Il 2011 vede impegnato lo storico Studio D’Ars in una nuova importante iniziativa volta a valorizzare la creatività giovanile nell’ambito dell’arte contemporanea legata alle nuove tecnologie. Il progetto MELTINGPOT, realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo, mette a disposizione di giovani creativi un luogo di scambio, formazione, sperimentazione e produzione per progetti di new media art, sulla scia del know-how maturato dalla Fondazione D’Ars nello studio e nella promozione delle arti digitali.
Il primo cantiere creativo, iniziato l’11 gennaio 2011, ospita il progetto INSECTIONE Défiguration, videoinstallazione sonora interattiva ideata da Matilde De Feo, realizzata in cantiere in collaborazione con Tommaso Megale, che si propone di gettare un ponte tra mondo umano e reame degli insetti, di de-figurare le forme stabili in cui l’uomo facilmente si riconosce.
In relazione al lavoro svolto in questo primo cantiere, lo Studio D’Ars ospita due appuntamenti di divulgazione e approfondimento pratico e teorico aperti al pubblico.
Il primo è il workshop che si
propone di dare una panoramica sulle potenzialità di Processing. Tale linguaggio di programmazione rappresenta una delle risorse legate ai software liberi comunemente adoperata nelle opere di new media art del panorama contemporaneo. Attraverso un iter graduale verranno trattate in particolar modo le modalità di lavoro inerenti il campo dell'arte multimediale - l'audio, il video e l'interazione tra essi. Nel corso del workshop, inoltre, saranno fornite delle nozioni base di Processing.
Il secondo appuntamento coincide con l’inaugurazione della mostra INSECTIONE Défiguration e prevede la conferenza INTERMEDIALITÀ E AMBIVALENZA: i nuovi format della new media art tra installazione video e performance, in occasione della quale si susseguiranno gli interventi di Oliviero Ponte di Pino,
Direttore Editoriale di Garzanti libri, il quale presenterà il dossier realizzato per la rivista Hystrio Teatro e tecnologie, Roberto Rizzente, critico teatrale e curatore del dossier, e Anna Maria Monteverdi, studiosa di digital performance e docente presso la Scuola di Nuove Tecnologie per l’arte dell’Accademia di Brera.