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Angela Chiti – Constant flow
Vi è un unico principio che lega noi alla consistenza silenziosa del reale, ed è quello che lascia intravedere
una verosimiglianza tra ciò che sentiamo e non vediamo e ciò che vediamo e riconosciamo come nostro. Come un lontano e incessante unico fluire.
Comunicato stampa
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Prima che diventi mare, la nostra espressione, la nostra parola è stata goccia in grado di scavare pietre.
Ha percorso sentieri di fiumi, vallate di laghi e tortuosità di ruscelli, ha lambito la fermezza delle coste a
cui ha costantemente opposto la necessità impellente di assecondare la sua natura e quindi di andar
via, di scorrere come un costante fluire tra terre e luoghi, età e ragioni fino ad arrivare ad essere mare,
distesa maestosa ed enorme. Femminea porzione di terra che dalla luce degrada verso il buio intimo
della percezione del suo sentire, per poi tornare in superficie e mostrarsi attraverso il moto del suo frangersi,
i suoi rivoli vorticosi, le scie luminose di percorsi di luce.
Estetica di una dimensione esistenziale che descrive una similitudine strettissima con l’acqua, come
compenetrazione di nature affini che continuamente ridestano il ruolo della forma, e impongono alla
vista le ragioni che governano la consistenza del proprio essere, libere da ogni limite circoscritto di forme
che le contengono. Allora l’acqua è come la materia vulnerabile che ci domina, come parola che governa
ragioni interiori lontane ormai da ogni riduzione fisica.
Ogni sua espressione, come ogni suo dire lega se stessa alla consistenza del nostro sentire e noi in essa
ritroviamo ciò che di noi percepiamo.
Vi è un unico principio che lega noi alla consistenza silenziosa del reale, ed è quello che lascia intravedere
una verosimiglianza tra ciò che sentiamo e non vediamo e ciò che vediamo e riconosciamo come
nostro. Come un lontano e incessante unico fluire.
Sonia Zampini
Ha percorso sentieri di fiumi, vallate di laghi e tortuosità di ruscelli, ha lambito la fermezza delle coste a
cui ha costantemente opposto la necessità impellente di assecondare la sua natura e quindi di andar
via, di scorrere come un costante fluire tra terre e luoghi, età e ragioni fino ad arrivare ad essere mare,
distesa maestosa ed enorme. Femminea porzione di terra che dalla luce degrada verso il buio intimo
della percezione del suo sentire, per poi tornare in superficie e mostrarsi attraverso il moto del suo frangersi,
i suoi rivoli vorticosi, le scie luminose di percorsi di luce.
Estetica di una dimensione esistenziale che descrive una similitudine strettissima con l’acqua, come
compenetrazione di nature affini che continuamente ridestano il ruolo della forma, e impongono alla
vista le ragioni che governano la consistenza del proprio essere, libere da ogni limite circoscritto di forme
che le contengono. Allora l’acqua è come la materia vulnerabile che ci domina, come parola che governa
ragioni interiori lontane ormai da ogni riduzione fisica.
Ogni sua espressione, come ogni suo dire lega se stessa alla consistenza del nostro sentire e noi in essa
ritroviamo ciò che di noi percepiamo.
Vi è un unico principio che lega noi alla consistenza silenziosa del reale, ed è quello che lascia intravedere
una verosimiglianza tra ciò che sentiamo e non vediamo e ciò che vediamo e riconosciamo come
nostro. Come un lontano e incessante unico fluire.
Sonia Zampini
02
dicembre 2010
Angela Chiti – Constant flow
Dal 02 al 18 dicembre 2010
fotografia
Location
CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE
Roma, Via Della Lungara, 19, (Roma)
Roma, Via Della Lungara, 19, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 14-18
Vernissage
2 Dicembre 2010, ore 18
Autore
Curatore