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Umberto Mischi – Anything Goes
“Less is more” – meno è di più, sentenziava negli anni sessanta l’architetto tedesco Ludwig Mies Van Der Rohe per definire la sua poetica votata all’essenzialità e alla semplicità delle linee costruttive. Lo stesso motto si potrebbe utilizzare per descrivere lo stile di Umberto Mischi
Comunicato stampa
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Umberto Mischi è nato nel 1987.
Vive a Sabbioneta, in provincia di Mantova.
Ha frequentato l'ISIA di Urbino e i corsi di illustrazione
e type design all'école Estienne di Parigi.
È illustratore e art director per la casa editrice biancoenero.
Come illustratore ha collaborato con case editrici come Edizioni Corraini
e Contrasto Books e con riviste come The New York Times.
Testo Critico
“Less is more” - meno è di più, sentenziava negli anni sessanta l'architetto tedesco Ludwig Mies Van Der Rohe per definire la sua poetica votata all'essenzialità e alla semplicità delle linee costruttive. Lo stesso motto si potrebbe utilizzare per descrivere lo stile di Umberto Mischi, in particolare nella serie di tavole che dà titolo alla mostra. L'assenza di chiaroscuro e il tratteggio minimale ci consegnano una silenziosa carrellata di atipiche nature morte, dove troviamo cumuli di vestiti sparsi, tavole imbandite, letti in disordine, composizioni di vasi, bicchieri e bottiglie stilizzate e ridotte a linee calligrafiche.
Con accuratezza entomologica Mischi raccoglie indizi di vite raccontate attraverso gli oggetti; non sappiamo a chi appartengano i libri aperti, i posacenere pieni, i vestiti stropicciati e sparsi sul pavimento, gli scaffali, i piatti rotti, i vasi e le tazzine capovolte, ma sappiamo che sono manufatti-indici di vissuti reali o immaginari. Son vite che si manifestano attraverso tracce di polaroid o racconti di guardaroba buttati all'aria alla ricerca del vestito adatto per una festa o per un dopocena trascorso ad osservare fotografie, sfogliare libri ed ascoltare vecchi dischi bevendo Martini. Osservando questi interni, ci si accorge che Mischi ci mette ironicamente alla prova giocando con noi a “Caccia all’intruso”, elegantemente difatti inserisce nella composizione un dettaglio “stonato” seminascosto che rompe l’equilibrio spezzandone l’assetto.
Il silenzio degli oggetti è poi interrotto dall'allegro vociare dei Clochard of Paris, che, come definisce Mischi: “Sono un gruppo di senza tetto di varie nazionalità uniti dalla passione per i musical americano e per il vino economico. Danzano come Busby Berkeley e puzzano come veri barboni. Questa serie raccoglie alcune delle loro performance in giro per il mondo..”.
L’espressivo minimalismo grafico di Mischi, debitore della lezione di grandi illustratori come Steven Guarnaccia, Miroslav Sasek e Rea Irvin, non esclude l'uso del colore, utilizzato da lui attraverso campiture piatte che fanno risaltare l'intensità delle linee.
L'immaginario di Umberto Mischi è denso di rimandi al mondo del cinema e della musica, la sua ricerca grafica dispensa affinità elettive che vanno dalle eleganti e raffinate pellicole dei film di Billy Wilder, Blake Edwards, Alfred Hitcock e Jacques Tati alle romantiche e spumeggianti commedie musicali: non a caso il titolo della mostra, Anything Goes, è un omaggio al musical di Cole Portman.
Filippo Bergonzini e Francesca Pergreffi, maggio 2011
Vive a Sabbioneta, in provincia di Mantova.
Ha frequentato l'ISIA di Urbino e i corsi di illustrazione
e type design all'école Estienne di Parigi.
È illustratore e art director per la casa editrice biancoenero.
Come illustratore ha collaborato con case editrici come Edizioni Corraini
e Contrasto Books e con riviste come The New York Times.
Testo Critico
“Less is more” - meno è di più, sentenziava negli anni sessanta l'architetto tedesco Ludwig Mies Van Der Rohe per definire la sua poetica votata all'essenzialità e alla semplicità delle linee costruttive. Lo stesso motto si potrebbe utilizzare per descrivere lo stile di Umberto Mischi, in particolare nella serie di tavole che dà titolo alla mostra. L'assenza di chiaroscuro e il tratteggio minimale ci consegnano una silenziosa carrellata di atipiche nature morte, dove troviamo cumuli di vestiti sparsi, tavole imbandite, letti in disordine, composizioni di vasi, bicchieri e bottiglie stilizzate e ridotte a linee calligrafiche.
Con accuratezza entomologica Mischi raccoglie indizi di vite raccontate attraverso gli oggetti; non sappiamo a chi appartengano i libri aperti, i posacenere pieni, i vestiti stropicciati e sparsi sul pavimento, gli scaffali, i piatti rotti, i vasi e le tazzine capovolte, ma sappiamo che sono manufatti-indici di vissuti reali o immaginari. Son vite che si manifestano attraverso tracce di polaroid o racconti di guardaroba buttati all'aria alla ricerca del vestito adatto per una festa o per un dopocena trascorso ad osservare fotografie, sfogliare libri ed ascoltare vecchi dischi bevendo Martini. Osservando questi interni, ci si accorge che Mischi ci mette ironicamente alla prova giocando con noi a “Caccia all’intruso”, elegantemente difatti inserisce nella composizione un dettaglio “stonato” seminascosto che rompe l’equilibrio spezzandone l’assetto.
Il silenzio degli oggetti è poi interrotto dall'allegro vociare dei Clochard of Paris, che, come definisce Mischi: “Sono un gruppo di senza tetto di varie nazionalità uniti dalla passione per i musical americano e per il vino economico. Danzano come Busby Berkeley e puzzano come veri barboni. Questa serie raccoglie alcune delle loro performance in giro per il mondo..”.
L’espressivo minimalismo grafico di Mischi, debitore della lezione di grandi illustratori come Steven Guarnaccia, Miroslav Sasek e Rea Irvin, non esclude l'uso del colore, utilizzato da lui attraverso campiture piatte che fanno risaltare l'intensità delle linee.
L'immaginario di Umberto Mischi è denso di rimandi al mondo del cinema e della musica, la sua ricerca grafica dispensa affinità elettive che vanno dalle eleganti e raffinate pellicole dei film di Billy Wilder, Blake Edwards, Alfred Hitcock e Jacques Tati alle romantiche e spumeggianti commedie musicali: non a caso il titolo della mostra, Anything Goes, è un omaggio al musical di Cole Portman.
Filippo Bergonzini e Francesca Pergreffi, maggio 2011
14
maggio 2011
Umberto Mischi – Anything Goes
Dal 14 maggio al 28 giugno 2011
arte contemporanea
giovane arte
disegno e grafica
giovane arte
disegno e grafica
Location
SPAZIO MEME
Carpi, Via Giordano Bruno, 4, (Modena)
Carpi, Via Giordano Bruno, 4, (Modena)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 17 alle 20
sabato anche la mattina dalle 9.30 alle 13, martedì chiuso
Vernissage
14 Maggio 2011, ore 19.00
Autore
Curatore