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Graziano Visintin – Geometrie Variabili
Per la prima volta a Roma, una mostra personale dedicata all’artista orafo Graziano Visintin. Artista italiano che ha lavorato principalmente sulla rielaborazione e distorsione delle strutture geometriche.
Comunicato stampa
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Geometrie Variabili - Graziano Visintin
In mostra le opere del padovano Visintin presso la Galleria Alternatives di Roma.
Per la prima volta a Roma, una mostra personale dedicata all’artista orafo Graziano Visintin. Artista facente parte della nota “Scuola di Padova”, fenomeno unico in Italia ed Europa, movimento iniziato dal Maestro Mario Pinton (1919 – 2008) nei primi anni ‘50. A caratterizzare questo gruppo di artisti è l’abilità non soltanto tecnica, ma anche la capacità di elaborare uno stile basato sulla purezzadella forma, sperimentazione della materia ed applicazione di antiche tecniche orafe a forme spesso semplici e rigorose. Questo movimentoviene presto riconosciuto in tutto il mondo e si contraddistingue come corrente d’avanguardia.
Graziano Visintin, prima allievo e poi docente presso l’Istituto Pietro Selvatico di Padova, dove tuttora insegna, porta avanti sin da metà degli anni 70 il concetto di gioiello quale opera d'arte, frutto di lunghe ricerche. Il percorso di Visintin è strettamente legato a quello di altri artisti facenti parte dello stesso movimento, dove la condivisione di uno spiccato interesse per forme lineari, pulite e minimaliste ne determina un alfabeto comune. Questo linguaggio condiviso diventa presto il segno distintivo del gruppo, anche se declinato di volta in volta, in maniera assolutamente personale, attraverso una propria originale interpretazione.
Visintin si dedica allo studio delle forme geometriche ed alla rielaborazione o distorsione delle stesse. Nelle prime opere troviamo infatti coni, sfere, cubi, piramidi, spesso allungati e deformati, offrendo allo spettatore una dimensione prospettica aggiuntiva. Una variazione di forme geometriche perfette unita ad un sapiente richiamo a quelle regole della scienza matematica che si occupano delle forme e delle loro mutue relazioni. Questa applicazione concettuale al mondo dell’oreficeria rappresenta uno degli aspetti più innovativi nell’opera di Visintin. Scopriamo così nei primissimi lavori, forme primarie quali rettangoli in ebano, materia utilizzata assieme all’oro, disposti tra loro in modo tale da creare una serie di sporgenze calcolate in base alle loro lunghezze.
Negli anni successivi, l’opera di sottrazione porta a creare gioielli dove spesso si è tracciato soltanto il contorno della forma desiderata, lasciando l’interno vuoto. Così un filo sottile, di forma quadrata, tonda, triangolare, può diventare collana, bracciale o spilla. Troviamo spille fatte da binari paralleli, sui quali scorrono piramidi in oro. Minimalismo puro, portato quasi all’estremo. Con il passare degli anni i vuoti vanno a riempirsi e superfici e contorni diventano meno lisci, meno definiti. Possiamo apprezzare la delicatezza della superficie dell’oro - lasciato opaco - ricoperto di smalti, che vanno quasi a dipingerlo.
Il niello, antichissima lega di rame, argento, piombo e zolfo, viene utilizzato per celare il colore del metallo in parte o, a volte, completamente. Nei lavori più recenti, l’artista utilzza il niello applicandolo a pennellate, come se si trattasse di una tela. Diventa così un gioiello più istintivo, pur mantenendo il rigore e la geometria come concetto base.
Due sottili lastre a forma di rettangolo - che unite vanno a formare un quadrato - ricoperte parzialmente di smalto e niello e tenute assieme da due piccolissimi perni centrali a forma di cubo. Ossidazioni ottenute con il verderame per dare un colore turchese ai suoi ori. Lastre in oro smaltate di colori sfumati di verde, rosso, grigio, assomiglianti ad una materia in ebollizione, una sorta di fluido magmatico. Grumi che vanno a concentrarsi in chiazze distribuite in zone particolari della superficie. Le linee rigide della geometria vengono ammorbidite dalla combinazione colore-opacità del metallo. Visintin cura ogni piccolissimo dettaglio con la massima attenzione.
I gioielli più recenti lasciano spazio all’immaginazione, all’interpretazione più libera. L’assenza di titolo, che solitamente contraddistingue le sue opere, facilita ulteriormente questo processo mentale. Un paesaggio, una nebbia, un campo, il mare in tempesta, tutto questo o nulla di tutto questo. Nei suoi gioieli, come fossero quadri, possiamo scorgere quello che desideriamo. L’artista ci lascia la libertà più totale di pensiero.
For the first time in Rome, a solo exhibition dedicated to the goldsmith artist Graziano Visintin. Visintin is part of the world famous “Padua School”, a movement initiated by the Master Mario Pinton (1919 – 2008) in the early 1950s.
The group distinguished itself not only through the technical skills of those forming part of it, but also by virtue of the capability of elaborating a style based on pure forms, experimentation of materials and application of ancient goldsmith techniques to simple and rigorous forms. Those forming part of the group soon gained recognition worldwide and became an avant-garde movement.
Graziano Visintin studied at the Istituto Pietro Selvatico in Padua, where he has been teaching since the mid 1970s. The artist has always followed the concept of making jewellery as a work of art. The end result is a process of intense research that transforms jewellery into sculptures for the body.
As other artists that form part of the movement, Visintin shows substantial interest in linear, clean-cut and minimalist forms. This common language soon becomes the distinctive mark of the group itself, even though each artist adopts his/her own approach through a very personal interpretation of the theme.
Visintin concentrates on the study of geometrical forms and the revision or distortion of these. In his first works we find cones, spheres, cubes, pyramids, often elongated or deformed, offering a different perspective to the viewer. A variation of perfect geometrical shapes combined with reference to mathematical rules that apply to forms and their mutual relations.
This conceptual application to the world of goldsmithing represents one of the most innovative aspects of Visintin’s oeuvre. We thus discover in his early works, primary forms such as rectangles in ebony, combined with gold, arranged so as to create a series of protrusions forming a pattern that is calculated according to the length of each piece.
In later years, the artist tends to subtract and often merely traces the outline of the desired form, leaving empty spaces. Hence thin wire in the form of a square, circle or triangle can become a necklace, bracelet or brooch, or brooches composed of two parallel bars on which gold pyramids slide. We can speak of pure minimalism, almost brought to an extreme.
As years go by, empty spaces are filled and surfaces and contours become less smooth, less defined. The delicacy of the surface of gold, left opaque, is covered in enamel that almost paints the surface. Niello, an ancient black mixture of copper, silver and lead sulphides, is used to cover the metal in part, or at times, completely. In more recent works, the artist uses niello in brushstrokes, as if he were painting. The works thus become more instinctive, although they maintain precision and geometry as a primary concept.
Two thin rectangular sheets of gold – that joined go to form a square – partially covered in enamel and niello, are held together by two small central cube-shaped pivots. Oxidisations obtained with verdigris to confer a turquoise colour to gold. Gold sheets enamelled with colours that go from green to red to grey, that resemble a boiling substance, a sort of magmatic fluid. We can observe clots of enamel that are concentrated in particular areas of the surface. The rigidity of geometry is softened by the combination of the colour and opaqueness of the metal. Visintin looks at every detail with the utmost attention.
The more recent pieces leave space to imagination. The fact that most of his works are not given titles facilitates this process. A landscape, a field, the sea, all of these or none at all. Just like when observing a painting, Visintin’s jewellery leaves complete freedom of thought and interpretation.
In mostra le opere del padovano Visintin presso la Galleria Alternatives di Roma.
Per la prima volta a Roma, una mostra personale dedicata all’artista orafo Graziano Visintin. Artista facente parte della nota “Scuola di Padova”, fenomeno unico in Italia ed Europa, movimento iniziato dal Maestro Mario Pinton (1919 – 2008) nei primi anni ‘50. A caratterizzare questo gruppo di artisti è l’abilità non soltanto tecnica, ma anche la capacità di elaborare uno stile basato sulla purezzadella forma, sperimentazione della materia ed applicazione di antiche tecniche orafe a forme spesso semplici e rigorose. Questo movimentoviene presto riconosciuto in tutto il mondo e si contraddistingue come corrente d’avanguardia.
Graziano Visintin, prima allievo e poi docente presso l’Istituto Pietro Selvatico di Padova, dove tuttora insegna, porta avanti sin da metà degli anni 70 il concetto di gioiello quale opera d'arte, frutto di lunghe ricerche. Il percorso di Visintin è strettamente legato a quello di altri artisti facenti parte dello stesso movimento, dove la condivisione di uno spiccato interesse per forme lineari, pulite e minimaliste ne determina un alfabeto comune. Questo linguaggio condiviso diventa presto il segno distintivo del gruppo, anche se declinato di volta in volta, in maniera assolutamente personale, attraverso una propria originale interpretazione.
Visintin si dedica allo studio delle forme geometriche ed alla rielaborazione o distorsione delle stesse. Nelle prime opere troviamo infatti coni, sfere, cubi, piramidi, spesso allungati e deformati, offrendo allo spettatore una dimensione prospettica aggiuntiva. Una variazione di forme geometriche perfette unita ad un sapiente richiamo a quelle regole della scienza matematica che si occupano delle forme e delle loro mutue relazioni. Questa applicazione concettuale al mondo dell’oreficeria rappresenta uno degli aspetti più innovativi nell’opera di Visintin. Scopriamo così nei primissimi lavori, forme primarie quali rettangoli in ebano, materia utilizzata assieme all’oro, disposti tra loro in modo tale da creare una serie di sporgenze calcolate in base alle loro lunghezze.
Negli anni successivi, l’opera di sottrazione porta a creare gioielli dove spesso si è tracciato soltanto il contorno della forma desiderata, lasciando l’interno vuoto. Così un filo sottile, di forma quadrata, tonda, triangolare, può diventare collana, bracciale o spilla. Troviamo spille fatte da binari paralleli, sui quali scorrono piramidi in oro. Minimalismo puro, portato quasi all’estremo. Con il passare degli anni i vuoti vanno a riempirsi e superfici e contorni diventano meno lisci, meno definiti. Possiamo apprezzare la delicatezza della superficie dell’oro - lasciato opaco - ricoperto di smalti, che vanno quasi a dipingerlo.
Il niello, antichissima lega di rame, argento, piombo e zolfo, viene utilizzato per celare il colore del metallo in parte o, a volte, completamente. Nei lavori più recenti, l’artista utilzza il niello applicandolo a pennellate, come se si trattasse di una tela. Diventa così un gioiello più istintivo, pur mantenendo il rigore e la geometria come concetto base.
Due sottili lastre a forma di rettangolo - che unite vanno a formare un quadrato - ricoperte parzialmente di smalto e niello e tenute assieme da due piccolissimi perni centrali a forma di cubo. Ossidazioni ottenute con il verderame per dare un colore turchese ai suoi ori. Lastre in oro smaltate di colori sfumati di verde, rosso, grigio, assomiglianti ad una materia in ebollizione, una sorta di fluido magmatico. Grumi che vanno a concentrarsi in chiazze distribuite in zone particolari della superficie. Le linee rigide della geometria vengono ammorbidite dalla combinazione colore-opacità del metallo. Visintin cura ogni piccolissimo dettaglio con la massima attenzione.
I gioielli più recenti lasciano spazio all’immaginazione, all’interpretazione più libera. L’assenza di titolo, che solitamente contraddistingue le sue opere, facilita ulteriormente questo processo mentale. Un paesaggio, una nebbia, un campo, il mare in tempesta, tutto questo o nulla di tutto questo. Nei suoi gioieli, come fossero quadri, possiamo scorgere quello che desideriamo. L’artista ci lascia la libertà più totale di pensiero.
For the first time in Rome, a solo exhibition dedicated to the goldsmith artist Graziano Visintin. Visintin is part of the world famous “Padua School”, a movement initiated by the Master Mario Pinton (1919 – 2008) in the early 1950s.
The group distinguished itself not only through the technical skills of those forming part of it, but also by virtue of the capability of elaborating a style based on pure forms, experimentation of materials and application of ancient goldsmith techniques to simple and rigorous forms. Those forming part of the group soon gained recognition worldwide and became an avant-garde movement.
Graziano Visintin studied at the Istituto Pietro Selvatico in Padua, where he has been teaching since the mid 1970s. The artist has always followed the concept of making jewellery as a work of art. The end result is a process of intense research that transforms jewellery into sculptures for the body.
As other artists that form part of the movement, Visintin shows substantial interest in linear, clean-cut and minimalist forms. This common language soon becomes the distinctive mark of the group itself, even though each artist adopts his/her own approach through a very personal interpretation of the theme.
Visintin concentrates on the study of geometrical forms and the revision or distortion of these. In his first works we find cones, spheres, cubes, pyramids, often elongated or deformed, offering a different perspective to the viewer. A variation of perfect geometrical shapes combined with reference to mathematical rules that apply to forms and their mutual relations.
This conceptual application to the world of goldsmithing represents one of the most innovative aspects of Visintin’s oeuvre. We thus discover in his early works, primary forms such as rectangles in ebony, combined with gold, arranged so as to create a series of protrusions forming a pattern that is calculated according to the length of each piece.
In later years, the artist tends to subtract and often merely traces the outline of the desired form, leaving empty spaces. Hence thin wire in the form of a square, circle or triangle can become a necklace, bracelet or brooch, or brooches composed of two parallel bars on which gold pyramids slide. We can speak of pure minimalism, almost brought to an extreme.
As years go by, empty spaces are filled and surfaces and contours become less smooth, less defined. The delicacy of the surface of gold, left opaque, is covered in enamel that almost paints the surface. Niello, an ancient black mixture of copper, silver and lead sulphides, is used to cover the metal in part, or at times, completely. In more recent works, the artist uses niello in brushstrokes, as if he were painting. The works thus become more instinctive, although they maintain precision and geometry as a primary concept.
Two thin rectangular sheets of gold – that joined go to form a square – partially covered in enamel and niello, are held together by two small central cube-shaped pivots. Oxidisations obtained with verdigris to confer a turquoise colour to gold. Gold sheets enamelled with colours that go from green to red to grey, that resemble a boiling substance, a sort of magmatic fluid. We can observe clots of enamel that are concentrated in particular areas of the surface. The rigidity of geometry is softened by the combination of the colour and opaqueness of the metal. Visintin looks at every detail with the utmost attention.
The more recent pieces leave space to imagination. The fact that most of his works are not given titles facilitates this process. A landscape, a field, the sea, all of these or none at all. Just like when observing a painting, Visintin’s jewellery leaves complete freedom of thought and interpretation.
07
aprile 2011
Graziano Visintin – Geometrie Variabili
Dal 07 al 29 aprile 2011
arti decorative e industriali
Location
ALTERNATIVES GALLERY
Roma, Via D' Ascanio, 19, (ROMA)
Roma, Via D' Ascanio, 19, (ROMA)
Orario di apertura
Martedi-Sabato 10-13 e 14-19
Vernissage
7 Aprile 2011, ore 18,00-20,00
Autore
Curatore