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Sonia Ceccotti – Anime fragili
Paolo Cappelletti è lieto di presentare una mostra personale di Sonia Ceccotti, la quale presenta una nuova serie di lavori e, parimenti, rende conto della recente produzione dell’artista toscana.
Comunicato stampa
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Paolo Cappelletti è lieto di presentare una mostra personale di Sonia Ceccotti, la quale presenta una nuova serie di lavori e, parimenti, rende conto della recente produzione dell’artista toscana.
Lo svolgimento del percorso artistico di quest’artista è ben rilevato da Barbara Meneghel, secondo la quale, il “recupero della materia” operato da Ceccotti intrattiene “un dialogo con la vita stessa, muovendosi in una precisa direzione: quella della riabilitazione del ‘basso’ in senso nietzschiano, di qualcosa che altrimenti verrebbe fisicamente scartato e svalutato. Non necessariamente e non solo si fa arte con le materie dell’arte, ma anche con quelle del vissuto terreno dell’uomo. Il più ‘sporco’ e il più ‘basso’, se necessario. Il rimando alla stagione poverista italiana, e a tutto quello che ne è conseguito, sarebbe tanto scontato quanto, in parte, fuori luogo. La sua applicazione a una figurazione ritrattistica e all’interpretazione di volti, figure e persone, lo spoglia dell’immediato senso ideologico e lo sposta su un piano intimo, personale, (auto)biografico. Se si muove forse da quella stessa intenzione iniziale (il recupero di una certa dimensione estetica archetipica e legata alla materia, soprattutto quella ‘umile’), i risultati sono evidentemente divergenti, per forma e materia. I volti (ora colti in primissimo piano, escludendo il resto del corpo; ora ampliati fino a comprendere il collo, le spalle, il busto del soggetto) sono ‘invasi’ e disturbati da interventi con materiale riciclato, che al contempo ne sottolinea punti di luce / ombra e ne nasconde parti del corpo. Là dove il collo femminile scivola nella spalla, una raggiera di pezzi di nastro adesivo interviene a bloccare la continuità della linea, creando un certo contrasto tra ruvidezza e delicatezza. Ora invece lo sguardo è sbilanciato in maniera quasi inquietante dalla scomparsa di un occhio dietro un tratto di scotch. L’armonia simmetrica delle parti del viso è interrotta a sorpresa da continui cortocircuiti materici. Ecco quindi che subentra anche un gioco di nascondimento, che vela e svela parti del corpo e del volto. L’artista ama giocare sull’ambiguità di una casualità pilotata nell’inserire la materia, tale per cui alcune parti anatomiche vengono letteralmente mangiate, portate via da quel ‘disturbo’ in arrivo. Si crea quindi anche un dialogo tra presenza e assenza, tra celare e nascondere all’interno dell’opera stessa che chiama in causa non solo l’aspetto artigianale del ‘fare’, ma anche un certo bisogno intimo dell’autrice di mettere in campo la propria esperienza, il proprio vissuto. I due distinti momenti percettivi – quello dell’assenza e quello della presenza – si affiancano e si intersecano per un effetto visivo e interpretativo molto più “mosso” di quanto non accadesse con il fare pittorico tradizionale proposto fin qui. Non si tratta solo di confrontarsi con una nuova tecnica, altra rispetto a quella pittorica sia dal punto di vista visivo che dal punto di vista della materia: per Sonia Ceccotti si parla ora di una nuova sfida estetica, che la porta a rendere i propri soggetti in qualche modo più complessi. Mentre per lo spettatore la fruizione diventa meno univoca, ma un continuo invito al dialogo con l’opera stessa.
Sonia Ceccotti, nata a Pisa nel 1974, si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 2000. Tra le mostre più importanti, sono da ricordare: “Una donna senza tempo”, Galleria Mondadori, Venezia (2010); “Seven: gola”, Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano, a cura di Roberto Ronca, con il patrocinio del Parlamento Europeo, Regione Campania, Provincia di Napoli (2010); Premio Arte Laguna 2010, Venezia (2010); “La nuova figurazione italiana. To be continued…”, a cura di Chiara Canali, Fondazione Fabbrica Borroni, Bollate (Milano) (2007); “Nuovi Pittori della Realtà”, a cura di Maurizio Sciaccaluga con la presentazione di Vittorio Sgarbi, PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2007); “Nuovi Realismi”, a cura di Maurizio Sciaccaluga, Palazzo San Domenico, Museo Michetti, Francavilla al Mare (Chieti) (2007); “Sò”, a cura di Luca Beatrice, Galleria Angel Art Gallery, Milano (2006); “Facce riciclate”, a cura di Barbara Meneghel, GiaMaArt studio, Vitulano (BN) 2009.
Lo svolgimento del percorso artistico di quest’artista è ben rilevato da Barbara Meneghel, secondo la quale, il “recupero della materia” operato da Ceccotti intrattiene “un dialogo con la vita stessa, muovendosi in una precisa direzione: quella della riabilitazione del ‘basso’ in senso nietzschiano, di qualcosa che altrimenti verrebbe fisicamente scartato e svalutato. Non necessariamente e non solo si fa arte con le materie dell’arte, ma anche con quelle del vissuto terreno dell’uomo. Il più ‘sporco’ e il più ‘basso’, se necessario. Il rimando alla stagione poverista italiana, e a tutto quello che ne è conseguito, sarebbe tanto scontato quanto, in parte, fuori luogo. La sua applicazione a una figurazione ritrattistica e all’interpretazione di volti, figure e persone, lo spoglia dell’immediato senso ideologico e lo sposta su un piano intimo, personale, (auto)biografico. Se si muove forse da quella stessa intenzione iniziale (il recupero di una certa dimensione estetica archetipica e legata alla materia, soprattutto quella ‘umile’), i risultati sono evidentemente divergenti, per forma e materia. I volti (ora colti in primissimo piano, escludendo il resto del corpo; ora ampliati fino a comprendere il collo, le spalle, il busto del soggetto) sono ‘invasi’ e disturbati da interventi con materiale riciclato, che al contempo ne sottolinea punti di luce / ombra e ne nasconde parti del corpo. Là dove il collo femminile scivola nella spalla, una raggiera di pezzi di nastro adesivo interviene a bloccare la continuità della linea, creando un certo contrasto tra ruvidezza e delicatezza. Ora invece lo sguardo è sbilanciato in maniera quasi inquietante dalla scomparsa di un occhio dietro un tratto di scotch. L’armonia simmetrica delle parti del viso è interrotta a sorpresa da continui cortocircuiti materici. Ecco quindi che subentra anche un gioco di nascondimento, che vela e svela parti del corpo e del volto. L’artista ama giocare sull’ambiguità di una casualità pilotata nell’inserire la materia, tale per cui alcune parti anatomiche vengono letteralmente mangiate, portate via da quel ‘disturbo’ in arrivo. Si crea quindi anche un dialogo tra presenza e assenza, tra celare e nascondere all’interno dell’opera stessa che chiama in causa non solo l’aspetto artigianale del ‘fare’, ma anche un certo bisogno intimo dell’autrice di mettere in campo la propria esperienza, il proprio vissuto. I due distinti momenti percettivi – quello dell’assenza e quello della presenza – si affiancano e si intersecano per un effetto visivo e interpretativo molto più “mosso” di quanto non accadesse con il fare pittorico tradizionale proposto fin qui. Non si tratta solo di confrontarsi con una nuova tecnica, altra rispetto a quella pittorica sia dal punto di vista visivo che dal punto di vista della materia: per Sonia Ceccotti si parla ora di una nuova sfida estetica, che la porta a rendere i propri soggetti in qualche modo più complessi. Mentre per lo spettatore la fruizione diventa meno univoca, ma un continuo invito al dialogo con l’opera stessa.
Sonia Ceccotti, nata a Pisa nel 1974, si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 2000. Tra le mostre più importanti, sono da ricordare: “Una donna senza tempo”, Galleria Mondadori, Venezia (2010); “Seven: gola”, Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano, a cura di Roberto Ronca, con il patrocinio del Parlamento Europeo, Regione Campania, Provincia di Napoli (2010); Premio Arte Laguna 2010, Venezia (2010); “La nuova figurazione italiana. To be continued…”, a cura di Chiara Canali, Fondazione Fabbrica Borroni, Bollate (Milano) (2007); “Nuovi Pittori della Realtà”, a cura di Maurizio Sciaccaluga con la presentazione di Vittorio Sgarbi, PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2007); “Nuovi Realismi”, a cura di Maurizio Sciaccaluga, Palazzo San Domenico, Museo Michetti, Francavilla al Mare (Chieti) (2007); “Sò”, a cura di Luca Beatrice, Galleria Angel Art Gallery, Milano (2006); “Facce riciclate”, a cura di Barbara Meneghel, GiaMaArt studio, Vitulano (BN) 2009.
21
aprile 2011
Sonia Ceccotti – Anime fragili
Dal 21 aprile al 21 maggio 2011
arte contemporanea
Location
PAOLO CAPPELLETTI GALLERY
Milano, Via Luciano Manara, 15, (Milano)
Milano, Via Luciano Manara, 15, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato, su appuntamento
Vernissage
21 Aprile 2011, ore 19:00
Autore