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Marchingegno 9_Cento, Pensiero Biodiverso
“Marchingegno 9_Cento” è una mostra/evento performativo in cui vengono esposti i risultati di un decennale lavoro di ricerca prodotto da Mario Iacomini nello sconfinamento tra diverse aree espressive, “cioè in quegli spazi non mappati dove – come afferma lo stesso autore – i linguaggi possono essere ripensati o possono nascere”. Il lavoro prodotto però non è stato solo esercizio di stile. La ricerca infatti ha inteso coniugare il lavoro sul linguaggio a quello correlato e parallelo di scandaglio e di recupero delle qualità culturali del proprio territorio: la Provincia dell’Aquila.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Esposte opere d'arte fotografica e gastronomica da sabato 4 a venerdì 10 giugno. Inaugurazione con l'autore Mario Iacomini domani alle 18.30 presso la sala espositiva CEDAV in Via Mazzini 99. Contestuale presentazione del libro “Rinascimento del gusto, carovanando tra due mari”, di Palombi Editori
“Marchingegno 9_Cento” è una mostra/evento performativo in cui vengono esposti i risultati di un decennale lavoro di ricerca prodotto da Mario Iacomini nello sconfinamento tra diverse aree espressive, “cioè in quegli spazi non mappati dove - come afferma lo stesso autore - i linguaggi possono essere ripensati o possono nascere”. Il lavoro prodotto però non è stato solo esercizio di stile. La ricerca infatti ha inteso coniugare il lavoro sul linguaggio a quello correlato e parallelo di scandaglio e di recupero delle qualità culturali del proprio territorio: la Provincia dell’Aquila. “Il lavoro Fotografico che riproduce gli antichi mestieri (Padre Lavoro/ La filiera della legna/ Maniscalchi), piuttosto che quello sull’estetica dell’arte gastronomica di cui presenti sono alcuni risultati (le Opere d'Arte Gastronomica Mummificate e le Forme Metamorfiche) – presenti nella mostra – rappresentano, attraverso la ricerca sul Linguaggio, le Forme di un ragionamento nuovo offerto ai territori.” Nell’opera di Iacomini le “memorie” si “dinamizzano” quindi in Nuove Forme, esprimendo con il rinnovamento dei linguaggi e/o la nascita di nuovi, la necessità di abbandonare il dato meramente documentario e folkloristico. La mostra, concepita come una performance in continua mutazione – l'ordinamento degli elementi esposti sarà variabile e anche il catalogo, disponibile solo su internet, prevede una “forma aperta” continuamente aggiornabile - rappresenta un'esperienza di ricerca sul valore e sui significati della “biodiversità culturale” e articolerà al suo interno almeno due eventi performativi curati dallo stesso autore, la cui data di realizzazione è ancora da definire: la proiezione del film Nuvole di luce e la nascita dei nuovi sistemi, che riproduce le immagini catturate da una videocamera “gironVolante” sulle strutture terremotate de l'Aquila, e la proiezione di Contemporaneo passato, reportage di immagini fotografiche sull'evento stesso “nel suo [Auto]prodursi” a Grosseto, che Iacomini realizzerà durante la sua permanenza tra i muri dello Spazio Espositivo, tra le vie e le piazze della città.
L’evento è organizzato e patrocinato dal Cedav, il Centro di Documentazione sulle Arti Visive del Comune di Grosseto, dalla Fondazione Grosseto Cultura e dall'Istituto di Ricerca MondiVivo il quale ha promosso, oltre alla Mostra-Evento Marchingengno 9__Cento, la pubblicazione del volume edito da Palombi. Curato dalla giornalista Marina Silvestri con i contributi introduttivi del neuroscienziato Piergiorgio Strata e del semiologo Paolo Fabbri, “Rinascimento del Gusto…” è un libro d'arte e al tempo stesso un originale saggio/manifesto che presenta alcuni aspetti della complessa e articolata ricerca dello stesso autore sul gusto organolettico e sul concetto di tipico, offrendo al dibattito, contro l’omologazione imperante, nuove proposte per lo sviluppo dei territori. “Il passaggio secondo noi necessario – scrive Iacomini – è quello di far evolvere la Cucina da fatto artigianale a fatto espressivo, all’interno di una concezione nuova del Tipico”. Il nuovo concetto di tipico, secondo l'autore, deve coniugare la possibilità di realizzare prodotti sani e accessibili a tutti, realizzati con i prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento di custodia (cioè tradizionali e legati al territorio) con le istanze di modernità maturate in un contesto di necessaria trasformazione e innovazione, per rimettere in moto il pendolo della cultura che si muove tra la memoria e la nuova forma delle cose. Queste istanze si esprimono attraverso la proposta della cucina come “nuova forma d'arte”:
“La Cucina come nuova forma d'arte”
“Credo che esista una sola grande area nera piena di punti luminosi. Quei punti alcuni li guardano ammirati, altri non se ne curano, altri ancora cercano di unirli per ricercare un percorso. Questi ultimi sono gli artisti e la grande area nera è lo spazio dell'espressione. La Musica, il teatro, il cinema, la danza, la scultura, la pittura, la scrittura, non sono altro che i fili tracciati da chi, con il naso all'insù, vuola sfidare gli dei, offrendo al resto dell'umanità una chiave possibile con la quale Cambiare il mondo. Credo infine che una di queste linee possa essere distinta declinando sapori” Mario Iacomini
La Cucina, come la poesia il cinema o la fotografia (mezzi espressivi praticati da Iacomini), è Arte. Non “arte culinaria” genericamente intesa, né l'arte gastronomica futurista e neanche la “eat art” di Spoerri o di tanti altri artisti visuali che indagano in modo convenzionale la qualità della forma della pietanza cucinata. La Cucina Liberata di Iacomini vuole fondare una nuova estetica gastronomica che vada oltre il “food design” attraverso il riconoscimento che “deve essere il sapore, non altro, lo specifico di linguaggio, la materia linguistica dell’arte culinaria” (“Se la poesia aveva le parole, la musica le note, la fotografia la luce, la pittura i colori, anche la Cucina aveva in sé la materia con cui comunicare: il suo specifico di linguaggio, il sapore”). Articolare sul sapore il lavoro di ricerca sull’estetica vuol dire trascendere dalla sola analisi di linee, volumi, colori, consistenze dei cibi per concentrarsi sulle sue nuove specificità, sulle qualità-concetto (quantità e durata) che definiscono “il possibile profilo della sua Forma. Queste specificità, articolate dal “processo-principio costruttivo del montaggio”, vengono tradotte dall'artista - costruttore di sapori in nuove forme, in veicoli espressivi capaci di elaborare una nuova concezione del “gusto” legata alla categoria del “piacevole”, cioè quella caratteristica – non solo gastronomica ma anche estetica e simbolica – che attrae e seduce il gusto a prescindere dal sapore convenzionalmente “buono”.
Iacomini ha cucinato “Le Nuove Forme del Gusto” per lo sviluppo dei territori. All’interno del ristorante di Tagliacozzo (Aq) Cantina del Brigante, vero e proprio “laboratorio del gusto”, ha basato la sua Cucina sull'indagine della “forma della struttura intima del sapore”, ricavandone nuove tipologie: strutture amorfe, neutri, precipitati, sapori dinamici. I suoi piatti, “Evoluzioni del Tipico”, vere e proprie “opere d'arte sperimentali”, preparati con prodotti autoctoni, sani e genuini, hanno permesso alla produzione agropastorale Biodiversa abruzzese, innanzitutto, di essere inserita all’interno delle dinamiche della produzione culturale più all’avanguardia rivelando inoltre tutto il loro valore espressivo solo nel momento del consumo da parte dei clienti, adeguatamente preparati a utilizzare nuove categorie di analisi per comprendere la percezione del nuovo gusto. Le nuove categorie di analisi sono comprese in una “pedagogia alimentare” (che è “pedagogia dello sviluppo”) , che cerca di rendere condivise e oggettive certe capacità di riconoscimento percettivo ritenute da sempre soggettive o ineffabili, in maniera analoga a ciò che, nell'ambito pittorico, propose Kandinsky col suo testo “Punto, linea, superficie”, finalizzato a comprendere e normalizzare le forme astratte in una vera e propria scienza dell'arte.
Per informazioni è possibile telefonare al numero 0564.488547; fax 0564.413703, cliccare sul sito http://cedav.comune.grosseto.it o scrivere all'indirizzo di posta elettronica cedav@gol.grosseto.it.
Mario Iacomini
Mario Iacomini (Roma, 1966) è attore, Agitatore culturale, fotografo, Costruttore di Sapori, videomaker, pensatore. All’interno del ristorante laboratorio “Cantina del Brigante” di Tagliacozzo ha indagato il rapporto fra Cucina e Arte e cucinato nuove forme del sapore; suo obiettivo è quello di esplorare le zone marginali tra i diversi ambiti dell’espressione – cinema, teatro, musica, arte figurativa – per tracciare nuovi confini espressivi e rinnovare i linguaggi… dell'arte gastronomica.
L'Istituto di ricerche MondiVivo
L'istituto di ricerche MondiVivo nasce nel luglio del 2008 come diretta conseguenza del lavoro prodotto all'interno del centro di ricerca autofinanziato la Cantina del Brigante. Nello stesso anno sigla in collaborazione con il C.U.R.S.A una convenzione con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che ha come oggetto la sperimentazione di azioni innovative per la comunicazione e lo sviluppo dei territori rurali, montani e marginali in generale.
“Marchingegno 9_Cento” è una mostra/evento performativo in cui vengono esposti i risultati di un decennale lavoro di ricerca prodotto da Mario Iacomini nello sconfinamento tra diverse aree espressive, “cioè in quegli spazi non mappati dove - come afferma lo stesso autore - i linguaggi possono essere ripensati o possono nascere”. Il lavoro prodotto però non è stato solo esercizio di stile. La ricerca infatti ha inteso coniugare il lavoro sul linguaggio a quello correlato e parallelo di scandaglio e di recupero delle qualità culturali del proprio territorio: la Provincia dell’Aquila. “Il lavoro Fotografico che riproduce gli antichi mestieri (Padre Lavoro/ La filiera della legna/ Maniscalchi), piuttosto che quello sull’estetica dell’arte gastronomica di cui presenti sono alcuni risultati (le Opere d'Arte Gastronomica Mummificate e le Forme Metamorfiche) – presenti nella mostra – rappresentano, attraverso la ricerca sul Linguaggio, le Forme di un ragionamento nuovo offerto ai territori.” Nell’opera di Iacomini le “memorie” si “dinamizzano” quindi in Nuove Forme, esprimendo con il rinnovamento dei linguaggi e/o la nascita di nuovi, la necessità di abbandonare il dato meramente documentario e folkloristico. La mostra, concepita come una performance in continua mutazione – l'ordinamento degli elementi esposti sarà variabile e anche il catalogo, disponibile solo su internet, prevede una “forma aperta” continuamente aggiornabile - rappresenta un'esperienza di ricerca sul valore e sui significati della “biodiversità culturale” e articolerà al suo interno almeno due eventi performativi curati dallo stesso autore, la cui data di realizzazione è ancora da definire: la proiezione del film Nuvole di luce e la nascita dei nuovi sistemi, che riproduce le immagini catturate da una videocamera “gironVolante” sulle strutture terremotate de l'Aquila, e la proiezione di Contemporaneo passato, reportage di immagini fotografiche sull'evento stesso “nel suo [Auto]prodursi” a Grosseto, che Iacomini realizzerà durante la sua permanenza tra i muri dello Spazio Espositivo, tra le vie e le piazze della città.
L’evento è organizzato e patrocinato dal Cedav, il Centro di Documentazione sulle Arti Visive del Comune di Grosseto, dalla Fondazione Grosseto Cultura e dall'Istituto di Ricerca MondiVivo il quale ha promosso, oltre alla Mostra-Evento Marchingengno 9__Cento, la pubblicazione del volume edito da Palombi. Curato dalla giornalista Marina Silvestri con i contributi introduttivi del neuroscienziato Piergiorgio Strata e del semiologo Paolo Fabbri, “Rinascimento del Gusto…” è un libro d'arte e al tempo stesso un originale saggio/manifesto che presenta alcuni aspetti della complessa e articolata ricerca dello stesso autore sul gusto organolettico e sul concetto di tipico, offrendo al dibattito, contro l’omologazione imperante, nuove proposte per lo sviluppo dei territori. “Il passaggio secondo noi necessario – scrive Iacomini – è quello di far evolvere la Cucina da fatto artigianale a fatto espressivo, all’interno di una concezione nuova del Tipico”. Il nuovo concetto di tipico, secondo l'autore, deve coniugare la possibilità di realizzare prodotti sani e accessibili a tutti, realizzati con i prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento di custodia (cioè tradizionali e legati al territorio) con le istanze di modernità maturate in un contesto di necessaria trasformazione e innovazione, per rimettere in moto il pendolo della cultura che si muove tra la memoria e la nuova forma delle cose. Queste istanze si esprimono attraverso la proposta della cucina come “nuova forma d'arte”:
“La Cucina come nuova forma d'arte”
“Credo che esista una sola grande area nera piena di punti luminosi. Quei punti alcuni li guardano ammirati, altri non se ne curano, altri ancora cercano di unirli per ricercare un percorso. Questi ultimi sono gli artisti e la grande area nera è lo spazio dell'espressione. La Musica, il teatro, il cinema, la danza, la scultura, la pittura, la scrittura, non sono altro che i fili tracciati da chi, con il naso all'insù, vuola sfidare gli dei, offrendo al resto dell'umanità una chiave possibile con la quale Cambiare il mondo. Credo infine che una di queste linee possa essere distinta declinando sapori” Mario Iacomini
La Cucina, come la poesia il cinema o la fotografia (mezzi espressivi praticati da Iacomini), è Arte. Non “arte culinaria” genericamente intesa, né l'arte gastronomica futurista e neanche la “eat art” di Spoerri o di tanti altri artisti visuali che indagano in modo convenzionale la qualità della forma della pietanza cucinata. La Cucina Liberata di Iacomini vuole fondare una nuova estetica gastronomica che vada oltre il “food design” attraverso il riconoscimento che “deve essere il sapore, non altro, lo specifico di linguaggio, la materia linguistica dell’arte culinaria” (“Se la poesia aveva le parole, la musica le note, la fotografia la luce, la pittura i colori, anche la Cucina aveva in sé la materia con cui comunicare: il suo specifico di linguaggio, il sapore”). Articolare sul sapore il lavoro di ricerca sull’estetica vuol dire trascendere dalla sola analisi di linee, volumi, colori, consistenze dei cibi per concentrarsi sulle sue nuove specificità, sulle qualità-concetto (quantità e durata) che definiscono “il possibile profilo della sua Forma. Queste specificità, articolate dal “processo-principio costruttivo del montaggio”, vengono tradotte dall'artista - costruttore di sapori in nuove forme, in veicoli espressivi capaci di elaborare una nuova concezione del “gusto” legata alla categoria del “piacevole”, cioè quella caratteristica – non solo gastronomica ma anche estetica e simbolica – che attrae e seduce il gusto a prescindere dal sapore convenzionalmente “buono”.
Iacomini ha cucinato “Le Nuove Forme del Gusto” per lo sviluppo dei territori. All’interno del ristorante di Tagliacozzo (Aq) Cantina del Brigante, vero e proprio “laboratorio del gusto”, ha basato la sua Cucina sull'indagine della “forma della struttura intima del sapore”, ricavandone nuove tipologie: strutture amorfe, neutri, precipitati, sapori dinamici. I suoi piatti, “Evoluzioni del Tipico”, vere e proprie “opere d'arte sperimentali”, preparati con prodotti autoctoni, sani e genuini, hanno permesso alla produzione agropastorale Biodiversa abruzzese, innanzitutto, di essere inserita all’interno delle dinamiche della produzione culturale più all’avanguardia rivelando inoltre tutto il loro valore espressivo solo nel momento del consumo da parte dei clienti, adeguatamente preparati a utilizzare nuove categorie di analisi per comprendere la percezione del nuovo gusto. Le nuove categorie di analisi sono comprese in una “pedagogia alimentare” (che è “pedagogia dello sviluppo”) , che cerca di rendere condivise e oggettive certe capacità di riconoscimento percettivo ritenute da sempre soggettive o ineffabili, in maniera analoga a ciò che, nell'ambito pittorico, propose Kandinsky col suo testo “Punto, linea, superficie”, finalizzato a comprendere e normalizzare le forme astratte in una vera e propria scienza dell'arte.
Per informazioni è possibile telefonare al numero 0564.488547; fax 0564.413703, cliccare sul sito http://cedav.comune.grosseto.it o scrivere all'indirizzo di posta elettronica cedav@gol.grosseto.it.
Mario Iacomini
Mario Iacomini (Roma, 1966) è attore, Agitatore culturale, fotografo, Costruttore di Sapori, videomaker, pensatore. All’interno del ristorante laboratorio “Cantina del Brigante” di Tagliacozzo ha indagato il rapporto fra Cucina e Arte e cucinato nuove forme del sapore; suo obiettivo è quello di esplorare le zone marginali tra i diversi ambiti dell’espressione – cinema, teatro, musica, arte figurativa – per tracciare nuovi confini espressivi e rinnovare i linguaggi… dell'arte gastronomica.
L'Istituto di ricerche MondiVivo
L'istituto di ricerche MondiVivo nasce nel luglio del 2008 come diretta conseguenza del lavoro prodotto all'interno del centro di ricerca autofinanziato la Cantina del Brigante. Nello stesso anno sigla in collaborazione con il C.U.R.S.A una convenzione con il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che ha come oggetto la sperimentazione di azioni innovative per la comunicazione e lo sviluppo dei territori rurali, montani e marginali in generale.
04
giugno 2011
Marchingegno 9_Cento, Pensiero Biodiverso
Dal 04 al 10 giugno 2011
arte contemporanea
Location
CEDAV – CENTRO PER LE ARTI VISIVE
Grosseto, Via Giuseppe Mazzini, 97, (Grosseto)
Grosseto, Via Giuseppe Mazzini, 97, (Grosseto)
Vernissage
4 Giugno 2011, h 18.30
Editore
PALOMBI