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Jernej Forbici – Blury Future With Hazy Past
Nel suo lavoro Jernej Forbici difende il rapporto ecologia-paesaggio, salvando contemporaneamente la forma stessa della natura. Da voce attraverso il colore, la materia e le forme a quel senso di fastidio, di dolore, di offesa e rabbia che nascono dal profondo turbamento della natura rispetto alla modernità
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La natura è da anni l'elemento ispiratore e protagonista nel linguaggio artistico dell’artista sloveno Jernej
Forbici (Maribor 1980); la cui ricerca diviene ancora una volta attuale in un momento storico in cui i disastri
ecologici, le politiche ambientali assumono un'importanza fondamentale per il futuro del nostro pianeta.
La portata del suo lavoro dopo ben dieci anni di attività è ancora tutta da scoprire e prefigura anche in
questo ciclo di nuove opere altre forme, colori, interrogativi che progressivamente si amplificano nei loro
significati. Le sue opere si estendono all’infinito verso l'intimo, come proiezione mentale e fisica, divenendo
un campo esteso.
Se nella storia l’uomo, creatore del mondo veniva descritto come un demiurgo, perché originariamente era
agricoltore e giardiniere e faceva della natura un oggetto che trascendeva l’immagine, lo stesso si colloca
oggi nei lavori di Forbici come un parassita che, seguendo costantemente la propria evoluzione, modifica
il mondo a lui circostante cambiando l’ambiente reale e con esso anche il paesaggio, deposito delle sue
stesse manipolazioni.
Nelle sue tele, di piccole e grandissime dimensioni il pittore ci lancia attraverso forti colori (sono per lo più
rossi, terre, ocra, verdi, blu, viola), giochi di trasparenze e di contro materia (stesa, manipolata o ricreata)
verso la lettura di una situazione di distruzione diffusa in tutto il mondo, dove il demiurgo, lasciato lo spazio
all’uomo – parassita, lotta, interroga e talvolta dialoga con l’uomo – artista. Nel suo lavoro Jernej Forbici,
difende il rapporto ecologia-paesaggio, salvando contemporaneamente la forma stessa della natura. Da
voce attraverso il colore, la materia e le forme a quel senso di fastidio, di dolore, di offesa e rabbia che
nascono dal profondo turbamento della natura rispetto alla modernità.
Con queste tele egli ci ricorda che per parlare di paesaggio bisogna riferirsi alle origini dell'azione dell'uomo
sulla terra, al rapporto diretto con gli elementi naturali e soprattutto alla sua capacità di interrogare
quest’ultimi e individuare, definendo il proprio spazio vitale. L’artista osserva con occhio preoccupato
restituendoci con i suoi colori e pennelli una crisi ecologica sempre più minacciosa. Cresciuto seguendo i
cambiamenti politici, sociali, economici, ambientali della sua terra e in particolare di Halda, quella che fino
a qualche mese fa era una discarica a cielo aperto della fabbrica di alluminio nelle campagne di Kidricevo,
ha visto per anni la natura riprodursi dallo scontro nato dall'intervento dell'uomo.
Nelle sue grandi tele, sapientemente dipinte a tecnica mista con acrilici, olii e vernici Jernej Forbici,
formatosi alla scuola veneziana della pittura tonale e dallo studio attento tra gli altri dei grandi maestri
dell’impressionismo, di V. Van Gogh, e dell’arte contemporanea tra cui J. Beuys, A. Kiefer, G. Richter; da
voce a quel desiderio, ormai comune, di scoprire e sperimentare un intimo rapporto con il paesaggio,
attraverso un punto di vista nuovo: con la mescolanza del naturale e dell’artificiale, di cui anche le nostre
campagne e città sono testimoni.
L’artista si rivela capace di comunicare attraverso la pittura, le modificazioni dell’ambiente-terra, non solo
facendo denuncia, ma anche e soprattutto riportando lo spettatore in situazioni al limite o stranianti che
mettano il suo corpo in una relazione dimenticata con la natura.
Marika Vicari
Vicenza, dicembre 2010
JERNEJ FORBICI è nato a Maribor nel 1980. Vive e lavora tra Kidričevo, Ptuj (Slo) e Vicenza (I).
Nel 2000 ha studiato al College for Visual Arts in Ljubljana e nel 2005 si è Laureato con lode in Pittura all’Accademia
di Belle Arti di Venezia con prof. Carlo Di Raco, cui è seguita nel 2008 la Laurea con lode in Arti visive e discipline dello
spettacolo.
Sin dai primi anni di studio le sue grandi tele create a tecnica mista sono state presentate in mostre personali e
collettive. Tra i più interessanti progetti dove è stato invitato a partecipare Hicetnunc Pordenone (2003), IBCA Biennale
internazionale d’arte a Praga per il Padiglione tedesco (2005), Accade per la Biennale di Venezia (2007), 54° Biennale
di Venezia (2011) e a mostre personali tra cui a: Vienna (2007, 2008), Berlino (2005, 2007, 2009), Lubiana (2009,
2010), Napoli (2007), Brno (2008), Bratislava (2010), Londra (2008), Venezia (2005, 2006, 2008, 2009, 2010, 2011),
Milano (2011), Ptuj (2002, 2003, 2005, 2008, 2010), Roma (2011) e numerose collettive tra cui a: Praga (2005), Milano
(2007, 2008, 2010), Roma (2009, 2010), Verona (2009, 2010, 2011), Dusseldorf (2010, 2011), Venezia (2003-2009,
2011), Berlino (2005, 2008, 2009) e Buenos Aires (2010).
Nel 2009 l’Accademia di Belle Arti di Venezia gli ha dedicato una retrospettiva My space ai Magazzini del Sale, Venezia,
curata da Carlo Di Raco.
I suoi lavori si trovano in importanti collezioni pubbliche e private in Europa, Stati Uniti e Giappone. E’ costantemente
presente a mostre e a fiere italiane ed internazionali in Italia, Austria, Germania, Slovenia, Croazia, Rep. Ceca,
Slovacchia, Francia, Belgio, Svizzera e Gran Bretagna.
Forbici (Maribor 1980); la cui ricerca diviene ancora una volta attuale in un momento storico in cui i disastri
ecologici, le politiche ambientali assumono un'importanza fondamentale per il futuro del nostro pianeta.
La portata del suo lavoro dopo ben dieci anni di attività è ancora tutta da scoprire e prefigura anche in
questo ciclo di nuove opere altre forme, colori, interrogativi che progressivamente si amplificano nei loro
significati. Le sue opere si estendono all’infinito verso l'intimo, come proiezione mentale e fisica, divenendo
un campo esteso.
Se nella storia l’uomo, creatore del mondo veniva descritto come un demiurgo, perché originariamente era
agricoltore e giardiniere e faceva della natura un oggetto che trascendeva l’immagine, lo stesso si colloca
oggi nei lavori di Forbici come un parassita che, seguendo costantemente la propria evoluzione, modifica
il mondo a lui circostante cambiando l’ambiente reale e con esso anche il paesaggio, deposito delle sue
stesse manipolazioni.
Nelle sue tele, di piccole e grandissime dimensioni il pittore ci lancia attraverso forti colori (sono per lo più
rossi, terre, ocra, verdi, blu, viola), giochi di trasparenze e di contro materia (stesa, manipolata o ricreata)
verso la lettura di una situazione di distruzione diffusa in tutto il mondo, dove il demiurgo, lasciato lo spazio
all’uomo – parassita, lotta, interroga e talvolta dialoga con l’uomo – artista. Nel suo lavoro Jernej Forbici,
difende il rapporto ecologia-paesaggio, salvando contemporaneamente la forma stessa della natura. Da
voce attraverso il colore, la materia e le forme a quel senso di fastidio, di dolore, di offesa e rabbia che
nascono dal profondo turbamento della natura rispetto alla modernità.
Con queste tele egli ci ricorda che per parlare di paesaggio bisogna riferirsi alle origini dell'azione dell'uomo
sulla terra, al rapporto diretto con gli elementi naturali e soprattutto alla sua capacità di interrogare
quest’ultimi e individuare, definendo il proprio spazio vitale. L’artista osserva con occhio preoccupato
restituendoci con i suoi colori e pennelli una crisi ecologica sempre più minacciosa. Cresciuto seguendo i
cambiamenti politici, sociali, economici, ambientali della sua terra e in particolare di Halda, quella che fino
a qualche mese fa era una discarica a cielo aperto della fabbrica di alluminio nelle campagne di Kidricevo,
ha visto per anni la natura riprodursi dallo scontro nato dall'intervento dell'uomo.
Nelle sue grandi tele, sapientemente dipinte a tecnica mista con acrilici, olii e vernici Jernej Forbici,
formatosi alla scuola veneziana della pittura tonale e dallo studio attento tra gli altri dei grandi maestri
dell’impressionismo, di V. Van Gogh, e dell’arte contemporanea tra cui J. Beuys, A. Kiefer, G. Richter; da
voce a quel desiderio, ormai comune, di scoprire e sperimentare un intimo rapporto con il paesaggio,
attraverso un punto di vista nuovo: con la mescolanza del naturale e dell’artificiale, di cui anche le nostre
campagne e città sono testimoni.
L’artista si rivela capace di comunicare attraverso la pittura, le modificazioni dell’ambiente-terra, non solo
facendo denuncia, ma anche e soprattutto riportando lo spettatore in situazioni al limite o stranianti che
mettano il suo corpo in una relazione dimenticata con la natura.
Marika Vicari
Vicenza, dicembre 2010
JERNEJ FORBICI è nato a Maribor nel 1980. Vive e lavora tra Kidričevo, Ptuj (Slo) e Vicenza (I).
Nel 2000 ha studiato al College for Visual Arts in Ljubljana e nel 2005 si è Laureato con lode in Pittura all’Accademia
di Belle Arti di Venezia con prof. Carlo Di Raco, cui è seguita nel 2008 la Laurea con lode in Arti visive e discipline dello
spettacolo.
Sin dai primi anni di studio le sue grandi tele create a tecnica mista sono state presentate in mostre personali e
collettive. Tra i più interessanti progetti dove è stato invitato a partecipare Hicetnunc Pordenone (2003), IBCA Biennale
internazionale d’arte a Praga per il Padiglione tedesco (2005), Accade per la Biennale di Venezia (2007), 54° Biennale
di Venezia (2011) e a mostre personali tra cui a: Vienna (2007, 2008), Berlino (2005, 2007, 2009), Lubiana (2009,
2010), Napoli (2007), Brno (2008), Bratislava (2010), Londra (2008), Venezia (2005, 2006, 2008, 2009, 2010, 2011),
Milano (2011), Ptuj (2002, 2003, 2005, 2008, 2010), Roma (2011) e numerose collettive tra cui a: Praga (2005), Milano
(2007, 2008, 2010), Roma (2009, 2010), Verona (2009, 2010, 2011), Dusseldorf (2010, 2011), Venezia (2003-2009,
2011), Berlino (2005, 2008, 2009) e Buenos Aires (2010).
Nel 2009 l’Accademia di Belle Arti di Venezia gli ha dedicato una retrospettiva My space ai Magazzini del Sale, Venezia,
curata da Carlo Di Raco.
I suoi lavori si trovano in importanti collezioni pubbliche e private in Europa, Stati Uniti e Giappone. E’ costantemente
presente a mostre e a fiere italiane ed internazionali in Italia, Austria, Germania, Slovenia, Croazia, Rep. Ceca,
Slovacchia, Francia, Belgio, Svizzera e Gran Bretagna.
27
maggio 2011
Jernej Forbici – Blury Future With Hazy Past
Dal 27 maggio al 02 luglio 2011
arte contemporanea
Location
MIRAMARMI
San Pietro Mussolino, Via Del Motto, 10, (Vicenza)
San Pietro Mussolino, Via Del Motto, 10, (Vicenza)
Orario di apertura
La mostra è visitabile solo su appuntamento
Vernissage
27 Maggio 2011, ore 20
Autore
Curatore