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Bert Theis – Inventario #A
Come ogni inventario anche questo, che Bert Theis presenta presso la Federico Bianchi Contemporary Art, è una enumerazione di oggetti o dati in fieri e incompleta.
Comunicato stampa
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> Come ogni inventario anche questo, che Bert Theis presenta presso la Federico Bianchi Contemporary Art, è una enumerazione di oggetti o dati in fieri e incompleta.
> L’inventario registra e valuta ma, per statuto, non descrive. É una classificazione che non ha nessuna pretesa di essere esaustiva. Tanto meno ha l’ambizione di fornire una rappresentazione sintetica di un lavoro complesso e a valenza internazionale come è quello di Bert Theis.
> Una serie di foto, due maquettes, un video, un’installazione, un’opera in legno e un’incisione su lastra di quarzite fanno la loro comparsa in forma eterogenea per questa occasione. Sono lavori di natura diversa che appartengono a differenti fasi e periodi del lavoro di Theis: tracce e idee di una progettualità dislocata nel tempo e disseminata nello spazio, figure di una intenzionalità progettuale che ha trovato nell’urbano e nella sfera pubblica la sua finale destinazione. La maquette di Asian Pentagon realizzata come strumento di lavoro per la Biennale di Taipei del 2008 compare assieme all’opera Fischbehn del 2001, una panca-bara prodotta per la mostra “Salto Mortale” a Kassel. O ancora BT2551914 del 2011, progetto grafico per un parco di Parigi inciso su una superficie di pietra è posto assieme a Il Consiglio, vera e propria installazione di sedie e sgabelli trovati, assemblata per l’Office for Urban Transformation (OUT). E ciò solo per fare qualche esempio. Ma al di là dell’apparente varietà tutte queste opere si mantengono all’interno di uno stesso orizzonte di promessa e prefigurazione.
> Ciascuno di tali momenti di definizione dell’opera ha un carattere epistemologico: è una sorta di enigma che cattura lo spettatore nel circolo ermeneutico della libera interpretazione della funzione e del senso che ad essi vorrà attribuire. Qualcosa di incompiuto o di indeterminato che si sottrae al controllo è l’elemento primo che informa l’idea delle piattaforme dell’autore. Dunque la promessa è quella stessa alla quale Bert Theis da anni ci ha abituati. Quale? Proprio quella - debordiana - della “realizzazione” dell’arte. E della filosofia.
> Marco Scotini
>
Bert Theis
Inventario #A
curated by Marco Scotini
Opening 5th May 2011 6.30 p.m.
5th May 2011 - 16th July 2011
Like any inventory, the one Bert Theis is showing at Federico Bianchi Contemporary Art is an incomplete listing of objects or data, in fieri. An inventory records and takes stock, but by definition it does not describe. It is a classification that makes no claims to thoroughness. Nor does it aim to provide a synthetic representation of the complex, internationally acclaimed work of Bert Theis.
A series of photographs, two models, a video, an installation, a work on wood, an engraving on a slab of quartzite are displayed in a heterogeneous way in this show. Works of varying nature, belonging to different phases and periods in Theis’s career: traces and ideas of a project approach shifted in time and scattered in space, figures of a field of intent that focuses on the urban and public sphere. The model for an Asian Pentagon made as a working tool for the Taipei Biennial of 2008 appears together with the work Fischbehn of 2001, a bench-coffin produced for the exhibition “Salto Mortale” at Kassel. Or BT2551914 (2011), a graphic project for a park in Paris engraved on a stone surface, positioned together with Il Consiglio, a true installation of found chairs and stools put together for the Office for Urban Transformation (OUT).
These are but a few examples. But beyond the apparent variety, all these works belong to a single outlook of promise and prefiguration.
Each of these moments of definition of the work has an epistemological character: it is a sort of enigma that captures the viewer in the hermeneutic circuit of free interpretation of function and meaning, attributed as the viewer sees fit. Something incomplete or indeterminate that eludes control is the primary element behind the idea of the artist’s platforms. So the promise is the same one to which Bert Theis has accustomed us for years. Namely? Precisely that of Debord, of the “realization” of art. And of philosophy.
Marco Scotini
> L’inventario registra e valuta ma, per statuto, non descrive. É una classificazione che non ha nessuna pretesa di essere esaustiva. Tanto meno ha l’ambizione di fornire una rappresentazione sintetica di un lavoro complesso e a valenza internazionale come è quello di Bert Theis.
> Una serie di foto, due maquettes, un video, un’installazione, un’opera in legno e un’incisione su lastra di quarzite fanno la loro comparsa in forma eterogenea per questa occasione. Sono lavori di natura diversa che appartengono a differenti fasi e periodi del lavoro di Theis: tracce e idee di una progettualità dislocata nel tempo e disseminata nello spazio, figure di una intenzionalità progettuale che ha trovato nell’urbano e nella sfera pubblica la sua finale destinazione. La maquette di Asian Pentagon realizzata come strumento di lavoro per la Biennale di Taipei del 2008 compare assieme all’opera Fischbehn del 2001, una panca-bara prodotta per la mostra “Salto Mortale” a Kassel. O ancora BT2551914 del 2011, progetto grafico per un parco di Parigi inciso su una superficie di pietra è posto assieme a Il Consiglio, vera e propria installazione di sedie e sgabelli trovati, assemblata per l’Office for Urban Transformation (OUT). E ciò solo per fare qualche esempio. Ma al di là dell’apparente varietà tutte queste opere si mantengono all’interno di uno stesso orizzonte di promessa e prefigurazione.
> Ciascuno di tali momenti di definizione dell’opera ha un carattere epistemologico: è una sorta di enigma che cattura lo spettatore nel circolo ermeneutico della libera interpretazione della funzione e del senso che ad essi vorrà attribuire. Qualcosa di incompiuto o di indeterminato che si sottrae al controllo è l’elemento primo che informa l’idea delle piattaforme dell’autore. Dunque la promessa è quella stessa alla quale Bert Theis da anni ci ha abituati. Quale? Proprio quella - debordiana - della “realizzazione” dell’arte. E della filosofia.
> Marco Scotini
>
Bert Theis
Inventario #A
curated by Marco Scotini
Opening 5th May 2011 6.30 p.m.
5th May 2011 - 16th July 2011
Like any inventory, the one Bert Theis is showing at Federico Bianchi Contemporary Art is an incomplete listing of objects or data, in fieri. An inventory records and takes stock, but by definition it does not describe. It is a classification that makes no claims to thoroughness. Nor does it aim to provide a synthetic representation of the complex, internationally acclaimed work of Bert Theis.
A series of photographs, two models, a video, an installation, a work on wood, an engraving on a slab of quartzite are displayed in a heterogeneous way in this show. Works of varying nature, belonging to different phases and periods in Theis’s career: traces and ideas of a project approach shifted in time and scattered in space, figures of a field of intent that focuses on the urban and public sphere. The model for an Asian Pentagon made as a working tool for the Taipei Biennial of 2008 appears together with the work Fischbehn of 2001, a bench-coffin produced for the exhibition “Salto Mortale” at Kassel. Or BT2551914 (2011), a graphic project for a park in Paris engraved on a stone surface, positioned together with Il Consiglio, a true installation of found chairs and stools put together for the Office for Urban Transformation (OUT).
These are but a few examples. But beyond the apparent variety, all these works belong to a single outlook of promise and prefiguration.
Each of these moments of definition of the work has an epistemological character: it is a sort of enigma that captures the viewer in the hermeneutic circuit of free interpretation of function and meaning, attributed as the viewer sees fit. Something incomplete or indeterminate that eludes control is the primary element behind the idea of the artist’s platforms. So the promise is the same one to which Bert Theis has accustomed us for years. Namely? Precisely that of Debord, of the “realization” of art. And of philosophy.
Marco Scotini
05
maggio 2011
Bert Theis – Inventario #A
Dal 05 maggio al 16 luglio 2011
arte contemporanea
Location
FEDERICO BIANCHI CONTEMPORARY ART
Milano, Via Carlo Imbonati, 12, (Milano)
Milano, Via Carlo Imbonati, 12, (Milano)
Orario di apertura
da martedi a sabato ore 14-19
Vernissage
5 Maggio 2011, ore 18.30
Autore
Curatore