Questa mostra presenta un gruppo di artisti legati da una ricerca comune e da una
linea espressiva che potremmo chiamare “new grotesque”: una linea dura, forte e dal
tratto incisivo, dove sono esasperati i tratti dei soggetti, fino a quasi a renderli
caricaturali ma senza esserlo, con sfondi e texture esasperate e strabordanti, dai
colori accesi, dalle forme ricercate e inusuali, sorprendenti, in cui anche l’utilizzo
spiazzante e sovrapposto di tecniche e materiali diversi crea una sensazione di
eccesso.
Potremmo anche definirli i giovani epigoni dell’Arcimboldo, a sottolineare un carattere
ironico ma anche consapevole del percorso intrapreso, dove la ricerca formale non è
mai casuale o accidentale, ma reinterpreta in chiave del tutto contemporanea
un’iconografia classica, di genere, che porta a risultati spesso sorprendenti, a volte
anche “disturbanti”.
Si tratta di una linea trasversale che non conosce generi o barriere geografiche, ma si
richiama a una sensibilità comune, che proviene dalle fonti più diverse, da una linea
più dura del pop, dalla rielaborazione di suggestioni mediatiche, dalla cultura più
popolare, dal fumetto underground, dall’iconografia della tradizione alta, classica, fino
alla rivisitazione con interventi pop della “grande pittura” rinascimentale e
ottocentesca.
Sono presenti in questa mostra, nella suggestiva cornice dell'oratorio di
Sant'Ambrogio, più di una decina di artisti, da Dario Arcidiacono e Paolo Schmidlin a
Fulvio di Piazza e Nicola Verlato, da Felipe Cardeña e Hannu Palosou a Elena Monzo,
da I Santissimi e Roberta Cavallari a William Zanghi e Miriam Secco, che reinterpretano
differenti tecniche espressive, dal video alla pittura, dalla scultura all'installazione,
dalla performance al collage.
Durante l’inaugurazione verrà presentata una performance di Daniela Cavallo e
Giovanni Gaggia