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Fabio Orlanducci – Ho*me
L’artista presenta, a meno di due anni di distanza un nuovo lavoro, riprendendo quell’indagine sulla realtà appartenente all’arte contemporanea che era già nel titolo del suo prima esposizione:’ Chandni Chowk from eight to ten o’clock.
Comunicato stampa
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L’artista presenta, a meno di due anni di distanza un nuovo lavoro, riprendendo quell’indagine sulla realtà appartenente all’arte contemporanea che era già nel titolo del suo prima esposizione:’ Chandni Chowk from eight to ten o’clock.
Qui la realtà è una serie di sei oggetti iperfamiliari: un tavolaccio, una porta, un armadio, due cassetti capovolti, una scala e un piccolo tavolo. Disegni a gesso, grafite, matita d’argento, riprodotti e ingranditi su tela, su cui ancora l’autore interviene creando un terzo slittamento paradossale. Un corpo di lavori selezionati che continua l’esplorazione nel territorio filosofico creato tra i confini di pittura e fotografia, attraverso uno stretto rapporto tra nuovi e vecchi media. Alla fotografia è quindi lasciata la funzione di riproduzione e cambiamento di scala.
Lo specchio di Alice è qui la lente fotografica tra cui è passato il disegno originale che, cambiando dal piccolo al grande, slitta attraverso le categorie di dimensione, superficie, corpo. Come tutti i lavori ben riusciti (con una bella idea e uno svolgimento complicato il giusto), questo sfugge alle argomentazioni di coloro che lo vogliono decifrare e incasellare nel movimento postconcettuale o nel postmoderno. Il procedimento creativo, l’uso intrecciato di diversi media produce frammentazione dell’immagine. Il rimpicciolire, l’ingrandire, ma potremmo dire l’arrossire o il verdeggiare: tavoli di non definibile dimensione su cui si disegnano tazze di definibile dimensione, armadi aperti sormontati da case e panorami, porte aperte che diventano giochi infantili. In due parole: tutto questo slittamento e sovrapporsi di piani che non vediamo immediatamente, forse trasparenti, il crescere o rimpicciolire crea mappe fortuite e apparentemente semplicissime, oggetti-luoghi paradossi che sono i nostri oggetti quotidiani, la nostra casa. Il nostro appartenerci. Come un aiku inventato: ho*me.
Qui la realtà è una serie di sei oggetti iperfamiliari: un tavolaccio, una porta, un armadio, due cassetti capovolti, una scala e un piccolo tavolo. Disegni a gesso, grafite, matita d’argento, riprodotti e ingranditi su tela, su cui ancora l’autore interviene creando un terzo slittamento paradossale. Un corpo di lavori selezionati che continua l’esplorazione nel territorio filosofico creato tra i confini di pittura e fotografia, attraverso uno stretto rapporto tra nuovi e vecchi media. Alla fotografia è quindi lasciata la funzione di riproduzione e cambiamento di scala.
Lo specchio di Alice è qui la lente fotografica tra cui è passato il disegno originale che, cambiando dal piccolo al grande, slitta attraverso le categorie di dimensione, superficie, corpo. Come tutti i lavori ben riusciti (con una bella idea e uno svolgimento complicato il giusto), questo sfugge alle argomentazioni di coloro che lo vogliono decifrare e incasellare nel movimento postconcettuale o nel postmoderno. Il procedimento creativo, l’uso intrecciato di diversi media produce frammentazione dell’immagine. Il rimpicciolire, l’ingrandire, ma potremmo dire l’arrossire o il verdeggiare: tavoli di non definibile dimensione su cui si disegnano tazze di definibile dimensione, armadi aperti sormontati da case e panorami, porte aperte che diventano giochi infantili. In due parole: tutto questo slittamento e sovrapporsi di piani che non vediamo immediatamente, forse trasparenti, il crescere o rimpicciolire crea mappe fortuite e apparentemente semplicissime, oggetti-luoghi paradossi che sono i nostri oggetti quotidiani, la nostra casa. Il nostro appartenerci. Come un aiku inventato: ho*me.
07
giugno 2011
Fabio Orlanducci – Ho*me
Dal 07 giugno al primo luglio 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL CORTILE E ARCHIVIO SANTE MONACHESI
Roma, Via Del Babuino, 51, (Roma)
Roma, Via Del Babuino, 51, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 15,30-19,30
Vernissage
7 Giugno 2011, ore 18,00
Autore
Curatore