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Alberto Zambelli – Il silenzio del senso
La rassegna propone una ventina di opere quasi del tutto inedite, realizzate dall’artista soprattutto nell’ultimo anno: in mostra lavori a tecnica mista su tela e su tavola, vetri dipinti secondo una particolare tecnica segreta, appresa dal nonno Giorgio, notissimo artista veneto e raffinati marmi incisi.
Comunicato stampa
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S’inaugura domenica 26 giugno 2011 alle ore 18.00 alla Galleria Melori & Rosenberg di Venezia, situata nella fascinosa e storica cornice del Campo del Ghetto Novo (Cannaregio 2919), la mostra personale del giovane pittore veneziano Alberto Zambelli, intitolata Il silenzio del senso, che sarà introdotta sul piano critico dall’architetto Marianna Accerboni, curatrice dell’allestimento. La rassegna propone una ventina di opere quasi del tutto inedite, realizzate dall’artista soprattutto nell’ultimo anno: in mostra lavori a tecnica mista su tela e su tavola, vetri dipinti secondo una particolare tecnica segreta, appresa dal nonno Giorgio, notissimo artista veneto e raffinati marmi incisi. Visitabile fino al 6 luglio (orario: da lunedì a venerdì 10.00 - 13.00/ 15.00 - 18.00 - sabato 10 - 13/ sabato pomeriggio e domenica su appuntamento).
I grandi occhi azzurri del pittore Alberto Zambelli - scrive Accerboni - riflettono la consapevolezza di un mondo, come quello a noi contemporaneo, condizionato da scienza e tecnologia, discipline che inducono i giovani come lui a vivere una sorta di disagio culturale ed esistenziale, sulle orme del nichilismo di Nietzsche e, implicitamente, dell’esistenzialismo di Heidegger, di cui Nietzsche fu considerato l’antesignano, così come da alcuni è ritenuto precursore di Freud, perchè inseriva il concetto d’inconscio in tutta la sua filosofia.
In questi tre protagonisti del pensiero consequenziale di fine ‘800 e del novecento affiorano infatti la testimonianza, l’analisi e la denuncia di un male di vivere crescente che, acuito dai pesanti conflitti mondiali del secolo breve, sarebbe sfociato, in ambito artistico, nell’esperienza emozionale dell’espressionismo, manifestatosi in Europa agli inizi del ‘900, quale risposta all’incrinarsi degli ideali umanitari e al conseguente disagio della civiltà.
Ma come uscire dal disagio? Attraverso l’introspezione, l’analisi e il sogno...ed ecco la ricerca freudiana, il simbolismo, il surrealismo e l’accentuarsi dell’idea di vivere intensamente, hic et nunc, per non sentire il male. E in pittura? Mediante il progressivo accentuarsi di una libertà gestuale e figurale, che avrebbe via via condotto all’astrazione e all’informale attraverso un linguaggio pittorico fuori dai canoni consueti.
Zambelli, 31 anni, veneziano doc, sensibilissimo sensore del nostro tempo, è tutto ciò, come artista e come uomo. Ingegnere, pittore e compositore di musica, racconta nelle sue opere il disagio contemporaneo, ma con dolcezza e con speranza, come ci dicono anche i suoi occhi.
La ricerca pittorica si svolge con gusto tonale in una sorta di crescendo pittorico verso la luce, che, dai turbamenti di composizioni quali “L’ospite inquietante” (il nichilismo, appunto), “Il nulla nel deserto del senso”, “Sgretolamento dello spirito” ed “Exit zero”, di valenza informale e materica, caratterizzati da una natura cromatica brillante ma in fondo cupa, si libra verso una sorta di cieli tiepoleschi di raggiunta felicità, quali “Terra senza cielo” e “Nel giardino dei sogni”.
In mezzo a tale pittura emozionale ed emozionante, simbolica e armonica, pur nella denuncia della disarmonia, come in un coup de théâtre, si svela la capacità dell’artista di esprimersi anche nell’ambito di una figurazione lievemente iperrealista - e con ciò coerente con l’indirizzo della Galleria ospitante - che dona un ulteriore momento poetico di riflessione. E che appare particolarmente coinvolgente nell’autoritratto infantile intitolato “Dimensione inconscia”, con gli occhi del piccolo Alberto attoniti dinanzi a un mondo che gli appare già smisurato, dimostrando da parte del pittore una capacità non comune nel saper fondere armoniosamente due linguaggi non affini come l’informale e la figurazione.
Ma le sorprese non finiscono qui: sperimentatore eclettico, sensibile, curioso, Zambelli opera anche nell’ambito dell’oggetto d’arte, creando vetri fascinosi e del tutto originali, secondo una tecnica segreta che mixa diversi tipi di vernici ai metalli, appresa dal nonno paterno.
Artista irrequieto e geniale Giorgio Zambelli, fu infatti apprezzatissimo da personaggi quali il grande pittore surrealista Salvador Dalì e il famoso scienziato spaziale NASA Werner von Braun, per l’invenzione di impasti di colori e metalli trasformati attraverso un bagno chimico in fonti di sorgenti luminose. Da lui, il nipote Alberto ha appreso anche l’antichissima pratica dell’incisione su marmo, alcuni esempi della quale, di grande eleganza formale e valenza tecnica, completano la rassegna, confermando - conclude Accerboni - il giovane artista quale uno dei pochi detentori al mondo di una preziosa conoscenza che parte dal sapere alchemico e, come tale, viene gelosamente custodita e tramandata da secoli per via orale.
La Galleria Melori&Rosenberg, prima galleria d’arte contemporanea del Campo del Ghetto Nuovo, espone arte contemporanea dal 1996: in oltre 15 anni di attività è stata visitata da migliaia di persone di tutto il mondo, tuttora in contatto anche attraverso la newsletter mensile, con cui la galleria divulga le novità e il lavoro dei suoi artisti.
Unica rappresentantie delle opere del maestro Luigi Rocca, uno dei più amati e apprezzati pittori iperrealisti a livello internazionale, espone anche altri artisti contemporanei italiani e internazionali, affermati ed esordienti. Oltre agli originali, di alcuni autori la galleria può fornire riproduzioni su tela a edizione limitata e illimitata, autenticate e firmate.
Tra le mostre curate e allestite vanno menzionate le personali di Luigi Rocca a San Donà di Piave (VE) e al Museo Ebraico di Venezia nel 2004, a San Diego (USA) nel 2005, in galleria nel 2006 e 2009 e a Udine nel 2007; le personali di Lucia Sarto a Venezia nella sala Midrash Leone da Modena e nella sede della galleria (2006-2010); l’importante collettiva Venice - Views on Ghetto (2005), prima mostra organizzata sul Ghetto veneziano, allestita a Venezia al Museo Ebraico e nella storica Sala Midrash Leon da Modena e in seguito esportata a Tel Aviv nella residenza dell’Ambasciatore italiano, ad Haifa e Gerusalemme al Museo U. Nahon; la mostra Oltre il muro (2009) degli artisti Serena Nono e Daniele Bianchi, allestita in collaborazione con l’Istituto Marcianum a Venezia, in galleria e alla Scuola Grande di S. Teodoro, e a Berlino; la mostra Con-sidera De-sidera (2009/ 2010) dell’artista Annalù (presente alla 54° Biennale) alla Chiesa di S. Salvador a Venezia; la collettiva Nello Spazio della Croce (2010) nella Chiesa di San Salvador e nella Chiesa di San Rocco a Venezia;
Alla Galleria è collegata la Casa Editrice Melori&Rosenberg Publisher, che pubblica le monografie degli artisti e i cataloghi delle mostre organizzate.
I grandi occhi azzurri del pittore Alberto Zambelli - scrive Accerboni - riflettono la consapevolezza di un mondo, come quello a noi contemporaneo, condizionato da scienza e tecnologia, discipline che inducono i giovani come lui a vivere una sorta di disagio culturale ed esistenziale, sulle orme del nichilismo di Nietzsche e, implicitamente, dell’esistenzialismo di Heidegger, di cui Nietzsche fu considerato l’antesignano, così come da alcuni è ritenuto precursore di Freud, perchè inseriva il concetto d’inconscio in tutta la sua filosofia.
In questi tre protagonisti del pensiero consequenziale di fine ‘800 e del novecento affiorano infatti la testimonianza, l’analisi e la denuncia di un male di vivere crescente che, acuito dai pesanti conflitti mondiali del secolo breve, sarebbe sfociato, in ambito artistico, nell’esperienza emozionale dell’espressionismo, manifestatosi in Europa agli inizi del ‘900, quale risposta all’incrinarsi degli ideali umanitari e al conseguente disagio della civiltà.
Ma come uscire dal disagio? Attraverso l’introspezione, l’analisi e il sogno...ed ecco la ricerca freudiana, il simbolismo, il surrealismo e l’accentuarsi dell’idea di vivere intensamente, hic et nunc, per non sentire il male. E in pittura? Mediante il progressivo accentuarsi di una libertà gestuale e figurale, che avrebbe via via condotto all’astrazione e all’informale attraverso un linguaggio pittorico fuori dai canoni consueti.
Zambelli, 31 anni, veneziano doc, sensibilissimo sensore del nostro tempo, è tutto ciò, come artista e come uomo. Ingegnere, pittore e compositore di musica, racconta nelle sue opere il disagio contemporaneo, ma con dolcezza e con speranza, come ci dicono anche i suoi occhi.
La ricerca pittorica si svolge con gusto tonale in una sorta di crescendo pittorico verso la luce, che, dai turbamenti di composizioni quali “L’ospite inquietante” (il nichilismo, appunto), “Il nulla nel deserto del senso”, “Sgretolamento dello spirito” ed “Exit zero”, di valenza informale e materica, caratterizzati da una natura cromatica brillante ma in fondo cupa, si libra verso una sorta di cieli tiepoleschi di raggiunta felicità, quali “Terra senza cielo” e “Nel giardino dei sogni”.
In mezzo a tale pittura emozionale ed emozionante, simbolica e armonica, pur nella denuncia della disarmonia, come in un coup de théâtre, si svela la capacità dell’artista di esprimersi anche nell’ambito di una figurazione lievemente iperrealista - e con ciò coerente con l’indirizzo della Galleria ospitante - che dona un ulteriore momento poetico di riflessione. E che appare particolarmente coinvolgente nell’autoritratto infantile intitolato “Dimensione inconscia”, con gli occhi del piccolo Alberto attoniti dinanzi a un mondo che gli appare già smisurato, dimostrando da parte del pittore una capacità non comune nel saper fondere armoniosamente due linguaggi non affini come l’informale e la figurazione.
Ma le sorprese non finiscono qui: sperimentatore eclettico, sensibile, curioso, Zambelli opera anche nell’ambito dell’oggetto d’arte, creando vetri fascinosi e del tutto originali, secondo una tecnica segreta che mixa diversi tipi di vernici ai metalli, appresa dal nonno paterno.
Artista irrequieto e geniale Giorgio Zambelli, fu infatti apprezzatissimo da personaggi quali il grande pittore surrealista Salvador Dalì e il famoso scienziato spaziale NASA Werner von Braun, per l’invenzione di impasti di colori e metalli trasformati attraverso un bagno chimico in fonti di sorgenti luminose. Da lui, il nipote Alberto ha appreso anche l’antichissima pratica dell’incisione su marmo, alcuni esempi della quale, di grande eleganza formale e valenza tecnica, completano la rassegna, confermando - conclude Accerboni - il giovane artista quale uno dei pochi detentori al mondo di una preziosa conoscenza che parte dal sapere alchemico e, come tale, viene gelosamente custodita e tramandata da secoli per via orale.
La Galleria Melori&Rosenberg, prima galleria d’arte contemporanea del Campo del Ghetto Nuovo, espone arte contemporanea dal 1996: in oltre 15 anni di attività è stata visitata da migliaia di persone di tutto il mondo, tuttora in contatto anche attraverso la newsletter mensile, con cui la galleria divulga le novità e il lavoro dei suoi artisti.
Unica rappresentantie delle opere del maestro Luigi Rocca, uno dei più amati e apprezzati pittori iperrealisti a livello internazionale, espone anche altri artisti contemporanei italiani e internazionali, affermati ed esordienti. Oltre agli originali, di alcuni autori la galleria può fornire riproduzioni su tela a edizione limitata e illimitata, autenticate e firmate.
Tra le mostre curate e allestite vanno menzionate le personali di Luigi Rocca a San Donà di Piave (VE) e al Museo Ebraico di Venezia nel 2004, a San Diego (USA) nel 2005, in galleria nel 2006 e 2009 e a Udine nel 2007; le personali di Lucia Sarto a Venezia nella sala Midrash Leone da Modena e nella sede della galleria (2006-2010); l’importante collettiva Venice - Views on Ghetto (2005), prima mostra organizzata sul Ghetto veneziano, allestita a Venezia al Museo Ebraico e nella storica Sala Midrash Leon da Modena e in seguito esportata a Tel Aviv nella residenza dell’Ambasciatore italiano, ad Haifa e Gerusalemme al Museo U. Nahon; la mostra Oltre il muro (2009) degli artisti Serena Nono e Daniele Bianchi, allestita in collaborazione con l’Istituto Marcianum a Venezia, in galleria e alla Scuola Grande di S. Teodoro, e a Berlino; la mostra Con-sidera De-sidera (2009/ 2010) dell’artista Annalù (presente alla 54° Biennale) alla Chiesa di S. Salvador a Venezia; la collettiva Nello Spazio della Croce (2010) nella Chiesa di San Salvador e nella Chiesa di San Rocco a Venezia;
Alla Galleria è collegata la Casa Editrice Melori&Rosenberg Publisher, che pubblica le monografie degli artisti e i cataloghi delle mostre organizzate.
26
giugno 2011
Alberto Zambelli – Il silenzio del senso
Dal 26 giugno al 06 luglio 2011
arte contemporanea
Location
MELORI & ROSENBERG GALLERY
Venezia, Cannaregio, 2919, (Venezia)
Venezia, Cannaregio, 2919, (Venezia)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 10.00 - 13.00/ 15.00 - 18.00 - sabato 10 - 13/ sabato pomeriggio e domenica su appuntamento
Vernissage
26 Giugno 2011, ore 18.00
Autore
Curatore