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Aldo Rota – Straight lines (inside)/linee rette
L’artefice di tante avventure figurative di stampo neoespressionista negli anni ’70 (fine) e ’80, di azione pura agli inizi degli anni ’90 e di impostazione concettuale e latamente minimalista nel primo decennio di questo secolo, si propone ora con lavori che potremmo definire di sintesi tra concetto e composizione.
Comunicato stampa
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Dal 16 febbraio al 3 marzo 2011 Calligaris ospita nell’ampio e luminoso showroom di Via Tivoli (Foro Bonaparte) a Milano la mostra del Maestro Aldo Rota intitolata STRAIGHT LINES.
L'artefice di tante avventure figurative di stampo neoespressionista negli anni '70 (fine) e '80, di azione pura agli inizi degli anni '90 e di impostazione concettuale e latamente minimalista nel primo decennio di questo secolo, si propone ora con lavori che potremmo definire di sintesi tra concetto e composizione.
Il profilo ideativo elaborato nel corso degli ultimi quattro decenni (nulla possiamo riferire riguardo le opere di paesaggio degli anni '60) passa ora nel crogiolo della piena maturità, con l'effetto di rendere manifesta la coerenza del lavoro dell'artista. E' superata la necessità di mostrare i muscoli di certe azioni dei primi anni '90 o l'intimismo ossessivo dell'inizio del nuovo secolo.
Questa mostra fatta di carte ricamate più che dipinte, costituisce un sicuro punto di arrivo dell'arte di Rota; l'artista tocca con disinvolta naturalezza i punti sensibili della nostra sfera interiore e ci muove ad un' immediata empatia verso i lavori.
Le opere in mostra, anche grazie al loro formato contenuto, sono istantaneamente e integralmente acquisibili dall'occhio umano, senza la necessità di quel lavoro di frammentazione dell'immagine e ricostruzione mentale a cui sottoponiamo i lavori di grande formato; tutto è perfettamente a fuoco e così da subito ci si addentra in un mondo mistico: l'artista ci introduce in una situazione piacevole data dall'immediata empatia, che però origina anche un leggero disagio determinato dal desiderio di appartenere a quell'universo sospeso che necessariamente sfugge ad ogni catalogazione. La componente ideativa di queste opere risiede dunque in un artificio visivo che induce una sensazione piacevole, grazie al segno e in qualche caso al colore, alla quale segue un insoddisfatto desiderio di appartenenza ad una condizione di benessere superiore, inizialmente solo sensoriale, poi affettivo e intellettivo, qualche cosa di assimilabile a certe aspettative adolescenziali.
A riprova del fatto che la coerenza ideativa ed espressiva è uno status ormai acquisito dall'artista, vengono in questa mostra riproposte due opere molto impegnative esibite per la prima volta nel corso della mostra “La Giustizia e i suoi simboli” tenutasi nel 2009 presso il Palazzo di Giustizia di Milano. In questi lavori riecheggia lo stesso mood che ora vediamo nelle carte, la città di Milano che si stringe intorno al Palazzo di Giustizia induce il medesimo desiderio di partecipazione.
Un elemento di specialità di Rota risiede nella capacità di toccare leve profonde, di essere per certi versi inquieto e inquietante per il tramite di una figurazione assolutamente piacevole, non ha bisogno di immagini ad effetto per muovere l'emotività di chi guarda.
Questi lavori sono anche in sintonia con un'auspicata tendenza al downsizig, si dà qui prova di come sia possibile raccogliere grandi emozioni in piccoli scrigni, ribadendo la risposta dell'arte di qualità al gigantismo gratuito.
Detto delle opere di Rota, è importante dare conto anche del significato di una mostra importante nello showroom di uno dei protagonisti del design a Milano.
Il tema del rapporto tra arte e design, soprattutto a Milano, dove si innesta anche il discorso moda, è sempre molto caldo. Si deve tuttavia considerare che l'ibridazione è pratica difficile e spesso sterile e pertanto da esercitare con prudenza. Mi spiego. I tentativi di trasformare un artista in un designer o viceversa sono sovente fallimentari in quanto i punti di arrivo e le aspettative prospettiche sono diametralmente opposte. Il designer vuole sostanzialmente risolvere un problema accettando una serie di vincoli che diventano le opportunità di progetto grazie alla sua creatività sia in senso tecnico che estetico, mentre l'artista si pone di fronte ad una speculazione meramente intellettuale finalizzata a dare delle risposte esistenziali o- spesso – a porre dei quesiti esistenziali; per questa ragione l'ibridazione è pericolosa in termini sia di assunti di partenza che di aspettative.
E' invece assolutamente degno di nota il fatto che un contenitore tecnico connotato da una forte sensibilità estetica accolga dentro di sé una rassegna artistica. Design e Arte in tale combinazione di accoglienza e di condivisione, ma non di commistione intellettuale, hanno modo di mostrarsi ad un pubblico che può goderne al di là di ogni pretesa intellettualizzante, ma con l'evidenza percepibile della diversità semantica degli oggetti. Vi è la possibilità di fare nascere e soddisfare una pluralità di necessità in un'unico luogo e in un'unità di tempo.
Da ultimo: straight lines sono le linee rette che Rota avrebbe voluto dipingere in alcuni lavori e che vorremmo trovare … inside.
Aldo Rota
Note biografiche
L'artista è nato a Villavesco, in provincia di Lodi il 22 ottobre 1941 e ha vissuto molti anni in Portogallo dove ha iniziato a disegnare e dipingere.
Dal 1980 è tornato in Italia e ha vissuto e lavorato prima a Certosa di Pavia ed ora a Vermezzo.
Importanti le sue esperienze in America, Giappone ed Europa, in particolare a Zurigo e a Londra.
Tra il 1988 e il 1996 ha compiuto numerosi viaggi in India dove ha incontrato il guru Babaj, ha approfondito la sua conoscenza dei cerimoniali indù e si è appropriato delle tecniche di colore indiane.
Dal 2000 lavora tra l'Italia e Mosca dove risiede per lunghi periodi.
Numerose le sue mostre sia individuali che collettive tra le più recenti ricordiamo:
2009 La Giustizia e i suoi simboli. Tre artisti contemporanei al Palazzo di Giustizia di Milano - Milano
2008 Buio e Luce, presso l’ Oratorio dei Santi Lorentino e Pergentino -- Arezzo
2008 Le forme del Bello – Palazzo Casali - Cortona
2008 Internazionale 1998 – 2008 Il nerazzurro è arte –
Galleria Bellinzona - Milano
2008 MiArt Galleria Immagine - Milano
2007 Working Project - Spaziostrato - Milano
2007 Il Colore dello Spirito - Collegio Cairoli - Pavia
2006 Libertà e silenzio - Biblioteca Angelica - Roma
2005 Aldo Rota nelle stanze ritrovate di Villa Rufolo - Ravello (Sa)
2004 Museo d'Arte Regionale – Minsk (Bielorussia)
2004 Fortezza San Pietro e Paolo - San Pietroburgo (Federazione Russa)
L'artefice di tante avventure figurative di stampo neoespressionista negli anni '70 (fine) e '80, di azione pura agli inizi degli anni '90 e di impostazione concettuale e latamente minimalista nel primo decennio di questo secolo, si propone ora con lavori che potremmo definire di sintesi tra concetto e composizione.
Il profilo ideativo elaborato nel corso degli ultimi quattro decenni (nulla possiamo riferire riguardo le opere di paesaggio degli anni '60) passa ora nel crogiolo della piena maturità, con l'effetto di rendere manifesta la coerenza del lavoro dell'artista. E' superata la necessità di mostrare i muscoli di certe azioni dei primi anni '90 o l'intimismo ossessivo dell'inizio del nuovo secolo.
Questa mostra fatta di carte ricamate più che dipinte, costituisce un sicuro punto di arrivo dell'arte di Rota; l'artista tocca con disinvolta naturalezza i punti sensibili della nostra sfera interiore e ci muove ad un' immediata empatia verso i lavori.
Le opere in mostra, anche grazie al loro formato contenuto, sono istantaneamente e integralmente acquisibili dall'occhio umano, senza la necessità di quel lavoro di frammentazione dell'immagine e ricostruzione mentale a cui sottoponiamo i lavori di grande formato; tutto è perfettamente a fuoco e così da subito ci si addentra in un mondo mistico: l'artista ci introduce in una situazione piacevole data dall'immediata empatia, che però origina anche un leggero disagio determinato dal desiderio di appartenere a quell'universo sospeso che necessariamente sfugge ad ogni catalogazione. La componente ideativa di queste opere risiede dunque in un artificio visivo che induce una sensazione piacevole, grazie al segno e in qualche caso al colore, alla quale segue un insoddisfatto desiderio di appartenenza ad una condizione di benessere superiore, inizialmente solo sensoriale, poi affettivo e intellettivo, qualche cosa di assimilabile a certe aspettative adolescenziali.
A riprova del fatto che la coerenza ideativa ed espressiva è uno status ormai acquisito dall'artista, vengono in questa mostra riproposte due opere molto impegnative esibite per la prima volta nel corso della mostra “La Giustizia e i suoi simboli” tenutasi nel 2009 presso il Palazzo di Giustizia di Milano. In questi lavori riecheggia lo stesso mood che ora vediamo nelle carte, la città di Milano che si stringe intorno al Palazzo di Giustizia induce il medesimo desiderio di partecipazione.
Un elemento di specialità di Rota risiede nella capacità di toccare leve profonde, di essere per certi versi inquieto e inquietante per il tramite di una figurazione assolutamente piacevole, non ha bisogno di immagini ad effetto per muovere l'emotività di chi guarda.
Questi lavori sono anche in sintonia con un'auspicata tendenza al downsizig, si dà qui prova di come sia possibile raccogliere grandi emozioni in piccoli scrigni, ribadendo la risposta dell'arte di qualità al gigantismo gratuito.
Detto delle opere di Rota, è importante dare conto anche del significato di una mostra importante nello showroom di uno dei protagonisti del design a Milano.
Il tema del rapporto tra arte e design, soprattutto a Milano, dove si innesta anche il discorso moda, è sempre molto caldo. Si deve tuttavia considerare che l'ibridazione è pratica difficile e spesso sterile e pertanto da esercitare con prudenza. Mi spiego. I tentativi di trasformare un artista in un designer o viceversa sono sovente fallimentari in quanto i punti di arrivo e le aspettative prospettiche sono diametralmente opposte. Il designer vuole sostanzialmente risolvere un problema accettando una serie di vincoli che diventano le opportunità di progetto grazie alla sua creatività sia in senso tecnico che estetico, mentre l'artista si pone di fronte ad una speculazione meramente intellettuale finalizzata a dare delle risposte esistenziali o- spesso – a porre dei quesiti esistenziali; per questa ragione l'ibridazione è pericolosa in termini sia di assunti di partenza che di aspettative.
E' invece assolutamente degno di nota il fatto che un contenitore tecnico connotato da una forte sensibilità estetica accolga dentro di sé una rassegna artistica. Design e Arte in tale combinazione di accoglienza e di condivisione, ma non di commistione intellettuale, hanno modo di mostrarsi ad un pubblico che può goderne al di là di ogni pretesa intellettualizzante, ma con l'evidenza percepibile della diversità semantica degli oggetti. Vi è la possibilità di fare nascere e soddisfare una pluralità di necessità in un'unico luogo e in un'unità di tempo.
Da ultimo: straight lines sono le linee rette che Rota avrebbe voluto dipingere in alcuni lavori e che vorremmo trovare … inside.
Aldo Rota
Note biografiche
L'artista è nato a Villavesco, in provincia di Lodi il 22 ottobre 1941 e ha vissuto molti anni in Portogallo dove ha iniziato a disegnare e dipingere.
Dal 1980 è tornato in Italia e ha vissuto e lavorato prima a Certosa di Pavia ed ora a Vermezzo.
Importanti le sue esperienze in America, Giappone ed Europa, in particolare a Zurigo e a Londra.
Tra il 1988 e il 1996 ha compiuto numerosi viaggi in India dove ha incontrato il guru Babaj, ha approfondito la sua conoscenza dei cerimoniali indù e si è appropriato delle tecniche di colore indiane.
Dal 2000 lavora tra l'Italia e Mosca dove risiede per lunghi periodi.
Numerose le sue mostre sia individuali che collettive tra le più recenti ricordiamo:
2009 La Giustizia e i suoi simboli. Tre artisti contemporanei al Palazzo di Giustizia di Milano - Milano
2008 Buio e Luce, presso l’ Oratorio dei Santi Lorentino e Pergentino -- Arezzo
2008 Le forme del Bello – Palazzo Casali - Cortona
2008 Internazionale 1998 – 2008 Il nerazzurro è arte –
Galleria Bellinzona - Milano
2008 MiArt Galleria Immagine - Milano
2007 Working Project - Spaziostrato - Milano
2007 Il Colore dello Spirito - Collegio Cairoli - Pavia
2006 Libertà e silenzio - Biblioteca Angelica - Roma
2005 Aldo Rota nelle stanze ritrovate di Villa Rufolo - Ravello (Sa)
2004 Museo d'Arte Regionale – Minsk (Bielorussia)
2004 Fortezza San Pietro e Paolo - San Pietroburgo (Federazione Russa)
16
febbraio 2011
Aldo Rota – Straight lines (inside)/linee rette
Dal 16 febbraio al 03 marzo 2011
arte contemporanea
Location
CALLIGARIS
Milano, Via Tivoli, (Milano)
Milano, Via Tivoli, (Milano)
Vernissage
16 Febbraio 2011, ore 18.30
Autore