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Davide Brambati – La Porta del Cielo
La consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre umane sofferenze ci spinge a cercare di recuperare l’armonia tra noi stessi e il mondo che ci circonda. Contemplando la natura non solo è possibile vivere momenti di riconciliazione spirituale, ma si comprende anche che ogni suo essere è vivente e unico, e contribuisce a formare il corpo universale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Questa mostra riassume in chiave fotografica un percorso filosofico e spirituale personale
iniziato tanti anni fa e che in tutto questo tempo si è sviluppato attraverso varie fasi.
La consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre umane sofferenze ci spinge a cercare
di recuperare l’armonia tra noi stessi e il mondo che ci circonda. Contemplando la natura
non solo è possibile vivere momenti di riconciliazione spirituale, ma si comprende anche
che ogni suo essere è vivente e unico, e contribuisce a formare il corpo universale. Ma
tutto questo non basta, perchè la nostra realtà quotidiana è caratterizzata da una continua
dinamica di eventi che si concatenano e si intrecciano tra loro; e in una dimensione
incessantemente mutevole viene da chiedersi quale sia l’identità di ogni singolo fenomeno.
Ecco perchè è necessario comprendere che oltre la materia esiste per forza anche una
dimensione ontologica, senza spazio e senza tempo, nella quale dimora l’essenza,
l’identità, il valore, il significato primo e ultimo di ogni cosa, e che la materia, destinata a
mutare e a morire, è la vera illusione, dietro il cui velo rimane nascosta l’essenza vera
di tutte le cose: la filosofia neoplatonica attesta e sancisce l’esistenza dell’al di là oltre la materia: la dimensione dell’anima. Ma è necessario capire che questo mondo metafisico
non è solo un contenitore ontologico di verità ideali, è soprattutto realtà vivente. Che
l’anima e i valori universali non sono volontà o concetti puri, ma entità. La riflessione non
può più dunque rimanere confinata sul piano filosofico, deve necessariamente rivestirsi di
materia teologica.
La Porta del Cielo riprende la riflessione iniziata con la mostra I luoghi di Schumann,
esposta nel luglio 2009 nello stesso portale, e ne ripropone un estratto nella sezione di
ingresso: contemplando la natura essa ci appare con le sue forme quasi soprannaturali,
e l’illusione della materia diventa visione. Una successiva parentesi allegorica - la
rappresentazione semplice della creazione del mondo rapportata al buio del dolore
interiore umano - prelude una riflessione sul significato della storia, della memoria, e sul
senso dello spazio e del tempo. La sezione finale, separata dal resto della mostra con un
velo allegorico, narra la contemplazione della natura vivente che manifesta i suoi simboli
eterni e apre un passaggio mistico per oltrepassare il velo. E attraverso questo passaggio appare la Porta del Cielo, che tende la sua mano per dissipare ogni illusione e guidarci
nel cammino verso Dio.
Tecniche.
Le fotografie in bianco e nero sono state realizzate in tecnica manuale con fotocamera
reflex Minolta X-300 munita di obiettivo 28 mm o 50 mm e filtro artigianale, su pellicole
negativo bianco e nero. Le fotografie a colori sono state realizzate in tecnica manuale con
fotocamera reflex Haking o fotocamera reflex Minolta X-300 munita di obiettivo 50 mm, su
pellicole colore, oppure con fotocamere digitali Olympus C-720 e HP Photosmart M525.
L’autore
Davide Brambati è nato a Milano nel 1973 e attualmente vive in provincia di Rimini. E’
ingegnere elettronico, ma dal 2007 ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla fotografia,
anche grazie alle conoscenze di ottica acquisite con gli studi universitari. Ha frequentato
due laboratori e presentato alcune mostre, fra cui cinque personali in cui ha sviluppato
temi di ordine filosofico e per le quali ha iniziato a sperimentare, attraverso alcune tecniche di rappresentazione fotografica, un particolare linguaggio per comunicare non tanto dei sentimenti quanto una visione trascendente della realtà, frutto di un percorso interiore e
che dura da quasi tutta la vita.
iniziato tanti anni fa e che in tutto questo tempo si è sviluppato attraverso varie fasi.
La consapevolezza dei nostri limiti e delle nostre umane sofferenze ci spinge a cercare
di recuperare l’armonia tra noi stessi e il mondo che ci circonda. Contemplando la natura
non solo è possibile vivere momenti di riconciliazione spirituale, ma si comprende anche
che ogni suo essere è vivente e unico, e contribuisce a formare il corpo universale. Ma
tutto questo non basta, perchè la nostra realtà quotidiana è caratterizzata da una continua
dinamica di eventi che si concatenano e si intrecciano tra loro; e in una dimensione
incessantemente mutevole viene da chiedersi quale sia l’identità di ogni singolo fenomeno.
Ecco perchè è necessario comprendere che oltre la materia esiste per forza anche una
dimensione ontologica, senza spazio e senza tempo, nella quale dimora l’essenza,
l’identità, il valore, il significato primo e ultimo di ogni cosa, e che la materia, destinata a
mutare e a morire, è la vera illusione, dietro il cui velo rimane nascosta l’essenza vera
di tutte le cose: la filosofia neoplatonica attesta e sancisce l’esistenza dell’al di là oltre la materia: la dimensione dell’anima. Ma è necessario capire che questo mondo metafisico
non è solo un contenitore ontologico di verità ideali, è soprattutto realtà vivente. Che
l’anima e i valori universali non sono volontà o concetti puri, ma entità. La riflessione non
può più dunque rimanere confinata sul piano filosofico, deve necessariamente rivestirsi di
materia teologica.
La Porta del Cielo riprende la riflessione iniziata con la mostra I luoghi di Schumann,
esposta nel luglio 2009 nello stesso portale, e ne ripropone un estratto nella sezione di
ingresso: contemplando la natura essa ci appare con le sue forme quasi soprannaturali,
e l’illusione della materia diventa visione. Una successiva parentesi allegorica - la
rappresentazione semplice della creazione del mondo rapportata al buio del dolore
interiore umano - prelude una riflessione sul significato della storia, della memoria, e sul
senso dello spazio e del tempo. La sezione finale, separata dal resto della mostra con un
velo allegorico, narra la contemplazione della natura vivente che manifesta i suoi simboli
eterni e apre un passaggio mistico per oltrepassare il velo. E attraverso questo passaggio appare la Porta del Cielo, che tende la sua mano per dissipare ogni illusione e guidarci
nel cammino verso Dio.
Tecniche.
Le fotografie in bianco e nero sono state realizzate in tecnica manuale con fotocamera
reflex Minolta X-300 munita di obiettivo 28 mm o 50 mm e filtro artigianale, su pellicole
negativo bianco e nero. Le fotografie a colori sono state realizzate in tecnica manuale con
fotocamera reflex Haking o fotocamera reflex Minolta X-300 munita di obiettivo 50 mm, su
pellicole colore, oppure con fotocamere digitali Olympus C-720 e HP Photosmart M525.
L’autore
Davide Brambati è nato a Milano nel 1973 e attualmente vive in provincia di Rimini. E’
ingegnere elettronico, ma dal 2007 ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla fotografia,
anche grazie alle conoscenze di ottica acquisite con gli studi universitari. Ha frequentato
due laboratori e presentato alcune mostre, fra cui cinque personali in cui ha sviluppato
temi di ordine filosofico e per le quali ha iniziato a sperimentare, attraverso alcune tecniche di rappresentazione fotografica, un particolare linguaggio per comunicare non tanto dei sentimenti quanto una visione trascendente della realtà, frutto di un percorso interiore e
che dura da quasi tutta la vita.
04
giugno 2011
Davide Brambati – La Porta del Cielo
Dal 04 al 26 giugno 2011
fotografia
Location
IL PORTALE DI MONTEBELLO
Torriana, Borgo Di Montebello, (Rimini)
Torriana, Borgo Di Montebello, (Rimini)
Orario di apertura
martedi, giovedi, venerdi, sabato e domenica dalle 17 alle 22
Vernissage
4 Giugno 2011, ore 21
Sito web
www.terremedievali.it
Autore