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Gli Abitanti del Museo – Emilio Tadini
Il ciclo di rassegne Gli Abitanti del Museo, intende far conoscere le opere di grandi artisti contemporanei che sono state esposte in importanti musei del mondo. In mostra 13 grandi tele e 14 disegni di Emilio Tadini, singolare figura di intellettuale, pittore, scrittore, poeta e critico d’arte.
Comunicato stampa
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la Lorusso Arte - Design di Andria (BT) presenta, dopo la mostra- evento di Man Ray – The Fifty Faces of Juliet 1941 – 1955, un nuovo ciclo di rassegne intitolato Gli Abitanti del Museo - Capolavori nei musei del mondo: Emilio Tadini - disegni e opere pittoriche, in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano.
All'inaugurazione interverrà lo scrittore Raffaele Nigro.
Questo progetto intende far conoscere al pubblico le opere di grandi artisti quali: Emilio Tadini, Valerio Adami, Mimmo Rotella, Enrico Baj, Lucio Fontana. In particolare saranno presentati lavori già ospitati in importanti sedi espositive e museali di tutto il mondo.
Il primo appuntamento è dedicato a Emilio Tadini, singolare figura di intellettuale, pittore, scrittore, poeta e critico d’arte.
Scrittore che dipinge, pittore che scrive, così lo descrive Umberto Eco.
La Lorusso Arte - Design ha già dedicato all'artista due importanti mostre personali nel 1983 e nel 1992.
La scelta di esporre le opere di Emilio Tadini dopo quelle di Man Ray non è casuale.
E’ possibile individuare un filo rosso che lega i due autori partendo dall’esperienza artistica di Man Ray fondata sul Surrealismo e proseguendo con la conoscenza e comprensione delle opere di Tadini.
A tal proposito il critico Klaus Wolbert scrive: …nell’incontrare per la prima volta il mondo di Emilio Tadini sorge quasi inevitabile l’impressione di assistere all’operazione di un artista figurativo intento a recuperare un famoso modello letterario per poi utilizzarlo ai fini del proprio programma artistico.
L’opera letteraria presa in considerazione altro non è se non i Canti di Malador del giovane poeta francese Isidore Ducasse... che, descrivendo la figura di un adolescente, afferma: “è bello come l’inaspettato incontro di una macchina per cucire e di un ombrello su di un tavolo di dissezione anatomica”[…]
Man Ray nel 1920 elaborava per primo, in termini artistici, il famoso passo citato nella sua opera intitolata The Enigma of Isidore Ducasse.
E’ proprio questo tipo di "inaspettato incontro" che sembra ripresentarsi nelle opere di Tadini.
Dagli spazi chiari del fondo delle sue grandi tele, infatti, emergono e fluttuano oggetti e figure apparentemente disposti in modo casuale.
Fra le figure e gli oggetti, Tadini inserisce delle parole o frammenti scritti in quel suo tipico corsivo allargato. Lavora per accostamenti e per metafore. Nei suoi quadri trovano spazio citazioni tratte dalla storia dell’arte, dalla letteratura ma anche dalla pubblicità e dalla vita quotidiana, testimoniando una cultura enciclopedica ed un sapere interdisciplinare.
Tadini procede quasi sempre per gruppi di opere.
Cicli dal forte impianto narrativo in cui il racconto si concretizza attraverso elementi figurali e descrittivi che scorrono sotto i nostri occhi come su uno schermo cinematografico.
Un eterogeneo flusso di oggetti ritrovati, sottratti dal loro contesto originario per diventare elementi di un nuovo racconto, nel pieno rispetto della “tradizione” che fu di Duchamp e di Man Ray.
Il gruppo di opere esposte comprende tredici tele e quattordici lavori su carta che fanno parte dei cicli intitolati: Archeologia del 1973, Museo dell’uomo del 1974 , Atelier del 1977, L’occhio della pittura del 1978, Il processo del 1983, Olimpo del 1984, Città del 1987 e Aux cieux vagues del 1991. Queste opere sono state esposte in personali e collettive presso importanti musei e hanno testimoniato il lavoro di Tadini in mostre rappresentative dell’arte italiana. Hanno anche fatto parte di mostre antologiche a lui dedicate come quella itinerante tenutasi tra il 1995 e il 1996 nei tre musei tedeschi: l’Institut Mathildenhöhe di Darmstadt, il Kulturhistorisches Museum di Stralsund e il Bochum Museum di Bochum, oltre a quella che si è tenuta al Museo Villa dei Cedri di Bellinzona in Svizzera nel 2005 intitolata Le figure, le cose e all’ ultima della Fondazione Marconi di Milano intitolata Tadini 1960-1985. L’occhio della pittura del 2007.
Emilio Tadini nasce a Milano nel 1927. Si laurea in lettere. E' stato presidente dell'Accademia di Belle Arti di Brera dal 1997 al 2000. Ha iniziato la sua attività letteraria sul "Politecnico" di Elio Vittorini nel 1947, pubblicando saggi, romanzi, poesie e monologhi. Ha esposto le sue prime opere negli anni sessanta ed è stato invitato alla Biennale di Venezia nel '78 e '82. Nel 2001 si è tenuta una sua retrospettiva a Milano. È stato critico d'arte e letteratura per il Corriere della sera. Si spegne a Milano il 25 settembre 2002.
All'inaugurazione interverrà lo scrittore Raffaele Nigro.
Questo progetto intende far conoscere al pubblico le opere di grandi artisti quali: Emilio Tadini, Valerio Adami, Mimmo Rotella, Enrico Baj, Lucio Fontana. In particolare saranno presentati lavori già ospitati in importanti sedi espositive e museali di tutto il mondo.
Il primo appuntamento è dedicato a Emilio Tadini, singolare figura di intellettuale, pittore, scrittore, poeta e critico d’arte.
Scrittore che dipinge, pittore che scrive, così lo descrive Umberto Eco.
La Lorusso Arte - Design ha già dedicato all'artista due importanti mostre personali nel 1983 e nel 1992.
La scelta di esporre le opere di Emilio Tadini dopo quelle di Man Ray non è casuale.
E’ possibile individuare un filo rosso che lega i due autori partendo dall’esperienza artistica di Man Ray fondata sul Surrealismo e proseguendo con la conoscenza e comprensione delle opere di Tadini.
A tal proposito il critico Klaus Wolbert scrive: …nell’incontrare per la prima volta il mondo di Emilio Tadini sorge quasi inevitabile l’impressione di assistere all’operazione di un artista figurativo intento a recuperare un famoso modello letterario per poi utilizzarlo ai fini del proprio programma artistico.
L’opera letteraria presa in considerazione altro non è se non i Canti di Malador del giovane poeta francese Isidore Ducasse... che, descrivendo la figura di un adolescente, afferma: “è bello come l’inaspettato incontro di una macchina per cucire e di un ombrello su di un tavolo di dissezione anatomica”[…]
Man Ray nel 1920 elaborava per primo, in termini artistici, il famoso passo citato nella sua opera intitolata The Enigma of Isidore Ducasse.
E’ proprio questo tipo di "inaspettato incontro" che sembra ripresentarsi nelle opere di Tadini.
Dagli spazi chiari del fondo delle sue grandi tele, infatti, emergono e fluttuano oggetti e figure apparentemente disposti in modo casuale.
Fra le figure e gli oggetti, Tadini inserisce delle parole o frammenti scritti in quel suo tipico corsivo allargato. Lavora per accostamenti e per metafore. Nei suoi quadri trovano spazio citazioni tratte dalla storia dell’arte, dalla letteratura ma anche dalla pubblicità e dalla vita quotidiana, testimoniando una cultura enciclopedica ed un sapere interdisciplinare.
Tadini procede quasi sempre per gruppi di opere.
Cicli dal forte impianto narrativo in cui il racconto si concretizza attraverso elementi figurali e descrittivi che scorrono sotto i nostri occhi come su uno schermo cinematografico.
Un eterogeneo flusso di oggetti ritrovati, sottratti dal loro contesto originario per diventare elementi di un nuovo racconto, nel pieno rispetto della “tradizione” che fu di Duchamp e di Man Ray.
Il gruppo di opere esposte comprende tredici tele e quattordici lavori su carta che fanno parte dei cicli intitolati: Archeologia del 1973, Museo dell’uomo del 1974 , Atelier del 1977, L’occhio della pittura del 1978, Il processo del 1983, Olimpo del 1984, Città del 1987 e Aux cieux vagues del 1991. Queste opere sono state esposte in personali e collettive presso importanti musei e hanno testimoniato il lavoro di Tadini in mostre rappresentative dell’arte italiana. Hanno anche fatto parte di mostre antologiche a lui dedicate come quella itinerante tenutasi tra il 1995 e il 1996 nei tre musei tedeschi: l’Institut Mathildenhöhe di Darmstadt, il Kulturhistorisches Museum di Stralsund e il Bochum Museum di Bochum, oltre a quella che si è tenuta al Museo Villa dei Cedri di Bellinzona in Svizzera nel 2005 intitolata Le figure, le cose e all’ ultima della Fondazione Marconi di Milano intitolata Tadini 1960-1985. L’occhio della pittura del 2007.
Emilio Tadini nasce a Milano nel 1927. Si laurea in lettere. E' stato presidente dell'Accademia di Belle Arti di Brera dal 1997 al 2000. Ha iniziato la sua attività letteraria sul "Politecnico" di Elio Vittorini nel 1947, pubblicando saggi, romanzi, poesie e monologhi. Ha esposto le sue prime opere negli anni sessanta ed è stato invitato alla Biennale di Venezia nel '78 e '82. Nel 2001 si è tenuta una sua retrospettiva a Milano. È stato critico d'arte e letteratura per il Corriere della sera. Si spegne a Milano il 25 settembre 2002.
12
febbraio 2011
Gli Abitanti del Museo – Emilio Tadini
Dal 12 febbraio al 30 aprile 2011
arte contemporanea
Location
LORUSSO ARTE DESIGN
Andria, Via Napoli, 71, (Bari)
Andria, Via Napoli, 71, (Bari)
Orario di apertura
tutti i giorni feriali ore 17-21
Vernissage
12 Febbraio 2011, ore 18.30
Autore
Curatore