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Terza dimensione
Quello che si conclude nelle articolate sale della Galleria Zamenhof di Milano è la quarta ‘tappa’ di un vero e proprio ‘tour’ di mostre in spazi museali. In occasione del Finissage della mostra “Post- Avanguardia” presentazione del catalogo “Terza dimensione”
Comunicato stampa
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Quello che siconclude nelle articolate sale della galleria Zamenhof di Milano è la quarta ‘tappa’ di un vero e proprio ‘tour’ di mostre in spazi museali (nel maggio scorso al Castello degli Estensi di Ferrara, a settembre al Castello Malaspina di Massa e a novembre al Castello di Carlo V a Lecce) con il corredo di tre importanti cataloghi pubblicati dall'Editoriale Giorgio Mondadori, a cura di Paolo Levi e Virgilio Patarini, con la collaborazione di un agguerrito drappello di giovani curatori (Alessandro Baito, Valentina Carrera, Stefano Quatrini, Rosamaria Desiderio) che presenta divisi in cinque sezioni, oltre cento tra quadri, sculture e installazioni di cinquantasei artisti emergenti che operano nel panorama nazionale.
A Ferrara, in occasione dell’inaugurazione della mostra al Castello Estense, è stato presentato il primo dei tre volumi, intitolato ‘Post-Avanguardia’, che fornisce il titolo all’intero progetto.
Il secondo volume intitolato ‘La materia è il colore’ è stato presentato a Massa, in occasione della mostra al Castello Malaspina. Il terzo volume, ‘Terza dimensione’ verrà presentato a Milano il 20 febbraio alle ore 18,30 in occasione del finissage della mostra.
Note di presentazione
La pittura contemporanea ha ereditato dal secolo scorso problematiche ancora aperte: la prima attiene al concetto di realtà, e alla sua specifica, utopica direi, realizzazione nelle forme del riconoscibile; la seconda è l’essenza della ricerca informale, che radicalmente cancella il reale e l’immagine stessa dell’uomo.
Questi artisti sono figli di una transizione che tiene conto della lezione del passato, e guardano alla sperimentazione dove appare l’informale puro, mentre la figura affiora spesso fra il magma cromatico come un sogno illusorio. Sono pittori che utilizzano il colore come espressione della loro forza partecipativa in questa dialettica tra forma pura e messaggi riconoscibili. Per usare una terminologia musicale, compongono sinfonie cromatiche, concertano segni armonici, orchestrano allusioni figurali, traducono in canto poetiche visioni e intuizioni metafisiche. C’è gestualità in questi lavori, controllata dalla sapienza del mestiere. Ci sono masse e figure, grida e silenzi, paesaggi dell’anima. Appaiono contrappunti figurali, lacerazioni che esprimono riflessioni e avvertimenti esistenziali, luci e ombre, partecipazione della materia astratta per evocare suggestioni figurali o paesaggistiche.
“Postavanguardia” è quindi un messaggio di nostalgia, di compiutezza e di incompiutezza, dove l’unico interlocutore è l’artista che affronta il quadro con la dignità solenne di un demiurgo.
Paolo Levi
Il tempo delle Avanguardie è finito. Si è aperto con l’Impressionismo e si è chiuso con la Transavanguardia. Per oltre un secolo ogni nuova generazione di artisti ha cercato di smarcarsi dalla generazione precedente proponendo una nuova, differente idea di arte contemporanea. Ora tutto questo sembra non funzionare più. Il meccanismo pare inceppato. A partire dal discorso generazionale.
Questo progetto espositivo ed editoriale intitolato ‘Post-Avanguardia’ mette in luce proprio ciò, presentando, in prestigiosi spazi museali, una nuova ‘generazione’ di artisti che anzichè inseguire il nuovo a tutti i costi, rinnegando il lascito delle generazioni precedenti, cerca piuttosto di definire un linguaggio comune per l’arte contemporanea, facendo tesoro delle ‘invenzioni’ delle Avanguardie, attraverso un paziente, complesso, raffinato processo di sintesi e contaminazioni.
E una prova lampante che un certo ‘meccanismo’ sia saltato balena agli occhi di tutti se si sofferma l’attenzione, senza pregiudizi ideologici, su di un fatto concreto, tangibile, facilmente riscontrabile: da molti anni ormai si è annullato un qualsiasi significativo ‘scarto generazionale’. Non a caso nel selezionare opere e artisti per questo progetto che mira a definire al meglio che cosa si intenda per ‘Post-Avanguardia’ si è dovuto necessariamente prescindere da vincoli generazionali.
Per la prima volta, da oltre un secolo a questa parte, artisti di tre generazioni differenti stanno uno accanto all’altro e parlano (più o meno) la stessa lingua. E ad ascoltarla con attenzione ci suona come una lingua nuova e antica allo stesso tempo: inaudita eppure riconoscibile. Originale ma decifrabile.
Virgilio Patarini
A Ferrara, in occasione dell’inaugurazione della mostra al Castello Estense, è stato presentato il primo dei tre volumi, intitolato ‘Post-Avanguardia’, che fornisce il titolo all’intero progetto.
Il secondo volume intitolato ‘La materia è il colore’ è stato presentato a Massa, in occasione della mostra al Castello Malaspina. Il terzo volume, ‘Terza dimensione’ verrà presentato a Milano il 20 febbraio alle ore 18,30 in occasione del finissage della mostra.
Note di presentazione
La pittura contemporanea ha ereditato dal secolo scorso problematiche ancora aperte: la prima attiene al concetto di realtà, e alla sua specifica, utopica direi, realizzazione nelle forme del riconoscibile; la seconda è l’essenza della ricerca informale, che radicalmente cancella il reale e l’immagine stessa dell’uomo.
Questi artisti sono figli di una transizione che tiene conto della lezione del passato, e guardano alla sperimentazione dove appare l’informale puro, mentre la figura affiora spesso fra il magma cromatico come un sogno illusorio. Sono pittori che utilizzano il colore come espressione della loro forza partecipativa in questa dialettica tra forma pura e messaggi riconoscibili. Per usare una terminologia musicale, compongono sinfonie cromatiche, concertano segni armonici, orchestrano allusioni figurali, traducono in canto poetiche visioni e intuizioni metafisiche. C’è gestualità in questi lavori, controllata dalla sapienza del mestiere. Ci sono masse e figure, grida e silenzi, paesaggi dell’anima. Appaiono contrappunti figurali, lacerazioni che esprimono riflessioni e avvertimenti esistenziali, luci e ombre, partecipazione della materia astratta per evocare suggestioni figurali o paesaggistiche.
“Postavanguardia” è quindi un messaggio di nostalgia, di compiutezza e di incompiutezza, dove l’unico interlocutore è l’artista che affronta il quadro con la dignità solenne di un demiurgo.
Paolo Levi
Il tempo delle Avanguardie è finito. Si è aperto con l’Impressionismo e si è chiuso con la Transavanguardia. Per oltre un secolo ogni nuova generazione di artisti ha cercato di smarcarsi dalla generazione precedente proponendo una nuova, differente idea di arte contemporanea. Ora tutto questo sembra non funzionare più. Il meccanismo pare inceppato. A partire dal discorso generazionale.
Questo progetto espositivo ed editoriale intitolato ‘Post-Avanguardia’ mette in luce proprio ciò, presentando, in prestigiosi spazi museali, una nuova ‘generazione’ di artisti che anzichè inseguire il nuovo a tutti i costi, rinnegando il lascito delle generazioni precedenti, cerca piuttosto di definire un linguaggio comune per l’arte contemporanea, facendo tesoro delle ‘invenzioni’ delle Avanguardie, attraverso un paziente, complesso, raffinato processo di sintesi e contaminazioni.
E una prova lampante che un certo ‘meccanismo’ sia saltato balena agli occhi di tutti se si sofferma l’attenzione, senza pregiudizi ideologici, su di un fatto concreto, tangibile, facilmente riscontrabile: da molti anni ormai si è annullato un qualsiasi significativo ‘scarto generazionale’. Non a caso nel selezionare opere e artisti per questo progetto che mira a definire al meglio che cosa si intenda per ‘Post-Avanguardia’ si è dovuto necessariamente prescindere da vincoli generazionali.
Per la prima volta, da oltre un secolo a questa parte, artisti di tre generazioni differenti stanno uno accanto all’altro e parlano (più o meno) la stessa lingua. E ad ascoltarla con attenzione ci suona come una lingua nuova e antica allo stesso tempo: inaudita eppure riconoscibile. Originale ma decifrabile.
Virgilio Patarini
20
febbraio 2011
Terza dimensione
20 febbraio 2011
arte contemporanea
presentazione
presentazione
Location
ZAMENHOF
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Orario di apertura
ore 18.30
Vernissage
20 Febbraio 2011, ore 18.30
Autore
Curatore
Buongiorno Virgilio
ho collaborato presso la galleria Cadrega in zona Garibaldi oltre ad essere stato assiduo frequentatore per qualche tempo della galleria Zamenhof.
Causa imminente trasloco vorrei vendere (su ebay o altrove in internet?) un quadro di Fabio Cuman 50×70 e un paio di olio su tela di Ezio Mazzella 50×60 e 60×60.
Potresti indicarmi indicativamente prezzi … anche per non creare turbativa di quotazioni troppo alte o basse.
Grazie, Antonio Fiorella
339 325 1902
PS. data la distanza, i tempi e le restrizioni in corso non mi è possibile venire presso la galleria.