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Giovane fotografia di ricerca in Puglia
Accomunati da uno stile asciutto e minimale gli autori selezionati rappresentano una realtà oggettiva e rigorosa, nulla è concesso all’immagine ‘cartolina’ della Puglia. Sorprendente l’idea di essenzializzare oggetti, persone, paesaggio, la rappresentazione di una Puglia anomala fatta di silenzi e solitudine, di piccole cose e gesti quotidiani, di tragedie e di sorrisi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si inaugura venerdi 8 luglio alle ore 19,30 la mostra
“GIOVANE FOTOGRAFIA DI RICERCA IN PUGLIA”
nell'ambito della rassegna “Il Museo e il suo territorio “.
La mostra a cura di Riccardo Campanale, giovane fotografo barese, riunisce nove autori di area pugliese :
Fabio Barile, Fabrizio Bellomo, Riccardo Campanale, Davide Cassano, Michele Cera, Giuseppe de Mattia Manolo Di Pino, Pino Malerba, Domingo Milella.
La mostra “Giovane fotografia di ricerca in Puglia” si inserisce nell'ambito della rassegna “Il Museo e il suo territorio “ con cui, a pari importanza con le mostre internazionali, sondiamo e presentiamo al pubblico le nuove realtà artistiche presenti sul territorio pugliese.
Accomunati da uno stile asciutto e minimale gli autori selezionati rappresentano una realtà oggettiva e rigorosa, nulla è concesso all’immagine ‘cartolina’ della Puglia. Sorprendente l’idea di essenzializzare oggetti, persone, paesaggio, la rappresentazione di una Puglia anomala fatta di silenzi e solitudine, di piccole cose e gesti quotidiani, di tragedie e di sorrisi.
Il linguaggio fotografico come strumento di narrazione per immagini, si pone senza alcun compiacimento e nessuna idea del bello stereotipato, ma racconta un territorio mobile tra cambiamenti sociali naturali e urbani.
Si affaccia con forza una nuova antropologia dell’immagine nella quale il Sud è rappresentato come un luogo d’affezione ma da interpretare in maniera critica, ne consegue un’unica fotografia d’insieme frutto di diversi e anche discordanti punti di vista.
info: dall’8 luglio all’11 settembre 2011.
orario: dal martedì alla domenica ore 18-22
(lunedi chiuso)
per visite guidate: cell.333.2091920.
Fondazione Museo Pino Pascali- tel.080.4249534- segreteria@museopinopascali.it
www.museopinopascali.it
*
FABIO BARILE
(Barletta, 1980. Vive e lavora a Roma)
Among, letteralmente “fra più elementi”, è un progetto di documentazione delle zone costiere italiane soggette a forte erosione. L’alterazione dei delicatissimi equilibri del sistema marino e fluviale sta profilando un nuovo paesaggio fatto di frammenti di strade crollate, scheletri di ponti sospesi, residui di case costruite abusivamente lungo le coste e paesaggi naturali che l’azione del mare ha ormai trasformato, inglobandone la materia e plasmandone le forme. L’azione di Barile mira a evocare questa trasmutazione con immagini realizzate durante il crepuscolo astronomico: il periodo in cui la luce sfuma creando una dimensione temporale indefinita, la così detta “Blue hour”. Le lunghe esposizioni permettono di raffigurare l’evanescenza tra terra e mare. Giorno e notte confluiscono in un’apparente unità fluida, evocando così l’evolversi delle mutazioni, tema centrale del lavoro.
FABRIZIO BELLOMO
(Bari, 1982. Vive e lavora tra Bari e Milano)
Il video di Fabrizio Bellomo mette in mostra una serie di personaggi della periferia barese, dediti alla vendita ambulante di fuochi d’artificio. Si tratta di persone riprese dalla telecamera a loro insaputa, credendo che si tratti di una macchina fotografica; le pose dei personaggi sono dinamiche e l’uso del video è da intendere come strumento di dilatazione dei tempi fotografici, statici e legati all’istante.
RICCARDO CAMPANALE
(Bari, 1980. Vive e lavora a Bari)
“La città è l’unico aspetto del paesaggio che davvero mi interessa; mi guardo intorno e attraverso la fotografia, la interpreto, la faccio mia. La città contemporanea parla dell’uomo che l’ha fatta ed ha un’infinità di cose da dire, spesso spiacevoli. Io mi sforzo di capirne il linguaggio e di raccontarla, la attraverso, mi guardo intorno, ne analizzo la forma e i contrasti e ne ritaglio porzioni cercando di non aggiungere sovrastrutture e senza aspirare ad altro che non sia la visione in se.
Un’immagine riuscita è un’immagine che non va spiegata.”
DAVIDE CASSANO
(Bari, 1981. Vive e lavora a Bari)
Il lavoro di Davide Cassano si concentra sull'analisi dei luoghi da noi abitati e vissuti. Tutta la realtà che ci circonda, così com'è e per come ci appare in modo spontaneo è di per sé un documento importante di noi stessi e per noi stessi e, ad uno sguardo attento e sensibile, tutto può apparire denso e significativo, ricco di particolari interessanti tanto che la fotografia si ferma e si limita a raccontare, senza artifizi che potrebbero migliorare la scena, perché essa è già bella nella sua completezza ed importante in quanto esistente.
MICHELE CERA
(Bari, 1973. Vive e lavora a Bari)
Michele Cera appartiene a quella nuova generazione di autori che si interroga sui mutamenti del territorio, sulla nascita di nuovi paesaggi caratterizzati da un'architettura senza qualità e dall'espandersi incontrollato delle città. Influenzato dalla formazione universitaria di ingegnere edile specializzato in urbanistica, il lavoro di Cera è incentrato sull'analisi del paesaggio contemporaneo e degli insediamenti umani, di cui documenta i segni e le architetture nel tentativo di rappresentare i diversi livelli che intervengono nella definizione del territorio. In questi scatti Cera mostra l’interno di uno dei tanti piccoli edifici abusivi ubicati sul litorale a sud di Bari. Questi edifici vengono utilizzati da immigrati e prostitute come precarie abitazioni e “luoghi di lavoro”. Il giovane fotografo crea una dialettica tra il paesaggio esterno, alla luce del sole, e gli interni sgangherati, nascosti e sconosciuti, con i loro arredi e i loro letti di fortuna.
GIUSEPPE DE MATTIA
(Bari, 1980. Vive e lavora tra Bologna e Bari)
Le fotografie presentate in questa mostra sono immagini impresse nella mia mente ben prima di diventare delle immagini.
Sono i luoghi della mia memoria; i luoghi che vale la pena di “vedere”. Non sono né monumenti e nemmeno convenzionalmente bei posti, ma sono dei “luoghi-filtro” attraverso i quali tutto prende un’altra forma e l’abitudine dello sguardo si trasforma in ostinazione del vedere. Tutte le riprese presentate non fanno parte di una ricerca consapevole, ma di un’osservazione trasversale di quello che si osserva normalmente ma su cui non ci si sofferma mai abbastanza.
MANOLO DI PINO
(Taranto, 1977. Vive e lavora a Milano)
“Ho sentito chiamarla città stato
Città sconfitta
O città dei due mari, più semplice e rilassata come descrizione
Con chi l’ha considerata e la considera una città laboratorio
Si entra a Taranto dalla fabbrica delle nuvole
é così che la immaginavi da bambino fino a che qualcuno non ha avuto il coraggio di dirti
Cosa fosse in realtà
Se chiedi a chi la ama davvero ti dirà che è una signora con il fumo sempre in bocca e con il naso greco
Se chiedi a chi la ama davvero ti dirà con un mezzo sorriso che è stato il salotto degli dei
E con lo stesso sorriso ti dirà che forse un giorno ci torneranno
Senza fretta
Saluti da TA”
PINO MALERBA
(Bari, 1974. Vive e lavora a Bari)
Il lavoro di Pino Malerba nasce da un’esigenza di ricerca spirituale; non si tratta di macabro voyeurismo o della solita provocazione artistica; l’autore si avvicina silenziosamente e con devoto rispetto mentre ritrae un cane investito sul ciglio della strada, intento ad immortalarne l’anima, già pronta, secondo l’autore, ad essere reincarnata. L’immagine è plastica, tesa e ricorda un bassorilievo scultoreo.
Scrive l’autore:
“ Il cane è l'anima.
Il cane ha la stessa necessità dell'uomo.
Il cane riconosce l'anima dell'uomo, è l'uomo che non riconosce l'anima del cane.
Mi chiedo il perchè!
Perchè è abituato ai propri limiti, che rincorrono all'egoismo di sopravvivenza. O forse da troppi impegni quotidiani.
L'anima dell'occidente è la macchina bella, la donna senza anima.
Credo che la spiritualità oggi sia la materia.”
DOMINGO MILELLA
(Bari, 1981. Vive e lavora tra Bari e New York)
Allievo di Massimo Vitali, è vicino alle dinamiche del reportage fotografico; sua prerogativa è l’aver fuso un certo stile mitteleuropeo con quello americano: nelle sue immagini campeggiano, con forza dettagliante, paesaggi urbani dimenticati, spesso alle soglie della stessa vita cittadina.
L’idea di trovare un paesaggio è alla base dell’approccio. Un luogo s’incontra nello stesso modo in cui si trova un interessante pezzo di plastica per terra o una pagina strappata di un libro nell’erba di periferia; i paesaggi di Milella sono stratificati, hanno consumato la loro funzione o la stanno consumando.
“GIOVANE FOTOGRAFIA DI RICERCA IN PUGLIA”
nell'ambito della rassegna “Il Museo e il suo territorio “.
La mostra a cura di Riccardo Campanale, giovane fotografo barese, riunisce nove autori di area pugliese :
Fabio Barile, Fabrizio Bellomo, Riccardo Campanale, Davide Cassano, Michele Cera, Giuseppe de Mattia Manolo Di Pino, Pino Malerba, Domingo Milella.
La mostra “Giovane fotografia di ricerca in Puglia” si inserisce nell'ambito della rassegna “Il Museo e il suo territorio “ con cui, a pari importanza con le mostre internazionali, sondiamo e presentiamo al pubblico le nuove realtà artistiche presenti sul territorio pugliese.
Accomunati da uno stile asciutto e minimale gli autori selezionati rappresentano una realtà oggettiva e rigorosa, nulla è concesso all’immagine ‘cartolina’ della Puglia. Sorprendente l’idea di essenzializzare oggetti, persone, paesaggio, la rappresentazione di una Puglia anomala fatta di silenzi e solitudine, di piccole cose e gesti quotidiani, di tragedie e di sorrisi.
Il linguaggio fotografico come strumento di narrazione per immagini, si pone senza alcun compiacimento e nessuna idea del bello stereotipato, ma racconta un territorio mobile tra cambiamenti sociali naturali e urbani.
Si affaccia con forza una nuova antropologia dell’immagine nella quale il Sud è rappresentato come un luogo d’affezione ma da interpretare in maniera critica, ne consegue un’unica fotografia d’insieme frutto di diversi e anche discordanti punti di vista.
info: dall’8 luglio all’11 settembre 2011.
orario: dal martedì alla domenica ore 18-22
(lunedi chiuso)
per visite guidate: cell.333.2091920.
Fondazione Museo Pino Pascali- tel.080.4249534- segreteria@museopinopascali.it
www.museopinopascali.it
*
FABIO BARILE
(Barletta, 1980. Vive e lavora a Roma)
Among, letteralmente “fra più elementi”, è un progetto di documentazione delle zone costiere italiane soggette a forte erosione. L’alterazione dei delicatissimi equilibri del sistema marino e fluviale sta profilando un nuovo paesaggio fatto di frammenti di strade crollate, scheletri di ponti sospesi, residui di case costruite abusivamente lungo le coste e paesaggi naturali che l’azione del mare ha ormai trasformato, inglobandone la materia e plasmandone le forme. L’azione di Barile mira a evocare questa trasmutazione con immagini realizzate durante il crepuscolo astronomico: il periodo in cui la luce sfuma creando una dimensione temporale indefinita, la così detta “Blue hour”. Le lunghe esposizioni permettono di raffigurare l’evanescenza tra terra e mare. Giorno e notte confluiscono in un’apparente unità fluida, evocando così l’evolversi delle mutazioni, tema centrale del lavoro.
FABRIZIO BELLOMO
(Bari, 1982. Vive e lavora tra Bari e Milano)
Il video di Fabrizio Bellomo mette in mostra una serie di personaggi della periferia barese, dediti alla vendita ambulante di fuochi d’artificio. Si tratta di persone riprese dalla telecamera a loro insaputa, credendo che si tratti di una macchina fotografica; le pose dei personaggi sono dinamiche e l’uso del video è da intendere come strumento di dilatazione dei tempi fotografici, statici e legati all’istante.
RICCARDO CAMPANALE
(Bari, 1980. Vive e lavora a Bari)
“La città è l’unico aspetto del paesaggio che davvero mi interessa; mi guardo intorno e attraverso la fotografia, la interpreto, la faccio mia. La città contemporanea parla dell’uomo che l’ha fatta ed ha un’infinità di cose da dire, spesso spiacevoli. Io mi sforzo di capirne il linguaggio e di raccontarla, la attraverso, mi guardo intorno, ne analizzo la forma e i contrasti e ne ritaglio porzioni cercando di non aggiungere sovrastrutture e senza aspirare ad altro che non sia la visione in se.
Un’immagine riuscita è un’immagine che non va spiegata.”
DAVIDE CASSANO
(Bari, 1981. Vive e lavora a Bari)
Il lavoro di Davide Cassano si concentra sull'analisi dei luoghi da noi abitati e vissuti. Tutta la realtà che ci circonda, così com'è e per come ci appare in modo spontaneo è di per sé un documento importante di noi stessi e per noi stessi e, ad uno sguardo attento e sensibile, tutto può apparire denso e significativo, ricco di particolari interessanti tanto che la fotografia si ferma e si limita a raccontare, senza artifizi che potrebbero migliorare la scena, perché essa è già bella nella sua completezza ed importante in quanto esistente.
MICHELE CERA
(Bari, 1973. Vive e lavora a Bari)
Michele Cera appartiene a quella nuova generazione di autori che si interroga sui mutamenti del territorio, sulla nascita di nuovi paesaggi caratterizzati da un'architettura senza qualità e dall'espandersi incontrollato delle città. Influenzato dalla formazione universitaria di ingegnere edile specializzato in urbanistica, il lavoro di Cera è incentrato sull'analisi del paesaggio contemporaneo e degli insediamenti umani, di cui documenta i segni e le architetture nel tentativo di rappresentare i diversi livelli che intervengono nella definizione del territorio. In questi scatti Cera mostra l’interno di uno dei tanti piccoli edifici abusivi ubicati sul litorale a sud di Bari. Questi edifici vengono utilizzati da immigrati e prostitute come precarie abitazioni e “luoghi di lavoro”. Il giovane fotografo crea una dialettica tra il paesaggio esterno, alla luce del sole, e gli interni sgangherati, nascosti e sconosciuti, con i loro arredi e i loro letti di fortuna.
GIUSEPPE DE MATTIA
(Bari, 1980. Vive e lavora tra Bologna e Bari)
Le fotografie presentate in questa mostra sono immagini impresse nella mia mente ben prima di diventare delle immagini.
Sono i luoghi della mia memoria; i luoghi che vale la pena di “vedere”. Non sono né monumenti e nemmeno convenzionalmente bei posti, ma sono dei “luoghi-filtro” attraverso i quali tutto prende un’altra forma e l’abitudine dello sguardo si trasforma in ostinazione del vedere. Tutte le riprese presentate non fanno parte di una ricerca consapevole, ma di un’osservazione trasversale di quello che si osserva normalmente ma su cui non ci si sofferma mai abbastanza.
MANOLO DI PINO
(Taranto, 1977. Vive e lavora a Milano)
“Ho sentito chiamarla città stato
Città sconfitta
O città dei due mari, più semplice e rilassata come descrizione
Con chi l’ha considerata e la considera una città laboratorio
Si entra a Taranto dalla fabbrica delle nuvole
é così che la immaginavi da bambino fino a che qualcuno non ha avuto il coraggio di dirti
Cosa fosse in realtà
Se chiedi a chi la ama davvero ti dirà che è una signora con il fumo sempre in bocca e con il naso greco
Se chiedi a chi la ama davvero ti dirà con un mezzo sorriso che è stato il salotto degli dei
E con lo stesso sorriso ti dirà che forse un giorno ci torneranno
Senza fretta
Saluti da TA”
PINO MALERBA
(Bari, 1974. Vive e lavora a Bari)
Il lavoro di Pino Malerba nasce da un’esigenza di ricerca spirituale; non si tratta di macabro voyeurismo o della solita provocazione artistica; l’autore si avvicina silenziosamente e con devoto rispetto mentre ritrae un cane investito sul ciglio della strada, intento ad immortalarne l’anima, già pronta, secondo l’autore, ad essere reincarnata. L’immagine è plastica, tesa e ricorda un bassorilievo scultoreo.
Scrive l’autore:
“ Il cane è l'anima.
Il cane ha la stessa necessità dell'uomo.
Il cane riconosce l'anima dell'uomo, è l'uomo che non riconosce l'anima del cane.
Mi chiedo il perchè!
Perchè è abituato ai propri limiti, che rincorrono all'egoismo di sopravvivenza. O forse da troppi impegni quotidiani.
L'anima dell'occidente è la macchina bella, la donna senza anima.
Credo che la spiritualità oggi sia la materia.”
DOMINGO MILELLA
(Bari, 1981. Vive e lavora tra Bari e New York)
Allievo di Massimo Vitali, è vicino alle dinamiche del reportage fotografico; sua prerogativa è l’aver fuso un certo stile mitteleuropeo con quello americano: nelle sue immagini campeggiano, con forza dettagliante, paesaggi urbani dimenticati, spesso alle soglie della stessa vita cittadina.
L’idea di trovare un paesaggio è alla base dell’approccio. Un luogo s’incontra nello stesso modo in cui si trova un interessante pezzo di plastica per terra o una pagina strappata di un libro nell’erba di periferia; i paesaggi di Milella sono stratificati, hanno consumato la loro funzione o la stanno consumando.
08
luglio 2011
Giovane fotografia di ricerca in Puglia
Dall'otto luglio all'undici settembre 2011
fotografia
Location
MUSEO COMUNALE D’ARTE CONTEMPORANEA – PALAZZO PINO PASCALI
Polignano A Mare, Via San Vito, 40, (Bari)
Polignano A Mare, Via San Vito, 40, (Bari)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica ore 18-22 (lunedi chiuso)
Vernissage
8 Luglio 2011, ore 19,30
Autore
Curatore