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Sfiorerai il mio destino come una farfalla
Nello splendido scenario dell’Antico Mercato del Pesce i corpi degli attori e i grandi simboli della storia dell’arte e della religione ebraica e cattolica ci guideranno nei chiaroscuri del destino umano, tra Kabala e cultura rom, tra musiche colte e canzonette di Sanremo. Una miscellanea di immagini, suoni, scritte che ci raccontano meglio di tanti reportage un presente fatto di migrazioni, fughe, guerre, dolore. E speranza.
Comunicato stampa
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Fondazione Alda Fendi
- Esperimenti di Quaresima -
Alda Fendi invita alla prima rappresentazione di
Sfiorerai il mio destino come una farfalla
Scritto e diretto da
Raffaele Curi
Con la partecipazione di Kim Carnes e i misteriosi Bette Davis Eyes
Dal 13 aprile – una settimana di repliche
Ore 21.30 ANTICO MERCATO DEL PESCE DEGLI EBREI AL CIRCO MASSIMO
VIA DI SAN TEODORO 74 ROMA
Una donna di centovent’anni La Fondazione Alda Fendi Esperimenti, per il settimo anno consecutivo, in controtendenza con la crisi che colpisce la cultura italiana, investe su un nuovo progetto proponendolo gratuitamente al pubblico della sua città. Con le sue due figlie, Alessia e Giovanna, Alda Fendi raggiunge così una nuova tappa dei lavori della Fondazione che per centovent’anni, cinque generazioni della sua famiglia, finanzierà e incoraggerà la libera creazione degli artisti di tutte le generazioni.
L’attualità dell’inattuale Camicie bianche come simbolo della purezza e della leggerezza che il mondo ha dimenticato, dimenticando di fare i conti con tutto ciò che non è materiale né letterale della vita. Il regista Raffaele Curi, dopo le due trilogie dedicate al potere e ai popoli, esplora con le sue immagini visionarie i grandi misteri della vita: la morte, la paura, la fuga, la rivoluzione, la giovinezza. Nello splendido scenario dell’Antico Mercato del Pesce i corpi degli attori e i grandi simboli della storia dell’arte e della religione ebraica e cattolica ci guideranno nei chiaroscuri del destino umano, tra Kabala e cultura rom, tra musiche colte e canzonette di Sanremo. Una miscellanea di immagini, suoni, scritte che ci raccontano meglio di tanti reportage un presente fatto di migrazioni, fughe, guerre, dolore. E speranza. «Ho scelto la leggerezza di Calvino – suggerisce Raffaele Curi - perché senza di essa è impossibile conoscere la verità».
Dopo aver collaborato con grandi artisti come Vincent Gallo, Dominique Sanda, Roberto Bolle, Curi ha chiamato la star internazionale Kim Carnes, che dopo uno straordinario concerto a Berlino nel 2009, ritorna in Italia con i suoi Bette Davis Eyes. In scena anche Nina Dhara e Gianluca Vicari, e per la prima volta Timothy Elie Mantout, Zelda De Lillo, Roberto Astrologo.
Intervista a Alda Fendi
Non si può dire che lei non sia una donna coraggiosa e che non sappia osare. Dopo tanti successi internazionali si è buttata in questa nuova avventura. Non solo. Invece di credere solo nel presente ha scommesso per 120 anni, il periodo che ha previsto per la durata della sua Fondazione. Che cosa significano per lei 120 anni?
Significa dare la possibilità a cinque generazioni della mia famiglia di avere un contatto con il mondo dell’arte e della cultura. Sarà questa la vera ricchezza della loro anima, così come oggi lo è stata per me e per le mie figlie Giovanna e Alessia. Ma è anche un investimento per il futuro della mia nazione che amo e della mia città. Il nostro obiettivo è di far avvicinare tutti all’arte, per esempio dando la possibilità di non far pagare il biglietto. Un gesto allo stesso tempo concreto e simbolico per dire che l’accesso alla cultura deve essere considerato un bene di tutti e non un privilegio per pochi.
Colpisce molto la sua scelta. In un momento in cui la cultura è considerata un valore sacrificabile lei investe e ci crede. Nonostante infatti siano stati reintegrati i finanziamenti per il Fondo unico per lo spettacolo, il mondo della cultura e dell’arte continuano a essere lasciati soli. Come si è potuti arrivare a questa situazione?
La responsabilità è della politica e della corruzione. Oggi la politica è infatti intesa solo come gestione del “qui e ora”, mentre dovrebbe essere la capacità di andare oltre l’esistente, di osare, di immaginare altri mondi, altre realtà rispetto a quella che abbiamo davanti. I nostri governanti non capiscono che finanziare la cultura significa creare una grande ricchezza per l’anima, ma anche una ricchezza reale per il Paese. Lo stesso problema lo vedo nei confronti dei migranti: per noi sono una grande risorsa, un investimento di civiltà per il futuro, non un fastidio. I grandi momenti della Storia umana sono fatti di migrazioni, mescolamenti, incontri tra popoli. L’arte, l’arte che la Fondazione ha a cuore, serve a questo. Fa questo.
In questi giorni siamo tutti molto colpiti dalle immagini dei migranti che arrivano a Lampedusa. Sono lasciati soli. Disperati. E molti invece di provare pietà provano
fastidio. Lei come reagisce a quelle immagini, ai loro volti?
Io sono migrante, rom, ebrea, omosessuale, nera. La mia vita è sempre stata un attraversamento “attraverso”: “attraversamento” è l’avverbio della mia vita, da una parte all’altra, tra una cosa e l’altra. Così nella mia professione non sono mai stata ferma. Quei volti mi colpiscono perché parlano anche di me, di noi. Non rappresentano l’alterità assoluta, ma l’altro che alberga in noi. Quell’io straniero che ci abita e senza il quale saremmo solo più miseri, più insignificanti.
Sono dieci anni che è nata la Fondazione Alda Fendi. Ha qualche ricordo a cui è particolarmente legata: un’emozione, una persona, una parola, un progetto?
La mia vita è sempre stata piena di emozioni. Le persone che incontro lavorando per la Fondazione non smettono mai di colpirmi, di emozionarmi. Alcuni incontri mi hanno cambiato la vita. Così è stato con Giancarlo Menotti: quando lo ho conosciuto, lì ho capito che volevo occuparmi d’arte. E’ lui che mi ha illuminato questa nuova possibilità, che mi ha suggerito nuovi pensieri che di recente sono sfociati nel dovere e nel piacere di acquistare la sua casa di Spoleto andata all’asta. Gli incontri con gli artisti mi hanno sempre meravigliata, sì meravigliata. Vincent Gallo con il suo stato costantemente febbricitante e diabolico, Angelique Kidjo con la sua ossessione per la giustizia, Sainkho Namtchylak con la sua voce bitonale espressione di una doppia personalità. Come le persone, mi ha emozionata il ritrovamento della Basilica Ulpia, avvenuto con la collaborazione del fantastico Adriano La Regina.
Quali progetti per il futuro?
Sulla scia di questi ritrovamenti, di questi incontri, non posso stare ferma. Vorrei rendere una parte di Roma completamente viva, di giorno e di notte. Si tratta del Foro Boario, pagina scintillante della storia, oggi ridotta a panchina autostradale. Per ripensarlo mi sono ispirata ai Passages di Walter Benjamin. Permettetemi di non dire di più. L’architetto è una giovane archistar giapponese. Per ora godetevi lo spettacolo di Raffaele Curi.
- Esperimenti di Quaresima -
Alda Fendi invita alla prima rappresentazione di
Sfiorerai il mio destino come una farfalla
Scritto e diretto da
Raffaele Curi
Con la partecipazione di Kim Carnes e i misteriosi Bette Davis Eyes
Dal 13 aprile – una settimana di repliche
Ore 21.30 ANTICO MERCATO DEL PESCE DEGLI EBREI AL CIRCO MASSIMO
VIA DI SAN TEODORO 74 ROMA
Una donna di centovent’anni La Fondazione Alda Fendi Esperimenti, per il settimo anno consecutivo, in controtendenza con la crisi che colpisce la cultura italiana, investe su un nuovo progetto proponendolo gratuitamente al pubblico della sua città. Con le sue due figlie, Alessia e Giovanna, Alda Fendi raggiunge così una nuova tappa dei lavori della Fondazione che per centovent’anni, cinque generazioni della sua famiglia, finanzierà e incoraggerà la libera creazione degli artisti di tutte le generazioni.
L’attualità dell’inattuale Camicie bianche come simbolo della purezza e della leggerezza che il mondo ha dimenticato, dimenticando di fare i conti con tutto ciò che non è materiale né letterale della vita. Il regista Raffaele Curi, dopo le due trilogie dedicate al potere e ai popoli, esplora con le sue immagini visionarie i grandi misteri della vita: la morte, la paura, la fuga, la rivoluzione, la giovinezza. Nello splendido scenario dell’Antico Mercato del Pesce i corpi degli attori e i grandi simboli della storia dell’arte e della religione ebraica e cattolica ci guideranno nei chiaroscuri del destino umano, tra Kabala e cultura rom, tra musiche colte e canzonette di Sanremo. Una miscellanea di immagini, suoni, scritte che ci raccontano meglio di tanti reportage un presente fatto di migrazioni, fughe, guerre, dolore. E speranza. «Ho scelto la leggerezza di Calvino – suggerisce Raffaele Curi - perché senza di essa è impossibile conoscere la verità».
Dopo aver collaborato con grandi artisti come Vincent Gallo, Dominique Sanda, Roberto Bolle, Curi ha chiamato la star internazionale Kim Carnes, che dopo uno straordinario concerto a Berlino nel 2009, ritorna in Italia con i suoi Bette Davis Eyes. In scena anche Nina Dhara e Gianluca Vicari, e per la prima volta Timothy Elie Mantout, Zelda De Lillo, Roberto Astrologo.
Intervista a Alda Fendi
Non si può dire che lei non sia una donna coraggiosa e che non sappia osare. Dopo tanti successi internazionali si è buttata in questa nuova avventura. Non solo. Invece di credere solo nel presente ha scommesso per 120 anni, il periodo che ha previsto per la durata della sua Fondazione. Che cosa significano per lei 120 anni?
Significa dare la possibilità a cinque generazioni della mia famiglia di avere un contatto con il mondo dell’arte e della cultura. Sarà questa la vera ricchezza della loro anima, così come oggi lo è stata per me e per le mie figlie Giovanna e Alessia. Ma è anche un investimento per il futuro della mia nazione che amo e della mia città. Il nostro obiettivo è di far avvicinare tutti all’arte, per esempio dando la possibilità di non far pagare il biglietto. Un gesto allo stesso tempo concreto e simbolico per dire che l’accesso alla cultura deve essere considerato un bene di tutti e non un privilegio per pochi.
Colpisce molto la sua scelta. In un momento in cui la cultura è considerata un valore sacrificabile lei investe e ci crede. Nonostante infatti siano stati reintegrati i finanziamenti per il Fondo unico per lo spettacolo, il mondo della cultura e dell’arte continuano a essere lasciati soli. Come si è potuti arrivare a questa situazione?
La responsabilità è della politica e della corruzione. Oggi la politica è infatti intesa solo come gestione del “qui e ora”, mentre dovrebbe essere la capacità di andare oltre l’esistente, di osare, di immaginare altri mondi, altre realtà rispetto a quella che abbiamo davanti. I nostri governanti non capiscono che finanziare la cultura significa creare una grande ricchezza per l’anima, ma anche una ricchezza reale per il Paese. Lo stesso problema lo vedo nei confronti dei migranti: per noi sono una grande risorsa, un investimento di civiltà per il futuro, non un fastidio. I grandi momenti della Storia umana sono fatti di migrazioni, mescolamenti, incontri tra popoli. L’arte, l’arte che la Fondazione ha a cuore, serve a questo. Fa questo.
In questi giorni siamo tutti molto colpiti dalle immagini dei migranti che arrivano a Lampedusa. Sono lasciati soli. Disperati. E molti invece di provare pietà provano
fastidio. Lei come reagisce a quelle immagini, ai loro volti?
Io sono migrante, rom, ebrea, omosessuale, nera. La mia vita è sempre stata un attraversamento “attraverso”: “attraversamento” è l’avverbio della mia vita, da una parte all’altra, tra una cosa e l’altra. Così nella mia professione non sono mai stata ferma. Quei volti mi colpiscono perché parlano anche di me, di noi. Non rappresentano l’alterità assoluta, ma l’altro che alberga in noi. Quell’io straniero che ci abita e senza il quale saremmo solo più miseri, più insignificanti.
Sono dieci anni che è nata la Fondazione Alda Fendi. Ha qualche ricordo a cui è particolarmente legata: un’emozione, una persona, una parola, un progetto?
La mia vita è sempre stata piena di emozioni. Le persone che incontro lavorando per la Fondazione non smettono mai di colpirmi, di emozionarmi. Alcuni incontri mi hanno cambiato la vita. Così è stato con Giancarlo Menotti: quando lo ho conosciuto, lì ho capito che volevo occuparmi d’arte. E’ lui che mi ha illuminato questa nuova possibilità, che mi ha suggerito nuovi pensieri che di recente sono sfociati nel dovere e nel piacere di acquistare la sua casa di Spoleto andata all’asta. Gli incontri con gli artisti mi hanno sempre meravigliata, sì meravigliata. Vincent Gallo con il suo stato costantemente febbricitante e diabolico, Angelique Kidjo con la sua ossessione per la giustizia, Sainkho Namtchylak con la sua voce bitonale espressione di una doppia personalità. Come le persone, mi ha emozionata il ritrovamento della Basilica Ulpia, avvenuto con la collaborazione del fantastico Adriano La Regina.
Quali progetti per il futuro?
Sulla scia di questi ritrovamenti, di questi incontri, non posso stare ferma. Vorrei rendere una parte di Roma completamente viva, di giorno e di notte. Si tratta del Foro Boario, pagina scintillante della storia, oggi ridotta a panchina autostradale. Per ripensarlo mi sono ispirata ai Passages di Walter Benjamin. Permettetemi di non dire di più. L’architetto è una giovane archistar giapponese. Per ora godetevi lo spettacolo di Raffaele Curi.
13
aprile 2011
Sfiorerai il mio destino come una farfalla
13 aprile 2011
performance - happening
serata - evento
serata - evento
Location
CIRCO MASSIMO
Roma, Via Del Circo Massimo, (Roma)
Roma, Via Del Circo Massimo, (Roma)
Biglietti
previa prenotazione telefonica
Vernissage
13 Aprile 2011, ore 21.30
Sito web
www.fondazionealdafendi.it