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08
giugno 2010
“L’arte torna sulla terra”, scrive Michele Trimarchi a
proposito di Outdoor. Con eventi come questa mostra a cielo aperto, l’arte, confinata per
secoli in ermetici e meravigliosi “frigoriferi che conservano, ma non
riescono a trasformare la materia in energia”, irrompe nella vita, si riappropria degli spazi
urbani, cambia il volto della città.
È il popolare quartiere romano
della Garbatella, costruito nel primo ventennio del Novecento sul modello
inglese delle garden city, a farsi palcoscenico di linguaggi d’avanguardia. Quattro
giovani artisti, due italiani e due francesi, hanno tappezzato con mega-stencil
i palazzi dei caratteristici lotti Ater in uno scontro/incontro sulle diverse
tecniche della Poster Art. Fotografi, e videomaker hanno seguito i lavori e ne
raccontano la messa in opera nella mostra allestita al Palladium. A concludere,
sarà realizzato un murales di 150 metri in via dei Magazzini Generali.
Ecco allora Totti e la lupa di Sten & Lex, dove il peculiare utilizzo della
mezza tinta (Hole School) sembra trasformare il manifesto in antica incisione,
dialogare con la Stella grafica di L’Atlas dai chiari rimandi al Kufi, scrittura geometrica di
origine araba legata alla rappresentazione del sacro. E ancora, il volto di Anna
Magnani di JB
Rock, che oscilla
tra riconoscibilità e disintegrazione, confrontarsi con la Donna Rom di C215, dallo stile
grafico intricato e incisivo.
I poster monumentali (fino a 12×26
metri) campeggiano tra via Caffaro, via
Gerolamo Adorno e via Ignazio Persico come simbolo-denuncia dell’inquinamento
visivo “autorizzato” delle nostre metropoli, invase dalla pubblicità. Al tempo
stesso mirano a scardinare la mera equazione fra Street Art e “atti vandalici”.
C’è qui voglia di ridisegnare i connotati al paesaggio
urbano, offrendo una dimensione artistica facilmente fruibile da chiunque e non
soltanto dal pubblico dei luoghi deputati dal sistema dell’arte. Negli ultimi
anni, la Street Art italiana, ormai sdoganata, ha teso a contaminarsi, a essere
brandizzata e/o esposta “al chiuso” in musei e gallerie, minando il suo valore
comunicativo. Orientamento che, secondo Christian Omodeo, curatore della mostra
per NUfactory, “sconvolge
non poco una comunità come quella degli street artist, che si è mossa senza
interessi economici, come garanzia del diritto di critica”. D’altra
parte, non è auspicabile lasciare isolata nelle ristrette logiche di nicchia una
comunità che ha dato alla luce artisti del calibro di Banksy e Blu.
La
soluzione proposta da Outdoor?
Trovare nel
panorama visivo urbano forme adeguate di coesistenza fra
interessi privati e collettivi, senza che questi ultimi siano costretti ad
abdicare ai primi. A differenza di altri progetti promossi in Italia, spiega
Omodeo, con Outdoor “si è dato il via, in collaborazione con le istituzioni, a un dibattito
sul potenziale della Street Art come intervento di decoro urbano in contesti
abitativi”. Un
banco di prova per confrontarsi con le capitali europee che hanno già
sperimentato questo tipo di interventi. Non è più possibile ignorare i segnali
che indicano, quale percorso di crescita culturale, il dialogo con il proprio territorio.
proposito di Outdoor. Con eventi come questa mostra a cielo aperto, l’arte, confinata per
secoli in ermetici e meravigliosi “frigoriferi che conservano, ma non
riescono a trasformare la materia in energia”, irrompe nella vita, si riappropria degli spazi
urbani, cambia il volto della città.
È il popolare quartiere romano
della Garbatella, costruito nel primo ventennio del Novecento sul modello
inglese delle garden city, a farsi palcoscenico di linguaggi d’avanguardia. Quattro
giovani artisti, due italiani e due francesi, hanno tappezzato con mega-stencil
i palazzi dei caratteristici lotti Ater in uno scontro/incontro sulle diverse
tecniche della Poster Art. Fotografi, e videomaker hanno seguito i lavori e ne
raccontano la messa in opera nella mostra allestita al Palladium. A concludere,
sarà realizzato un murales di 150 metri in via dei Magazzini Generali.
Ecco allora Totti e la lupa di Sten & Lex, dove il peculiare utilizzo della
mezza tinta (Hole School) sembra trasformare il manifesto in antica incisione,
dialogare con la Stella grafica di L’Atlas dai chiari rimandi al Kufi, scrittura geometrica di
origine araba legata alla rappresentazione del sacro. E ancora, il volto di Anna
Magnani di JB
Rock, che oscilla
tra riconoscibilità e disintegrazione, confrontarsi con la Donna Rom di C215, dallo stile
grafico intricato e incisivo.
I poster monumentali (fino a 12×26
metri) campeggiano tra via Caffaro, via
Gerolamo Adorno e via Ignazio Persico come simbolo-denuncia dell’inquinamento
visivo “autorizzato” delle nostre metropoli, invase dalla pubblicità. Al tempo
stesso mirano a scardinare la mera equazione fra Street Art e “atti vandalici”.
C’è qui voglia di ridisegnare i connotati al paesaggio
urbano, offrendo una dimensione artistica facilmente fruibile da chiunque e non
soltanto dal pubblico dei luoghi deputati dal sistema dell’arte. Negli ultimi
anni, la Street Art italiana, ormai sdoganata, ha teso a contaminarsi, a essere
brandizzata e/o esposta “al chiuso” in musei e gallerie, minando il suo valore
comunicativo. Orientamento che, secondo Christian Omodeo, curatore della mostra
per NUfactory, “sconvolge
non poco una comunità come quella degli street artist, che si è mossa senza
interessi economici, come garanzia del diritto di critica”. D’altra
parte, non è auspicabile lasciare isolata nelle ristrette logiche di nicchia una
comunità che ha dato alla luce artisti del calibro di Banksy e Blu.
La
soluzione proposta da Outdoor?
Trovare nel
panorama visivo urbano forme adeguate di coesistenza fra
interessi privati e collettivi, senza che questi ultimi siano costretti ad
abdicare ai primi. A differenza di altri progetti promossi in Italia, spiega
Omodeo, con Outdoor “si è dato il via, in collaborazione con le istituzioni, a un dibattito
sul potenziale della Street Art come intervento di decoro urbano in contesti
abitativi”. Un
banco di prova per confrontarsi con le capitali europee che hanno già
sperimentato questo tipo di interventi. Non è più possibile ignorare i segnali
che indicano, quale percorso di crescita culturale, il dialogo con il proprio territorio.
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NUfactory
lori adragna
mostra visitata il 7
maggio 2010
dal 7 maggio al 15 giugno 2010
Outdoor
a cura di Christian Omodeo
Teatro Palladium (e sedi varie alla Garbatella)
Piazza Bartolomeo Romano, 8 – 00154 Roma
Orari: da martedì a domenica ore 16-20
Ingresso libero
Info: tel. +39 0657067761; info@teatro-palladium.it; www.nufactory.it
[exibart]
bello merita un viaggetto a Roma per vederlo dal vivo!!