiù privata. I lavori esposti alla mostra di Ravenna documentano perciò l'attività della più importante manifattura italiana di arazzi, oggi anche sede di un museo che raccoglie un'importante collezione di opere prodotte a partire dagli anni Cinquanta del Novecento”.
La mostra, patrocinata da Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di Ravenna, è stata realizzata con il contributo di: ACMAR, AGENZIA RITMO, CIRO MENOTTI, BONCIANI, CLUB DEL SOLE, CONSAR-GRAR, COPURA, FIAT-S.V.A., IDROEXPERT, LEVANTE S.r.l., MOVITER STRADE CERVIA, NADEP, PENTAGRAMMA ROMAGNA, UNIPOL ASSICOOP, VERTICAL P.M.C., S.P.M. CONSULTING.
26
agosto 2011
Intrecci d’artista
Dal 26 agosto al 12 settembre 2011
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
PALAZZO DE ANDRE’
Ravenna, Viale Europa, 1, (Ravenna)
Ravenna, Viale Europa, 1, (Ravenna)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 18.30 alle 23.30
Vernissage
26 Agosto 2011, h 19
Autore
Curatore