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Luigi Perazzone / Francesco Zucchetti – Territori dell’immagine
Un incontro tra due generazioni e due linguaggi fotografici diversi.
Comunicato stampa
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Francesco Zucchetti - The Summer of Our Discontent
The Summer of Our Discontent è il risultato di un cortocircuito: attraverso la macchina fotografica, Francesco Zucchetti osserva un gruppo di giovani e ferma per sempre le tracce della transizione dall’adolescenza al mondo adulto. I soggetti e il contesto condividono la medesima condizione di ambiguità e indeterminatezza, infatti, il luogo in cui viene effettuata ogni ripresa, è sorpreso nell’istante di una profonda trasformazione: nel primo caso come nel secondo, nulla sarà più come prima. Ogni immagine pare tracciata a partire dal medesimo schizzo sulla tela: il paesaggio rimane invariato, la posizione dei soggetti nel campo di ripresa è ogni volta leggermente decentrata e non cambia neppure la loro scala. Anche la luce è sempre identica, è il segno che uniforma ogni cosa, intrappolando gli interpreti di quest’opera in una morsa dalla quale non sembra esserci via d’uscita. E’ la luce del tramonto, che colloca il lavoro in una dimensione mediterranea e partecipata definendone i confini nei confronti delle ricerche nordiche di Rineke Dijkstra ed Hellen van Meene cui può essere avvicinato per il controllo formale, il focus sull’universo giovanile e il fatto che in ogni ritratto emergano costantemente gli estremi della monumentalità e della fragilità.
I giovani di The Summer of Our Discontent stanno semplicemente aspettando che qualcosa accada e li attragga al di fuori del campo di ripresa. Là dove il fotografo posa il cavalletto ed ha inizio la vita adulta.
Luigi Perazzone - Foto(en)grammi
Contenitori di memorie fotografiche, scatti di vissuti, ricordi ed emozioni traslati e ricollocati in nuovi scenari, le fotografie di Luigi Perazzone diventano “foto(en)grammi” nel momento in cui esse operano quella stessa alterazione della realtà di cui sono fatti i sogni. La complessità della grammatica onirica e delle sue regole compositive a noi ancora così sfuggenti e ignote, lo stupore ammirato di fronte alla capacità intrinseca del nostro cervello di progettare nel sogno, con estrema compe- tenza tecnica, immagini di oggetti, eventi e contesti, costituiscono il mordente di una fotografia che non denuncia né testimonia, ma “scrive”. Si tratta della scrittura fotografica di una vicenda nuova, in cui si dissolve qualsiasi legame cronologico e storico tra luoghi, personaggi ed oggetti e in cui vengono accolti, senza riserve, l'insolito, l'incomprensibile, l'enigmatico.
The Summer of Our Discontent è il risultato di un cortocircuito: attraverso la macchina fotografica, Francesco Zucchetti osserva un gruppo di giovani e ferma per sempre le tracce della transizione dall’adolescenza al mondo adulto. I soggetti e il contesto condividono la medesima condizione di ambiguità e indeterminatezza, infatti, il luogo in cui viene effettuata ogni ripresa, è sorpreso nell’istante di una profonda trasformazione: nel primo caso come nel secondo, nulla sarà più come prima. Ogni immagine pare tracciata a partire dal medesimo schizzo sulla tela: il paesaggio rimane invariato, la posizione dei soggetti nel campo di ripresa è ogni volta leggermente decentrata e non cambia neppure la loro scala. Anche la luce è sempre identica, è il segno che uniforma ogni cosa, intrappolando gli interpreti di quest’opera in una morsa dalla quale non sembra esserci via d’uscita. E’ la luce del tramonto, che colloca il lavoro in una dimensione mediterranea e partecipata definendone i confini nei confronti delle ricerche nordiche di Rineke Dijkstra ed Hellen van Meene cui può essere avvicinato per il controllo formale, il focus sull’universo giovanile e il fatto che in ogni ritratto emergano costantemente gli estremi della monumentalità e della fragilità.
I giovani di The Summer of Our Discontent stanno semplicemente aspettando che qualcosa accada e li attragga al di fuori del campo di ripresa. Là dove il fotografo posa il cavalletto ed ha inizio la vita adulta.
Luigi Perazzone - Foto(en)grammi
Contenitori di memorie fotografiche, scatti di vissuti, ricordi ed emozioni traslati e ricollocati in nuovi scenari, le fotografie di Luigi Perazzone diventano “foto(en)grammi” nel momento in cui esse operano quella stessa alterazione della realtà di cui sono fatti i sogni. La complessità della grammatica onirica e delle sue regole compositive a noi ancora così sfuggenti e ignote, lo stupore ammirato di fronte alla capacità intrinseca del nostro cervello di progettare nel sogno, con estrema compe- tenza tecnica, immagini di oggetti, eventi e contesti, costituiscono il mordente di una fotografia che non denuncia né testimonia, ma “scrive”. Si tratta della scrittura fotografica di una vicenda nuova, in cui si dissolve qualsiasi legame cronologico e storico tra luoghi, personaggi ed oggetti e in cui vengono accolti, senza riserve, l'insolito, l'incomprensibile, l'enigmatico.
05
marzo 2011
Luigi Perazzone / Francesco Zucchetti – Territori dell’immagine
Dal 05 marzo al 16 aprile 2011
fotografia
Location
GALLERIA SILVY BASSANESE
Biella, Via Galileo Galilei, 45, (Biella)
Biella, Via Galileo Galilei, 45, (Biella)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 16,30 - 19,00
sabato, domenica e festivi su appuntamento
Vernissage
5 Marzo 2011, ore 18
Autore