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Graziano Gregori – Le Madri
Dalle affascinanti considerazioni di Graziano Gregori un poetico connubio di arte e poesia,con cui il famoso scenografo riesce a coniugare visone e silenzio,in un gesto artistico unico che è,insieme,densamente concettuale e altrettanto liberamente figurativo,regalandoci un momento magico,da cogliere lontano dal rumore del mondo esterno. Dolore si’,ma anche luce e speranza.
Comunicato stampa
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Dalle affascinanti considerazioni di Graziano Gregori un poetico connubio di arte e poesia,con cui il famoso scenografo riesce a coniugare visone e silenzio,in un gesto artistico unico che è,insieme,densamente concettuale e altrettanto liberamente figurativo,regalandoci un momento magico,da cogliere lontano dal rumore del mondo esterno. Dolore si’,ma anche luce e speranza.
LE MADRI è il racconto di figli rapiti e dispersi dalla guerra,di tutte le guerre e di madri,spose,sorelle che li cercano per riprenderli.
Cosi’ introduce Graziano Gregori la sua nuova opera,la cui fonte di ispirazione tra altre,è la poesia di Quasimodo
“Alle fronde dei salici”…..e come potevamo noi cantare….”.
I “modelli” per le pieta’ sono infiniti,pieta’ sole disperate brutali senza un soffio di poesia a confortarle,lo dice Quasimodo:
”Di fronte a tanto quotidiano dolore anche i poeti per voto sono muti” ,a cui Gregori risponde: .
“Con questo lavoro ho provato a fare una tenera carezza a questo dolore”.
In uno spazio vuoto vasto e bianco,senza tempo né luogo,nel silenzio grande
si aggirano figure di donne smarrite,intorno cielo e terra sono bianchi di gesso.
Di gesso le formelle che affiorano dal muro,un cavallo nero,oggetto di Teatro (opera esposta al Festival dei Due Mondi
a Spoleto) immobile al centro,simbolo di lutto.
Il gesso genera il silenzio e il bianco del gesso genera la luce,se un’unghia lo sfiora si sente un bel suono.
“Dopo le lacrime,c’è come un sopore dell’anima,senza sgomento, e’ in questo stato che si fanno LE MADRI, i figli e anche io stesso e le mie mani. Una bella mimesi di essere sia il figlio che la madre: questo è possibile modellando la creta.
Vorrei per incanto che un mattino nella stanza bianca della mostra si trovassero le formelle senza piu’ rilievi come fazzoletti
tesi e un alito di vento,sfiorandole,le facesse suonare in un canto melodioso e al posto del nero cavallo,solo la luce della finestra
cosi’ che non ci sarebbero rappresentazioni di pieta’”
BIOGRAFIA:
Graziano Gregori, scenografo e costumista di fama internazionale, nasce a Castorano (AP) nel 1954.
Consegue il diploma di maturità artistica ad Ascoli Piceno e la laurea in Architettura a Firenze. Vive a Colli del Tronto ( AP).
Dal 1983 lavora stabilmente come scenografo costumista nel "Teatro del Carretto". che considera esperienza fondamentale per la propria ricerca artistica ed espressiva. Innumerevoli le sue realizzazioni, in Italia e all'estero, dai costumi alle scene, in spettacoli di prosa ed Opera, con attori quali M.Mastroianni, V.Moriconi, F.branciaroli, U.Pagliai, P.Gassman, R.Falk, D.Cantarelli, M.Bartoli e con registi del prestigio di E.Marcucci, D.Abbado, L.Squarzina, A.Konchalovskij, G.Kramer, G.Emiliani e P.Degli Esposti. Rappresentazioni tenute per teatri come il Teatro Antico di Siracusa, il Teatro dell'Opera di Roma, l'Arena di Verona, il Festival di Spoleto, il festival di Edimburgo, il Teatro Massimo di Palermo, il Petruzzelli di Bari. Da ultimo (2008) l'"Ermione" al Rossini Opera Festival, con direzione di Roberto Abbado e regia di Daniele Abbado.
Ha illustrato libri e realizzato mostre con disegni, bassorilievi,costumi delle sue realizzazioni sceniche, tra cui alla Galleria Nuages, Milano, 1996, al Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno, 1997 e a Colli del Tronto,2008.
LE MADRI è il racconto di figli rapiti e dispersi dalla guerra,di tutte le guerre e di madri,spose,sorelle che li cercano per riprenderli.
Cosi’ introduce Graziano Gregori la sua nuova opera,la cui fonte di ispirazione tra altre,è la poesia di Quasimodo
“Alle fronde dei salici”…..e come potevamo noi cantare….”.
I “modelli” per le pieta’ sono infiniti,pieta’ sole disperate brutali senza un soffio di poesia a confortarle,lo dice Quasimodo:
”Di fronte a tanto quotidiano dolore anche i poeti per voto sono muti” ,a cui Gregori risponde: .
“Con questo lavoro ho provato a fare una tenera carezza a questo dolore”.
In uno spazio vuoto vasto e bianco,senza tempo né luogo,nel silenzio grande
si aggirano figure di donne smarrite,intorno cielo e terra sono bianchi di gesso.
Di gesso le formelle che affiorano dal muro,un cavallo nero,oggetto di Teatro (opera esposta al Festival dei Due Mondi
a Spoleto) immobile al centro,simbolo di lutto.
Il gesso genera il silenzio e il bianco del gesso genera la luce,se un’unghia lo sfiora si sente un bel suono.
“Dopo le lacrime,c’è come un sopore dell’anima,senza sgomento, e’ in questo stato che si fanno LE MADRI, i figli e anche io stesso e le mie mani. Una bella mimesi di essere sia il figlio che la madre: questo è possibile modellando la creta.
Vorrei per incanto che un mattino nella stanza bianca della mostra si trovassero le formelle senza piu’ rilievi come fazzoletti
tesi e un alito di vento,sfiorandole,le facesse suonare in un canto melodioso e al posto del nero cavallo,solo la luce della finestra
cosi’ che non ci sarebbero rappresentazioni di pieta’”
BIOGRAFIA:
Graziano Gregori, scenografo e costumista di fama internazionale, nasce a Castorano (AP) nel 1954.
Consegue il diploma di maturità artistica ad Ascoli Piceno e la laurea in Architettura a Firenze. Vive a Colli del Tronto ( AP).
Dal 1983 lavora stabilmente come scenografo costumista nel "Teatro del Carretto". che considera esperienza fondamentale per la propria ricerca artistica ed espressiva. Innumerevoli le sue realizzazioni, in Italia e all'estero, dai costumi alle scene, in spettacoli di prosa ed Opera, con attori quali M.Mastroianni, V.Moriconi, F.branciaroli, U.Pagliai, P.Gassman, R.Falk, D.Cantarelli, M.Bartoli e con registi del prestigio di E.Marcucci, D.Abbado, L.Squarzina, A.Konchalovskij, G.Kramer, G.Emiliani e P.Degli Esposti. Rappresentazioni tenute per teatri come il Teatro Antico di Siracusa, il Teatro dell'Opera di Roma, l'Arena di Verona, il Festival di Spoleto, il festival di Edimburgo, il Teatro Massimo di Palermo, il Petruzzelli di Bari. Da ultimo (2008) l'"Ermione" al Rossini Opera Festival, con direzione di Roberto Abbado e regia di Daniele Abbado.
Ha illustrato libri e realizzato mostre con disegni, bassorilievi,costumi delle sue realizzazioni sceniche, tra cui alla Galleria Nuages, Milano, 1996, al Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno, 1997 e a Colli del Tronto,2008.
03
marzo 2011
Graziano Gregori – Le Madri
Dal 03 marzo al 04 aprile 2011
arte contemporanea
Location
CARTIERE VANNUCCI
Milano, Via Atto Vannucci, 16, (Milano)
Milano, Via Atto Vannucci, 16, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 10,00 - 13,00 / 16,00 – 19,00
Autore