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Giacomo Failla – Naufrago nel mare del nulla
Anteprima della mostra del pittore Giacomo Failla presso la galleria “Garage” in occasione della presentazione della manifestazione “Natale a Palermo un itinerario culturale tra arte architettura e musica” II° edizione , undici concerti in siti aventi rilevanze storico monumentali (oratori ,chiese ,galleria d’arte moderna ,archivio storico) dal 26/12/2010 al 6/01/2011 , offerti dai club services operanti nella realtà cittadina in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo e il Conservatorio di musica V.zo Bellini di Palermo.
Comunicato stampa
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Anteprima della mostra del pittore Giacomo Failla presso la galleria “Garage” in occasione della presentazione della manifestazione “Natale a Palermo un itinerario culturale tra arte architettura e musica” II° edizione , undici concerti in siti aventi rilevanze storico monumentali (oratori ,chiese ,galleria d’arte moderna ,archivio storico) dal 26/12/2010 al 6/01/2011 , offerti dai club services operanti nella realtà cittadina in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo e il Conservatorio di musica V.zo Bellini di Palermo.
Curatori
Giacomo Fanale , Anna Maria Ruta
Naufrago nel mare del nulla
Un anteprima questa di Giacomo Failla che è foriera di ben più vaste emozioni , la spiritualità nella materia, anticipazione di un nuovo percorso di ricerca sul segno pervaso da religiosa spirituale coscienza , presenza di umana esistenza a tratti capace di esprimere non concetti ma emozioni, segni di un logico comunicare, di codici non sempre facili da decifrare, presenti nella profonda coscienza dell’essere , quelli di un sentire comune per chi è in sintonia con l’artista.
E’ questa la chiave di lettura di un messaggio che non vuole poter essere letto da tutti.....” suono, parole…..” melodie per iniziati. Forse la sintesi del suo poetare, ciò che l’eco del suono lascia sul padiglione auricolare e il colore sulla retina . Ma non è da tutti valicare il semplice ascolto e il mero colore, per il meditare oltre il segno e il suono, e perviene al profondo senso delle cose, diversamente il tratto risulta naufrago nel mare del nulla .
Impossibile individuare nel corsivo lo scorrere del pensiero e interpretare il messaggio, ma è tutto lì l’osare dell’artista, attrarre l’attenzione , con il colore del suono e la forza del tratto, in un tutt’uno , decifrabile o no , è sempre un messaggio che vuole essere continuo e mai interrotto. Una denuncia di incomunicabilità letta in chiave critica, cecità del non voler leggere le miserie dell’umano, perversioni delle convenzioni in un rifiuto per tutto ciò che non si conosce. Un attualità piena di valenze non estranee alla quotidianità, la solidarietà, l’accoglienza,l’accettazione dell’ altro, in un pervadere di spirituale consapevolezza, un sociale ancora estraneo da interpretare attraverso l’enigmatica lingua universale dell’artista.
GIACOMO FANALE
In Giacomo Failla prevale il gesto sovvertitore, che si mostra attraverso una trama fitta e segreta di segni, che richiamano spesso l’idea di un labirinto, franto a volte e con percorsi alternativi, chiuso in un reticolo che si ripete e rimanda all’idea di un costante inizio, senza una fine, ma con sbocchi liberatori. E’ possibile evaderne? E’ possibile da lì imboccare il percorso che porta alla Bellezza? E’ possibile far sprigionare da queste forme para-circolari barlumi di luce, che illuminino il reale, brandelli di chiarore, che consentano di penetrare pian piano nei meandri occulti di un quid segreto che suggerisca la via della rinascita?
In queste forme si imbriglia il groviglio delle sue passioni, che non si lasciano completamente interpretare, ma consentono solo di intravedere i frammenti di una tormentata soggettività, suggeriscono un travagliato processo riflessivo ed emotivo, che trova sfogo e interpretazione anche nella poesia, che Failla attraversa contemporaneamente alla pittura. Failla cerca la luce, vi si perde dentro, la fa emergere nelle vibrazioni dinamiche del colore, con bagliori improvvisi dall’intrico di segni, la cui trama si è via via infittita nelle sue tele, dalle dense foreste d’ombra (Reichswald Nurnberg, Cristalli sognati, Dietro la persiana, 2009), che rimandano alla lezione assimilata di grandi maestri moderni, perfino, alla lontana, di Boccioni, e con la luce cerca il centro salvifico (Cammino verso il centro, Solo nel centro, Magia ritrovata, 2008), duetta con la natura, viva e parlante, magica, con il vento, le nuvole, il cielo, aspira alla realtà cosmologica, la cui iconografia predomina oggi nei suoi dipinti con una stesura cromatica tersa e piana, là dove qualche anno fa era più materica e voluminosa. La frequentazione della poesia gli fa anche privilegiare il suono, che fuoriesce dai suoi dipinti, spettacolarizzando l’energia vitale. Qualche anno fa nelle delicate tessiture, in cui potevano leggersi umbratili echi di culture altre, testimoniava il viaggio continuo non solo della sua mente, ma anche di lui nello spazio, i dipinti raccontavano di un suo nomadismo, che nasceva dal bisogno di accostarsi all’altro, di conoscere realtà più autentiche e vere, nature e società primordiali, che evocava attraverso i disegni di stoffe esotiche, di fili sottili che si intrecciavano e parlavano, come nelle opere di Maria Lai (Tango, 2006), modulando immagini. Era lì la salvezza?
La sua pennellata è sottile, pur se vi affiorano caos e ordine, la materia apparentemente leggera oltrepassa l’occhio e penetra la mente, con la calamita dei colori ipnotizza lo sguardo e pone domande, più che dare risposte: ciò che appare e ciò che nasconde nel suo profondo, l’occhio non sempre riesce a percepirlo, ma ne percepisce bene la profondità del travaglio, che è quello di ogni essere sensibile.
ANNA MARIA RUTA
Curatori
Giacomo Fanale , Anna Maria Ruta
Naufrago nel mare del nulla
Un anteprima questa di Giacomo Failla che è foriera di ben più vaste emozioni , la spiritualità nella materia, anticipazione di un nuovo percorso di ricerca sul segno pervaso da religiosa spirituale coscienza , presenza di umana esistenza a tratti capace di esprimere non concetti ma emozioni, segni di un logico comunicare, di codici non sempre facili da decifrare, presenti nella profonda coscienza dell’essere , quelli di un sentire comune per chi è in sintonia con l’artista.
E’ questa la chiave di lettura di un messaggio che non vuole poter essere letto da tutti.....” suono, parole…..” melodie per iniziati. Forse la sintesi del suo poetare, ciò che l’eco del suono lascia sul padiglione auricolare e il colore sulla retina . Ma non è da tutti valicare il semplice ascolto e il mero colore, per il meditare oltre il segno e il suono, e perviene al profondo senso delle cose, diversamente il tratto risulta naufrago nel mare del nulla .
Impossibile individuare nel corsivo lo scorrere del pensiero e interpretare il messaggio, ma è tutto lì l’osare dell’artista, attrarre l’attenzione , con il colore del suono e la forza del tratto, in un tutt’uno , decifrabile o no , è sempre un messaggio che vuole essere continuo e mai interrotto. Una denuncia di incomunicabilità letta in chiave critica, cecità del non voler leggere le miserie dell’umano, perversioni delle convenzioni in un rifiuto per tutto ciò che non si conosce. Un attualità piena di valenze non estranee alla quotidianità, la solidarietà, l’accoglienza,l’accettazione dell’ altro, in un pervadere di spirituale consapevolezza, un sociale ancora estraneo da interpretare attraverso l’enigmatica lingua universale dell’artista.
GIACOMO FANALE
In Giacomo Failla prevale il gesto sovvertitore, che si mostra attraverso una trama fitta e segreta di segni, che richiamano spesso l’idea di un labirinto, franto a volte e con percorsi alternativi, chiuso in un reticolo che si ripete e rimanda all’idea di un costante inizio, senza una fine, ma con sbocchi liberatori. E’ possibile evaderne? E’ possibile da lì imboccare il percorso che porta alla Bellezza? E’ possibile far sprigionare da queste forme para-circolari barlumi di luce, che illuminino il reale, brandelli di chiarore, che consentano di penetrare pian piano nei meandri occulti di un quid segreto che suggerisca la via della rinascita?
In queste forme si imbriglia il groviglio delle sue passioni, che non si lasciano completamente interpretare, ma consentono solo di intravedere i frammenti di una tormentata soggettività, suggeriscono un travagliato processo riflessivo ed emotivo, che trova sfogo e interpretazione anche nella poesia, che Failla attraversa contemporaneamente alla pittura. Failla cerca la luce, vi si perde dentro, la fa emergere nelle vibrazioni dinamiche del colore, con bagliori improvvisi dall’intrico di segni, la cui trama si è via via infittita nelle sue tele, dalle dense foreste d’ombra (Reichswald Nurnberg, Cristalli sognati, Dietro la persiana, 2009), che rimandano alla lezione assimilata di grandi maestri moderni, perfino, alla lontana, di Boccioni, e con la luce cerca il centro salvifico (Cammino verso il centro, Solo nel centro, Magia ritrovata, 2008), duetta con la natura, viva e parlante, magica, con il vento, le nuvole, il cielo, aspira alla realtà cosmologica, la cui iconografia predomina oggi nei suoi dipinti con una stesura cromatica tersa e piana, là dove qualche anno fa era più materica e voluminosa. La frequentazione della poesia gli fa anche privilegiare il suono, che fuoriesce dai suoi dipinti, spettacolarizzando l’energia vitale. Qualche anno fa nelle delicate tessiture, in cui potevano leggersi umbratili echi di culture altre, testimoniava il viaggio continuo non solo della sua mente, ma anche di lui nello spazio, i dipinti raccontavano di un suo nomadismo, che nasceva dal bisogno di accostarsi all’altro, di conoscere realtà più autentiche e vere, nature e società primordiali, che evocava attraverso i disegni di stoffe esotiche, di fili sottili che si intrecciavano e parlavano, come nelle opere di Maria Lai (Tango, 2006), modulando immagini. Era lì la salvezza?
La sua pennellata è sottile, pur se vi affiorano caos e ordine, la materia apparentemente leggera oltrepassa l’occhio e penetra la mente, con la calamita dei colori ipnotizza lo sguardo e pone domande, più che dare risposte: ciò che appare e ciò che nasconde nel suo profondo, l’occhio non sempre riesce a percepirlo, ma ne percepisce bene la profondità del travaglio, che è quello di ogni essere sensibile.
ANNA MARIA RUTA
04
dicembre 2010
Giacomo Failla – Naufrago nel mare del nulla
Dal 04 all'undici dicembre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA GARAGE
Palermo, piazza Resuttano, 2, (PALERMO)
Palermo, piazza Resuttano, 2, (PALERMO)
Orario di apertura
ore 17,00 /20,00
Vernissage
4 Dicembre 2010, ore 17
Autore
Curatore