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Donato di Zio
La Città di Pescara dedica una grande mostra antologica a Donato di Zio, pittore, scenografo, grafico e costumista di nuova generazione e grande talento, curata da Gillo Dorfles che da diversi anni segue e promuove la sua arte. Vengono presentate oltre duecento opere (disegni a inchiostro e china, incisioni, piatti in porcellana, due servizi da tè e da caffè e cinque opere con progetti per gioielli) realizzati dal 1995 a aggi.
Comunicato stampa
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La Città di Pescara dedica una grande mostra antologica a Donato di Zio, pittore, scenografo, grafico e costumista di nuova generazione e grande talento, curata da Gillo Dorfles che da diversi anni segue e promuove la sua arte.
Vengono presentate oltre duecento opere (disegni a inchiostro e china, incisioni, piatti in porcellana, due servizi da tè e da caffè e cinque opere con progetti per gioielli) realizzati dal 1995 a aggi.
La rassegna permette di apprezzare la continua ricerca di Donato Di Zio, la cui creatività – dalla grafica alla scenografia teatrale, dall’incisione alla decorazione dell’oggetto domestico, agli interventi progettuali sullo spazio urbano – si mantiene costante e sempre molto autonoma.
Scrive Gillo Dorfles nel catalogo: “La lunga ricerca di Donato Di Zio – pittore ma anche scenografo, grafico, costumista – è volta soprattutto al raggiungimento di quella che potremmo definire un’autonoma entità grafica che, partendo da quelli che erano soltanto dei grovigli di segni tracciati con l’inchiostro di china, si sono man mano trasformati in tracciati più complessi [...]
Di Zio, così, è riuscito a realizzare un effettivo ed efficace “segno iconico” che riveste le caratteristiche di una peculiare identità grafica attraverso la quale l’artista costituisce a seconda dei casi quelle sagome che vengono a colmare gli spazi ancora beanti, tanto se si tratti di oggetti domestici quanto addirittura di strutture urbane come in alcune aree fiorentine delle quali viene presentato un progetto”.
Scrive Rita Levi Montalcini: [...] indaga la vita in tutti i suoi molteplici e variegati aspetti, alcune opere possono ricordare dei microrganismi ingranditi al microscopio dove si ha la reale percezione della grandezza e della vitalità che regna nel cosmo: in questo trovo dell’assonanza con il mio operato, una ricerca costante che non avrà mai fine. [...] Trovo che la scienza, la cultura e l’arte siano campi d’indagine che portano chi se ne occupa in maniera attiva ad avere una visione sempre più ampia della vita [...]
Sottolinea invece Annamaria Cirillo: [...] “Nelle sue opere affiora, definita e pungente, la natura mutevole dell’uomo contemporaneo, la cui fluidità fisica-culturale è in consonanza con la fragile mutazione dei nostri tempi, e travalica identità, generi, tipizzazioni e certezze [...]Il suo è un segno-disegno che s’insinua nella coscienza, e inserisce la dimensione della visione nella dimensione dell’esistenza, quella che accetta il concetto di “infinito” [...]
Il catalogo, edito da Mazzotta, contiene numerose testimonianze di Rita Levi Montalcini (Premio Nobel per la Scienza), Riccardo Nencini, Luigi Albore Mascia ed Elena Seller (Sindaco e Assessore alla Cultura della Città di Pescara), Matteo Renzi (Sindaco di Firenze), Alberico Ambrosini (Sindaco di Moscufo), Attilio Bellanca (Ex-Presidente della Società delle Belle Arti Circolo degli Artisti - Casa di Dante di Firenze), Michele Samuele Borgia (Presidente della Banca di Credito Cooperativo Abruzzese), Franco Grillini, Rodolfo Ceccotti (Direttore della Fondazione Il Bisonte di Firenze), Dino Burtini e Umberto De Palma (Fondatore e Presidente dell’Associazione Culturale “Elicethnos”), oltre a una poesia dell’artista Sergio Scatizzi.
I testi critici sono di Gillo Dorfles, Giovanni Pallanti, Franco Grillini, Ornella Casazza, Annamaria Cirillo a cui si deve anche una ricca biografia dal titolo, Diario di un percorso tra Arte e professione.
DONATO DI ZIO
Breve biografia tratta da Diario di un percorso tra arte e professione di Annamaria Cirillo
Giovane artista emergente, di tendenza e valenza contemporanea internazionale, Donato Di Zio, abruzzese di origine, nato nel 1970 a Moscufo (Pescara), trae molteplici matrici di formazione artistica già dai suoi primi studi al Liceo Artistico di Pescara. Inizia a disegnare giovanissimo e, dopo varie sperimentazioni, nel 1986 giunge a elaborare con tecniche a inchiostro, rapidograph e china su carta pregiata percorsi tematici in bianco e nero all’interno di intime suggestioni recepite dal mondo contemporaneo, in una ricerca figurale-informale di particolare identità.
Conseguito il diploma al Liceo Artistico di Pescara, Di Zio prosegue gli studi iscrivendosi, nella sezione di Scenografia, all’Accademia di Belle Arti di Urbino, cittadina nella quale si trasferisce e che gli permette una frequentazione culturale di più ampio respiro. Tale apprendimento lo porta allo studio attento tanto dell’arte del passato quanto dell’arte moderna e contemporanea.
Gli artisti da lui più amati sono Will Bradley e Maurits Cornelis Escher, ma legami artistici molto forti sussistono con le opere di Henri Matisse, con i nuovi valori formali dell’astrattismo di Wassily Kandinsky, con le surreali suggestioni fantastiche di Joan Miró, i concetti spaziali di Lucio Fontana e le animate sculture metalliche di Alexander Calder.
Già nei primi anni degli studi accademici è da premettere che in Donato Di Zio, all’amore per la pittura e la calcografia, si affianca quello per il palcoscenico.
Nel 1993 Donato Di Zio si trasferisce a Macerata, dove prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti, sezione di Scenografia, e dove ha modo di ampliare e approfondire, oltre alle esperienze professionali, quelle artistico-pittoriche. Nel 1994 frequenta anche corsi universitari supplementari indetti dall’Accademia, come quello sullo “Studio del design, dell’oggetto in sé e della sua funzionalità”, tenuto dal grande designer, scultore, pittore e grafico milanese Bruno Munari, uno dei più significativi rappresentanti dell’“arte programmata”.
Le numerose esperienze teatrali, vissute come assistente scenografo per opere teatrali e musicali, vengono affiancate da collaborazioni per il cinema e il cortometraggio d’autore. Nel 1996 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Inizia ad esporre in mostre collettive.
In meno di un decennio, tra Pescara, Urbino, Macerata, Perugia, Jesi, Bologna, Roma, Firenze e poi di nuovo Pescara, si tesse la sua fittissima rete di impegni e “vocazioni”.
Donato diluisce la produzione artistica nel tempo necessario per poterla meglio elaborare con l’intento di riunire le opere in un’unica grande mostra che tutte le contenga narrando il suo percorso. Un compromesso ben attuato che lo porta all’esposizione (Donato Di Zio. Dentro al pelago), tenuta nel 2006 presso il Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna di Pescara e curata da Gillo Dorfles, con 108 opere realizzate tra il 1995 e il 2005.
Certo è dal valore artistico ed espositivo di tale mostra di successo che prende avvio, per Donato Di Zio, il continuo crescendo di un percorso culturale e umano di lievitante spessore, fatto di incontri, conoscenze e studi, nonché di inviti e partecipazioni a eventi di rilievo che coniugano sempre meglio le sue amate radici abruzzesi con la formazione di una cultura artistica legata al territorio della regione Toscana, e soprattutto della città di Firenze, nella quale da gran tempo egli vive e lavora.
Nel 2007 la Società delle Belle Arti - Circolo degli Artisti - Casa di Dante di Firenze lo invita a partecipare, insieme ad altri noti artisti, alla mostra collettiva Solaria. Nello stesso anno entra a far parte della storica Antica Compagnia del Paiolo di Firenze e in tale veste viene invitato a partecipare alla mostra collettiva dei nuovi artisti paiolanti tenuta nell’ottobre dello stesso anno presso la sede dell’Associazione in Piazza della Signoria.
Nel novembre 2007 Donato Di Zio, invitato dall’Unione Cattolica Artisti Italiani (UCAI), partecipa a un’altra significativa collettiva, esponendo l’opera inedita Beatrice guarda il sole, a Firenze presso il Convento di San Marco.
Una delle principali finalità dell’artista è quella di non spezzare quel filo conduttore dell’arte che da sempre lega il passato al presente, come si può notare nei suoi interventi urbani, tra cui quello per Piazza della Signoria a Firenze realizzato nel 2008. Di Zio, su una fotografia che rappresenta Piazza della Signoria, e ancor più su un’altra che mostra il panorama di Firenze visto da Piazzale Michelangelo, elabora, all’interno di tali storici spazi urbani, un progetto di interventi artistici che recano il segno della propria identità ideativa.
Interessante particolarità della nuova produzione di Donato Di Zio è l’elaborazione artistica di disegni esclusivi per oggetti di design in porcellana dalle linee modernissime. Servizi da caffè e da tè e soprattutto pregevoli piatti per i cui disegni l’artista, oltre al nero, utilizza il colore rosso e l’oro zecchino (come anche in recenti disegni), la cui ricercatezza e raffinatezza è resa ancor più pregiata dall’uso di un materiale così prezioso e nobile come l’oro zecchino. I vari pezzi di tali servizi sono singole opere d’arte di piccolo formato.
Nel 2007 Donato Di Zio riprende con determinazione l’esercizio dell’arte incisoria presso la Fondazione fiorentina Il Bisonte, sede della prestigiosa Scuola Internazionale di Grafica d’Arte, che nel corso degli anni ha operato con artisti del calibro di Picasso, Moore, Manzù, Guttuso, Maccari, Severini, Greco, Carrà, Campigli, Scanavino, Vedova ecc.
L’attuale mostra antologica presso L’Ex Aurum di Pescara permette di fare il punto su tutta la sua produzione dagli esordi fino ad oggi. Oltre alle opere già esposte nel 2006 vengono presentati moltissimi lavori inediti, quali disegni a china, incisioni, oggettistica in porcellana di esclusivo design, facenti parte della nuova produzione 2006-2010, per un totale di oltre 200 opere. Anche questa mostra antologica, come si è detto, è curata del grande maestro Gillo Dorfles, e così pure l’allestimento e il catalogo che riporta nuove importanti testimonianze critiche di eminenti e illustri personaggi del mondo culturale, nonché nuovi testi critici e un aggiornato Diario di un percorso tra arte e professione da cui è tratta questa breve biografia.
Vengono presentate oltre duecento opere (disegni a inchiostro e china, incisioni, piatti in porcellana, due servizi da tè e da caffè e cinque opere con progetti per gioielli) realizzati dal 1995 a aggi.
La rassegna permette di apprezzare la continua ricerca di Donato Di Zio, la cui creatività – dalla grafica alla scenografia teatrale, dall’incisione alla decorazione dell’oggetto domestico, agli interventi progettuali sullo spazio urbano – si mantiene costante e sempre molto autonoma.
Scrive Gillo Dorfles nel catalogo: “La lunga ricerca di Donato Di Zio – pittore ma anche scenografo, grafico, costumista – è volta soprattutto al raggiungimento di quella che potremmo definire un’autonoma entità grafica che, partendo da quelli che erano soltanto dei grovigli di segni tracciati con l’inchiostro di china, si sono man mano trasformati in tracciati più complessi [...]
Di Zio, così, è riuscito a realizzare un effettivo ed efficace “segno iconico” che riveste le caratteristiche di una peculiare identità grafica attraverso la quale l’artista costituisce a seconda dei casi quelle sagome che vengono a colmare gli spazi ancora beanti, tanto se si tratti di oggetti domestici quanto addirittura di strutture urbane come in alcune aree fiorentine delle quali viene presentato un progetto”.
Scrive Rita Levi Montalcini: [...] indaga la vita in tutti i suoi molteplici e variegati aspetti, alcune opere possono ricordare dei microrganismi ingranditi al microscopio dove si ha la reale percezione della grandezza e della vitalità che regna nel cosmo: in questo trovo dell’assonanza con il mio operato, una ricerca costante che non avrà mai fine. [...] Trovo che la scienza, la cultura e l’arte siano campi d’indagine che portano chi se ne occupa in maniera attiva ad avere una visione sempre più ampia della vita [...]
Sottolinea invece Annamaria Cirillo: [...] “Nelle sue opere affiora, definita e pungente, la natura mutevole dell’uomo contemporaneo, la cui fluidità fisica-culturale è in consonanza con la fragile mutazione dei nostri tempi, e travalica identità, generi, tipizzazioni e certezze [...]Il suo è un segno-disegno che s’insinua nella coscienza, e inserisce la dimensione della visione nella dimensione dell’esistenza, quella che accetta il concetto di “infinito” [...]
Il catalogo, edito da Mazzotta, contiene numerose testimonianze di Rita Levi Montalcini (Premio Nobel per la Scienza), Riccardo Nencini, Luigi Albore Mascia ed Elena Seller (Sindaco e Assessore alla Cultura della Città di Pescara), Matteo Renzi (Sindaco di Firenze), Alberico Ambrosini (Sindaco di Moscufo), Attilio Bellanca (Ex-Presidente della Società delle Belle Arti Circolo degli Artisti - Casa di Dante di Firenze), Michele Samuele Borgia (Presidente della Banca di Credito Cooperativo Abruzzese), Franco Grillini, Rodolfo Ceccotti (Direttore della Fondazione Il Bisonte di Firenze), Dino Burtini e Umberto De Palma (Fondatore e Presidente dell’Associazione Culturale “Elicethnos”), oltre a una poesia dell’artista Sergio Scatizzi.
I testi critici sono di Gillo Dorfles, Giovanni Pallanti, Franco Grillini, Ornella Casazza, Annamaria Cirillo a cui si deve anche una ricca biografia dal titolo, Diario di un percorso tra Arte e professione.
DONATO DI ZIO
Breve biografia tratta da Diario di un percorso tra arte e professione di Annamaria Cirillo
Giovane artista emergente, di tendenza e valenza contemporanea internazionale, Donato Di Zio, abruzzese di origine, nato nel 1970 a Moscufo (Pescara), trae molteplici matrici di formazione artistica già dai suoi primi studi al Liceo Artistico di Pescara. Inizia a disegnare giovanissimo e, dopo varie sperimentazioni, nel 1986 giunge a elaborare con tecniche a inchiostro, rapidograph e china su carta pregiata percorsi tematici in bianco e nero all’interno di intime suggestioni recepite dal mondo contemporaneo, in una ricerca figurale-informale di particolare identità.
Conseguito il diploma al Liceo Artistico di Pescara, Di Zio prosegue gli studi iscrivendosi, nella sezione di Scenografia, all’Accademia di Belle Arti di Urbino, cittadina nella quale si trasferisce e che gli permette una frequentazione culturale di più ampio respiro. Tale apprendimento lo porta allo studio attento tanto dell’arte del passato quanto dell’arte moderna e contemporanea.
Gli artisti da lui più amati sono Will Bradley e Maurits Cornelis Escher, ma legami artistici molto forti sussistono con le opere di Henri Matisse, con i nuovi valori formali dell’astrattismo di Wassily Kandinsky, con le surreali suggestioni fantastiche di Joan Miró, i concetti spaziali di Lucio Fontana e le animate sculture metalliche di Alexander Calder.
Già nei primi anni degli studi accademici è da premettere che in Donato Di Zio, all’amore per la pittura e la calcografia, si affianca quello per il palcoscenico.
Nel 1993 Donato Di Zio si trasferisce a Macerata, dove prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti, sezione di Scenografia, e dove ha modo di ampliare e approfondire, oltre alle esperienze professionali, quelle artistico-pittoriche. Nel 1994 frequenta anche corsi universitari supplementari indetti dall’Accademia, come quello sullo “Studio del design, dell’oggetto in sé e della sua funzionalità”, tenuto dal grande designer, scultore, pittore e grafico milanese Bruno Munari, uno dei più significativi rappresentanti dell’“arte programmata”.
Le numerose esperienze teatrali, vissute come assistente scenografo per opere teatrali e musicali, vengono affiancate da collaborazioni per il cinema e il cortometraggio d’autore. Nel 1996 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Inizia ad esporre in mostre collettive.
In meno di un decennio, tra Pescara, Urbino, Macerata, Perugia, Jesi, Bologna, Roma, Firenze e poi di nuovo Pescara, si tesse la sua fittissima rete di impegni e “vocazioni”.
Donato diluisce la produzione artistica nel tempo necessario per poterla meglio elaborare con l’intento di riunire le opere in un’unica grande mostra che tutte le contenga narrando il suo percorso. Un compromesso ben attuato che lo porta all’esposizione (Donato Di Zio. Dentro al pelago), tenuta nel 2006 presso il Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna di Pescara e curata da Gillo Dorfles, con 108 opere realizzate tra il 1995 e il 2005.
Certo è dal valore artistico ed espositivo di tale mostra di successo che prende avvio, per Donato Di Zio, il continuo crescendo di un percorso culturale e umano di lievitante spessore, fatto di incontri, conoscenze e studi, nonché di inviti e partecipazioni a eventi di rilievo che coniugano sempre meglio le sue amate radici abruzzesi con la formazione di una cultura artistica legata al territorio della regione Toscana, e soprattutto della città di Firenze, nella quale da gran tempo egli vive e lavora.
Nel 2007 la Società delle Belle Arti - Circolo degli Artisti - Casa di Dante di Firenze lo invita a partecipare, insieme ad altri noti artisti, alla mostra collettiva Solaria. Nello stesso anno entra a far parte della storica Antica Compagnia del Paiolo di Firenze e in tale veste viene invitato a partecipare alla mostra collettiva dei nuovi artisti paiolanti tenuta nell’ottobre dello stesso anno presso la sede dell’Associazione in Piazza della Signoria.
Nel novembre 2007 Donato Di Zio, invitato dall’Unione Cattolica Artisti Italiani (UCAI), partecipa a un’altra significativa collettiva, esponendo l’opera inedita Beatrice guarda il sole, a Firenze presso il Convento di San Marco.
Una delle principali finalità dell’artista è quella di non spezzare quel filo conduttore dell’arte che da sempre lega il passato al presente, come si può notare nei suoi interventi urbani, tra cui quello per Piazza della Signoria a Firenze realizzato nel 2008. Di Zio, su una fotografia che rappresenta Piazza della Signoria, e ancor più su un’altra che mostra il panorama di Firenze visto da Piazzale Michelangelo, elabora, all’interno di tali storici spazi urbani, un progetto di interventi artistici che recano il segno della propria identità ideativa.
Interessante particolarità della nuova produzione di Donato Di Zio è l’elaborazione artistica di disegni esclusivi per oggetti di design in porcellana dalle linee modernissime. Servizi da caffè e da tè e soprattutto pregevoli piatti per i cui disegni l’artista, oltre al nero, utilizza il colore rosso e l’oro zecchino (come anche in recenti disegni), la cui ricercatezza e raffinatezza è resa ancor più pregiata dall’uso di un materiale così prezioso e nobile come l’oro zecchino. I vari pezzi di tali servizi sono singole opere d’arte di piccolo formato.
Nel 2007 Donato Di Zio riprende con determinazione l’esercizio dell’arte incisoria presso la Fondazione fiorentina Il Bisonte, sede della prestigiosa Scuola Internazionale di Grafica d’Arte, che nel corso degli anni ha operato con artisti del calibro di Picasso, Moore, Manzù, Guttuso, Maccari, Severini, Greco, Carrà, Campigli, Scanavino, Vedova ecc.
L’attuale mostra antologica presso L’Ex Aurum di Pescara permette di fare il punto su tutta la sua produzione dagli esordi fino ad oggi. Oltre alle opere già esposte nel 2006 vengono presentati moltissimi lavori inediti, quali disegni a china, incisioni, oggettistica in porcellana di esclusivo design, facenti parte della nuova produzione 2006-2010, per un totale di oltre 200 opere. Anche questa mostra antologica, come si è detto, è curata del grande maestro Gillo Dorfles, e così pure l’allestimento e il catalogo che riporta nuove importanti testimonianze critiche di eminenti e illustri personaggi del mondo culturale, nonché nuovi testi critici e un aggiornato Diario di un percorso tra arte e professione da cui è tratta questa breve biografia.
06
febbraio 2011
Donato di Zio
Dal 06 febbraio al 27 marzo 2011
design
arte contemporanea
disegno e grafica
arti decorative e industriali
arte contemporanea
disegno e grafica
arti decorative e industriali
Location
AURUM
Pescara, Via Francesco Ferdinando D'avalos, (Pescara)
Pescara, Via Francesco Ferdinando D'avalos, (Pescara)
Orario di apertura
da martedì a sabato: 9:30-13:30 / 15:30-19:30, domenica: 15:30-19:30, lunedì chiuso
Vernissage
6 Febbraio 2011, ore 16.30
Editore
MAZZOTTA
Ufficio stampa
MAZZOTTA
Autore
Curatore