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29
giugno 2010
fino all’11.VII.2010 Sebastiano Ricci Venezia, Fondazione Cini
venezia
Il bozzetto? È quella l’“autentica opera d’arte”. E mica è una riflessione moderna, ma del Sei-Settecento. L’autore? Il grande Sebastiano Ricci. Accostato a Tiepolo...
Un’altissima, commovente
teatralità accosta e ricompone meravigliosamente cornice, fondali e azione;
precisi gesti e vastità di luce, come sipari dipinti che comprendono anche
l’attesa dell’evento, e movimenti sospesi: così per esempio ne Il Battesimo
di Cristo, con la
folla che attende sulle rive del Giordano e una rigorosa composizione
d’insieme, l’azione centrale circondata da angeli, in alto la colomba dello
Spirito Santo.
Qui la visione è in linea con lo
sguardo dello spettatore. Ma spesso, in questa preziosa mostra veneziana
dedicata a Sebastiano Ricci (Belluno, 1659 – Venezia, 1734) e ad altri autori
in dialogo con le sue opere, si avverte la sensazione di essere risucchiati
verso l’alto, con prospettive di cieli, ascensioni, incontri tra le nuvole,
allegorie a spirale, resurrezioni. Tutta la sperimentazione cinquecentesca
rimessa in gioco in un’altra esplosiva creatività di colore e luce. Un incontro
affascinante, che ricorda frammenti di storia, una vita avventurosa, viaggi,
incontri importanti, tanto lavoro, disponibilità a rinnovarsi con fedeltà allo
stile.
Ma il vero spunto
originale di questa mostra, cui si dovrà fare riferimento anche al di là del
Ricci, è l’indagine, ricca di spunti problematici, sul rapporto tra grande e
piccolo, tra schizzo, modello, bozzetto (ma molti altri sarebbero i termini
elencabili) e l’opera conclusa, commissionata, spesso di notevoli proporzioni.
In particolare
l’attenzione si concentra sul confronto tra l’ampio dipinto che si trova a
Bergamo, nella Chiesa di Sant’Alessandro della Croce, e il “modello”, sempre a
olio su tela, de I santi Gregorio Magno e Girolamo intercedono per le anime
purganti. Perché proprio qui c’è anche l’emozionante consapevolezza
dell’autore, un valore speciale quel quadro, “questo picciolo è l’originale,
e la pala d’altare è la copia”.
Il colto catalogo,
con ogni opera accompagnata da precisi riferimenti storico tematici, prende
avvio proprio da qui, con Giuseppe Pavanello che accompagna il
lettore/visitatore attraverso dati e riflessioni densi e stimolanti. Anche per
l’importanza che assume l’attenzione del privato che impara a scegliere, a
collezionare cose belle. Forse anche migliori di quelle destinate al grande
pubblico? Una questione di mercato? Perché poi ci sono anche le incisioni…
Certo, il bozzetto/modello sintetizza l’ideazione, le pennellate tutte
dell’autore: è lì che si concentra il pensiero figurativo che dovrà poi
proiettarsi in grande, nella visione d’insieme.
Eleganza,
luminosità, leggerezza, movimento, giochi coloristici: in mostra ci sono anche
bozzetti di Giambattista Tiepolo, inevitabile riferimento per continuità e reinvenzione.
teatralità accosta e ricompone meravigliosamente cornice, fondali e azione;
precisi gesti e vastità di luce, come sipari dipinti che comprendono anche
l’attesa dell’evento, e movimenti sospesi: così per esempio ne Il Battesimo
di Cristo, con la
folla che attende sulle rive del Giordano e una rigorosa composizione
d’insieme, l’azione centrale circondata da angeli, in alto la colomba dello
Spirito Santo.
Qui la visione è in linea con lo
sguardo dello spettatore. Ma spesso, in questa preziosa mostra veneziana
dedicata a Sebastiano Ricci (Belluno, 1659 – Venezia, 1734) e ad altri autori
in dialogo con le sue opere, si avverte la sensazione di essere risucchiati
verso l’alto, con prospettive di cieli, ascensioni, incontri tra le nuvole,
allegorie a spirale, resurrezioni. Tutta la sperimentazione cinquecentesca
rimessa in gioco in un’altra esplosiva creatività di colore e luce. Un incontro
affascinante, che ricorda frammenti di storia, una vita avventurosa, viaggi,
incontri importanti, tanto lavoro, disponibilità a rinnovarsi con fedeltà allo
stile.
Ma il vero spunto
originale di questa mostra, cui si dovrà fare riferimento anche al di là del
Ricci, è l’indagine, ricca di spunti problematici, sul rapporto tra grande e
piccolo, tra schizzo, modello, bozzetto (ma molti altri sarebbero i termini
elencabili) e l’opera conclusa, commissionata, spesso di notevoli proporzioni.
In particolare
l’attenzione si concentra sul confronto tra l’ampio dipinto che si trova a
Bergamo, nella Chiesa di Sant’Alessandro della Croce, e il “modello”, sempre a
olio su tela, de I santi Gregorio Magno e Girolamo intercedono per le anime
purganti. Perché proprio qui c’è anche l’emozionante consapevolezza
dell’autore, un valore speciale quel quadro, “questo picciolo è l’originale,
e la pala d’altare è la copia”.
Il colto catalogo,
con ogni opera accompagnata da precisi riferimenti storico tematici, prende
avvio proprio da qui, con Giuseppe Pavanello che accompagna il
lettore/visitatore attraverso dati e riflessioni densi e stimolanti. Anche per
l’importanza che assume l’attenzione del privato che impara a scegliere, a
collezionare cose belle. Forse anche migliori di quelle destinate al grande
pubblico? Una questione di mercato? Perché poi ci sono anche le incisioni…
Certo, il bozzetto/modello sintetizza l’ideazione, le pennellate tutte
dell’autore: è lì che si concentra il pensiero figurativo che dovrà poi
proiettarsi in grande, nella visione d’insieme.
Eleganza,
luminosità, leggerezza, movimento, giochi coloristici: in mostra ci sono anche
bozzetti di Giambattista Tiepolo, inevitabile riferimento per continuità e reinvenzione.
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videorecensione della mostra
valeria ottolenghi
mostra visitata il 2 giugno 2010
dal 23 aprile all’undici luglio
2010
Sebastiano
Ricci – Il trionfo dell’invenzione nel Settecento veneziano
a cura di Giuseppe Pavanello
Fondazione Giorgio Cini
Isola di San
Giorgio Maggiore – 30124 Venezia
Orario: da
mercoledì a lunedì ore 11-19
Ingresso: intero
€ 9,50; ridotto € 8
Catalogo
Marsilio
Info: tel. +39 0415289900; fax +39
0415223563; press@infodolomiti.it; www.infodolomiti.it
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