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Tracce
La collettiva nasce con l’intento di dare all’artista la totale libertà di narrare ciò che desidera per poi mettere a confronto i diversi stili e le diverse narrazioni.
Comunicato stampa
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Tracce
C’è una volontà comune nelle arti figurative contemporanee di rappresentazione meta-simbolica e meta-oggettiva non solo della realtà, ma anche dell’immaginario collettivo che oggi è più che mai suggestionato da una moltitudine di stimoli e contaminazioni culturali. Dalle stratificazioni di background urbani e suburbani fino alle fascinazioni visionarie di certo populismo pop e folk della “società delle immagini”, l’arte trae ispirazione e codifica un linguaggio versatile e formale che si configura come uno strumento di comunicazione alternativo, cioè come tipo di comunicazione pura il cui messaggio risulta aderente alla facoltà di in-formare la realtà, senza però tralasciare la componente estetica. In qualche modo, dunque, le arti figurative assolvono a un doppio dovere, quello etico riferito alla responsabilità dei contenuti, e quello dell’armonia compositiva che resta alla base dell’opera, rispondendo così all’esigenza del contemporaneo di semplificare e rendere più leggibile il presente. La collettiva Tracce nasce come espressione del bisogno di ritagliare alle opere e agli artisti degli spazi di azione narrativa che mettano in evidenza la molteplicità dei modi di espressione creativa e della poetica del racconto. Il concetto stesso di traccia, infatti, sottende sempre un racconto, una spazio-temporalità connaturata alla presenza inequivocabile di un segno, che in questo caso risulta essere indicato proprio dalle opere in mostra. Quindici gli artisti invitati, a partire da Andrea Palamà che con una pittura densa, dalle pennellate fluide e corpose, disegna una mappatura del suo paesaggio interiore attraverso frammenti di immagini “esteriori” catturate dalla rete e amalgamate in un unicum compositivo. Affini per molti aspetti sono i dipinti di Emanuele Puzziello, caratterizzati anch’essi da un segno pittorico molto materico e compatto, e abitati da soggetti e personaggi che vengono esibiti con intensa forza comunicativa e senza filtri. Ad un tipo di narrazione favolistica appartengono di lavori di Arianna Piazza e Sam Punzina: la prima attratta e influenzata dalle forme del microcosmo organico, da vita a nuovi protagonisti di una favola aliena, mentre la seconda, affascinata dal biomorfismo, evoca atmosfere trasognate e surreali attraverso una rilettura degli elementi naturali resi con smalti brillanti e colorati. Ispirate ad una natura arcana e magica sono le opere di Patrizia Emma Scialpi che in una commistione di collage e pittura, compone un tracciato della memoria segnato da soggetti dalla naturalità impossibile. Una panoramica sulla crisi identitaria dell’uomo contemporaneo raccontano i lavori su carta di Luigi Massari, che offrono otto possibili letture per immagini delle deviazioni e degli effetti più comuni dei processi di spersonalizzazione, seguiti dagli scatti di Flavio Romualdo Garofano che sottolineano il valore indicale della fotografia, conferendo alle immagini tratte dalla quotidianità un valore assoluto di traccia del reale. Più aderenti stilisticamente ai modi dell’illustrazione e della grafica le opere di Dario Molinaro, presente con quattro lavori a china su carta in cui la precisione dei dettagli risolve la complessità figurativa dell’insieme, i disegni di Francesca de Cesare, che attraverso un tratto minimo ed essenziale, intervallato da brevi campi di colore, esprime stati d’animo personali e collettivi, gli interventi geometrici ma precari delle costruzioni sospese nel bianco di Giacomo Bagnara, le memorie nostalgiche di Pierpaolo Febbo raffigurate attraverso le associazioni simboliche di elementi zoomorfi o antropomorfi e altri naturali, con un linguaggio segnico che guarda all’essenziale della rappresentazione, e per finire i personaggi grafici e stilizzati di Stefano de Longhi, che definisce proprio nella semplicità della composizione pittorica la sua cifra stilistica. Più complesse le tecniche miste su carta di Fabio Mazzola, ogni disegno infatti, come nella costruzione di un edificio, racconta una storia partendo dalle fondamenta e sviluppandosi su più piani della rappresentazione e della narrazione. Surreali e suggestivi gli acquerelli di Luigi Copello: la pennellata diluita disegna paesaggi onirici sospesi in atmosfere magiche popolate da animali e oggetti dalla presenza inquietante. Per finire i collage di Pasquale de Sensi, in cui psichedelia, cultura punk e influenze pop-folk configurano un linguaggio ad un tempo fresco ma ipnotico.
Francesca De Filippi
dall'1 al 30 aprile 2011
spazio Bellezza Orsini
piazza di Porta Mascarella, 2/2, Bologna
info: 3408882842 - 3383012252
bellezzaorsini@gmail.com
C’è una volontà comune nelle arti figurative contemporanee di rappresentazione meta-simbolica e meta-oggettiva non solo della realtà, ma anche dell’immaginario collettivo che oggi è più che mai suggestionato da una moltitudine di stimoli e contaminazioni culturali. Dalle stratificazioni di background urbani e suburbani fino alle fascinazioni visionarie di certo populismo pop e folk della “società delle immagini”, l’arte trae ispirazione e codifica un linguaggio versatile e formale che si configura come uno strumento di comunicazione alternativo, cioè come tipo di comunicazione pura il cui messaggio risulta aderente alla facoltà di in-formare la realtà, senza però tralasciare la componente estetica. In qualche modo, dunque, le arti figurative assolvono a un doppio dovere, quello etico riferito alla responsabilità dei contenuti, e quello dell’armonia compositiva che resta alla base dell’opera, rispondendo così all’esigenza del contemporaneo di semplificare e rendere più leggibile il presente. La collettiva Tracce nasce come espressione del bisogno di ritagliare alle opere e agli artisti degli spazi di azione narrativa che mettano in evidenza la molteplicità dei modi di espressione creativa e della poetica del racconto. Il concetto stesso di traccia, infatti, sottende sempre un racconto, una spazio-temporalità connaturata alla presenza inequivocabile di un segno, che in questo caso risulta essere indicato proprio dalle opere in mostra. Quindici gli artisti invitati, a partire da Andrea Palamà che con una pittura densa, dalle pennellate fluide e corpose, disegna una mappatura del suo paesaggio interiore attraverso frammenti di immagini “esteriori” catturate dalla rete e amalgamate in un unicum compositivo. Affini per molti aspetti sono i dipinti di Emanuele Puzziello, caratterizzati anch’essi da un segno pittorico molto materico e compatto, e abitati da soggetti e personaggi che vengono esibiti con intensa forza comunicativa e senza filtri. Ad un tipo di narrazione favolistica appartengono di lavori di Arianna Piazza e Sam Punzina: la prima attratta e influenzata dalle forme del microcosmo organico, da vita a nuovi protagonisti di una favola aliena, mentre la seconda, affascinata dal biomorfismo, evoca atmosfere trasognate e surreali attraverso una rilettura degli elementi naturali resi con smalti brillanti e colorati. Ispirate ad una natura arcana e magica sono le opere di Patrizia Emma Scialpi che in una commistione di collage e pittura, compone un tracciato della memoria segnato da soggetti dalla naturalità impossibile. Una panoramica sulla crisi identitaria dell’uomo contemporaneo raccontano i lavori su carta di Luigi Massari, che offrono otto possibili letture per immagini delle deviazioni e degli effetti più comuni dei processi di spersonalizzazione, seguiti dagli scatti di Flavio Romualdo Garofano che sottolineano il valore indicale della fotografia, conferendo alle immagini tratte dalla quotidianità un valore assoluto di traccia del reale. Più aderenti stilisticamente ai modi dell’illustrazione e della grafica le opere di Dario Molinaro, presente con quattro lavori a china su carta in cui la precisione dei dettagli risolve la complessità figurativa dell’insieme, i disegni di Francesca de Cesare, che attraverso un tratto minimo ed essenziale, intervallato da brevi campi di colore, esprime stati d’animo personali e collettivi, gli interventi geometrici ma precari delle costruzioni sospese nel bianco di Giacomo Bagnara, le memorie nostalgiche di Pierpaolo Febbo raffigurate attraverso le associazioni simboliche di elementi zoomorfi o antropomorfi e altri naturali, con un linguaggio segnico che guarda all’essenziale della rappresentazione, e per finire i personaggi grafici e stilizzati di Stefano de Longhi, che definisce proprio nella semplicità della composizione pittorica la sua cifra stilistica. Più complesse le tecniche miste su carta di Fabio Mazzola, ogni disegno infatti, come nella costruzione di un edificio, racconta una storia partendo dalle fondamenta e sviluppandosi su più piani della rappresentazione e della narrazione. Surreali e suggestivi gli acquerelli di Luigi Copello: la pennellata diluita disegna paesaggi onirici sospesi in atmosfere magiche popolate da animali e oggetti dalla presenza inquietante. Per finire i collage di Pasquale de Sensi, in cui psichedelia, cultura punk e influenze pop-folk configurano un linguaggio ad un tempo fresco ma ipnotico.
Francesca De Filippi
dall'1 al 30 aprile 2011
spazio Bellezza Orsini
piazza di Porta Mascarella, 2/2, Bologna
info: 3408882842 - 3383012252
bellezzaorsini@gmail.com
01
aprile 2011
Tracce
Dal primo al 30 aprile 2011
fotografia
arte contemporanea
giovane arte
disegno e grafica
arte contemporanea
giovane arte
disegno e grafica
Location
BELLEZZA ORSINI
Bologna, Mura Di Porta Galliera, 2, (Bologna)
Bologna, Mura Di Porta Galliera, 2, (Bologna)
Orario di apertura
dal giovedì al sabato dalle 18:00 alle 20:00 (altri giorni compresa la mattina solo su prenotazione)
Vernissage
1 Aprile 2011, ore 18:30
Autore