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Abbiamo parlato qualche giorno fa del buon
approccio che sta alla base della creazione del ristorante del Museo del 900 a Milano e, constatando
tuttavia un approccio diverso, dobbiamo commentare i risultati delle gare per i
servizi esterni – ristorazione, bookshop, biglietteria… – del Maxxi di Roma.
I vincitori dei bandi usciti qualche mese fa non
sono ancora ufficiali, ma Exibart è in grado di anticiparli. Per il ristorante
ha vinto la società del genero di Gianni Letta, Relais Le Jardin; per il
bookshop l’ha spuntata la casa editrice di proprietà del capo del Governo,
Electa; per la biglietteria e gli altri servizi vittoria per Civita.
Se il risultato di Civita ed Electa, come dire, ci
sta, da visitatoriclienti ci fa alzare i sopraccigli aver saputo che Relais Le
Jardin ha stravinto la gara per la gestione di bar e ristorante stracciando la
concorrenza (non sull’offerta economica, ma sulla qualità tecnica, vedremo:
porteranno Alain Ducasse o Fulvio Pierangelini a cucinare al Maxxi?). Per una
serie di motivi, sia perché la società era stata oggetto di una puntuta e
puntuale inchiesta da parte de L’Espresso che avrebbe fatto presagire un attimo
di ‘stop’ alle ricorrenti vittorie di bandi pubblici, sia perché la stessa
società già somministra con una qualità ed una cura al cliente scadente in
altri spazi museali romani assai frequentati e famosi. Ci auguriamo,
naturalmente, che al Maxxi la sorte del ristorante sia differente da quella
delle Scuderie del Quirinale e da quella della Terrazza Caffarelli dei Musei Capitolini.
Ci auguriamo che una società specializzata in banchetti e matrimoni possa
riuscire a proporre un ristorante di successo come accade in tutti i musei
internazionali. Restiamo tuttavia con tutti i nostri dubbi felicissimi di
essere smentiti dai fatti…
Sarà quasi sicuramente diverso, invece, il
ristorante del Macro. Il bando, pubblicato da poco, si distacca di molto da
quello del museo cugino di Via Guido Reni. Se nel museo statale si puntava
(pubblicando un bando dove la qualità della cucina risultava una sorta di
fastidioso optional) ad eliminare tutte le realtà di qualità puntando solo ai
grandi caterer (e il risultato a quanto pare è stato centrato), lo spazio
comunale di Via Nizza sembra avere un approccio opposto. E pubblica un bando
che potrebbe – con tutte le cautele del caso – essere preso a modello per le
future assegnazioni di questo tipo in altri spazi. Forse per la prima volta in
una procedura aperta (il 20 settembre la scadenza) si parla di “curriculum
dello chef” e si assegna alla voce in questione un gruzzoletto di punti che
potranno pesare in sede di assegnazione. Per carità, è probabile che le grinfie
dei soliti noti si approprino anche del bellissimo ristorante sulla terrazza
sospesa del Macro, ma almeno il direttore Luca Massimo Barbero e l’assessore
Umberto Croppi potranno dire di averci provato…
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[exibart]