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23
giugno 2010
fino al 16.VII.2010 Marcus Harvey Bologna, Galleria Marabini
bologna
Opere che innescano sofisticate dialettiche fra tradizione e contemporaneità. E fra l’essenza di un oggetto e il significato che acquista grazie al divenire opera d’arte. Harvey torna a Bologna...
Marcus Harvey (Leeds, 1963; vive a Londra) torna per la quarta volta
alla Galleria Marabini con una personale dal titolo New Works: dipinti e sculture che
aggiungono un tassello al percorso dell’artista che negli anni ‘80 fu parte di
quel gruppo chiamato Young British Artist: Damien Hirst e compagni, per intendersi.
Alla galleria bolognese, Harvey –
uno dei più significativi artisti inglesi dell’ultimo decennio – porta ciò che
ancora resta degli ideali e del pensiero di quegli ex giovani artisti: il
potere delle icone popolari contemporanee, in relazione alla tradizione o al
significato delle stesse nel momento in cui lasciano la quotidianità e
diventano opera d’arte. Come accade a uno stivale Dr. Martens o a un pallone;
una gamba e un piede calzato con un sandalo; un elmetto tedesco della Seconda
guerra mondiale; un paio di guantoni da box.
Tutti oggetti/icona contemporanei,
che Harvey affida alla ceramica volendo in qualche modo rapirli dalla
quotidianità moderna e dalle reciproche faccende, per consegnarli – nel
palcoscenico di una raffigurazione artistica – a una sorta di statica
riflessione. Proprio la scelta di un materiale come la ceramica amplifica
ulteriormente la dicotomia tra la freschezza del tocco di Harvey e il suo
intuito nel rintracciare il significato sociale e storico di ogni oggetto.
Oltre al gruppo di ceramiche sono esposte anche cinque
tele (di cui quattro di ampie dimensioni), nelle quali il gioco di
contemporaneità/tradizione si svolge sul piano della tecnica: collage digitale
e pittura. In particolare, nelle opere che raffigurano due manichini The
Attendant (Black
and White) e The
Attendant (Colour),
il contrasto con la fissità dell’immagine digitale e il movimento concitato
della pennellata spiccano ancor più che nel ritratto Queen, forse perché i manichini in
questione sono perfino senza testa. Inanimati, eppur vivi nella loro
rappresentazione.
Sono soggetti che ricordano un
manichino da sarto – oggetto apparentemente morto ma riportato in vita
attraverso la creazione – trasformato in emblema d’importanza storica e
sociale. Gli altri due ritratti caricano invece di significato la relazione fra
la creazione e la storia con un’inusuale profondità e acutezza.
Le tele e le opere ceramiche di
Harvey si guardano e si completano l’un l’altra nell’esposizione bolognese:
ognuna rappresenta soggetti fortemente storicizzati (politici e sociali) che
però sono violentemente e quasi inaspettatamente riportati alla nostra
attualità, in un salto nel tempo e nello spazio che non fa sconti a nessuno.
Attraverso il dialogo fra dipinti e ceramiche, New Works rende concreta la relazione fra
l’interno e l’esterno, fra intima familiarità e coscienza storica.
Ora, messi in mostra nell’algida staticità della ceramica,
o nell’asettica e imperturbabile stampa digitale, obbligano a esser guardati e
capiti.
alla Galleria Marabini con una personale dal titolo New Works: dipinti e sculture che
aggiungono un tassello al percorso dell’artista che negli anni ‘80 fu parte di
quel gruppo chiamato Young British Artist: Damien Hirst e compagni, per intendersi.
Alla galleria bolognese, Harvey –
uno dei più significativi artisti inglesi dell’ultimo decennio – porta ciò che
ancora resta degli ideali e del pensiero di quegli ex giovani artisti: il
potere delle icone popolari contemporanee, in relazione alla tradizione o al
significato delle stesse nel momento in cui lasciano la quotidianità e
diventano opera d’arte. Come accade a uno stivale Dr. Martens o a un pallone;
una gamba e un piede calzato con un sandalo; un elmetto tedesco della Seconda
guerra mondiale; un paio di guantoni da box.
Tutti oggetti/icona contemporanei,
che Harvey affida alla ceramica volendo in qualche modo rapirli dalla
quotidianità moderna e dalle reciproche faccende, per consegnarli – nel
palcoscenico di una raffigurazione artistica – a una sorta di statica
riflessione. Proprio la scelta di un materiale come la ceramica amplifica
ulteriormente la dicotomia tra la freschezza del tocco di Harvey e il suo
intuito nel rintracciare il significato sociale e storico di ogni oggetto.
Oltre al gruppo di ceramiche sono esposte anche cinque
tele (di cui quattro di ampie dimensioni), nelle quali il gioco di
contemporaneità/tradizione si svolge sul piano della tecnica: collage digitale
e pittura. In particolare, nelle opere che raffigurano due manichini The
Attendant (Black
and White) e The
Attendant (Colour),
il contrasto con la fissità dell’immagine digitale e il movimento concitato
della pennellata spiccano ancor più che nel ritratto Queen, forse perché i manichini in
questione sono perfino senza testa. Inanimati, eppur vivi nella loro
rappresentazione.
Sono soggetti che ricordano un
manichino da sarto – oggetto apparentemente morto ma riportato in vita
attraverso la creazione – trasformato in emblema d’importanza storica e
sociale. Gli altri due ritratti caricano invece di significato la relazione fra
la creazione e la storia con un’inusuale profondità e acutezza.
Le tele e le opere ceramiche di
Harvey si guardano e si completano l’un l’altra nell’esposizione bolognese:
ognuna rappresenta soggetti fortemente storicizzati (politici e sociali) che
però sono violentemente e quasi inaspettatamente riportati alla nostra
attualità, in un salto nel tempo e nello spazio che non fa sconti a nessuno.
Attraverso il dialogo fra dipinti e ceramiche, New Works rende concreta la relazione fra
l’interno e l’esterno, fra intima familiarità e coscienza storica.
Ora, messi in mostra nell’algida staticità della ceramica,
o nell’asettica e imperturbabile stampa digitale, obbligano a esser guardati e
capiti.
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Harvey
e Turps Banana
Personale
da White Cube
Da
Scognamiglio nel 2005
martina liverani
mostra visitata il 31 maggio 2010
dal 19
maggio al 16 luglio 2010
Marcus
Harvey – New Works
Galleria Marabini
Vicolo della
Neve, 5 (zona Saragozza) – 40123 Bologna
Orario: da
lunedì a venerdì ore 10.30-13 e 15-19.30 e su appuntamento
Ingresso
libero
Info: tel. +39
0516447482; fax +39 0516440029; desk@galleriamarabini.it; www.galleriamarabini.it
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