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Le Rond – Nova Proportione
Le Rond (Giovanni Lamberti) espone per la prima volta in Lunigana una mostra
personale presso il piano nobile della Casa-Galleria Cavalli. La mostra Nova Proportione, curata dallo storico dell’arte Paolo Bolpagni, si avvale di un ricco e completo catalogo disponibile presso il fornito bookshop artistico della Casa-Galleria
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Le Rond (Giovanni Lamberti) espone per la prima volta in Lunigana una mostra
personale presso il piano nobile della Casa-Galleria Cavalli. La mostra Nova Proportione, curata
dallo storico dell’arte Paolo Bolpagni, si avvale di un ricco e completo catalogo disponibile
presso il fornito bookshop artistico della Casa-Galleria. L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni
dalle 17 alle 22 dal 15 luglio al 7 agosto 2011. La mostra è abbinata alla 59° edizione del
Premio Bancarella.
Organizzazione
Germana Cavalli (Casa-Galleria Cavalli - Villafranca in Lunigiana)
Simone Agnetti (Centro Culturale 999 - Brescia)
Orario d’apertura
Dal 15 luglio al 7 agosto tutti i giorni dalle ore 17:00 alle 22:00
Catalogo
Paolo Bolpagni, Giovanni Lamberti Le Rond Opere, Brescia 2011
Video in mostra
Giovanni Lamberti
CASA-GALLERIA CAVALLI
Piazza dell’Immacolata, 9
54028 Filetto - Villafranca in Lunigiana (Massa Carrara)
Informazioni e web
Casa – Galleria Cavalli http://www.serviziculturali.it/mostra_lerond/index.html
+39 0187 493707 / +39 335 5618158 info@serviziculturali.it
Le Rond http://www.lerond.it +39 335 6066339 info@lerond.it
CALENDARIO EVENTI 2011
- 15 luglio ore 18:30, al primo piano vernissage di Nova Proportione di Le Rond;
interverranno: Paolo Bolpagni (curatore della mostra), Le Rond (artista), Germana
Cavalli (gallerista) e le autorità locali.
- 17 luglio ore 21:30, al piano terra concerto jazz con gli Over The Moon! (Letizia
Brugnoli vocal, Alex Gillan guitar, Marco Astesana guitar).
GIOVANNI LAMBERTI LE ROND
Giovanni Lamberti, in arte Le Rond, è nato a Roncadelle (Brescia) il 2 febbraio 1953, ed è laureato in
economia e commercio. Nelle sue opere, spesso definibili come “pitto-sculture”, utilizza resine, acrilici,
PVC, polistirene, legno, tela, alluminio, ferro, acciaio, quarzo, latta, radiatori riciclati, scarti di tornitura,
sferette di piombo, pellicole fotografiche. L’atteggiamento creativo lo porta a uno sperimentalismo totale e
a una continua ricerca di tecniche e materiali diversi, anche su strutture di rilevanti dimensioni. Il tutto,
però, coniugato con un rigore compositivo basato spesso su geometrie calibrate e armonie dinamiche.
Numerose sono le mostre (personali e collettive) e le fiere d’arte contemporanea cui Lamberti ha preso
parte, sia in Italia sia all’estero (Spagna, Francia, Belgio, Germania, Turchia). Saggi, articoli, cataloghi e varie
pubblicazioni sono state dedicate al suo lavoro, che ha guadagnato molti riconoscimenti e consensi di
critica e di pubblico. Opere di Le Rond sono presenti ed esposte in collezioni private e pubbliche.
Il codice aniconico di Lamberti
Il percorso creativo di Giovanni Lamberti Le Rond rispecchia la sua personalità vulcanica e vitalissima. Si
tratta di una parabola che, se consideriamo soltanto la fase degli esiti maturi e più consapevoli, copre in
fondo un periodo relativamente breve, di poco più d’un decennio. Nel corso del quale l’abbiamo visto
passare dalle prove iconiche, di ascendenza postcubista, al furore sperimentalistico del periodo matericogestuale,
che nondimeno rientrava pur sempre nella sfera d’intervento della pittura, anzi di una “pitturapittura”
d’origine informale ma così tipicamente anni Ottanta nel suo “libertinismo” stilistico, nella
sregolatezza postmoderna di commistioni ed eclettismi. Poi Lamberti ha avvertito l’urgenza di fuoriuscire
dai confini della pura bidimensionalità, dando vita agli ormai proverbiali assemblaggi di radiatori ed
elementi di scarto dei processi di lavorazione industriale che hanno reso tanto peculiare la sua opera. E
all’improvviso è arrivato il decantamento della rarefazione, di quella che definii a suo tempo come una
salutare e catartica tabula rasa, ben incarnata dai monocromi del 2007, in apparenza severi e freddi, ma in
realtà ribollenti di un’energia compressa, sempre pronta a esplodere ma volutamente incanalata nei moduli
di una formulazione calibrata ed essenziale. Sulla base di tali acquisizioni, Le Rond ha ricominciato da
questa nuova condizione di partenza a costruire e produrre, ponendosi con assoluta coscienza nel solco di
una coerente linea analitica secondo cui l’opera tende ad abbandonare i tradizionali contenuti espressivi e
rappresentativi per assumere sempre più una valenza di ricerca linguistica in chiave strutturalista. È
l’adesione, insomma, a un alfabeto alternativo, o meglio a un “codice” che, riducendo tutte le esperienze
percettive a un fondamento comune e universale, e quindi l’infinita varietà del mondo fenomenico visivo a
una serie di pochi elementi costanti e invarianti, viene a configurarsi nei termini di modalità alternativa
d’intendere e trattare la forma. La purezza compositiva, la complessione geometrica, l’ablazione di ogni
pittoricismo e di residuali istintività emozionali sono insieme la premessa e il corollario di un simile assioma.
Ecco dunque le superfici piatte, pulite, compatte, antiprospettiche dei pannelli di Lamberti, dai quali traluce
un senso dello spazio riconducibile a certi esiti della cosiddetta astrazione post-pittorica. La sua attenzione
si appunta sul metodo di costruzione dell’opera, sullo studio sistematico dei rapporti fra idea, esecuzione e
risultato oggettuale, sugli effetti percettivi dei singoli procedimenti. Gli ultimi prodotti dell’inventiva
inesauribile di Le Rond sono dotati di un consistente substrato tecnico-razionale, votati con convinzione a
un’apoteosi della nozione di “progetto” e “buon disegno”. Il vocabolario adottato è del tutto estraneo a
qualsivoglia referenza iconica, autonomo rispetto alla transitorietà fugace delle manifestazioni della natura.
Qui siamo nell’oggettivo, nell’assoluto, ma senza ipotesi trascendentali o pretese utopistiche: Lamberti, da
convinto illuminista (il suo pseudonimo lo lascia trapelare, essendo un chiaro omaggio alla nitida
intelligenza di d’Alembert, il cui autentico appellativo era, appunto, Jean-Baptiste Le Rond), pone l’accento
sull’aggettivo “concreto”, piuttosto che su “astratto”: cioè sulla positività del fare, del contribuire a
edificare con le proprie opere un mondo visivo più logico, una “società di armoniose proporzioni”, un’arte
euritmica in grado d’incidere sull’ambiente circostante e di conferirgli ordine, fermandone in strutturazioni
perfette il logorante divenire, ma sapendo anche evitare abilmente il rischio di una staticità impassibile.
Ché in lui vi è comunque qualcosa di umanistico nel senso più genuino, e quindi non mancano mai la sottile
contraddizione, il lieve paradosso, il sorridente baluginare di un dinamismo piacevole e confortante. Infatti,
per quanto il metodo sia rigoroso e ineccepibile, c’è sempre un margine di arbitrio o di casualità che rende
la ricerca soggetta alle sollecitazioni dei materiali e alla loro “risposta” alle tecniche di lavoro e
manipolazione: fattori che non possono certo esser dati per inalterati; ed è inevitabile che così sia,
trovandoci di fronte a un contegno creativo, com’è quello di Lamberti, interessato in larga misura a porre in
risalto la dimensione oggettuale e la fisicità della forma-colore. Del resto, nelle tavole di Le Rond vivono e
agiscono equilibri di opposte tensioni, e un “sentimento della geometria” (l’apparente ossimoro è voluto)
costantemente carico di entusiasmo. È la felicità di un’infinita possibile esplorazione del campo visivo, e mi
piace ricordare in proposito l’esempio altissimo della vena sbrigliata e mai stanca di Luigi Veronesi, il quale
asseriva con filosofico candore di voler realizzare una “pittura di gioia”. Lamberti, in obbedienza al suo
“codice” ormai assodato e padroneggiato con maestria, si diverte proprio a sondare e sperimentare le
illimitate facoltà combinatorie del medium e degli ingredienti del lessico geometrico che gli è consentaneo:
linee rette, diagonali, curve, sinusoidi, triangoli, quadrilateri, talora giocati anche su allusioni a prospettive
architettoniche. Sicché la lettura e l’ermeneusi dell’immagine si tramutano ogni volta in inesausta
avventura percettiva, in quanto l’atto del dipingere, dell’assemblare gli elementi della composizione è
sempre momento di formazione della coscienza critica del vedere e di messa in discussione delle strutture
tautologiche del linguaggio come spazio autoconcluso.
Paolo Bolpagni
personale presso il piano nobile della Casa-Galleria Cavalli. La mostra Nova Proportione, curata
dallo storico dell’arte Paolo Bolpagni, si avvale di un ricco e completo catalogo disponibile
presso il fornito bookshop artistico della Casa-Galleria. L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni
dalle 17 alle 22 dal 15 luglio al 7 agosto 2011. La mostra è abbinata alla 59° edizione del
Premio Bancarella.
Organizzazione
Germana Cavalli (Casa-Galleria Cavalli - Villafranca in Lunigiana)
Simone Agnetti (Centro Culturale 999 - Brescia)
Orario d’apertura
Dal 15 luglio al 7 agosto tutti i giorni dalle ore 17:00 alle 22:00
Catalogo
Paolo Bolpagni, Giovanni Lamberti Le Rond Opere, Brescia 2011
Video in mostra
Giovanni Lamberti
CASA-GALLERIA CAVALLI
Piazza dell’Immacolata, 9
54028 Filetto - Villafranca in Lunigiana (Massa Carrara)
Informazioni e web
Casa – Galleria Cavalli http://www.serviziculturali.it/mostra_lerond/index.html
+39 0187 493707 / +39 335 5618158 info@serviziculturali.it
Le Rond http://www.lerond.it +39 335 6066339 info@lerond.it
CALENDARIO EVENTI 2011
- 15 luglio ore 18:30, al primo piano vernissage di Nova Proportione di Le Rond;
interverranno: Paolo Bolpagni (curatore della mostra), Le Rond (artista), Germana
Cavalli (gallerista) e le autorità locali.
- 17 luglio ore 21:30, al piano terra concerto jazz con gli Over The Moon! (Letizia
Brugnoli vocal, Alex Gillan guitar, Marco Astesana guitar).
GIOVANNI LAMBERTI LE ROND
Giovanni Lamberti, in arte Le Rond, è nato a Roncadelle (Brescia) il 2 febbraio 1953, ed è laureato in
economia e commercio. Nelle sue opere, spesso definibili come “pitto-sculture”, utilizza resine, acrilici,
PVC, polistirene, legno, tela, alluminio, ferro, acciaio, quarzo, latta, radiatori riciclati, scarti di tornitura,
sferette di piombo, pellicole fotografiche. L’atteggiamento creativo lo porta a uno sperimentalismo totale e
a una continua ricerca di tecniche e materiali diversi, anche su strutture di rilevanti dimensioni. Il tutto,
però, coniugato con un rigore compositivo basato spesso su geometrie calibrate e armonie dinamiche.
Numerose sono le mostre (personali e collettive) e le fiere d’arte contemporanea cui Lamberti ha preso
parte, sia in Italia sia all’estero (Spagna, Francia, Belgio, Germania, Turchia). Saggi, articoli, cataloghi e varie
pubblicazioni sono state dedicate al suo lavoro, che ha guadagnato molti riconoscimenti e consensi di
critica e di pubblico. Opere di Le Rond sono presenti ed esposte in collezioni private e pubbliche.
Il codice aniconico di Lamberti
Il percorso creativo di Giovanni Lamberti Le Rond rispecchia la sua personalità vulcanica e vitalissima. Si
tratta di una parabola che, se consideriamo soltanto la fase degli esiti maturi e più consapevoli, copre in
fondo un periodo relativamente breve, di poco più d’un decennio. Nel corso del quale l’abbiamo visto
passare dalle prove iconiche, di ascendenza postcubista, al furore sperimentalistico del periodo matericogestuale,
che nondimeno rientrava pur sempre nella sfera d’intervento della pittura, anzi di una “pitturapittura”
d’origine informale ma così tipicamente anni Ottanta nel suo “libertinismo” stilistico, nella
sregolatezza postmoderna di commistioni ed eclettismi. Poi Lamberti ha avvertito l’urgenza di fuoriuscire
dai confini della pura bidimensionalità, dando vita agli ormai proverbiali assemblaggi di radiatori ed
elementi di scarto dei processi di lavorazione industriale che hanno reso tanto peculiare la sua opera. E
all’improvviso è arrivato il decantamento della rarefazione, di quella che definii a suo tempo come una
salutare e catartica tabula rasa, ben incarnata dai monocromi del 2007, in apparenza severi e freddi, ma in
realtà ribollenti di un’energia compressa, sempre pronta a esplodere ma volutamente incanalata nei moduli
di una formulazione calibrata ed essenziale. Sulla base di tali acquisizioni, Le Rond ha ricominciato da
questa nuova condizione di partenza a costruire e produrre, ponendosi con assoluta coscienza nel solco di
una coerente linea analitica secondo cui l’opera tende ad abbandonare i tradizionali contenuti espressivi e
rappresentativi per assumere sempre più una valenza di ricerca linguistica in chiave strutturalista. È
l’adesione, insomma, a un alfabeto alternativo, o meglio a un “codice” che, riducendo tutte le esperienze
percettive a un fondamento comune e universale, e quindi l’infinita varietà del mondo fenomenico visivo a
una serie di pochi elementi costanti e invarianti, viene a configurarsi nei termini di modalità alternativa
d’intendere e trattare la forma. La purezza compositiva, la complessione geometrica, l’ablazione di ogni
pittoricismo e di residuali istintività emozionali sono insieme la premessa e il corollario di un simile assioma.
Ecco dunque le superfici piatte, pulite, compatte, antiprospettiche dei pannelli di Lamberti, dai quali traluce
un senso dello spazio riconducibile a certi esiti della cosiddetta astrazione post-pittorica. La sua attenzione
si appunta sul metodo di costruzione dell’opera, sullo studio sistematico dei rapporti fra idea, esecuzione e
risultato oggettuale, sugli effetti percettivi dei singoli procedimenti. Gli ultimi prodotti dell’inventiva
inesauribile di Le Rond sono dotati di un consistente substrato tecnico-razionale, votati con convinzione a
un’apoteosi della nozione di “progetto” e “buon disegno”. Il vocabolario adottato è del tutto estraneo a
qualsivoglia referenza iconica, autonomo rispetto alla transitorietà fugace delle manifestazioni della natura.
Qui siamo nell’oggettivo, nell’assoluto, ma senza ipotesi trascendentali o pretese utopistiche: Lamberti, da
convinto illuminista (il suo pseudonimo lo lascia trapelare, essendo un chiaro omaggio alla nitida
intelligenza di d’Alembert, il cui autentico appellativo era, appunto, Jean-Baptiste Le Rond), pone l’accento
sull’aggettivo “concreto”, piuttosto che su “astratto”: cioè sulla positività del fare, del contribuire a
edificare con le proprie opere un mondo visivo più logico, una “società di armoniose proporzioni”, un’arte
euritmica in grado d’incidere sull’ambiente circostante e di conferirgli ordine, fermandone in strutturazioni
perfette il logorante divenire, ma sapendo anche evitare abilmente il rischio di una staticità impassibile.
Ché in lui vi è comunque qualcosa di umanistico nel senso più genuino, e quindi non mancano mai la sottile
contraddizione, il lieve paradosso, il sorridente baluginare di un dinamismo piacevole e confortante. Infatti,
per quanto il metodo sia rigoroso e ineccepibile, c’è sempre un margine di arbitrio o di casualità che rende
la ricerca soggetta alle sollecitazioni dei materiali e alla loro “risposta” alle tecniche di lavoro e
manipolazione: fattori che non possono certo esser dati per inalterati; ed è inevitabile che così sia,
trovandoci di fronte a un contegno creativo, com’è quello di Lamberti, interessato in larga misura a porre in
risalto la dimensione oggettuale e la fisicità della forma-colore. Del resto, nelle tavole di Le Rond vivono e
agiscono equilibri di opposte tensioni, e un “sentimento della geometria” (l’apparente ossimoro è voluto)
costantemente carico di entusiasmo. È la felicità di un’infinita possibile esplorazione del campo visivo, e mi
piace ricordare in proposito l’esempio altissimo della vena sbrigliata e mai stanca di Luigi Veronesi, il quale
asseriva con filosofico candore di voler realizzare una “pittura di gioia”. Lamberti, in obbedienza al suo
“codice” ormai assodato e padroneggiato con maestria, si diverte proprio a sondare e sperimentare le
illimitate facoltà combinatorie del medium e degli ingredienti del lessico geometrico che gli è consentaneo:
linee rette, diagonali, curve, sinusoidi, triangoli, quadrilateri, talora giocati anche su allusioni a prospettive
architettoniche. Sicché la lettura e l’ermeneusi dell’immagine si tramutano ogni volta in inesausta
avventura percettiva, in quanto l’atto del dipingere, dell’assemblare gli elementi della composizione è
sempre momento di formazione della coscienza critica del vedere e di messa in discussione delle strutture
tautologiche del linguaggio come spazio autoconcluso.
Paolo Bolpagni
15
luglio 2011
Le Rond – Nova Proportione
Dal 15 luglio al 07 agosto 2011
arte contemporanea
Location
CASA-GALLERIA DI GERMANA CAVALLI
Villafranca In Lunigiana, Piazza Immacolata, 10, (Massa-carrara)
Villafranca In Lunigiana, Piazza Immacolata, 10, (Massa-carrara)
Orario di apertura
tutti i giorni
dalle 17 alle 22
Autore
Curatore