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Carlo Pasini / Vittorio Valente – Gli Intoccabili
L’essere umano appare da sempre intrappolato nella sua doppia natura, in bilico fra la curiosità ed il timore. Più qualcosa ci spaventa, o semplicemente non permette un contatto, più la tendenza ad un avvicinamento fisico diventa massima. Ciò che è proibito si fa seducente.
Comunicato stampa
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L’essere umano appare da sempre intrappolato nella sua doppia natura, in bilico fra la curiosità ed il timore. Più qualcosa ci spaventa, o semplicemente non permette un contatto, più la tendenza ad un avvicinamento fisico diventa massima. Ciò che è proibito si fa seducente.
Carlo Pasini e Vittorio Valente sembrano rincorrersi reciprocamente, potrebbero forse generarsi l’un l’altro. Le cellule dell’uno paiono quasi definire le superfici epidermiche dell’altro, nella costruzione di mondi specchianti in cui guardare se stessi e tracciare, forse, rinnovati percorsi genetici.
Nei lavori di Carlo Pasini, la superficie si caratterizza per la presenza di centinaia, migliaia di fori che ci consentono di attraversare emozionalmente l’opera, andando oltre l’immagine riprodotta, mediante un ulteriore contatto e interscambio con una dimensione che le fornisce il respiro. Un percorso in chiave postmoderna in cui il dato ripreso da Pasini diviene elemento naturale capace di mostrarsi e re-inventare se stesso. Ecco dunque che occorre puntare l’attenzione non su ciò che l’artista ci mostra, bensì sul suo sguardo, sul suo modo di cogliere l’oggetto. Ciò che egli crea appare come un microcosmo elevato alla massima potenza mediante una mirabile padronanza nel fare delle puntine da disegno uno strumento finemente controllato, dai tratti pittorici. Lavori che, talora, ci mettono di fronte alle icone del cinema e della storia dell’arte recente e nei cui confronti si stabilisce, probabilmente, un sentimento di riverenza, ammirazione, forse di distacco. O ancora la cosiddetta pelle di serpente, che solitamente suscita repulsione, diventa accattivante nella sua rinnovata natura estetica, cromatica e materiale. Si potrebbe dunque parlare di un ulteriore livello di fruizione, poiché attraverso le sue “manipolazioni” Pasini tende a rendere tangibile ciò che per sua natura non lo è, o non lo è stato. Figure e personaggi vengono pertanto definiti da un cromatismo che ne traccia il percorso, ne segna le linee, le ombre, fornisce loro la linfa vitale dietro la sapiente guida dell’artista. Opere “invitanti” fra le cui maglie può nascere e crescere di tutto, in un’alternanza di piani in cui è facile smarrire lo sguardo. Puntina dopo puntina, tassello dopo tassello l’immagine prende corpo, quasi un mosaico contemporaneo a cui l’artista presta pazientemente un tempo ritrovato.
Vittorio Valente percorre una strada in continuo interscambio fra ciò che è arte e ciò che appartiene al mondo scientifico, biologico, mediante l’impiego di sostanze utili ad un’operazione che si pone come ricerca sensoriale e materica. Il silicone, elemento dalle apparenze ludiche, con la sua consistenza plastica ben si presta alle operazioni dell’artista, il quale, ci mostra, ingigantiti, virus e cellule. Forse un nucleo che ha origine nell’uomo contemporaneo con il suo perenne bisogno di manipolare se stesso. Ancora una volta ciò a cui normalmente non possiamo accedere ci viene indicato in modo chiaro, quasi a sedurci, per suscitare in noi una sempre maggiore attrazione. Un costante oscillare fra il dentro e il fuori, cosa si annida fra le pieghe di questi lavori? Lo sguardo non può fermarsi davanti ad un’appagante percezione visiva, è solo un passaggio obbligato. I lavori di Vittorio Valente sembrano porci mille domande. Come preziosi scrigni cosa racchiudono i suoi volumi, cos’è che vi brulica dentro? Tangibile ed intangibile, desiderabile e non, perennemente in bilico fra l’attrazione e la repulsione, il desiderio ed il timore. Virus, batteri, sono forse parte di noi, ci fanno paura, cerchiamo allora di neutralizzarli facendone oggetti del desiderio, elementi di cui vogliamo, probabilmente solo cogliere l’apparenza poiché, andare oltre, ci renderebbe fragili. E’ meglio alzare un muro, dunque, farne delle superfici rimbalzanti per le nostre emozioni, più che delle spugne pronte a catturare e risucchiare ogni nostro slancio emotivo.
Carlo Pasini e Vittorio Valente sembrano rincorrersi reciprocamente, potrebbero forse generarsi l’un l’altro. Le cellule dell’uno paiono quasi definire le superfici epidermiche dell’altro, nella costruzione di mondi specchianti in cui guardare se stessi e tracciare, forse, rinnovati percorsi genetici.
Nei lavori di Carlo Pasini, la superficie si caratterizza per la presenza di centinaia, migliaia di fori che ci consentono di attraversare emozionalmente l’opera, andando oltre l’immagine riprodotta, mediante un ulteriore contatto e interscambio con una dimensione che le fornisce il respiro. Un percorso in chiave postmoderna in cui il dato ripreso da Pasini diviene elemento naturale capace di mostrarsi e re-inventare se stesso. Ecco dunque che occorre puntare l’attenzione non su ciò che l’artista ci mostra, bensì sul suo sguardo, sul suo modo di cogliere l’oggetto. Ciò che egli crea appare come un microcosmo elevato alla massima potenza mediante una mirabile padronanza nel fare delle puntine da disegno uno strumento finemente controllato, dai tratti pittorici. Lavori che, talora, ci mettono di fronte alle icone del cinema e della storia dell’arte recente e nei cui confronti si stabilisce, probabilmente, un sentimento di riverenza, ammirazione, forse di distacco. O ancora la cosiddetta pelle di serpente, che solitamente suscita repulsione, diventa accattivante nella sua rinnovata natura estetica, cromatica e materiale. Si potrebbe dunque parlare di un ulteriore livello di fruizione, poiché attraverso le sue “manipolazioni” Pasini tende a rendere tangibile ciò che per sua natura non lo è, o non lo è stato. Figure e personaggi vengono pertanto definiti da un cromatismo che ne traccia il percorso, ne segna le linee, le ombre, fornisce loro la linfa vitale dietro la sapiente guida dell’artista. Opere “invitanti” fra le cui maglie può nascere e crescere di tutto, in un’alternanza di piani in cui è facile smarrire lo sguardo. Puntina dopo puntina, tassello dopo tassello l’immagine prende corpo, quasi un mosaico contemporaneo a cui l’artista presta pazientemente un tempo ritrovato.
Vittorio Valente percorre una strada in continuo interscambio fra ciò che è arte e ciò che appartiene al mondo scientifico, biologico, mediante l’impiego di sostanze utili ad un’operazione che si pone come ricerca sensoriale e materica. Il silicone, elemento dalle apparenze ludiche, con la sua consistenza plastica ben si presta alle operazioni dell’artista, il quale, ci mostra, ingigantiti, virus e cellule. Forse un nucleo che ha origine nell’uomo contemporaneo con il suo perenne bisogno di manipolare se stesso. Ancora una volta ciò a cui normalmente non possiamo accedere ci viene indicato in modo chiaro, quasi a sedurci, per suscitare in noi una sempre maggiore attrazione. Un costante oscillare fra il dentro e il fuori, cosa si annida fra le pieghe di questi lavori? Lo sguardo non può fermarsi davanti ad un’appagante percezione visiva, è solo un passaggio obbligato. I lavori di Vittorio Valente sembrano porci mille domande. Come preziosi scrigni cosa racchiudono i suoi volumi, cos’è che vi brulica dentro? Tangibile ed intangibile, desiderabile e non, perennemente in bilico fra l’attrazione e la repulsione, il desiderio ed il timore. Virus, batteri, sono forse parte di noi, ci fanno paura, cerchiamo allora di neutralizzarli facendone oggetti del desiderio, elementi di cui vogliamo, probabilmente solo cogliere l’apparenza poiché, andare oltre, ci renderebbe fragili. E’ meglio alzare un muro, dunque, farne delle superfici rimbalzanti per le nostre emozioni, più che delle spugne pronte a catturare e risucchiare ogni nostro slancio emotivo.
11
dicembre 2010
Carlo Pasini / Vittorio Valente – Gli Intoccabili
Dall'undici dicembre 2010 al 29 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
LOFT GALLERY
Corigliano Calabro, Via Margherita, 47, (Cosenza)
Corigliano Calabro, Via Margherita, 47, (Cosenza)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 9.30-12.30 e 17-20
Vernissage
11 Dicembre 2010, ore 18.00
Autore