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Fabrizio Prevedello – Fa un po’ freddo ma non preoccuparti
Il processo creativo dietro all’intervento di Fabrizio Prevedello all’interno di Brown Project Space viene definito dall’artista stesso un lungo esercizio pratico per riflettere più in grande. Viene presentato un prototipo, uno stadio non finito di un progetto misterioso, nato dall’entusiasmo di poter creare un ambiente riparato, un rifugio protetto come quello di un nido. L’esaltazione di quest’idea ha portato alla realizzazione di un’opera fruibile come scultura, il cui gioco di pieni e di vuoti è in un continuo movimento
Comunicato stampa
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Il processo creativo dietro all'intervento di Fabrizio Prevedello all'interno di Brown Project Space viene definito dall'artista stesso un lungo esercizio pratico per riflettere più in grande. Viene presentato un prototipo, uno stadio non finito di un progetto misterioso, nato dall'entusiasmo di poter creare un ambiente riparato, un rifugio protetto come quello di un nido. L'esaltazione di quest'idea ha portato alla realizzazione di un'opera fruibile come scultura, il cui gioco di pieni e di vuoti è in un continuo movimento. Il pieno, la struttura, è in realtà una membrana sottile che ha il compito di separare l'interno dal mondo esterno; l'obiettivo è creare così uno spazio cavo atto a racchiudere un nucleo protetto. Il dentro, il vuoto, diventa in realtà pieno e denso al momento della fruizione dell'opera con l'ingresso dello spettatore nello spazio scultoreo. È labile il confine tra il dentro e il fuori della scultura, di questa cellula nata per dare una protezione temporanea. Come un bivacco infatti ha una struttura rialzata che allontana il suo spazio interno, il suo nucleo protetto, dal mondo esterno. Il riparo che la scultura crea viene quindi inserito in un paesaggio neutro, che anela ad essere puro e metafora di quello interiore. Da cosa Fabrizio però vuole ripararsi e separarsi? Vuole creare un luogo protetto da tutto ciò che non è necessario, da tutto ciò che "soffoca il nostro nucleo interno di pensieri e di rituali, che li disperde dal nucleo puro, togliendo così l'equilibrio che ci permette di essere presenti con consapevolezza."
The creative process behind Fabrizio Prevedello's work in the Brown Project Space is defined by the artist himself as a long practical exercise to think on a larger scale. He presents a prototype, an unfinished stage of a mysterious project, born from the enthusiasm for making a sheltered environment, protected as a refuge or a nest. The excitement of this idea led to the realization of an artwork accessible as a sculpture; with the interplay between solid and void working as a continuous movement. The filled part, the structure, is actually a thin membrane that has the task of separating the inside from the outside world. The aim is to build a hollow space which will enclose a protected core. The inside, the emptiness, becomes full and dense whilst the work is experienced by the viewer with his entrance in the sculptural space. The boundary of this cell, created to give temporary protection between the inside and the outside, is fleeting. As a bivouac in fact the sculpture has a raised floor which keeps its internal space, its core, protected from the outside world. The shelter created by the sculpture is then placed in an neutral landscape, which longs to be pure and metaphor of the inner space. What does Fabrizio want to separate himself from? He wants to create a place protected from anything unnecessary, from all that which "chokes the inner core from our thoughts and rituals", from all that which "expels them from the pure core, removing the balance that allows us to be present with awareness. "
Davide Daninos
The creative process behind Fabrizio Prevedello's work in the Brown Project Space is defined by the artist himself as a long practical exercise to think on a larger scale. He presents a prototype, an unfinished stage of a mysterious project, born from the enthusiasm for making a sheltered environment, protected as a refuge or a nest. The excitement of this idea led to the realization of an artwork accessible as a sculpture; with the interplay between solid and void working as a continuous movement. The filled part, the structure, is actually a thin membrane that has the task of separating the inside from the outside world. The aim is to build a hollow space which will enclose a protected core. The inside, the emptiness, becomes full and dense whilst the work is experienced by the viewer with his entrance in the sculptural space. The boundary of this cell, created to give temporary protection between the inside and the outside, is fleeting. As a bivouac in fact the sculpture has a raised floor which keeps its internal space, its core, protected from the outside world. The shelter created by the sculpture is then placed in an neutral landscape, which longs to be pure and metaphor of the inner space. What does Fabrizio want to separate himself from? He wants to create a place protected from anything unnecessary, from all that which "chokes the inner core from our thoughts and rituals", from all that which "expels them from the pure core, removing the balance that allows us to be present with awareness. "
Davide Daninos
23
maggio 2011
Fabrizio Prevedello – Fa un po’ freddo ma non preoccuparti
Dal 23 maggio al 23 giugno 2011
arte contemporanea
Location
BROWN PROJECT SPACE
Milano, Via Bartolomeo Eustachi, 3, (Milano)
Milano, Via Bartolomeo Eustachi, 3, (Milano)
Orario di apertura
h 17.00-20.00 o su appuntamento
Vernissage
23 Maggio 2011, ore 18.30
Autore