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Breaking News
Foto e i video di dieci autori i cui scatti arrivano dalla Siria al Marocco, attraversando la Palestina, Israele, l’Egitto e l’Iran espingendosi fino al Camerun e al Sudafrica, conduce in un viaggio nell’area africana e mediorientale, in un percorso di oltre cinquanta opere della collezione di fotografia contemporanea della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Comunicato stampa
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Dal Nord’Africa arriva un vento nuovo, un’aria primaverile di rinnovamentosegnata da rivoluzioni e piazze piene di giovani che chiedono al mondo dicambiare. Un’aria di cambiamento che sta coinvolgendo tutto il Mediterraneo.Meditaeuropa 2011 sarà dedicato proprio a questa tematica.
Ad aprire il festival sarà la prestigiosissima mostra fotografica Breaking Newsche raccoglie le foto e i video di dieci autori i cui scatti arrivano dallaSiria al Marocco, attraversando la Palestina, Israele, l’Egitto e l’Iran espingendosi fino al Camerun e al Sudafrica, conduce in un viaggio nell’areaafricana e mediorientale, in un percorso di oltre cinquanta opere dellacollezione di fotografia contemporanea della Fondazione Cassa di Risparmio diModena. La mostra inaugurerà mercoledì 1 giugno alle 18.30 alla chiesa di SanDomenico – Urban Center e rimarrà aperta fino al 26 giugno. Si tratta difotografie che rappresentano realtà al limite del possibile. Bambini soldato,pozzi di petrolio in fiamme, immagini crude ma allo stesso tempo artistiche cheraccontano la vita in paesi lacerati da conflitti socio-culturali profondi. Lericerche dei dieci artisti in mostra richiamano l’attenzione del pubblico sutemi urgenti e quanto mai attuali. Il complicato processo di pace è al centro dellaricerca di molti artisti mediorientali, che delineano i tratti di un territorioa lungo instabile così come la difficile condizione delle popolazioni che viabitano. Le testimonianze dei due profughi palestinesi riportate nel video diWael Shawky, così come gli scatti di Taysir Batniji rimandano a unaquotidianità sospesa e a una condizione esistenziale, prima ancora che socialee politica, fatta di forte precarietà. Le immagini dell’Armenia scattate daHrair Sarkissian scoprono un luogo che non corrisponde più all’immagine idealetrasmessa attraverso il ricordo di chi è partito durante la diaspora, copertoda una fitta coltre di neve come le stesse città da lui ritratte, piùsimili a ruderi sovietici che alla conclamata madre patria. Molte sono leimmagini che si impongono per la loro forza, come i ritratti dei giovanimilitari dell’esercito israeliano di Ahlam Shibli. Vi sono immaginiemblematiche, che in alcuni casi assumono il valore di vere e proprietestimonianze storiche, in altri aprono la strada a riflessioni più ampie,sullo sfondo del complesso rapporto con l’Occidente e di un presentecontrassegnato da profonda instabilità. I collage oleografici dell’iranianaJinoos Taghizadeh sono un monito alla volubilità delle ideologie, sottolineandol’imprevedibilità con cui le idee politiche e le relative implicazioni moralisi possono repentinamente modificare, mentre il video di Mounir Fatmi conducela riflessione sugli estremismi religiosi che da anni investono trasversalmentediversi paesi dell’area mediorientale, contrapponendo all’attuale modellosociale e politico basato sulla violenza, il potere universale della cultura.Se le fotografie di Yto Barrada restituiscono l’atmosfera di attesa che permeale strade di Tangeri – luogo di passaggio per chi cerca di imbarcarsi versol’Europa – altre opere in mostra spingono a soffermarsi sui pregiudizi spessoassociati a questa porzione di mondo, come il video di Goddy Leye che riprendela famosa canzone degli anni ottanta “We are the world” per ricordare chel’Africa non è solo il ritratto sofferente costruito nel tempo dalle campagneumanitarie occidentali ma un territorio ricco di cultura e di paridignità.
Il programma di Meditaeuropa prosegue la settimana seguente con diversiincontri, musica e teatro, ospitando testimoni chiave dei mutamenti avvenutinel Mediterraneo negli ultimi decenni.
Il 10 giugno alla Libreria Feltrinelli alle 18.30 sarà ospite Amara Lakhous, scrittore nato inAlgeria e residente a Roma. Dopo il successo di Scontro di civiltà per unascensore a piazza Vittorio, Lakhous è tornato con la riscrittura in italianodel suo primo romanzo Un pirata piccolo piccolo, storia di un giovane impiegatodi posta che vive nella Algeri sconvolta dal terrorismo e dall’estremismoislamico degli anni ’90. Lakhous sarà intervistato da Luca Cortesi diMeditaeuropa in una serata che sarà un’occasione per discutere di migrazioni,stereotipi, contaminazione linguistica, ma anche riflettere sugli ultimiavvenimenti che riguardano il Mediterraneo.
Lo spettacolo Nessuno può coprire l’ombra della compagnia senegalese TakkuLigey Théâtre, realizzato in collaborazione con il Ravenna Festival, andrà inscena il 13 giugno alle 21 al Teatro Rasi e replicato al CISIM di Lido Adrianodal 14 al 19. La regia è di Mandiaye N’Diaye attore noto a molti ravennati perla lunga collaborazione con il Teatro delle Albe. Oggi N’Diaye è tornato inSenegal dove ha messo in scena il testo di Marco Martinelli sulle favole dell’anticatradizione wolof con i ragazzi del suo villaggio. Lo spettacolo, a venti annidal suo primo allestimento, porta il pubblico nel cuore del Senegal attraversole percussioni e un palco scenico che diventa cortile africano su cui simuovono tre giovani attori di Takku Ligey: Abdou Lakhat Fall, Moussa Gning eMor N’Diaye.
Martedì 14 giugno alle 18.30 SvetlanaBroz, medico e scrittrice, nonché nipote del generale Tito,parlerà de I giusti nel tempo del male, libro in cui ha raccolto durante laterribile guerra jugoslava le storie di coloro che, al di là di differenzeetniche e religiose, hanno agito da giusti, aiutando le persone che ne avevanobisogno. Sono donne, uomini, ragazzi, che seppero dire di no nel momento in cuiquesto era più scomodo e difficile, anche a costo della vita. Gente comune conun cuore straordinario, eroi veri di una storia vera. L’incontro saràintrodotto da Andrea Canevaro, docente di Pedagogia all’Università di Bologna edall’interprete Oghi Tomic, traduttore del libro.
Kamel Riahi, blogger e giornalista che attraverso internet è stata una dellevoci determinanti della rivoluzione tunisina, sarà a Ravenna venerdì 17 giugnoalle 18.30 alla libreria Feltrinelli per l’incontro Una notte in Tunisiaintrodotto da Marcella Montanari di Meditaeuropa. La cronaca di Riahi sulla rivoltain Tunisia è stata la prima a varcare i confini ed essere pubblicata sul NewYork Times. Blog e social network hanno improvvisamente inaugurato un mododiverso dai media tradizionali di raccontare conflitti e rivolte, inoltre sonoapparsi come importante strumento di mobilitazione nelle rivolte in Nord Africae Medio Oriente. Riahi racconterà la sua esperienza e l’importanza effettiva diquesti nuovi media nelle zone calde del Mediterraneo. Sarà un’occasione raraper capire da dentro cosa sta succedendo in Nord Africa e il ruolo crucialedelle giovani generazioni in questi mutamenti radicali.
La Lucania e le sue musiche faranno ballare venerdì 17 giugno al BagnoKuta di Punta Marina Terme. Dopo la cena salentina che si terrà alle 19.30,seguirà alle 21 il concerto del gruppo AnticheFerrovie Calabro-Lucane che agiteranno gli animi con illoro folklore suonato con gli strumenti dell’ “usu anticu” e i suoni del mondocontadino e pastorale. Il gruppo si fonda sulla suggestione del viaggioperiferico, rurale, minore delle littorine, i trenini a scartamento ridottodelle ferrovie regionali Calabro-Lucane eseguendo un repertorio affascinante epoco conosciuto che è quello delle montagne al centro della Calabria: dallo Zomero,alle Serre, alla Sila. Gli strumenti sono necessariamente quelli del mondocontadino e pastorale di quest’area: zampogna a chiave, ciaramella, lira,chitarra battente, rullante e grancassa. Il sound è antico, evocativo econtemporaneamente divertente e coinvolgente.
La maratona culturale di Meditaeuropa 2011 si concluderà venerdì 24 giugno allostabilimento Hana-Bi di Marina di Ravenna alle 21 all’insegna dello sport piùgiocato e amato del Mediterraneo: il calcio. Il giornalista di Repubblica e RadioCapital Emilio Marresee il giornalista del Corriere di Ravenna CarmeloDomini presenteranno i loro libri La rosa di fuoco e Madridexpress, entrambi permeati dal gioco del calcio, nell’incontro “Il Mediterraneonel pallone” moderato da Alberto Mazzotti della cooperativa di giornalistiAleph. I personaggi dei romanzi di Domini e Marrese si muovono in contesti eavventure molto diverse, ma con un motivo comune: il calcio e la Spagna vistacon gli occhi di due giornalisti italiani innamorati di quella terra. Madrid eBarcellona. 1982 e 1937. Il Mundial e la guerra civile. Da un lato il raccontodi una storia quasi sconosciuta: il Barça nei mesi tragici della guerra civilee della vittoria franchista, la fuga in Messico per la salvezza della propriavita e della propria identità. Dall’altra l’immagine dell’Italia campione delmondo, metafora di un'italianità vincente entrata a far parte della nostramemoria collettiva. L'Italia di ieri per capire il declino di oggi.
Ad aprire il festival sarà la prestigiosissima mostra fotografica Breaking Newsche raccoglie le foto e i video di dieci autori i cui scatti arrivano dallaSiria al Marocco, attraversando la Palestina, Israele, l’Egitto e l’Iran espingendosi fino al Camerun e al Sudafrica, conduce in un viaggio nell’areaafricana e mediorientale, in un percorso di oltre cinquanta opere dellacollezione di fotografia contemporanea della Fondazione Cassa di Risparmio diModena. La mostra inaugurerà mercoledì 1 giugno alle 18.30 alla chiesa di SanDomenico – Urban Center e rimarrà aperta fino al 26 giugno. Si tratta difotografie che rappresentano realtà al limite del possibile. Bambini soldato,pozzi di petrolio in fiamme, immagini crude ma allo stesso tempo artistiche cheraccontano la vita in paesi lacerati da conflitti socio-culturali profondi. Lericerche dei dieci artisti in mostra richiamano l’attenzione del pubblico sutemi urgenti e quanto mai attuali. Il complicato processo di pace è al centro dellaricerca di molti artisti mediorientali, che delineano i tratti di un territorioa lungo instabile così come la difficile condizione delle popolazioni che viabitano. Le testimonianze dei due profughi palestinesi riportate nel video diWael Shawky, così come gli scatti di Taysir Batniji rimandano a unaquotidianità sospesa e a una condizione esistenziale, prima ancora che socialee politica, fatta di forte precarietà. Le immagini dell’Armenia scattate daHrair Sarkissian scoprono un luogo che non corrisponde più all’immagine idealetrasmessa attraverso il ricordo di chi è partito durante la diaspora, copertoda una fitta coltre di neve come le stesse città da lui ritratte, piùsimili a ruderi sovietici che alla conclamata madre patria. Molte sono leimmagini che si impongono per la loro forza, come i ritratti dei giovanimilitari dell’esercito israeliano di Ahlam Shibli. Vi sono immaginiemblematiche, che in alcuni casi assumono il valore di vere e proprietestimonianze storiche, in altri aprono la strada a riflessioni più ampie,sullo sfondo del complesso rapporto con l’Occidente e di un presentecontrassegnato da profonda instabilità. I collage oleografici dell’iranianaJinoos Taghizadeh sono un monito alla volubilità delle ideologie, sottolineandol’imprevedibilità con cui le idee politiche e le relative implicazioni moralisi possono repentinamente modificare, mentre il video di Mounir Fatmi conducela riflessione sugli estremismi religiosi che da anni investono trasversalmentediversi paesi dell’area mediorientale, contrapponendo all’attuale modellosociale e politico basato sulla violenza, il potere universale della cultura.Se le fotografie di Yto Barrada restituiscono l’atmosfera di attesa che permeale strade di Tangeri – luogo di passaggio per chi cerca di imbarcarsi versol’Europa – altre opere in mostra spingono a soffermarsi sui pregiudizi spessoassociati a questa porzione di mondo, come il video di Goddy Leye che riprendela famosa canzone degli anni ottanta “We are the world” per ricordare chel’Africa non è solo il ritratto sofferente costruito nel tempo dalle campagneumanitarie occidentali ma un territorio ricco di cultura e di paridignità.
Il programma di Meditaeuropa prosegue la settimana seguente con diversiincontri, musica e teatro, ospitando testimoni chiave dei mutamenti avvenutinel Mediterraneo negli ultimi decenni.
Il 10 giugno alla Libreria Feltrinelli alle 18.30 sarà ospite Amara Lakhous, scrittore nato inAlgeria e residente a Roma. Dopo il successo di Scontro di civiltà per unascensore a piazza Vittorio, Lakhous è tornato con la riscrittura in italianodel suo primo romanzo Un pirata piccolo piccolo, storia di un giovane impiegatodi posta che vive nella Algeri sconvolta dal terrorismo e dall’estremismoislamico degli anni ’90. Lakhous sarà intervistato da Luca Cortesi diMeditaeuropa in una serata che sarà un’occasione per discutere di migrazioni,stereotipi, contaminazione linguistica, ma anche riflettere sugli ultimiavvenimenti che riguardano il Mediterraneo.
Lo spettacolo Nessuno può coprire l’ombra della compagnia senegalese TakkuLigey Théâtre, realizzato in collaborazione con il Ravenna Festival, andrà inscena il 13 giugno alle 21 al Teatro Rasi e replicato al CISIM di Lido Adrianodal 14 al 19. La regia è di Mandiaye N’Diaye attore noto a molti ravennati perla lunga collaborazione con il Teatro delle Albe. Oggi N’Diaye è tornato inSenegal dove ha messo in scena il testo di Marco Martinelli sulle favole dell’anticatradizione wolof con i ragazzi del suo villaggio. Lo spettacolo, a venti annidal suo primo allestimento, porta il pubblico nel cuore del Senegal attraversole percussioni e un palco scenico che diventa cortile africano su cui simuovono tre giovani attori di Takku Ligey: Abdou Lakhat Fall, Moussa Gning eMor N’Diaye.
Martedì 14 giugno alle 18.30 SvetlanaBroz, medico e scrittrice, nonché nipote del generale Tito,parlerà de I giusti nel tempo del male, libro in cui ha raccolto durante laterribile guerra jugoslava le storie di coloro che, al di là di differenzeetniche e religiose, hanno agito da giusti, aiutando le persone che ne avevanobisogno. Sono donne, uomini, ragazzi, che seppero dire di no nel momento in cuiquesto era più scomodo e difficile, anche a costo della vita. Gente comune conun cuore straordinario, eroi veri di una storia vera. L’incontro saràintrodotto da Andrea Canevaro, docente di Pedagogia all’Università di Bologna edall’interprete Oghi Tomic, traduttore del libro.
Kamel Riahi, blogger e giornalista che attraverso internet è stata una dellevoci determinanti della rivoluzione tunisina, sarà a Ravenna venerdì 17 giugnoalle 18.30 alla libreria Feltrinelli per l’incontro Una notte in Tunisiaintrodotto da Marcella Montanari di Meditaeuropa. La cronaca di Riahi sulla rivoltain Tunisia è stata la prima a varcare i confini ed essere pubblicata sul NewYork Times. Blog e social network hanno improvvisamente inaugurato un mododiverso dai media tradizionali di raccontare conflitti e rivolte, inoltre sonoapparsi come importante strumento di mobilitazione nelle rivolte in Nord Africae Medio Oriente. Riahi racconterà la sua esperienza e l’importanza effettiva diquesti nuovi media nelle zone calde del Mediterraneo. Sarà un’occasione raraper capire da dentro cosa sta succedendo in Nord Africa e il ruolo crucialedelle giovani generazioni in questi mutamenti radicali.
La Lucania e le sue musiche faranno ballare venerdì 17 giugno al BagnoKuta di Punta Marina Terme. Dopo la cena salentina che si terrà alle 19.30,seguirà alle 21 il concerto del gruppo AnticheFerrovie Calabro-Lucane che agiteranno gli animi con illoro folklore suonato con gli strumenti dell’ “usu anticu” e i suoni del mondocontadino e pastorale. Il gruppo si fonda sulla suggestione del viaggioperiferico, rurale, minore delle littorine, i trenini a scartamento ridottodelle ferrovie regionali Calabro-Lucane eseguendo un repertorio affascinante epoco conosciuto che è quello delle montagne al centro della Calabria: dallo Zomero,alle Serre, alla Sila. Gli strumenti sono necessariamente quelli del mondocontadino e pastorale di quest’area: zampogna a chiave, ciaramella, lira,chitarra battente, rullante e grancassa. Il sound è antico, evocativo econtemporaneamente divertente e coinvolgente.
La maratona culturale di Meditaeuropa 2011 si concluderà venerdì 24 giugno allostabilimento Hana-Bi di Marina di Ravenna alle 21 all’insegna dello sport piùgiocato e amato del Mediterraneo: il calcio. Il giornalista di Repubblica e RadioCapital Emilio Marresee il giornalista del Corriere di Ravenna CarmeloDomini presenteranno i loro libri La rosa di fuoco e Madridexpress, entrambi permeati dal gioco del calcio, nell’incontro “Il Mediterraneonel pallone” moderato da Alberto Mazzotti della cooperativa di giornalistiAleph. I personaggi dei romanzi di Domini e Marrese si muovono in contesti eavventure molto diverse, ma con un motivo comune: il calcio e la Spagna vistacon gli occhi di due giornalisti italiani innamorati di quella terra. Madrid eBarcellona. 1982 e 1937. Il Mundial e la guerra civile. Da un lato il raccontodi una storia quasi sconosciuta: il Barça nei mesi tragici della guerra civilee della vittoria franchista, la fuga in Messico per la salvezza della propriavita e della propria identità. Dall’altra l’immagine dell’Italia campione delmondo, metafora di un'italianità vincente entrata a far parte della nostramemoria collettiva. L'Italia di ieri per capire il declino di oggi.
01
giugno 2011
Breaking News
Dal primo al 26 giugno 2011
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
EX CHIESA DI SAN DOMENICO – URBAN CENTER
Ravenna, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 1, (Ravenna)
Ravenna, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 1, (Ravenna)
Vernissage
1 Giugno 2011, ore 18.30
Sito web
www.meditaeuropa.eu