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Franco Rognoni – Opere 1950-1999
In mostra oltre un centinaio di opere scelte dal 1950 al 1999: dai grandi dipinti ad olio, alle tecniche miste, i disegni e i piccoli delicati acquerelli.
Comunicato stampa
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Scriveva Raffaele De Grada, come Franco Rognoni (Milano, 1913-1999) fosse un artista slegato da correnti o movimenti del Novecento, probabilmente per la sua natura un po’ schiva. Era necessario allora inventarsi una definizione, trovare una collocazione per questo pittore così particolare.
Questo è proprio lo spunto critico, o meglio dire la sfida, alla quale si cerca di dare risposta, attraverso una nuova antologica presso la galleria B&B Arte a Canneto sull’Oglio (MN).
Oltre un centinaio di opere scelte dal 1950 al 1999: dai grandi dipinti ad olio, alle tecniche miste, i disegni e i piccoli delicati acquerelli.
Un percorso emozionante che si snoda tra le diversissime suggestioni colte dall’artista: realismo e surrealismo, astrazione, lirismo ed espressionismo, grafica e ironia.
I temi? I più cari al maestro: la città di Milano con i suoi passanti, i paesaggi, gli scorci notturni, i musicisti e i ballerini, senza dimenticare le immagini della Serenissima e i graffianti ritratti.
La mostra sarà documentata da un catalogo Ed. PubliPaolini, presentato durante l’inaugurazione. Il volume presenterà i testi critici di Vera Agosti e Simona Bartolena e tutte le opere esposte.
Franco Rognoni nasce a Milano il 20 settembre 1913 da Giuseppe e Giuseppina Carabelli in una famiglia della piccola borghesia. Giovanissimo inizia a interessarsi del disegno e della pittura e, adolescente, frequenta le scuole tecniche di tessitura e quindi la Scuola superiore d’Arte applicata del Castello Sforzesco.
Il critico Raffaello Giolli è il suo primo sostenitore, un importante riferimento culturale che consente a Rognoni di aprire nuovi orizzonti. Fin dal 1934 collabora come disegnatore a importanti riviste e quotidiani mentre nel ’38 espone per la prima volta. La sua formazione è influenzata da artisti come Sironi, de Pisis, Modigliani mentre la passione per i libri lo avvicina alle soluzioni grafiche e pittoriche dell’Espressionismo tedesco. Luino, sul Lago Maggiore, lo accoglie durante la guerra e qui si concentra sulla sua produzione che si arricchisce di incisioni, illustrazioni, mantenendo così un’importante collaborazione con molti periodici e dei contatti fondamentali con gli editori e i collezionisti.
Nel primo dopoguerra torna a Milano e nel 1946 sposa Mariuccia Noè, con la quale condividerà per tutta la vita significativi interessi culturali. Nello studio di Lambrate nascono nuovi disegni e dipinti che hanno già in sé le tematiche fondamentali dell’artista. In particolare egli sviluppa un personalissimo linguaggio antiaccademico. Guido Ballo lo presenta a Milano nel 1953, in una personale che apre nuovi interessi nella critica. Quattro anni dopo la Rai gli propone un progetto di scenografo-costumista e la stessa attività viene svolta per la Piccola Scala e La Fenice di Venezia. Il pubblico e la critica apprezzano l’originalità di interpretazione degli spazi teatrali, aspetti che confluiscono nella pittura tramite l’utilizzo di una commistione tra decorazione, illustrazione, grafica e scenografia. Una contaminazione che si riflette anche nella mescolanza di ironia e dramma, con un gusto che non è azzardato definire musicale. Anche le amicizie dell’artista abbracciano soprattutto l’ambito letterario e musicale: Riccardo Malipiero, Vittorio Sereni, Piero Chiara, Dante Isella. Gli anni Cinquanta sono contraddistinti dal legame in esclusiva con la Galleria dell’Annunciata di Milano e con le mostre organizzate in tutta Europa.
Il decennio successivo lo vede impegnato in numerose esposizioni e nell’attività editoriale mentre quattro grandi teleri dedicati ad Ulisse sono realizzati per la turbonave Michelangelo. Tra gli anni Settanta e Ottanta la sua attenzione si sposta sulla figura umana, vista con connotazioni critiche e scettiche, e la città, rappresentata sempre più come contesto straniante. Accanto a questa connotazione appare un aspetto sognante, legato alla memoria. Il lago, altro luogo privilegiato della sua rappresentazione e della sua esistenza che si alterna tra Milano e Luino, esalta questa dimensione pittorica che fissa dei protagonisti sospesi tra realtà e immaginazione.
L’ultimo decennio, gli anni Novanta, vedono l’artista impegnato nella rappresentazione della vitalità. Ampio spazio è quindi dedicato alla cromia, in una direzione pittorica che diventa sempre più mitteleuropea, nel segno del Simbolismo e dell’Espressionismo. L’artista è scomparso a Milano l’11 marzo 1999.
Questo è proprio lo spunto critico, o meglio dire la sfida, alla quale si cerca di dare risposta, attraverso una nuova antologica presso la galleria B&B Arte a Canneto sull’Oglio (MN).
Oltre un centinaio di opere scelte dal 1950 al 1999: dai grandi dipinti ad olio, alle tecniche miste, i disegni e i piccoli delicati acquerelli.
Un percorso emozionante che si snoda tra le diversissime suggestioni colte dall’artista: realismo e surrealismo, astrazione, lirismo ed espressionismo, grafica e ironia.
I temi? I più cari al maestro: la città di Milano con i suoi passanti, i paesaggi, gli scorci notturni, i musicisti e i ballerini, senza dimenticare le immagini della Serenissima e i graffianti ritratti.
La mostra sarà documentata da un catalogo Ed. PubliPaolini, presentato durante l’inaugurazione. Il volume presenterà i testi critici di Vera Agosti e Simona Bartolena e tutte le opere esposte.
Franco Rognoni nasce a Milano il 20 settembre 1913 da Giuseppe e Giuseppina Carabelli in una famiglia della piccola borghesia. Giovanissimo inizia a interessarsi del disegno e della pittura e, adolescente, frequenta le scuole tecniche di tessitura e quindi la Scuola superiore d’Arte applicata del Castello Sforzesco.
Il critico Raffaello Giolli è il suo primo sostenitore, un importante riferimento culturale che consente a Rognoni di aprire nuovi orizzonti. Fin dal 1934 collabora come disegnatore a importanti riviste e quotidiani mentre nel ’38 espone per la prima volta. La sua formazione è influenzata da artisti come Sironi, de Pisis, Modigliani mentre la passione per i libri lo avvicina alle soluzioni grafiche e pittoriche dell’Espressionismo tedesco. Luino, sul Lago Maggiore, lo accoglie durante la guerra e qui si concentra sulla sua produzione che si arricchisce di incisioni, illustrazioni, mantenendo così un’importante collaborazione con molti periodici e dei contatti fondamentali con gli editori e i collezionisti.
Nel primo dopoguerra torna a Milano e nel 1946 sposa Mariuccia Noè, con la quale condividerà per tutta la vita significativi interessi culturali. Nello studio di Lambrate nascono nuovi disegni e dipinti che hanno già in sé le tematiche fondamentali dell’artista. In particolare egli sviluppa un personalissimo linguaggio antiaccademico. Guido Ballo lo presenta a Milano nel 1953, in una personale che apre nuovi interessi nella critica. Quattro anni dopo la Rai gli propone un progetto di scenografo-costumista e la stessa attività viene svolta per la Piccola Scala e La Fenice di Venezia. Il pubblico e la critica apprezzano l’originalità di interpretazione degli spazi teatrali, aspetti che confluiscono nella pittura tramite l’utilizzo di una commistione tra decorazione, illustrazione, grafica e scenografia. Una contaminazione che si riflette anche nella mescolanza di ironia e dramma, con un gusto che non è azzardato definire musicale. Anche le amicizie dell’artista abbracciano soprattutto l’ambito letterario e musicale: Riccardo Malipiero, Vittorio Sereni, Piero Chiara, Dante Isella. Gli anni Cinquanta sono contraddistinti dal legame in esclusiva con la Galleria dell’Annunciata di Milano e con le mostre organizzate in tutta Europa.
Il decennio successivo lo vede impegnato in numerose esposizioni e nell’attività editoriale mentre quattro grandi teleri dedicati ad Ulisse sono realizzati per la turbonave Michelangelo. Tra gli anni Settanta e Ottanta la sua attenzione si sposta sulla figura umana, vista con connotazioni critiche e scettiche, e la città, rappresentata sempre più come contesto straniante. Accanto a questa connotazione appare un aspetto sognante, legato alla memoria. Il lago, altro luogo privilegiato della sua rappresentazione e della sua esistenza che si alterna tra Milano e Luino, esalta questa dimensione pittorica che fissa dei protagonisti sospesi tra realtà e immaginazione.
L’ultimo decennio, gli anni Novanta, vedono l’artista impegnato nella rappresentazione della vitalità. Ampio spazio è quindi dedicato alla cromia, in una direzione pittorica che diventa sempre più mitteleuropea, nel segno del Simbolismo e dell’Espressionismo. L’artista è scomparso a Milano l’11 marzo 1999.
11
dicembre 2010
Franco Rognoni – Opere 1950-1999
Dall'undici dicembre 2010 al 23 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
B&B ARTE
Canneto Sull'oglio, Via Cavour , 29, (Mantova)
Canneto Sull'oglio, Via Cavour , 29, (Mantova)
Orario di apertura
Lunedì – venerdì 10,00 – 12,30 e 14,30 – 19,00
Sabato e domenica 15,00 – 19,00
Vernissage
11 Dicembre 2010, ore 18
Autore
Curatore