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Adam Cvijanovic – Prophecy in a dead language
Da sempre affascinato dai resti e dalle rovine simbolo della decadenza della cultura contemporanea americana, Adam Cvijanovic, seguendo la convinzione del ciclico ripetersi degli eventi nella storia, in questa mostra si spinge più indietro nel tempo riproducendo, probabilmente non senza una vena critica, ruderi risalenti all’epoca dell’antica Roma nello stato di abbandono in cui oggi si trovano.
Comunicato stampa
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Comunicato stampa
[english below]
La Blindarte contemporanea è lieta di annunciare la seconda personale in galleria dell'artista newyorkese Adam Cvijanovic. La mostra "Prophecy in a dead language" sarà inaugurata il 24 marzo 2011 dalle ore 19, e proseguirà fino al 6 maggio.
Considerato tra i pittori figurativi più interessanti della scena artistica contemporanea newyorkese, Adam Cvijanovic presenta nuove opere realizzate appositamente per lo spazio napoletano con la famosa tecnica, ispirata agli affreschi rinascimentali, dei portable murales ("affreschi movibili"). I portable murales sono dipinti realizzati su carta tyvek ed applicati direttamente a parete in modo da creare installazioni con la pittura che coinvolgono gli interi ambienti espositivi e che poi possono essere facilmente rimossi ed applicati altrove.
La mostra trae spunto dalla celebre Sibilla Cumana, probabilmente la più importante tra le Sibille, sacerdotessa di Apollo e figura profetica dell'antica Roma, la cui sede è stata identificata in una grotta nelle vicinanze dell'antica città di Cuma, l'antro di cui Virgilio parla nell'Eneide. I suoi libri ebbero un'enorme rilevanza nella religione romana arcaica, tanto da essere consultati esclusivamente nei momenti di estrema necessità e per sciogliere enigmi che riguardavano le decisioni più importanti. Furono portati a Roma ai tempi di Tarquinio Prisco e a lungo custoditi, dapprima nel tempio di Giove Capitolino, e poi sul colle Palatino, infine furono bruciati dal generale romano Silicone nel 405 d.c. .
In realtà nella mostra non c'è uno specifico riferimento alla Sibilla o alla celebre immagine dell'antro cumano, ma un più generico riferimento all'idea di profezia, cui la nostra cultura ricollega inevitabilmente l'immagine della Sacerdotessa di Cuma.
Da sempre affascinato dai resti e dalle rovine simbolo della decadenza della cultura contemporanea americana, Adam Cvijanovic, seguendo la convinzione del ciclico ripetersi degli eventi nella storia, in questa mostra si spinge più indietro nel tempo riproducendo, probabilmente non senza una vena critica, ruderi risalenti all'epoca dell'antica Roma nello stato di abbandono in cui oggi si trovano.
Nel primo ambiente espositivo della galleria sono infatti applicati al centro delle quattro pareti della sala altrettanti affreschi movibili che riproducono quattro diversi ruderi di ingressi, tutti riconducibili all'epoca romana, ma ciascun ad un periodo differente, per la cui realizzazione l'artista si ispira alle rovine di Leptis Magna (oggi nei pressi di Al Khums in Libia).
I quattro passaggi, installati a parete come i quattro punti cardinali della bussola, si presentano dunque come possibili vie di fuga, oltre le quali si scorgono paesaggi differenti che conducono verso destinazioni sconosciute ed incerte.
Il luogo ricreato è dunque profetico, in qualche modo magico, senza tempo, come senza tempo sono le rovine che lo caratterizzano e pongono l'enigma della scelta.
Appesa al soffitto, al centro dell'ambiente, in modo da nascondere parzialmente la visione dei quattro passaggi, vi è una grande installazione dalla forma di una doppia piramide con sei facce esagonali, ricoperta di dipinti che ritraggono il mare. Come nelle leggende di romana memoria, ecco il marinaio sulla sua imbarcazione alle prese con l'indovino e con il suo destino. Davanti ai suoi occhi le rovine e la profezia consentono uno sguardo velato di una differente percezione del tempo.
La stessa tecnica utilizzata per le opere a parete crea con l'ambiente uno stretto rapporto architettonico. E se le rovine sono caratterizzate dalla permanenza nel tempo, la movibilità degli affreschi riporta l'attenzione sulla questione temporale e sulla transitorietà delle vicende contemporanee.
Nel secondo ambiente espositivo trova spazio un'altra imponente opera a parete: la ruota della fortuna. L'artista riproduce le rovine di una grande lapide testuale romana a forma di ruota, che è stata nel tempo più volte mal restaurata, ed appare oggi come l'insieme di diversi pezzi di marmo rotti in cui le iscrizioni, che riproducono banali aforismi in latino, risultano interrotte dalle rotture al punto di non essere più leggibili.
Nella stessa stanza altri dipinti su tyvek a parete riproducono alcuni animali divinatori. Altri dipinti raffigurano Sibilla/Beatrice e Virgilio e Dante nella grotta, le cui immagini sono tratte da Inferno, il film muto italiano del 1911 della Milano Films e diretto da Francesco Bertolini, Giuseppe de Liguoro e Adolfo Padovan, che narra con fedeltà la prima cantica della Divina Commedia. Altri dipinti riproducono diverse immagini che si ricollegano ai miti profetici come quelle degli affluenti che si incontrano dando origine ai fiumi ed il campo di papaveri, la cui somministrazione in passato era adoperata per causare sogni profetici.
Adam Cvijanovic e' nato nel 1960 a Cambridge nel Massachusetts, Usa, vive e lavora a New York. E' stato invitato a creare opere site-specific per la recente New Orleans Biennial, Prospect 1, e precedentemente per la Liverpool Biennial alla Tate Liverpool ha esposto in numerosi musei e gallerie in America ed in Europa. Ha avuto mostre personali all'Ucla Hammer Museum, Los Angeles, nel 2005; la mostra con Peter Garfield al Mass MoCA, Massachusetts nel 2007. I suoi lavori sono stati esposti tra l'altro al P.S. 1 Contemporary Art Centre di New York ed inclusi nella mostra Usa Today, curata dalla collezione di Charles Saatchi alla Royal Academy a Londra e allo State Hermitage Museum di St. Pietroburgo, Russia. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito della galleria.
____
English
ADAM CVIJANOVIC
Prophecy in a dead language
Press release
Blindarte contemporanea is proud to announce the second personal exhibition at its gallery by the New Yorker artist Adam Cvijanovic. The exhibition "Prophecy in a dead language" will open on 24 March 2011, at 7,00 pm, and will close on 6 May.
Among the most interesting figurative painters of the contemporary art scene in New York, Adam Cvijanovic presents new works purposely created for the Neapolitan gallery with his famous technique of portable murals, inspired by Renaissance frescoes. Portable murals are paintings made on tyvek paper and put directly on the wall so to create installations involving the whole exhibition space and which can be easily removed and applied elsewhere.
The exhibition draws inspiration from the famous Cumaean Sybil, probably the most important among the Sybils, priestess of Apollo and prophetic figure of ancient Rome, whose seat was reported to be a cave not far from the ancient town of Cumae, the cave mentioned by Virgil in his Aeneid. His books were very important in the archaic Roman religion, in fact they were consulted only in emergencies and to solve enigmas relating to the most important decisions to be made. They were imported to Rome at the times of Tarquinius Priscus and kept at the Capitoline temple of Jupiter first, and then on the Palatine hill. They were burnt by the Roman General Stilicho in AD 405.
As a matter of fact, the exhibition does not make any specific reference to the Sybil or to the famous image of the Cumaean cave, but it generically refers to the idea of prophecy, which reminds - in our culture - the image of the Cumaean Priestess.
Strongly fascinated by the remains and ruins symbolizing the decline of the American contemporary culture, Adam Cvijanovic - by following the conviction about the cyclic recurrence of events in history - goes farther in time by reproducing, probably in a critical manner, the ruins dating back to Ancient Rome in the state of neglect as they are nowadays.
In the first exhibition space of the gallery, four portable murals are applied in the middle of the four walls reproducing four different ruins of entrances, all dating back to Roman times, but relating to different periods, inspired by the ruins of Leptis Magna (close to Al Khums in Lybia).
The four passages, put on the wall as the four cardinal points of the compass, represent possible escapes, beyond which different landscapes are visible leading towards unknown and uncertain destinations.
The recreated place is therefore prophetic, somehow magical, timeless as the ruins which characterize it and raise the dilemma of choosing.
Hung on the ceiling, in the middle of the room, so to partially hide the sight of the four passages, there is an installation shaped as a double pyramid with six hexagonal faces, covered with paintings portraying the sea. As in the Roman legends, here is the sailor with his boat facing the fortune-teller and his destiny. Before his eyes, the ruins and the prophecy allow to give a misty glance to a different perception of time.
The same technique used for the works on the walls creates a strong architectural relationship with the environment. And if the ruins are characterized by their permanency over time, the portability of the frescoes draws the attention on the issues of time and temporariness of contemporary events.
The second exhibition space houses another large wall work: the wheel of fortune. The artist portrays the ruins of a large Roman plaque shaped as a wheel, which was misrestored several times, and which currently looks like a puzzle of different broken marble pieces where the writings - reproducing common Latin aphorisms - are discontinued by breaks so that they are not readable.
In the same room, other paintings on tyvek on walls reproduce divining animals. Other paintings portray Sybil/Beatrice and Virgil and Dante in the cave, whose images are drawn from Inferno, the 1911 Italian silent movie by Milano Films and directed by Francesco Bertolini, Giuseppe de Liguoro and Adolfo Padovan, which accurately narrates the first cantica of the Divine Comedy. Other paintings portray several images relating to the prophetic myths such as the ones about the affluent flows which meet and originate rivers and the field of poppies, which in ancient times were administered to cause prophetic dreams.
Adam Cvijanovic was born in Cambridge, Massachusetts (US), in 1960; he lives and works in New York. He created site specific work for the recent New Orleans Biennial, Prospect 1, and the latest Liverpool Biennial at the Tate Liverpool, he has displayed his works in many museums and galleries in the US and Europe. He had a solo show at Ucla Hammer Museum, Los Angeles, in 2005, and exhibited with Peter Garfield at Mass MoCA, Massachusetts, in 2007. His works were on exhibit at, among others, P.S.1 Contemporary Art Centre, New York and have been included in the USA Today show, organized by Charles Saatchi's collection, at the Royal Academy of London and at the State Hermitage Museum, St. Petersburg, Russia. Further information are available on the gallery website.
[english below]
La Blindarte contemporanea è lieta di annunciare la seconda personale in galleria dell'artista newyorkese Adam Cvijanovic. La mostra "Prophecy in a dead language" sarà inaugurata il 24 marzo 2011 dalle ore 19, e proseguirà fino al 6 maggio.
Considerato tra i pittori figurativi più interessanti della scena artistica contemporanea newyorkese, Adam Cvijanovic presenta nuove opere realizzate appositamente per lo spazio napoletano con la famosa tecnica, ispirata agli affreschi rinascimentali, dei portable murales ("affreschi movibili"). I portable murales sono dipinti realizzati su carta tyvek ed applicati direttamente a parete in modo da creare installazioni con la pittura che coinvolgono gli interi ambienti espositivi e che poi possono essere facilmente rimossi ed applicati altrove.
La mostra trae spunto dalla celebre Sibilla Cumana, probabilmente la più importante tra le Sibille, sacerdotessa di Apollo e figura profetica dell'antica Roma, la cui sede è stata identificata in una grotta nelle vicinanze dell'antica città di Cuma, l'antro di cui Virgilio parla nell'Eneide. I suoi libri ebbero un'enorme rilevanza nella religione romana arcaica, tanto da essere consultati esclusivamente nei momenti di estrema necessità e per sciogliere enigmi che riguardavano le decisioni più importanti. Furono portati a Roma ai tempi di Tarquinio Prisco e a lungo custoditi, dapprima nel tempio di Giove Capitolino, e poi sul colle Palatino, infine furono bruciati dal generale romano Silicone nel 405 d.c. .
In realtà nella mostra non c'è uno specifico riferimento alla Sibilla o alla celebre immagine dell'antro cumano, ma un più generico riferimento all'idea di profezia, cui la nostra cultura ricollega inevitabilmente l'immagine della Sacerdotessa di Cuma.
Da sempre affascinato dai resti e dalle rovine simbolo della decadenza della cultura contemporanea americana, Adam Cvijanovic, seguendo la convinzione del ciclico ripetersi degli eventi nella storia, in questa mostra si spinge più indietro nel tempo riproducendo, probabilmente non senza una vena critica, ruderi risalenti all'epoca dell'antica Roma nello stato di abbandono in cui oggi si trovano.
Nel primo ambiente espositivo della galleria sono infatti applicati al centro delle quattro pareti della sala altrettanti affreschi movibili che riproducono quattro diversi ruderi di ingressi, tutti riconducibili all'epoca romana, ma ciascun ad un periodo differente, per la cui realizzazione l'artista si ispira alle rovine di Leptis Magna (oggi nei pressi di Al Khums in Libia).
I quattro passaggi, installati a parete come i quattro punti cardinali della bussola, si presentano dunque come possibili vie di fuga, oltre le quali si scorgono paesaggi differenti che conducono verso destinazioni sconosciute ed incerte.
Il luogo ricreato è dunque profetico, in qualche modo magico, senza tempo, come senza tempo sono le rovine che lo caratterizzano e pongono l'enigma della scelta.
Appesa al soffitto, al centro dell'ambiente, in modo da nascondere parzialmente la visione dei quattro passaggi, vi è una grande installazione dalla forma di una doppia piramide con sei facce esagonali, ricoperta di dipinti che ritraggono il mare. Come nelle leggende di romana memoria, ecco il marinaio sulla sua imbarcazione alle prese con l'indovino e con il suo destino. Davanti ai suoi occhi le rovine e la profezia consentono uno sguardo velato di una differente percezione del tempo.
La stessa tecnica utilizzata per le opere a parete crea con l'ambiente uno stretto rapporto architettonico. E se le rovine sono caratterizzate dalla permanenza nel tempo, la movibilità degli affreschi riporta l'attenzione sulla questione temporale e sulla transitorietà delle vicende contemporanee.
Nel secondo ambiente espositivo trova spazio un'altra imponente opera a parete: la ruota della fortuna. L'artista riproduce le rovine di una grande lapide testuale romana a forma di ruota, che è stata nel tempo più volte mal restaurata, ed appare oggi come l'insieme di diversi pezzi di marmo rotti in cui le iscrizioni, che riproducono banali aforismi in latino, risultano interrotte dalle rotture al punto di non essere più leggibili.
Nella stessa stanza altri dipinti su tyvek a parete riproducono alcuni animali divinatori. Altri dipinti raffigurano Sibilla/Beatrice e Virgilio e Dante nella grotta, le cui immagini sono tratte da Inferno, il film muto italiano del 1911 della Milano Films e diretto da Francesco Bertolini, Giuseppe de Liguoro e Adolfo Padovan, che narra con fedeltà la prima cantica della Divina Commedia. Altri dipinti riproducono diverse immagini che si ricollegano ai miti profetici come quelle degli affluenti che si incontrano dando origine ai fiumi ed il campo di papaveri, la cui somministrazione in passato era adoperata per causare sogni profetici.
Adam Cvijanovic e' nato nel 1960 a Cambridge nel Massachusetts, Usa, vive e lavora a New York. E' stato invitato a creare opere site-specific per la recente New Orleans Biennial, Prospect 1, e precedentemente per la Liverpool Biennial alla Tate Liverpool ha esposto in numerosi musei e gallerie in America ed in Europa. Ha avuto mostre personali all'Ucla Hammer Museum, Los Angeles, nel 2005; la mostra con Peter Garfield al Mass MoCA, Massachusetts nel 2007. I suoi lavori sono stati esposti tra l'altro al P.S. 1 Contemporary Art Centre di New York ed inclusi nella mostra Usa Today, curata dalla collezione di Charles Saatchi alla Royal Academy a Londra e allo State Hermitage Museum di St. Pietroburgo, Russia. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito della galleria.
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English
ADAM CVIJANOVIC
Prophecy in a dead language
Press release
Blindarte contemporanea is proud to announce the second personal exhibition at its gallery by the New Yorker artist Adam Cvijanovic. The exhibition "Prophecy in a dead language" will open on 24 March 2011, at 7,00 pm, and will close on 6 May.
Among the most interesting figurative painters of the contemporary art scene in New York, Adam Cvijanovic presents new works purposely created for the Neapolitan gallery with his famous technique of portable murals, inspired by Renaissance frescoes. Portable murals are paintings made on tyvek paper and put directly on the wall so to create installations involving the whole exhibition space and which can be easily removed and applied elsewhere.
The exhibition draws inspiration from the famous Cumaean Sybil, probably the most important among the Sybils, priestess of Apollo and prophetic figure of ancient Rome, whose seat was reported to be a cave not far from the ancient town of Cumae, the cave mentioned by Virgil in his Aeneid. His books were very important in the archaic Roman religion, in fact they were consulted only in emergencies and to solve enigmas relating to the most important decisions to be made. They were imported to Rome at the times of Tarquinius Priscus and kept at the Capitoline temple of Jupiter first, and then on the Palatine hill. They were burnt by the Roman General Stilicho in AD 405.
As a matter of fact, the exhibition does not make any specific reference to the Sybil or to the famous image of the Cumaean cave, but it generically refers to the idea of prophecy, which reminds - in our culture - the image of the Cumaean Priestess.
Strongly fascinated by the remains and ruins symbolizing the decline of the American contemporary culture, Adam Cvijanovic - by following the conviction about the cyclic recurrence of events in history - goes farther in time by reproducing, probably in a critical manner, the ruins dating back to Ancient Rome in the state of neglect as they are nowadays.
In the first exhibition space of the gallery, four portable murals are applied in the middle of the four walls reproducing four different ruins of entrances, all dating back to Roman times, but relating to different periods, inspired by the ruins of Leptis Magna (close to Al Khums in Lybia).
The four passages, put on the wall as the four cardinal points of the compass, represent possible escapes, beyond which different landscapes are visible leading towards unknown and uncertain destinations.
The recreated place is therefore prophetic, somehow magical, timeless as the ruins which characterize it and raise the dilemma of choosing.
Hung on the ceiling, in the middle of the room, so to partially hide the sight of the four passages, there is an installation shaped as a double pyramid with six hexagonal faces, covered with paintings portraying the sea. As in the Roman legends, here is the sailor with his boat facing the fortune-teller and his destiny. Before his eyes, the ruins and the prophecy allow to give a misty glance to a different perception of time.
The same technique used for the works on the walls creates a strong architectural relationship with the environment. And if the ruins are characterized by their permanency over time, the portability of the frescoes draws the attention on the issues of time and temporariness of contemporary events.
The second exhibition space houses another large wall work: the wheel of fortune. The artist portrays the ruins of a large Roman plaque shaped as a wheel, which was misrestored several times, and which currently looks like a puzzle of different broken marble pieces where the writings - reproducing common Latin aphorisms - are discontinued by breaks so that they are not readable.
In the same room, other paintings on tyvek on walls reproduce divining animals. Other paintings portray Sybil/Beatrice and Virgil and Dante in the cave, whose images are drawn from Inferno, the 1911 Italian silent movie by Milano Films and directed by Francesco Bertolini, Giuseppe de Liguoro and Adolfo Padovan, which accurately narrates the first cantica of the Divine Comedy. Other paintings portray several images relating to the prophetic myths such as the ones about the affluent flows which meet and originate rivers and the field of poppies, which in ancient times were administered to cause prophetic dreams.
Adam Cvijanovic was born in Cambridge, Massachusetts (US), in 1960; he lives and works in New York. He created site specific work for the recent New Orleans Biennial, Prospect 1, and the latest Liverpool Biennial at the Tate Liverpool, he has displayed his works in many museums and galleries in the US and Europe. He had a solo show at Ucla Hammer Museum, Los Angeles, in 2005, and exhibited with Peter Garfield at Mass MoCA, Massachusetts, in 2007. His works were on exhibit at, among others, P.S.1 Contemporary Art Centre, New York and have been included in the USA Today show, organized by Charles Saatchi's collection, at the Royal Academy of London and at the State Hermitage Museum, St. Petersburg, Russia. Further information are available on the gallery website.
24
marzo 2011
Adam Cvijanovic – Prophecy in a dead language
Dal 24 marzo al 06 maggio 2011
arte contemporanea
Location
BLINDARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Palermo, 11, (Milano)
Milano, Via Palermo, 11, (Milano)
Vernissage
24 Marzo 2011, ore 19
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