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Florian & Michael Quistrebert – The Furthest Point
Per la loro prima mostra personale italiana i due artisti francesi presentano una serie di dipinti, una video installazione e una serie di fotografie che evocano forme geometriche incisive, strutture architettoniche e immagini sperimentali.
Comunicato stampa
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Nell’ambito del progetto di residenza CAR projects è lieta di ospitare Florian e Michaël Quistrebert. Per la loro prima mostra personale italiana i due artisti francesi presentano una serie di dipinti, una video installazione e una serie di fotografie che evocano forme geometriche incisive, strutture architettoniche e immagini sperimentali. I due elementi principali del loro lavoro sono il colore e la struttura che richiamano i disegni cosmologici di William Blake le pitture astratte e gli acquerelli di Paul Klee e Wassily Kandinsky. Questa attrazione verso il modernismo è parte di una ricerca della spiritualità nell’arte dei fratelli Quistrebert che spesso rappresentano simboli mistici e connessioni con l’occulto.
Il titolo della mostra, “The Furthest Point”, indica ciò che può simboleggiare il lavoro dei Quistrebert, il loro atteggiamento verso la ricerca artistica. “The Furthest Point” può indicare la continua ricerca verso il punto più nuovo, la nuova sfida o il nuovo interrogativo che racchiude un senso di un qualcosa molto remoto, mai raggiungibile, perché sempre, quando si finisce un opera, ci si pone sempre una nuova domanda che ti trascina verso un altro lavoro: “Questo è il modo in cui noi generalmente operiamo non essendo esclusivamente pittori, ma anche videomakers e fotografi, il nostro lavoro deve essere analizzato attraverso questo punto di vista, partiamo sempre dalla pittura ma cerchiamo sempre nuove strade, nuovi approcci per realizzare le nostre opere, spesso utilizzando nuovi mezzi di comunicazione”.
La serie di pitture in mostra 'Bleach Series' si basa sull’azione di scoloritura del tessuto nero, sviluppando composizioni astratte in un gioco di contrasti chiaroscurali, dove le forme moderniste e i processi tecnici richiamano l’esperienza del fotogramma. Tuttavia, mentre la fotografia ha bisogno di luce per aumentare i toni scuri, il processo di decolorazione usato nel lavoro dei Quistrebert innesta un processo inverso; l’immagine appare come dipinta in negativo, emergendo in eteree forme geometriche attraverso il dissolversi della tintura nera. Con questa stretta aderenza al processo fotografico, le immagini quindi elevano la luce a materiale fondamentale dell’era moderna, che evoca illuminazioni spirituali e suggestioni di quell’epoca.
La video installazione “The Eighth Sphere” è basata su una doppia proiezione dove la stessa sequenza è visibile su entrambi i lati di un angolo della stanza precedentemente dipinto di argento. Le proiezioni sono simmetriche ma non sincronizzate e creano un effetto specchio che prende forma attraverso la memoria dello spettatore. Richiamando l’astrazione geometrica e le prime sperimentazioni cinematografiche, le immagini proiettate sono un gioco di ombre catturate; gli artisti filmano queste sostanze immateriali come mezzo per comporre l’illusione del costruttivismo, e questo aspetto è rinforzato dal luccichio dell’instabile superficie della parete cromata. Con la sovrapposizione di ombre geometriche e le differenti qualità di riflessi prodotti, l’opera rende l’idea di progressismo attraverso dinamiche dissolventi, che suggeriscono una versione declinante dell’illuminazione modernista.
La serie di fotografie digitali presenti in mostra sono composizioni di piccoli oggetti applicati su un tessuto di tela: questi oggetti d’uso quotidiano sono piccole stringhe e sottili catene di gioielleria assemblati in linee geometriche, o perle di legno che ricreano un punto interrogativo. Queste forme non hanno alcun valore, tranne che una carica simbolica e misteriosa, appaiono come portafortuna richiamanti la stregoneria e lo sciamanesimo, espresse in una forma puramente costruttivista. Per la prima volta nel loro percorso artistico i fratelli Quistrebert usano il mezzo fotografico, realizzato nello stesso formato dei loro dipinti, in modo da appiattire gli oggetti catturati.
Il titolo della mostra, “The Furthest Point”, indica ciò che può simboleggiare il lavoro dei Quistrebert, il loro atteggiamento verso la ricerca artistica. “The Furthest Point” può indicare la continua ricerca verso il punto più nuovo, la nuova sfida o il nuovo interrogativo che racchiude un senso di un qualcosa molto remoto, mai raggiungibile, perché sempre, quando si finisce un opera, ci si pone sempre una nuova domanda che ti trascina verso un altro lavoro: “Questo è il modo in cui noi generalmente operiamo non essendo esclusivamente pittori, ma anche videomakers e fotografi, il nostro lavoro deve essere analizzato attraverso questo punto di vista, partiamo sempre dalla pittura ma cerchiamo sempre nuove strade, nuovi approcci per realizzare le nostre opere, spesso utilizzando nuovi mezzi di comunicazione”.
La serie di pitture in mostra 'Bleach Series' si basa sull’azione di scoloritura del tessuto nero, sviluppando composizioni astratte in un gioco di contrasti chiaroscurali, dove le forme moderniste e i processi tecnici richiamano l’esperienza del fotogramma. Tuttavia, mentre la fotografia ha bisogno di luce per aumentare i toni scuri, il processo di decolorazione usato nel lavoro dei Quistrebert innesta un processo inverso; l’immagine appare come dipinta in negativo, emergendo in eteree forme geometriche attraverso il dissolversi della tintura nera. Con questa stretta aderenza al processo fotografico, le immagini quindi elevano la luce a materiale fondamentale dell’era moderna, che evoca illuminazioni spirituali e suggestioni di quell’epoca.
La video installazione “The Eighth Sphere” è basata su una doppia proiezione dove la stessa sequenza è visibile su entrambi i lati di un angolo della stanza precedentemente dipinto di argento. Le proiezioni sono simmetriche ma non sincronizzate e creano un effetto specchio che prende forma attraverso la memoria dello spettatore. Richiamando l’astrazione geometrica e le prime sperimentazioni cinematografiche, le immagini proiettate sono un gioco di ombre catturate; gli artisti filmano queste sostanze immateriali come mezzo per comporre l’illusione del costruttivismo, e questo aspetto è rinforzato dal luccichio dell’instabile superficie della parete cromata. Con la sovrapposizione di ombre geometriche e le differenti qualità di riflessi prodotti, l’opera rende l’idea di progressismo attraverso dinamiche dissolventi, che suggeriscono una versione declinante dell’illuminazione modernista.
La serie di fotografie digitali presenti in mostra sono composizioni di piccoli oggetti applicati su un tessuto di tela: questi oggetti d’uso quotidiano sono piccole stringhe e sottili catene di gioielleria assemblati in linee geometriche, o perle di legno che ricreano un punto interrogativo. Queste forme non hanno alcun valore, tranne che una carica simbolica e misteriosa, appaiono come portafortuna richiamanti la stregoneria e lo sciamanesimo, espresse in una forma puramente costruttivista. Per la prima volta nel loro percorso artistico i fratelli Quistrebert usano il mezzo fotografico, realizzato nello stesso formato dei loro dipinti, in modo da appiattire gli oggetti catturati.
26
marzo 2011
Florian & Michael Quistrebert – The Furthest Point
Dal 26 marzo al 07 maggio 2011
arte contemporanea
Location
CAR PROJECTS
Bologna, Viale Pietro Pietramellara, 4/4, (Bologna)
Bologna, Viale Pietro Pietramellara, 4/4, (Bologna)
Orario di apertura
Martedì- Venerdì, 14.30- 20.00
Sabato, 11- 19.00
Vernissage
26 Marzo 2011, Ore 18.00
Autore