-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
“Scintille di cultura digitale per spiriti liberi” recita il motto di Absurde, l’associazione culturale di Strasburgo sorta nel 1996 con l’intento di promuovere e diffondere la musica elettronica e il mondo delle infinite combinazioni di pixel. Anche quest’anno Absurde propone un festival per esplorare le sinestesie audiovideo nel regno del montaggio non lineare.
Dopo Rezolutions, il party di sei giorni che nella Salle de la Bourse di Strasburgo metteva in scena, nel periodo natalizio dell’anno scorso, le possibilità tecnologiche audiovisive dell’intrattenimento e la nuova idea di festa immersiva, quest’anno Absurde presenta Pixels, un festival in due serate attorno alla musica elettronica e al visual jockeying.
Il festival è in particolare dedicato alla scena francese e a quella tedesca, quasi a voler esplorare il confine, non solo geografico, tra le due culture che si respirano in mix nella città di Strasburgo.
Il connubio tra musica elettronica e la creazione visiva di un paesaggio surround si fa sempre più stretto nel dance-life-style. In particolare Pixels si struttura in due serate per esplorare due tendenze della musica elettronica, che sembrano per ragioni opposte richiedere uno strutturale, e non solo complementare, set visivo: da una parte la techno minimale, rappresentata nella serata di venerdì da Jake Mandell, dj che si è fatto apprezzare per le sue sonorità rarefatte al Sonar e al Mutek, e da Michael Langlois con le sue inflessioni dub, sembra richiedere un’espansione cromatica e luminosa avvolgente, per coinvolgere e emozionare, e per rendere ascoltabili ripetizioni e vuoti che altrimenti non sarebbero tollerati dall’orecchio umano. Il paesaggio visivo consente quindi uno sperimentalismo musicale estremo verso la rarefazione asonica. Dall’altra i suoni più aggressivi e oscuri della drum’n’bass hardstep di Panacea, la hard electronica di Joker (Nancy), le declinazioni dark di Div.iid (Strasgurgo), nella serata di sabato, richiedono un set visivo vertiginoso che stimoli la dance al ritmo insostenibile dell’hardbreaks e spinga i corpi ad oltrepassare le normali soglie di resistenza e a tollerare le altissime densità sonore. Le distorsioni e le ossessioni sonore costituiscono un tratto caratteristico della drum’n’bass tedesca più sperimentale. Ad accomunare i set audio video è sempre il carattere live performativo, la liveness (Philip Auslander) che la tecnologia ritrova nella lap-top era. Del variegato mondo del vjing, Pixels esplora alcune delle linee di tendenza che emergono nella scena dei club europei. In particolare presenta una compilation di artisti la cui performance live avviene all’interno di precise limitazioni dell’intervento dal vivo. Viene accentuato così il momento del jockeing, il gioco, anche ironico, tra un numero limitato di combinazioni, che però possono essere ripetute all’infinito con microvarianti, e l’analogia con la consolle audio. In questo senso il vjing si allontana dal videomaking in senso stretto, per apparentarsi di più con il visual design. Viene da Berlino, insieme ad Amsterdam una delle scene di vjing più attive, il vj Philipp Geist, viDeogeist. Le sue performance sono live-video-mixing, ovvero mixaggi live con loop di suoi video. I video sono immagini girate in dv tratte spesso dal mondo della natura o delle cose inanimate. Sono immagini fredde e stranianti, spirituali e demoniache insieme, sottilmente angoscianti: pesci inespressivi dai colori lucenti si muovono a scatti nel freddo mare, ignari dell’arrivo incombente di uno squalo. Sven Gareis fa parte dei Monitor.automatique, un duo che si esibisce nel Wmf di Berlino o nel Tlv di Tel Aviv, club storici del vjing. Caratteristica dei Monitor.automatique è quella di presentare degli interactive-live-video, dei set visivi strutturati, con un titolo e una precisa sequenza di immagini, ma con possibilità di manipolazioni in tempo reale. I Visualkitchen sono una crew belga, selezionata per il Netmage/Diesel Award, la cui attività spazia da interventi nei club underground a eventi mainstream per Hugo Boss e Levi’s. Il loro vjing potrebbe essere definito visualgraphics: le loro lomografie, stills animati, fotografie in stopmotion , vengono montate con un mixer video analogico, in modo che alla fine il risultato è più simile al graphic design che a un video. Chiude il festival la performance dell’Absurde video team, la crew resident dell’associazione Absurde, composta da tre visual jockeys: Docteur B, Cmos, I.B.G.
Programma
Guarda i video
Vjdemo dell’Absurde Video Team
Angel Set (schneider tm +
ilpo väisanen (pan sonic),live videomiX phiLipp geist (videogeist.de)
22.07.2001, Mudd Club, Berlino
MinigeistLoops 2000-2001
Articoli correlati
Netma
ge 02: International VJing Contest Diesel Award
VideA_2001, International
VJing festival, Barcellona
3 VJ Contest 01, Link,
Bologna
Vj set di Alessandro
Amaducci, Tunnel Uscita Nuovi Suoni, Milano
Link correlati:
Absurde
Rezolutions
Videogeist
Visualkitchen
Monitor automatique
Lavinia Garulli
Pixels, festival di musica elettronica e video, 28-29/XII/2001.
Salle de la Bourse, piazza Maréchal De Lattre de Tassigny 1, 67000 Strasburgo, Francia.
Orario: a partire dalle ore 21.
Ingresso: 30 FrF per sera.
Organizzato dall’associazione Absurde, Strasburgo, Francia.
web site:www.absurde.com
[exibart]