Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
25
maggio 2010
fino all’11.VII.2010 Da Jacopo della Quercia a Donatello Siena, Santa Maria della Scala
toscana
Grandi opere in prestito, polittici ricostruiti e nuovi restauri. Una mostra che si allaccia direttamente al tessuto della città. Sei anni di ricerca per uno spaccato del primo rinascimento senese...
Nei primi decenni del Quattrocento l’arte senese si è impegnata
in un aggiornamento della propria eredità culturale. A contatto con il clima
artistico fiorentino e con le invenzioni che lo caratterizzano, gli artisti
senesi rinnovano il loro vocabolario formale, andando così ad arricchire i
valori che avevano contraddistinto il secolo precedente. Sono decenni che
vedono la città di Siena fortemente coinvolta in quel clima di mediazione così
ricco di varianti in cui la cultura gotica incontra la cultura rinascimentale.
La mostra offre uno spaccato minuzioso, di grande qualità,
dei rapporti complessi che la tradizione stabilisce con l’innovazione. E
diversamente non poteva essere, visto l’enorme lavoro di preparazione svolto
(sei anni) e la grande qualità delle opere e dei professionisti chiamati a
collaborare. Anni in cui è stato possibile ottenere prestiti dai più importanti
enti internazionali, in cui è stato possibile ricostruire polittici smembrati e
collaborare con alcuni dei principali centri di tutela e ricerca del patrimonio
culturale, che hanno effettuato 25 restauri presentati per l’occasione.
La mostra si apre con le opere dello scultore Jacopo
della Quercia, a
cui è stata dedicata un’intera sezione monografica; prosegue poi con altre due
sezioni: la prima è incentrata sulla pittura e riguarda il sopravvivere della
lezione dei Lorenzetti e di Simone Martini, la seconda riflette sull’apporto considerevole dei
“forestieri”, tra i quali Lorenzo Ghiberti, Donatello, Gentile da Fabriano.
Particolarmente rappresentati sono Giovanni di Paolo e Stefano di Giovanni detto il
Sassetta. A
seguire, Giovanni d’Ambrogio, il Maestro dell’Osservanza e Sano di Pietro. Domenico di Bartolo chiude la sezione. La successiva
è su Donatello e
sulla considerevole influenza avuta su artisti come Lorenzo di Pietro detto
il Vecchietta e Matteo di Giovanni.
Dopo questa ampia panoramica di pittori e scultori si
passa a conoscere altri aspetti dell’arte del periodo: la produzione di oggetti
di oreficeria, codici miniati, manufatti e prodotti tessili.
Avvicinandosi all’uscita sarà possibile visitare la
sagrestia vecchia dell’ospedale con gli affreschi del Vecchietta e la sala del
Pellegrinaio, contenente l’importantissimo ciclo degli Episodi della storia
e della vita dell’ospedale, ciclo di affreschi eseguito da Vecchietta, Domenico di Bartolo e Priamo
della Quercia.
Ma la mostra prosegue anche nel tessuto istoriato della
città, allacciando il percorso espositivo alle presenze artistiche nel Duomo,
nel Museo dell’Opera e nel Battistero, a pochi passi dal complesso di Santa
Maria della Scala.
in un aggiornamento della propria eredità culturale. A contatto con il clima
artistico fiorentino e con le invenzioni che lo caratterizzano, gli artisti
senesi rinnovano il loro vocabolario formale, andando così ad arricchire i
valori che avevano contraddistinto il secolo precedente. Sono decenni che
vedono la città di Siena fortemente coinvolta in quel clima di mediazione così
ricco di varianti in cui la cultura gotica incontra la cultura rinascimentale.
La mostra offre uno spaccato minuzioso, di grande qualità,
dei rapporti complessi che la tradizione stabilisce con l’innovazione. E
diversamente non poteva essere, visto l’enorme lavoro di preparazione svolto
(sei anni) e la grande qualità delle opere e dei professionisti chiamati a
collaborare. Anni in cui è stato possibile ottenere prestiti dai più importanti
enti internazionali, in cui è stato possibile ricostruire polittici smembrati e
collaborare con alcuni dei principali centri di tutela e ricerca del patrimonio
culturale, che hanno effettuato 25 restauri presentati per l’occasione.
La mostra si apre con le opere dello scultore Jacopo
della Quercia, a
cui è stata dedicata un’intera sezione monografica; prosegue poi con altre due
sezioni: la prima è incentrata sulla pittura e riguarda il sopravvivere della
lezione dei Lorenzetti e di Simone Martini, la seconda riflette sull’apporto considerevole dei
“forestieri”, tra i quali Lorenzo Ghiberti, Donatello, Gentile da Fabriano.
Particolarmente rappresentati sono Giovanni di Paolo e Stefano di Giovanni detto il
Sassetta. A
seguire, Giovanni d’Ambrogio, il Maestro dell’Osservanza e Sano di Pietro. Domenico di Bartolo chiude la sezione. La successiva
è su Donatello e
sulla considerevole influenza avuta su artisti come Lorenzo di Pietro detto
il Vecchietta e Matteo di Giovanni.
Dopo questa ampia panoramica di pittori e scultori si
passa a conoscere altri aspetti dell’arte del periodo: la produzione di oggetti
di oreficeria, codici miniati, manufatti e prodotti tessili.
Avvicinandosi all’uscita sarà possibile visitare la
sagrestia vecchia dell’ospedale con gli affreschi del Vecchietta e la sala del
Pellegrinaio, contenente l’importantissimo ciclo degli Episodi della storia
e della vita dell’ospedale, ciclo di affreschi eseguito da Vecchietta, Domenico di Bartolo e Priamo
della Quercia.
Ma la mostra prosegue anche nel tessuto istoriato della
città, allacciando il percorso espositivo alle presenze artistiche nel Duomo,
nel Museo dell’Opera e nel Battistero, a pochi passi dal complesso di Santa
Maria della Scala.
articoli correlati
Restauro,
è fiera
Capolavori
ritrovati in terra di Siena
Anghiari
e i suoi fuochi
daniele fiacco
mostra visitata il 9 aprile 2010
dal 25 marzo all’undici luglio 2010
da Jacopo della Quercia a Donatello
a cura di Max Seidel
Complesso Museale Santa Maria della Scala –
Palazzo Squarcialupi
Piazza del Duomo, 1 – 53100 Siena
Orario: tutti i giorni ore 10.30-19.30
Ingresso:
intero € 12; ridotto € 8
Catalogo Federico Motta
Info: tel. +39 0577224811; fax +39 0577224829; infoscala@sms.comune.siena.it;
www.santamariadellascala.com
[exibart]