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09
giugno 2010
fino al 26.VI.2010 Dario Costa / Alessandro Gioiello Torino, Galleria Glance
torino
Riciclano materiali e memorie artistiche. Si guardano alle spalle e pescano dal passato e dall’immondizia. Una bipersonale che mostra due visioni dell’ecologia...
di Stefano Riba
La mostra di Dario
Costa e Alessandro Gioiello è un gioco che comincia dal titolo e prosegue sulle
pareti della Galleria Glance. Traducendo solo le maiuscole, TURN (your) BACK
(on) suona come ‘girati’, ‘torna sui tuoi passi’. Parentesi incluse, diventa
un invito a ‘voltare le spalle’, anche inteso come ‘lavarsene le mani’.
Questo “guardarsi
indietro” è fil rouge che lega i lavori della bipersonale che affianca
due tra i giovani più promettenti nella scena artistica nazionale (e non solo).
L’occhio al passato di Costa e Gioiello coinvolge tanto i materiali quanto i
soggetti dei loro lavori. Voltarsi diventa allora uno sguardo su ciò che l’uomo
si lascia alle spalle, inteso sia come gli scarti che produce che come
patrimonio storico-culturale.
Entrambi gli
artisti utilizzano materiali di scarto (tappi di bottiglia, residui di gomma da
cancellare, lana) per creare lavori che partono da originali di van Gogh, Seurat, Picasso e Fragonard. Detto così
sembrano opere ridicole e puerili, invece il merito dei due artisti è di essere
talmente bravi da far diventare serio il ridicolo, pur mantenendo una buona
dose di simpatica giocosità.
La
Grande-Jatte diventa allora La Grand-Latta.
Rivisitazione di Dario Costa (Sassari, 1977; vive a Sassari e
Milano) del capolavoro puntinista di Seurat, in cui al posto dei puntini ci
sono tappi di bottiglia. La stanza di van Gogh è, invece, realizzata con
i “vermicelli” lasciati dalla gomma da cancellare. Un doppio colpo concettuale
che vede la cancellazione del contenuto della stanza realizzata con il residuo
di gomma. A essere snaturato non è solo il capolavoro dell’artista olandese, ma
anche la funzione di un materiale, che anziché cancellare, crea.
Ready made
sono invece Bar, A e Rip. Disegni
preparatori di insegne al neon che l’artista ha trovato e messo in mostra senza
alcun intervento. L’uso di materiali di scarto diventa metafora del consumismo
e una critica al circuito “uso, consumo e smaltimento” da cui Costa sottrae le
materie prime dei suoi lavori.
Alessandro
Gioiello (Savigliano, Cuneo, 1982; vive a Racconigi, Cuneo) usa
lana polverizzata applicata su superfici di velcro per realizzare copie di
lavori di Picasso (Paul vestito da Arlecchino) e Fragonard
(Un Garçon comme Pierrot e Le Colin-Maillard). Opere che
non sono falsi d’autore, ma indagini sul concetto di identità, sia personale
che storica. Le figure copiate sono come sfocate, in costante ridefinizione
(dopotutto il velcro non è il simbolo dell’attacca-stacca?). Una superficie
mutevole, in cui le figure sono disegnate da una materia instabile come la
polvere di lana intrappolata (ma in maniera precaria) nel velcro.
Anche i
disegni di Gioiello, piccoli capolavori di grafite, sono copie di opere del
passato, cui l’artista aggiunge nasi da clown o lavori, come Col Lier, che si
possono vedere sia dritti che capovolti. Turned, declinando
al participio passato il verbo che dà il titolo a mostra, un invito a voltarsi
e a capovolgere tutto.
Costa e Alessandro Gioiello è un gioco che comincia dal titolo e prosegue sulle
pareti della Galleria Glance. Traducendo solo le maiuscole, TURN (your) BACK
(on) suona come ‘girati’, ‘torna sui tuoi passi’. Parentesi incluse, diventa
un invito a ‘voltare le spalle’, anche inteso come ‘lavarsene le mani’.
Questo “guardarsi
indietro” è fil rouge che lega i lavori della bipersonale che affianca
due tra i giovani più promettenti nella scena artistica nazionale (e non solo).
L’occhio al passato di Costa e Gioiello coinvolge tanto i materiali quanto i
soggetti dei loro lavori. Voltarsi diventa allora uno sguardo su ciò che l’uomo
si lascia alle spalle, inteso sia come gli scarti che produce che come
patrimonio storico-culturale.
Entrambi gli
artisti utilizzano materiali di scarto (tappi di bottiglia, residui di gomma da
cancellare, lana) per creare lavori che partono da originali di van Gogh, Seurat, Picasso e Fragonard. Detto così
sembrano opere ridicole e puerili, invece il merito dei due artisti è di essere
talmente bravi da far diventare serio il ridicolo, pur mantenendo una buona
dose di simpatica giocosità.
La
Grande-Jatte diventa allora La Grand-Latta.
Rivisitazione di Dario Costa (Sassari, 1977; vive a Sassari e
Milano) del capolavoro puntinista di Seurat, in cui al posto dei puntini ci
sono tappi di bottiglia. La stanza di van Gogh è, invece, realizzata con
i “vermicelli” lasciati dalla gomma da cancellare. Un doppio colpo concettuale
che vede la cancellazione del contenuto della stanza realizzata con il residuo
di gomma. A essere snaturato non è solo il capolavoro dell’artista olandese, ma
anche la funzione di un materiale, che anziché cancellare, crea.
Ready made
sono invece Bar, A e Rip. Disegni
preparatori di insegne al neon che l’artista ha trovato e messo in mostra senza
alcun intervento. L’uso di materiali di scarto diventa metafora del consumismo
e una critica al circuito “uso, consumo e smaltimento” da cui Costa sottrae le
materie prime dei suoi lavori.
Alessandro
Gioiello (Savigliano, Cuneo, 1982; vive a Racconigi, Cuneo) usa
lana polverizzata applicata su superfici di velcro per realizzare copie di
lavori di Picasso (Paul vestito da Arlecchino) e Fragonard
(Un Garçon comme Pierrot e Le Colin-Maillard). Opere che
non sono falsi d’autore, ma indagini sul concetto di identità, sia personale
che storica. Le figure copiate sono come sfocate, in costante ridefinizione
(dopotutto il velcro non è il simbolo dell’attacca-stacca?). Una superficie
mutevole, in cui le figure sono disegnate da una materia instabile come la
polvere di lana intrappolata (ma in maniera precaria) nel velcro.
Anche i
disegni di Gioiello, piccoli capolavori di grafite, sono copie di opere del
passato, cui l’artista aggiunge nasi da clown o lavori, come Col Lier, che si
possono vedere sia dritti che capovolti. Turned, declinando
al participio passato il verbo che dà il titolo a mostra, un invito a voltarsi
e a capovolgere tutto.
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dal 20 maggio al 26 giugno 2010
Dario
Costa / Alessandro Gioiello – Turn (your) back (on)
a cura di
Nadia Stepanova
Galleria
Glance
Via San
Massimo 45 (Borgo Nuovo) – 10123 Torino
Orario: da
martedì a sabato ore 15.30-19.30 o su appuntamento
Ingresso
libero
Info: mob. +39
3489249217; info@galleriaglance.com; www.galleriaglance.com
[exibart]