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Rassegna1 – Margherita Baratta
Attraverso la fotografia cattura frammenti di quotidianità che vengono alterati dall’intervento pittorico in una sintesi formale che cattura l’attenzione dello spettatore. I soggetti sono immersi in una calma apparente che viene immediatamente surclassata da pose nervose e innaturali
Comunicato stampa
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L’universo formale di Margherita Baratta nasce dall’esigenza di portare alla luce uno scenario quotidiano che ha come protagonisti soggetti in balia della precarietà.
Il suo modo di lavorare le immagini è quasi sempre rivolto alla creazione di scenari reali che racchiudono e descrivono azioni legate all’intimità della casa , il luogo che preserva la parte più intima dell’individuo. L’obiettivo curioso dell’artista invade proprio questo nucleo scavando nelle profondità dei movimenti e dei silenzi smascherando quelli che sono i turbamenti che caratterizzano le vite degli altri. L’elaborazione grafica ha inizio con lo scatto fotografico per poi essere conclusa con l’intervento della pittura, questo processo crea una rottura tra quella che è la realtà oggettiva data dalla foto e quella che è la soggettività espressiva e segnica dell’artista. Una volta scelto il tema che vuole affrontare crea dei veri e propri set nei quali molto spesso è lei stessa la protagonista. Ritrae il proprio corpo e quello di altri senza capo o con i volti coperti con lo scopo di creare figure anonime che diventano specchi di coloro che osservano, il fruitore dinanzi a questi corpi decollati e senza tratti somatici può immedesimarsi e sentirsi protagonista dell’opera.
Attraverso l’utilizzo di parole e numeri, cerca di enunciare situazioni e stati d’animo creando dei veri e propri rebus. I suoi quadri specchianti sono la dimora di figure solitarie che racchiudono simultaneamente l’ inadeguatezza nei confronti della società e la volontà di ritagliarsi un posto all’interno di essa attraverso l’imposizione invasiva all’interno della superficie del quadro.
Attrice silenziosa e spettatrice singolare Margherita Baratta dimostra di essere perfettamente cosciente e attenta a quelle che sono le problematiche dell’era contemporanea sottolineando aspetti relativi all’identità individuale.
Da sempre affascinata dal lavoro di Duchamp e Man Ray nelle sue opere convogliano oltre all’aspetto tecnico la volontà di divertire attraverso forme e giochi cromatici ispirando la riflessione dell’osservatore con una sottile ironia degna dello spirito dissacratorio Dadaista.
Ivana Iacomini
Il suo modo di lavorare le immagini è quasi sempre rivolto alla creazione di scenari reali che racchiudono e descrivono azioni legate all’intimità della casa , il luogo che preserva la parte più intima dell’individuo. L’obiettivo curioso dell’artista invade proprio questo nucleo scavando nelle profondità dei movimenti e dei silenzi smascherando quelli che sono i turbamenti che caratterizzano le vite degli altri. L’elaborazione grafica ha inizio con lo scatto fotografico per poi essere conclusa con l’intervento della pittura, questo processo crea una rottura tra quella che è la realtà oggettiva data dalla foto e quella che è la soggettività espressiva e segnica dell’artista. Una volta scelto il tema che vuole affrontare crea dei veri e propri set nei quali molto spesso è lei stessa la protagonista. Ritrae il proprio corpo e quello di altri senza capo o con i volti coperti con lo scopo di creare figure anonime che diventano specchi di coloro che osservano, il fruitore dinanzi a questi corpi decollati e senza tratti somatici può immedesimarsi e sentirsi protagonista dell’opera.
Attraverso l’utilizzo di parole e numeri, cerca di enunciare situazioni e stati d’animo creando dei veri e propri rebus. I suoi quadri specchianti sono la dimora di figure solitarie che racchiudono simultaneamente l’ inadeguatezza nei confronti della società e la volontà di ritagliarsi un posto all’interno di essa attraverso l’imposizione invasiva all’interno della superficie del quadro.
Attrice silenziosa e spettatrice singolare Margherita Baratta dimostra di essere perfettamente cosciente e attenta a quelle che sono le problematiche dell’era contemporanea sottolineando aspetti relativi all’identità individuale.
Da sempre affascinata dal lavoro di Duchamp e Man Ray nelle sue opere convogliano oltre all’aspetto tecnico la volontà di divertire attraverso forme e giochi cromatici ispirando la riflessione dell’osservatore con una sottile ironia degna dello spirito dissacratorio Dadaista.
Ivana Iacomini
23
aprile 2011
Rassegna1 – Margherita Baratta
Dal 23 aprile al 13 maggio 2011
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
RANAROSSA 3.0
Modena, Via Montevecchio, 21, (Modena)
Modena, Via Montevecchio, 21, (Modena)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 17.00-20.00
Vernissage
23 Aprile 2011, ore 19.00-21.00
Autore
Curatore