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Massimo Cantini / Moravio Martini – Quando i contrari si toccano
Doppia personale di Massimo Cantini e Moravio Martini alla Galleria IAC d’Impruneta
Comunicato stampa
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Dunque di Cantini e Martini: la figuratività icastica e provvida di simbolicità del pittore. Massimo si contrappone, e viceversa, alle raffinate, complesse strutture aniconiche dello scultore e pittore Moravio. (Spaziale brevità mi suggerisce di non precisare gli altri titoli che professionalmente loro competono). Le due contrastanti visioni, gli assai differenti caratteri tecnico-formali, rivelano però d’avere in comune una compiuta realtà fantastica, tipo di realtà frutto d’intima convinzione poetica, la quale poco, anzi nulla, concede al gusto altrui, fruitore o possibile acquirente ch’egli sia.
A prescindere dalle individuali vie seguite, realismo magico nel caso di Cantini, astrattismo radicale (sempre in scultura, non sempre in pittura) nel caso di Martini, i due mi fanno legare il loro procedere ad un fondarsi (ben più evidente nelle opere di Moravio) sul linguaggio autonomo delle forme e dei colori.
Fuori dal filosofico ed archetipico “to kalòn”, nessuno di loro vuol snobbare programmaticamente un bello basato sulla forma, ad esso tuttavia preferiscono in pari tempo il pensiero, talora pensiero di chi, quando in lui prevale il versante critico sul versante lirico, decide di esprimere dissenso a fronte del sentirsi calato in un’attualità ben altro che gradevole, specie per quanto può riguardare le tradizionali arti del disegno. Disegno del quale, vuoi Cantini vuoi Martini, sono non da oggi convinti e convincenti cultori.
Epilogando, è Moravio quello che palesemente si rapporta di meno agli aspetti del mondo sensibile, ma anche Massimo tutt’altro è che un seguace della mimesi, a dispetto di quanti scorgono nei suoi lavori una sorta di “inganna-occhio”.
Dino Pasquali
A prescindere dalle individuali vie seguite, realismo magico nel caso di Cantini, astrattismo radicale (sempre in scultura, non sempre in pittura) nel caso di Martini, i due mi fanno legare il loro procedere ad un fondarsi (ben più evidente nelle opere di Moravio) sul linguaggio autonomo delle forme e dei colori.
Fuori dal filosofico ed archetipico “to kalòn”, nessuno di loro vuol snobbare programmaticamente un bello basato sulla forma, ad esso tuttavia preferiscono in pari tempo il pensiero, talora pensiero di chi, quando in lui prevale il versante critico sul versante lirico, decide di esprimere dissenso a fronte del sentirsi calato in un’attualità ben altro che gradevole, specie per quanto può riguardare le tradizionali arti del disegno. Disegno del quale, vuoi Cantini vuoi Martini, sono non da oggi convinti e convincenti cultori.
Epilogando, è Moravio quello che palesemente si rapporta di meno agli aspetti del mondo sensibile, ma anche Massimo tutt’altro è che un seguace della mimesi, a dispetto di quanti scorgono nei suoi lavori una sorta di “inganna-occhio”.
Dino Pasquali
20
novembre 2010
Massimo Cantini / Moravio Martini – Quando i contrari si toccano
Dal 20 al 28 novembre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA IAC – IMPRUNETA ARTE CONTEMPORANEA
Impruneta, Via Croce, 41, (Firenze)
Impruneta, Via Croce, 41, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 16-19
Vernissage
20 Novembre 2010, ore 17.00
Autore