Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Nicola Bolaffi
Questa personale giunge nell’immediata successione di altri importanti
appuntamenti che hanno visto l’artista impegnato in fronti nazionali e
internazionali. Tra I più significativi ricordiamo la mostra curata da Luca
Beatrice “Alle radici della Democrazia”, la doppia personale a Torino alla
Pow Gallery e Spazio Sansovino “Arte nutrimento dell’anima” curate da
Edoardo di Mauro, la personale presso la galleria TOX’n’CO di Ginevra e la
partecipazione ad Hong Kong e Catania nelle fiere Art Factory e SiciliArte
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Kasia Art Gallery ha il piacere di presentare la mostra personale
dell'artista torinese Nicola Bolaffi.
Questa personale giunge nell'immediata successione di altri importanti
appuntamenti che hanno visto l'artista impegnato in fronti nazionali e
internazionali. Tra I più significativi ricordiamo la mostra curata da Luca
Beatrice "Alle radici della Democrazia", la doppia personale a Torino alla
Pow Gallery e Spazio Sansovino "Arte nutrimento dell'anima" curate da
Edoardo di Mauro, la personale presso la galleria TOX'n'CO di Ginevra e la
partecipazione ad Hong Kong e Catania nelle fiere Art Factory e SiciliArte
.
Prossimamente l'artista proseguirà le sue tappe artistiche a Londra e a
San Pietroburgo. Nel frattempo una sosta nella vivace Stresa era d'obbligo.
TESTO CRITICO
Dopo l'ultima grande invenzione moderna, la fotografia, che libera
l'artista dall'onere di essere l'unico riproduttore della realtà, dando il
via alla fase dell'espressionismo e dell'astrazione, la stagione della
contemporaneità tende all'ambizione di far fuoriuscire l'arte dal suo
classico confine, fosse esso lo spazio pittorico, od il classic
monumentalismo, per invadere lo spazio circostante, esaltando il
procedimento mentale a scapito di quello manuale, con l'arte vista come
evento cerebrale ed immateriale e l'artista come lo sciamano in grado di
"virgolettare" artisticamente l'universo mondo. Dall'antica vocazione alla
rappresentazione mimetica della realtà naturale la pittura è stata in
grado, di recente, di mutare la sua veste narrando con grande capacità
poetica ed evocativa le inquietudini di un mondo in rapida mutazione.
Potrebbe in realtà apparire non del tutto conforme insistere sulla pittura,
se di questa si ha una concezione prioritariamente tesa alla
rappresentazione icastica, in riferimento al dato visivo dell'opera di
Nicola Bolaffi anche se, a mio parere, così non è. La cifra stilistica di
Bolaffi si pone nel sito dell'astrazione, più in generale nel
Territorio dell'aniconico , ma uno studio attento delle complesse
rivoluzioni di linguaggio che mutano il corpo dell'arte lungo il tracciato
della contemporaneità, da fine Ottocento fino alla metà degli anni '70 del
secolo scorso, dimostrano che l'astrazione non persegue un percorso univoco
ma è caratterizzata da un numero estremamente ampio di varianti. Il termine
"astrazione" timologicamente deriva dal latino con il significato di
"trarre via da" o "allontanare" e storicamente è il dato stilistico che
caratterizza in maniera predominante il Novecento a proposito della
negazione di ogni rapporto con gli elementi naturalistici e del confronto
con forme ricavate della realtà. Le premesse dell'Astrattismo si rinvengono
nel Simbolismo che proponeva di guardare alla dimensione interiore
piuttosto che al mondo esterno e nelle proposte dell'Espressionismo intento
a corrompere e deformare la realtà naturale. Il progetto estetico di Nicola
Bolaffi si pone sostanzialmente al crocevia di queste due opzioni,
collocandosi in pieno all'interno della linea predominante dell'Astrazione
italiana, dedita, più che ad un rigorismo geometrico, a penetrare con lo
sguardo la realtà naturale per donarcela nell'essenzialità delle sue line
forza. Quella di Bolaffi è un'astrazione "dolce", dove l'artista si cimenta
in una serie di composizioni ad olio, acrilico o tecnica mista in cui il
tracciato dei segni si pone in una dimensione labirintica , curvilinea o
segmentata proiettandosi verso un orizzonte di geometria "romantica" scevra
da qualsiasi rigidità e dove porzioni di colore dalle tinte tenui ed
evocative, ma talvolta anche timbri più decisi e vitalistici, si incastrano
con precisione gli uni agli altri, in un balletto di pigmenti e di cromie
dove talvolta si insinuano elementi di minimale igurazione ed in cui è
spesso possibile cogliere, tra le righe, il riferimento al dato naturale.
L'artista pone in essere una dialettica tra interno ed esterno: l'occhio
coglie elementi di realtà che vengono introiettati e sublimate nella
dimensione trascendente della composizione secondo un concetto circolare
tipico dell'estetica medievale, non a caso una stagione rigorosamente
anti-naturalista. Quello di Nicola Bolaffi è senza dubbio un
lavorocoraggioso, anche tenendo conto della giovane età dell'artista. Come
ha scritto di recente Mario Perniola, nel suo al solito lungimirante saggio
"Miracoli e traumi della comunicazione": nella nostra fase sociale
caratterizzata dall'invasività di quello strumento, "la comunicazione è
vera perché pone dinanzi ad un fatto, falsa perché adotta tecniche di
esagerazione, manipolazione e mistificazione, finta perché l'aspetto
fantastico vi gioca un ruolo essenziale". Invece di rivolgere la sua
attenzione verso più comode pratiche di divulgazione artistica, in questo
tempo liquido dell'eterno presente, Bolaffi si rende protagonista di
un'azione di segno radicalmente opposto, adottando un linguaggio, quello
astratto, sempre sofferente in un paese come il nostro di cultura cattolica
e controriformista, riuscendo a parlare in maniera efficace del reale senza
su questo appiattirsi, comunicando senza lasciarsi irretire dal flusso
assordante delle false ed effimere informazioni della nostra epoca.
Edoardo Di Mauro, marzo 2011
dell'artista torinese Nicola Bolaffi.
Questa personale giunge nell'immediata successione di altri importanti
appuntamenti che hanno visto l'artista impegnato in fronti nazionali e
internazionali. Tra I più significativi ricordiamo la mostra curata da Luca
Beatrice "Alle radici della Democrazia", la doppia personale a Torino alla
Pow Gallery e Spazio Sansovino "Arte nutrimento dell'anima" curate da
Edoardo di Mauro, la personale presso la galleria TOX'n'CO di Ginevra e la
partecipazione ad Hong Kong e Catania nelle fiere Art Factory e SiciliArte
.
Prossimamente l'artista proseguirà le sue tappe artistiche a Londra e a
San Pietroburgo. Nel frattempo una sosta nella vivace Stresa era d'obbligo.
TESTO CRITICO
Dopo l'ultima grande invenzione moderna, la fotografia, che libera
l'artista dall'onere di essere l'unico riproduttore della realtà, dando il
via alla fase dell'espressionismo e dell'astrazione, la stagione della
contemporaneità tende all'ambizione di far fuoriuscire l'arte dal suo
classico confine, fosse esso lo spazio pittorico, od il classic
monumentalismo, per invadere lo spazio circostante, esaltando il
procedimento mentale a scapito di quello manuale, con l'arte vista come
evento cerebrale ed immateriale e l'artista come lo sciamano in grado di
"virgolettare" artisticamente l'universo mondo. Dall'antica vocazione alla
rappresentazione mimetica della realtà naturale la pittura è stata in
grado, di recente, di mutare la sua veste narrando con grande capacità
poetica ed evocativa le inquietudini di un mondo in rapida mutazione.
Potrebbe in realtà apparire non del tutto conforme insistere sulla pittura,
se di questa si ha una concezione prioritariamente tesa alla
rappresentazione icastica, in riferimento al dato visivo dell'opera di
Nicola Bolaffi anche se, a mio parere, così non è. La cifra stilistica di
Bolaffi si pone nel sito dell'astrazione, più in generale nel
Territorio dell'aniconico , ma uno studio attento delle complesse
rivoluzioni di linguaggio che mutano il corpo dell'arte lungo il tracciato
della contemporaneità, da fine Ottocento fino alla metà degli anni '70 del
secolo scorso, dimostrano che l'astrazione non persegue un percorso univoco
ma è caratterizzata da un numero estremamente ampio di varianti. Il termine
"astrazione" timologicamente deriva dal latino con il significato di
"trarre via da" o "allontanare" e storicamente è il dato stilistico che
caratterizza in maniera predominante il Novecento a proposito della
negazione di ogni rapporto con gli elementi naturalistici e del confronto
con forme ricavate della realtà. Le premesse dell'Astrattismo si rinvengono
nel Simbolismo che proponeva di guardare alla dimensione interiore
piuttosto che al mondo esterno e nelle proposte dell'Espressionismo intento
a corrompere e deformare la realtà naturale. Il progetto estetico di Nicola
Bolaffi si pone sostanzialmente al crocevia di queste due opzioni,
collocandosi in pieno all'interno della linea predominante dell'Astrazione
italiana, dedita, più che ad un rigorismo geometrico, a penetrare con lo
sguardo la realtà naturale per donarcela nell'essenzialità delle sue line
forza. Quella di Bolaffi è un'astrazione "dolce", dove l'artista si cimenta
in una serie di composizioni ad olio, acrilico o tecnica mista in cui il
tracciato dei segni si pone in una dimensione labirintica , curvilinea o
segmentata proiettandosi verso un orizzonte di geometria "romantica" scevra
da qualsiasi rigidità e dove porzioni di colore dalle tinte tenui ed
evocative, ma talvolta anche timbri più decisi e vitalistici, si incastrano
con precisione gli uni agli altri, in un balletto di pigmenti e di cromie
dove talvolta si insinuano elementi di minimale igurazione ed in cui è
spesso possibile cogliere, tra le righe, il riferimento al dato naturale.
L'artista pone in essere una dialettica tra interno ed esterno: l'occhio
coglie elementi di realtà che vengono introiettati e sublimate nella
dimensione trascendente della composizione secondo un concetto circolare
tipico dell'estetica medievale, non a caso una stagione rigorosamente
anti-naturalista. Quello di Nicola Bolaffi è senza dubbio un
lavorocoraggioso, anche tenendo conto della giovane età dell'artista. Come
ha scritto di recente Mario Perniola, nel suo al solito lungimirante saggio
"Miracoli e traumi della comunicazione": nella nostra fase sociale
caratterizzata dall'invasività di quello strumento, "la comunicazione è
vera perché pone dinanzi ad un fatto, falsa perché adotta tecniche di
esagerazione, manipolazione e mistificazione, finta perché l'aspetto
fantastico vi gioca un ruolo essenziale". Invece di rivolgere la sua
attenzione verso più comode pratiche di divulgazione artistica, in questo
tempo liquido dell'eterno presente, Bolaffi si rende protagonista di
un'azione di segno radicalmente opposto, adottando un linguaggio, quello
astratto, sempre sofferente in un paese come il nostro di cultura cattolica
e controriformista, riuscendo a parlare in maniera efficace del reale senza
su questo appiattirsi, comunicando senza lasciarsi irretire dal flusso
assordante delle false ed effimere informazioni della nostra epoca.
Edoardo Di Mauro, marzo 2011
03
luglio 2011
Nicola Bolaffi
Dal 03 al 17 luglio 2011
arte contemporanea
Location
KASIA ART GALLERY
Stresa, Via Edmondo De Amicis, 3, (Verbano-cusio-ossola)
Stresa, Via Edmondo De Amicis, 3, (Verbano-cusio-ossola)
Vernissage
3 Luglio 2011, ore 17.00
Autore
Curatore